WWF: “grandi navi a Venezia come tir nel vostro giardino”

“È ridicolo chiedere una svolta sostenibile del turismo veneziano e poi consentire il più brutale metodo di visita”. È quanto afferma il WWF in merito al passaggio delle grandi navi a Venezia.navi_laguna_venezia

Fareste mai passare i tir nel vostro giardino? Di questo si tratta infatti, far passare mezzi estremamente pesanti in un ambito delicato e contenuto che ci appartiene esattamente come un nostro giardino. Venezia è patrimonio dell’umanità, quindi anche nostro. Visitare questa meraviglia è possibile a chiunque, i monumenti e la laguna sono accessibili, aperti, fruibili, ma almeno si faccia il favore di scendere la scaletta di una nave e di vederla perdendosi nelle calli o attraversando i canali e non già invece dall’oblo di un transatlantico o dalla terrazza di questo. È ridicolo continuare a parlare da un lato di moto ondoso che distrugge la città di Venezia e poi autorizzare il transito di navi che con un minimo movimento inevitabilmente spostano enormi quantità di acqua che crea degli squilibri nel sistema lagunare. È ridicolo chiedere una svolta sostenibile del turismo veneziano e poi consentire il più brutale metodo di visita che altera il contesto storico architettonico, pone a rischio l’ambiente e la sicurezza dei transiti locali, afferma una tipologia di visita usa e getta basata su “ci sono stato” anziché “ho conosciuto e visto”. Il WWF da oltre 20 anni si batte per una messa in sicurezza dell’intera laguna veneta. Questo da un lato ha visto progressivi passi avanti nel campo dei traffici pericolosi legati all’attività industriale, soprattutto per l’obbligatorietà dei doppi scafi e per il rafforzamento dei protocolli di sicurezza sui transiti, da un altro, nonostante le dichiarazioni e gli intenti, non ha ancora dato nessun risultato soddisfacente rispetto al turismo crocieristico e alla nautica da diporto che risulta invasiva, sproporzionata rispetto ai luoghi, potenzialmente pericolosa e comunque segno di un malcostume.

Fonte: il cambiamento

Grandi navi via dalla Laguna: la promessa dei Ministeri a Venezia

Riunione a Roma tra il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e il governatore del Veneto, Luca Zaia per trovare il modo di allontanare le grandi navi dal canale di San Marco. “Soluzione definitiva entro la fine di ottobre”. Gli ambientalisti: “Navi fuori dalla laguna senza vie di mezzo”375791

“Entro la fine di ottobre ci sarà, da parte del governo e quindi del ministero dell’Ambiente e delle Infrastrutture, l’assunzione decisiva di una soluzione finale sul passaggio delle grandi navi a Venezia facendo diventare realtà il decreto Passera-Clini che fino a oggi era solo sulla carta”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, al termine di una riunione a Roma con il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, il sindaco di Venezia,Giorgio Orsoni, e il governatore del Veneto, Luca Zaia. Durante l’incontro sono stati presentati dei progetti di percorso alternativi al passaggio delle grandi navi nella Laguna di Venezia. “Quello che a noi importa come governo – ha aggiunto Lupi – è dare un segnale fortissimo che si vogliono prendere le decisioni e fare le cose e il decreto legge prevede che le grandi navi non passino più dal canale di San Marco“. Oggi, ha spiegato Lupi, “abbiamo individuato un percorso certo che vede nel magistrato delle acque e nell’autorità marittima la possibilità di valutare tutti i progetti alternativi al passaggio delle grandi navi in laguna, sottoposti all’attenzione dei due ministri, entro la metà di settembre. Ci sarà poi la convocazione del comitatone anche per coinvolgere tutta la realtà territoriale di Venezia ed entro la fine di ottobre ci sarà la decisone finale”. In attesa della decisione ultima, il ministro Orlando ha assicurato che sono state già assunte alcune misure di sicurezza a riduzione del rischio. “Si è andati avanti con un percorso che era stato disegnato in modo serio. Ci auguriamo che questo porti alla soluzione migliore nei tempi più rapidi possibili” ha commentato il sindaco di Venezia Orsoni aggiungendo che il ministro Orlando ha espresso l’intenzione, se non si dovesse arrivare a una decisione, di assumere un provvedimento il linea con il decreto Clini-Passera sul divieto di transito delle grandi navi a Venezia.

Il commento degli ambientalisti: parla Ambiente Venezia

“L’associazione AmbienteVenezia da sempre promuove e sostiene quelle attività di governo del territorio coerenti con gli obiettivi di tutela e salvaguardia dell’integrità fisica dell’ambiente lagunare contrastando ogni scelta, opera, progetti o interventi ritenuti non compatibili e discordanti con tale finalità. Dopo le tragedie dell’isola del Giglio e di Genova le grandi navi crociera a Venezia sono diventate ormai questione di rilevanza nazionale ed internazionale. Le grandi navi crociera per le loro abnormi dimensioni in termini di stazza, dislocamento e pescaggio relazionati alle sezioni dei canali lagunari di percorrenza, sono incompatibili con il delicato equilibrio lagunare. Oggi siamo in presenza di una serie di proposte progettuali con vari gradi di approfondimento che prefigurano un transito alternativo a quello che attualmente il traffico crocieristico di oltre 40.000 tonn. di stazza attraversa il bacino S. Marco ed il canale della Giudecca , transito che dovrebbe essere vietato dal decreto interministeriale Clini-Passera del marzo 2012.  Riteniamo che tutte le ipotesi presentate vadano da subito selezionate rispetto ad un principio dirimente: il percorso è dentro o fuori della laguna: ferma contrarietà verso tutte quelle ipotesi volte a mantenere il transito all’interno della laguna (salvo un contingentato periodo provvisorio in attesa della avvenuta realizzazione del terminal crocieristico fuori della laguna ). Allo stato attuale l’unica proposta meritevole di attenzione e che meglio interpreta l’obiettivo da sempre sostenuto di estromettere il traffico delle grandi navi crociera dalla laguna è quella che configura un nuovo terminal crocieristico nella bocca di porto del Lido.

Fonte: eco dalle città

 

No Grandi Navi a Venezia, Davide contro Golia nel Canale della Giudecca

Dopo le proteste alla Stazione Marittima, alcune decine di piccole imbarcazioni hanno impedito il passaggio dei transatlantici da crociera nel Canale della Giudecca170227022-586x372

La metafora dell’elefante nel negozio di porcellane ha trovato, da qualche tempo, il suo contraltare marittimo nelle navi da crociera nel Canale della Giudecca. Il grosso problema è che quest’ultima non è stata, in tempi recenti, una metafora, ma un’assurda verità. Quella dei mastodonti da crociera i quali – non paghi di quanto avvenuto all’Isola del Giglio – perpetuano il turismo guarda e fuggi che piace tanto ai collezionisti di foto. Chi abita nei paraggi deve incollare i quadri alle pareti con il mastice o la gommina perché le vibrazioni, al passaggio, rischiano di far loro “scavalcare” il chiodo. Del fenomeno avevamo già accennato presentando, la scorsa settimana, Teorema Venezia, il documentario di Andreas Pichler vincitore del Concorso Documentari italiani all’ultima edizione di Cinemambiente.

Ieri il malessere nei confronti di queste navi lunghe oltre trecento metri si è organizzato con una protesta inscenata dal Comitato No Grandi Navi e dai giovani dei Centri sociali che da tempo si oppongono al passaggio della navi da crociera in Laguna. Centinaia di persone hanno fronteggiato lo schieramento delle forze dell’ordine in due manifestazioni: una a terra, davanti alla Stazione Marittima, l’altra in laguna. Nella prima i manifestanti hanno ostacolato le operazioni di imbarco dei turisti e ne è nato qualche tafferuglio con la polizia. Al pomeriggio la manifestazione si è spostata in acqua, dove decine e decine di navi hanno occupato il Canale della Giudecca per ostacolarne il passaggio. Soltanto alle 21, con tre ore di ritardo, i transatlantici dei crocieristi – con la complicità della pioggia che ha diradato le barche dei manifestanti – hanno potuto prendere la via del mare. Alla soddisfazione del comitato No Grandi Navi per l’esito della manifestazione, ha replicato Sandro Trevisanato, presidente di Venezia Terminal Passeggeri Spa che gestisce lo scalo veneziano (entrato nella top ten mondiale dei porti per numero di turisti):

Le autorità hanno stabilito dopo il caso Concordia nuovi e più severi limiti: distanze, velocità, eccetera… L’impatto ambientale? L’inquinamento generato dalle navi a Venezia è, per verifiche regionali, sotto la media europea. Le compagnie hanno sottoscritto un accordo con la città che abbatte ulteriormente le emissioni. Atenei, Cnr e Autorità portuale hanno accertato che non c’è alcun danno da movimento ondoso. Resta una questione estetica. Le navi da crociera entrano in Adriatico perché i passeggeri vogliono Venezia. Se gli armatori si stufassero di accoglienze come quella riservata ai loro ospiti ieri, potrebbero escludere Venezia dagli itinerari e scegliere altri porti, come Atene, Cipro.

Come dire che se il Paese vuole puntare sul turismo, escludere aprioristicamente Venezia potrebbe essere un errore madornale. Per Simone Venturini, capogruppo dell’Udc in consiglio comunale:

La ricerca di rotte alternative al transito per San Marco, a più di un anno dal decreto Clini-Passera, deve giungere a conclusione e in tal senso, come forza politica, chiediamo di raddoppiare gli sforzi e concludere gli approfondimenti, anche alla luce dell’incontro convocato a Roma. Tuttavia, la drastica e miope ipotesi di estromettere tout court le grandi navi dalla Laguna di Venezia, ventilata da qualche comitato e da qualche partito, non può essere accettata perché  comporterebbe il tracollo di un comparto strategico dell’economia veneziana. A tal proposito, mettiamo in guardia le istituzioni tutte, Sindaco, Regione e Governo, affinché non ascoltino le sirene di una minoranza rumorosa e variopinta, dimenticandosi di una maggioranza laboriosa e responsabile. Oggi la Città ha bisogno di un dibattito tecnico basato su dati oggettivi, non di suggestioni che rischiano di entusiasmare gli animi e di lasciare macerie.

Il destino di un polo turistico da 58mila visitatori al giorno (21 milioni annui) non può non essere una questione nazionale. E delle questioni nazionali deve occuparsi il Governo, senza se e senza ma.

Fonte: La Nuova di Venezia e Mestre