Il coronavirus esiste, ma anche l’ipocrisia e grandi interessi

Ve lo immaginate se all’uscita di un supermercato vi fermasse una guardia privata e vi intimasse: “Alt! Cosa ha comprato?”. E alla vista di cibi spazzatura vi comminasse multe salate? Non lo accettereste. Ma vediamo quale parallelo si può trarre…

Ve lo immaginate se all’uscita di un supermercato vi fermasse una guardia privata e vi intimasse: “Alt! Cosa ha comprato?”. E alla vista di cibi e bevande frutto di lavorazione con pesticidi, concimi chimici, erbicidi, funghicidi, zuccheri e grassi a non finire, cibi ricavati da animali costretti in allevamenti intensivi quindi inquinati e inquinanti, e poi coloranti, conservanti artificiali e schifezze di ogni tipo, vi comminasse delle multe salate? E alle vostre rimostranze la guardia vi dicesse che lo fa per la vostra salute? In caso le vostre proteste continuassero, vi citerebbe il DPCM ad hoc, redatto dal governo proprio in tema di salvaguardia della salute. E se continuaste a protestare invocando la vostra libertà, vi direbbe che la vostra e altrui salute è più importante della vostra libertà. Quindi conseguentemente chiamerebbe le forze dell’ordine e vi farebbe arrestare. E agire in questo modo non significherebbe impedire una libera scelta di farsi del male, per la quale ognuno potrebbe scegliere liberamente di rovinare la propria salute, perché comprare cibi e bevande avvelenate avvelena anche la terra, l’aria e l’acqua di tutti, quindi di conseguenza la salute di tutti. Sareste d’accordo che ci fosse una guardia che facesse questo? Ovviamente no; eppure è quello che si sta facendo per il coronavirus. Ci dicono che se ci privano della libertà, se ci fanno le multe, lo fanno per la nostra salute, per il nostro bene. Ma come mai la nostra salute e il nostro bene vengono considerati solo per questo caso? La salute si preserva solo quando si presenta un coronavirus? Per caso il coronavirus detiene il copyright della salvaguardia della salute? Tutti gli altri pericoli e attentati per la nostra salute non contano?

Qui non si tratta di essere pro o contro i vaccini, pro o contro la scienza, pro o contro la medicina o il progresso; qui si tratta (se ancora ci si può permettere di esprimere un pensiero critico…) di ipocrisia e interessi che fanno agire in un senso piuttosto che in un altro. Non è per niente credibile che la salute sia da preservare “a seconda dei casi”. La salute è una sola e la si preserva e difende sempre; se non si agisce così è evidente che c’è qualcosa che non torna. Ma parliamoci chiaro: chi decide politicamente le nostre sorti si è sempre interessato poco o niente della nostra salute, altrimenti saremmo in un società dove l’inquinamento di ogni tipo non esisterebbe. Della salute propria e altrui interessa poco o niente anche a coloro che oggi si sentono investiti del ruolo di fustigatori di chiunque si chieda il perché la salute abbia importanza solo in alcuni casi e in altri no. Infatti capita che gli stessi fustigatori possano essere persone che inquinano a più non posso, mangiano male, bevono, fumano, vivono in modo impattante e così facendo devastano la propria e altrui salute. Ma improvvisamente hanno trovato il modo per raccontarci che ora “fanno del bene”. E non c’è nemmeno bisogno di fare la lunghissima e tristissima conta delle centinaia di migliaia di morti che ci sono in Italia per tante altre cause oltre i virus. Ci stiamo suicidando, ce lo certifica pure l’ONU (e in questo caso non fa nessun riferimento al coronavirus, bensì all’inquinamento, alla distruzione ambientale e ai cambiamenti climatici). E stiamo parlando dell’ONU, non di qualche “estremista”. Ma in questo caso, anche se lo dice l’ONU, stranamente è scienza che non conta, non ha il bollino blu del corona virus, quindi la notizia non la passano nemmeno in quarta serata, non ha appeal, non produce audience e interessi, quindi è scienza e salute che non esiste. Il problema non è se il coronavirus esista o meno, e su questo portale di informazione mai nessuno lo ha messo in dubbio; il coronavirus esiste ma gli effetti che produce sono molto minori rispetto al vero flagello che è quello di una totale, vergognosa, tragica ipocrisia che ci sta portando all’autodistruzione e per la quale esiste la salute di serie A, che tanti soldi fa fare a certe aziende, e la salute di serie Z, che tanto male fa alla gente ma di cui non interessa niente a (quasi) nessuno. La credibilità di coloro che per la salute hanno fatto poco o niente e hanno pure distrutto la sanità pubblica è zero. Ma ora si scagliano contro gli “assembramenti” e le “festicciole” per sviare l’attenzione sulle loro gravissime responsabilità. E sono gli stessi che parlano di salute ma buttano soldi pubblici, in primis per comprare armamenti costosissimi; con quei soldi la sanità la si risanava tutta e ora non ci sarebbero stati alibi con cui tentare di giustificare la privazione della libertà per gli italiani. Si continuano a buttare soldi per fare il TAV, il TAP, per tenere aperto il mostro dell’Ilva di Taranto, per costruire ancora autostrade in un paese già asfissiato da ogni tipo di inquinamento. Si continua a cementificare ovunque, costruendo opere faraoniche che diventeranno le solite cattedrali nel deserto. Si sprecano miliardi di euro da anni nel tenere in vita la compagnia di bandiera del mezzo di trasporto più inquinante che esista, cioè l’aereo. Si sovvenzionano e agevolano in tutti i modi i combustibili fossili, autentici e assoluti protagonisti della catastrofe sanitaria. E con tutto questo, e purtroppo tanto altro ancora, ci vogliono far credere che qualcuno si preoccupa della nostra salute? La situazione descritta è sotto gli occhi di tutti quotidianamente ed è un dato oggettivo incontrovertibile, a prescindere da qualsiasi altra considerazione su medicina e scienza. Quando chi parla della salute salvaguarderà veramente la salute, quindi innanzitutto l’ambiente, allora sarà credibile. Fino a quel momento non avrà alcuna credibilità, solo molti scheletri nell’armadio.

Fonte: ilcambiamento.it

Torino: Pm10 nei limiti europei? Veramente no…

E’ vero che nel 2013 la media annuale delle concentrazioni del Pm10 è calata notevolmente rispetto all’anno precedente, ma restano sopra i limiti due centraline su 4, e la media di Lingotto,m Consolata, Rubino e Grassi è 41 mcg/m3 (superiore al limite europeo) e non 38,8 come riportato dalla stampa377680

La media annuale delle concentrazioni di Pm10 a Torino è stata data per assodata e pari a 38,8 mcg/m3 da La Stampa, quindi al di sotto dei limiti previsti dalle direttive europee che vietano il superamento dei 40 mcg/m3 annuali. I dati però non sono esatti: consultando la banca dati dell’Arpa Piemonte, allo stato attuale la media delle quattro centraline attive per il Pm10 – LingottoRubino,Grassi Consolata – risulta essere 41 mcg/m3.  Ma non solo: il conto è stato fatto senza attendere l’aggiornamento dei dati registrati dalle centraline che sono ferme al 24 dicembre (Consolata e Grassi) e al 28(Lingotto). L’unica praticamente completa è Rubino (30 dicembre). E’ più alto anche il numero degli sforamenti: 117 giorni, contro una soglia annuale limite di 35.

2013: la media delle concentrazioni centralina per centralina

Complessivamente, la media annuale delle concentrazioni ha superato il limite di legge in due stazioni su quattro: 42 mcg/m3 alla Consolata, che ha totalizzato anche 98 sforamenti e un picco giornaliero di 144 mcg/m3. Fuori legge anche Grassi: 49 mcg/m3 di media annuale, 117 sforamenti e picco più alto registrato 145 mcg/m3. Meglio Lingotto (38 mcg/m3 di media, 89 superamenti, picco massimo di 157 mcg/m3) e Rubino: 35 mcg/m3 di media annuale, 86 superamenti, 132 mcg il picco più alto.

L’andamento negli ultimi anni, centralina per centralina

Nonostante la discrepanza fra i dati diffusi dalla stampa e quelli rilevati dal database dell’Arpa, è vero che il 2013 ha segnato un forte calo nelle concentrazioni su tutte le centraline coinvolte. Prosegue quindi la tendenza positiva registrata fra 2011 e 2012, ma soprattutto si ritorna – quasi ovunque – a valori più bassi anche rispetto al 2010. (Ricordiamo a questo proposito la discussione sul 2011, anno nero dello smog). La serie delle concentrazioni annuali medie alla Consolata dal 2010 al 2013 è stata infatti: 43,3 – 50,4 – 48,1 – 42 mcg/m3. Ugualmente positive anche la serie di Rubino (39,4 – 47,3 – 40,3 – 35) e Grassi (50,8 – 59,4 – 60,3 – 49). La centralina Lingotto è l’unica a non essere tornata ai livelli del 2010, ma la tendenza è comunque in calo: 34,4 – 47,6 – 40,9 – 38.

Fonte: ecodallecittà

I rimedi naturali per i capelli secchi, grassi o sfibrati

Capelli secchi e sfibrati o al contrario grassi e sciupati, dopo un inverno a chiuso e coperti dai cappelli è necessario prendersi cura delle chiome con tanti ingredienti naturali.capelli-570x350

Approfittiamo dell’arrivo della primavera e della bella stagione per iniziare a prenderci cura dei nostri capelli, lunghi o corti che siano. Il sole ci offre la grande possibilità di asciugare i capelli all’aria aperta e loro, le chiome, ringrazieranno perché il sole ha un effetto benefico e rinforzante e non useremo phon e corrente elettrica. Per lo shampoo e il balsamo ma anche per creme ristrutturanti e maschere iniziamo a scegliere prodotti con fito detergenti naturali e con pochi ingredienti. Controllate sempre l’INCI e scegliete i marchi storici e seri, ve ne sono tanti, a base di olio di semi di lino, olio di mandorle o anche olio extra vergine di oliva. Veniamo invece all’uso degli ingredienti naturali per migliorare la salute e l’aspetto dei nostri capelli. Chi ha i capelli grassi può usare un cucchiaio di aceto bianco diluito in abbondante acqua per risciacquare i capelli; la cute sarà sgrassata naturalmente e i capelli risulteranno setosi e lucidissimi, mi raccomando asciugateli all’aria aperta e al sole. L’aceto è ottimo anche per chi ha i capelli bianchi. Altro ingrediente naturale è il succo di limone che anche aiuta a sgrassare capelli e cute senza aggredire causando quell’effetto boomerang per cui dopo un giorno i capelli sono più grassi di prima. Basta stendere sui capelli risciacquati il succo di un limone filtrato e massaggiare delicatamente il cuoio capelluto, asciugate i capelli al sole. Altro sistema per sgrassare capelli e cute è usare un cucchiaio di farina di ceci da spargere e distribuire sui capelli e cuoio capelluto lasciando agire per circa 20 minuti. Si lava poi con uno shampoo neutro a base di ingredienti naturali. Per chi ha i capelli biondi vale la preziosa camomilla per cui si risciacquano i capelli con un paio di tazze di infuso e mi raccomando senza zucchero! Anche la birra aiuta a schiarire i capelli e va passata prima dello shampoo e lasciata agire coprendo i capelli con un vecchio cappello o asciugamani per almeno 20 minuti. Lavate bene altrimenti emanerete il classico odore di cantina! Per nutrire i capelli sfibrati niente di meglio di un impacco di olio extravergine di oliva, magari bio e di ottima qualità. Ne bastano un paio di cucchiai da stendere con cura sulla lunghezza del capello fino a massaggiare la cute. Copritevi con un vecchio cappello per almeno 20 minuti e lavate al solito: vedrete come saranno morbidi e nutriti. In questo caso si hanno ottimi risultati anche con l’olio di germe di grano da applicare come impacco prima dello shampoo, è ricco di vitamina E si può abbinare dotto forma di maschera ristrutturante a una banana schiacciata o all’avocado. Molto nutriente per i capelli secchi anche l’acqua ottenuta dopo la bollitura del riso; una volta raffreddata usatela per risciacquare i capelli che saranno poi una volta asciutti morbidissimi. Altro ingrediente per i capelli secchi è l’olio di mandorle dolci da distribuire sui capelli e lasciare agire per mezz’ora coprendo con un capello o asciugamano.

Fonte: ecoblog