MUOS, tutto quello che non vi hanno mai detto: Blogo.it intervista Massimo Zucchetti

Blogo.it intervista il prof. Massimo Zucchetti, scienziato italiano e maggiore esperto del MUOS, le antenne militari americane installate a Niscemi.

Massimo Zucchetti è uno scienziato italiano, docente al Politecnico di Torino, al MIT e è esperto di energia nucleare e nello specifico sulla protezione dalle radiazioni tutte, anche elettromagnetiche. Un paio di giorni fa ha concesso un intervista a Blogo.it e alla sottoscritta a proposito dei MUOS – Mobile User Objective System, ossia le antenne che usano onde elettromagnetiche per comunicare con i satelliti e per predisporre una rete di controllo e gestione delle arre di interesse degli Usa: dal Mediterraneo al Nord Europa.mamme-no-muos-620x202

La conversazione dura circa 55 minuti e il prof. Zucchetti ci racconta tutta la storia di questo progetto che nasce nel 2006. Wikileaks nel 2011 pubblica un folto gruppo di cablogrammi con le comunicazioni tra Italia e Usa in cui gli americani sollecitano il governo italiano a fare pressione sulle popolazioni locali affinché le antenne siano installate. A rischio, se le antenne entrano in funzione come previsto il prossimo gennaio 2015, i voli civili in 4 aeroporti: Comiso, Catania, Sigonella e probabilmente Reggio Calabria. I rischi riguardano anche le persone: i soggetti più a rischio sono i bambini per cui sembra più alta la possibilità di sviluppare leucemie; l’ambiente poi in parte è stato già distrutto, avendo raso al suolo la maggior parte degli alberi della Sugheraia. Ebbene il prossimo 25 novembre il TAR Sicilia di Palermo è stato chiamato a esprimersi sulla legittimità delle antenne di Niscemi. Per fare ciò a chiesto a uno dei massimi esperti italiani e mondiali di onde elettromagnetiche, Marcello D’Amore professore emerito di elettrotecnica alla Sapienza di Roma che sostanzialmente convalida con argomentazioni più ampie, quanto sostenuto dal prof. Massimo Zucchetti chiamato in qualità di esperto dai cittadini niscmesi e anche dalla Regione Sicilia (con la Giunta Crocetta): i MUOS sono dannosi sia per la salute umana sia per l’ambiente. Le bonarie valutazioni dell’ISS sui MUOS dunque, presentate un anno fa, sono di fatto state smentite e hanno rappresentato sino a oggi il grimaldello che ha consentito agli americani l’avanzata dei lavori, giunti sino al completamento.

Foto | Mamme no Muos @ Facebook

Fonte: ecoblog.it

Rinnovabili, per il decreto spalma incentivi gli Usa bacchettano Matteo Renzi

Il Wall street Journal tira le orecchie al governo Renzi per il decreto spalma incentivi destinato alle rinnovabili paventando il rischio concreto che capitali privati e esteri scappino via dal Bel Paese. “A quanto pare il governo italiano ha un rapporto difficile con i capitali privati”: è questo l’incipit dell’articolo firmato da Michel Bonte-Friedhmein, ceo di NextEnergy Capital Group pubblicato ieri sul Wall Street Journal. Il titolo è altrettanto esplicito: Renzi piega i mulini a vento. In pratica Bonte-Friedhmein critica pesantemente le misure adottate per il taglio della bolletta energetica spiegando che proprio quelle stesse misure porteranno a una fuga di investitori stranieri spaventati dal decreto spalma-incentivi reso retroattivo. In sostanza, per i titolari di impianti per la produzione di energie rinnovabili oltre i 200 kilowatt e che percepiscono il 60% degli incentivi totali viene previsto che siano versati “spalmati” sui 20-24 anni con una riduzione dell’importo a compensazione dell’allungamento oppure con una riduzione secca dell’8%. Spiega nel suo articolo Bonte-Friedhmein:
La proposta di tagliare retroattivamente i loro ritorni arriva dopo i tanti sforzi dei precedenti governi di sanzionare i proprietari di impianti di energie rinnovabili, attraverso una serie di nuove imposte e tasse che hanno ridotto i rendimenti degli investitori di circa metà dal 2011. Ora il governo Renzi punta al raddoppio.Wind turbines are pictured in the villag

Negli ultimi cinque anni, gli investitori hanno versato oltre 50 miliardi di € per le energie rinnovabili in Italia il che ha portato alla costruzione di impianti per la produzione di circa 17 gigawatt di capacità di energia solare e 6 gigawatt di capacità eolica. La produzione di energie rinnovabili in Italia è passata dal 20% nel 2008 al il 34% nel 2012 per il più grande salto tra le grandi economie europee. Come per tutti gli investimenti a lungo termine, un quadro giuridico chiaro è stato fondamentale per attrarre i fondi. Scrive Michel Bonte-Friedhmein:

Ora che il denaro è stato speso e avviato il funzionamento degli impianti, il signor Renzi vuole strappare i contratti e selettivamente spazzare via gli investitori azionari, anche se i costi di rinnovabili sono solo una piccola parte della bolletta energetica in Italia. Volutamente, il governo italiano non prende di mira i servizi inefficienti e costosi forniti dalle grandi compagnie energetiche, come Enel che ha recentemente presentato un piano strategico di investimento di oltre 9 miliardi di € nei mercati emergenti finanziate in gran parte dai ricavi generati dai consumatori italiani.

E per concludere l’analisi aggiunge:

Mr. Renzi puo’ credere che i mercati hanno la memoria corta, e che questo percorso scelto può essere più facile che riformare le inefficienze palesi nel settore energetico italiano o tagliare le tasse orrendamente alte sugli utenti di energia. Forse ha ragione, ma gli auguriamo buona fortuna per attirare investitori stranieri nel futuro. Non bussare alla mia porta.

E non ci sembra un avviso da sottovalutare.

Fonte: ecoblog.it

Legambiente presenta Tutti in classe A, la radiografia energetica del patrimonio edilizio italiano

Tutti in Classe A: 500 edifici analizzati da Bolzano a Catania. Le termografie bocciano edifici progettati da Fuksas, Portoghesi, Krier. In troppe regioni regole inadeguate e nessun controllo sulle certificazioni promosse solo Trento, Bolzano, Piemonte e Lombardia. “1000 euro di risparmio per famiglia all’anno con interventi di efficienza in edilizia. Ma servono controlli e nuove politiche per la riqualificazione dei condomini”    classea

Le nostre case possono essere comode e sicure, ben isolate e correttamente soleggiate, oppure possono essere scomode e dispendiose, troppo calde d’estate e fredde in inverno; possono contribuire a migliorare la nostra qualità della vita o, al contrario, pesare significativamente sulla spesa familiare per raggiungere minimi livelli di benessere e contribuire enormemente all’inquinamento urbano determinato dagli impianti di riscaldamento, che per scaldare adeguatamente questi edifici colabrodo bruciano combustibili fossili. L’innovazione ambientale rappresenta, inoltre, la via più interessante e utile per risollevare il settore immobiliare e dell’edilizia nel suo complesso, grazie alle notevoli opportunità che offre anche in termini occupazionali ed economici. Questi i presupposti dell’indagine di Legambiente Tutti in classe A, sulla qualità del patrimonio edilizio italiano, presentata oggi a Roma, dal vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini in una conferenza stampa che ha visto anche la partecipazione di Leopoldo Freyrie (Presidente CNAPPC, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori), e Antonio Scala (Responsabile Energy Service Mass Market Enel Energia).  L’indagine ha preso in considerazione oltre 500 edifici in 47 città italiane, grazie a un team di esperti che viaggiando da nord a sud del Paese, ha fotografato con un’apparecchiatura termografica la situazione termica degli edifici confrontando le rese di costruzioni recenti, firmate anche da note archistar con palazzi costruiti nel dopoguerra e edifici dove sono stati realizzati interventi di retrofit, evidenziando come una riqualificazione energetica ben fatta possa permettere di realizzare risultati significativi di riduzione dei consumi energetici.

“In un periodo di crisi drammatica come quello che sta vivendo il mercato immobiliare italiano, la sfida di innovazione proposta dall’Unione europea va assolutamente raccolta – ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – perché attraverso la chiave dell’energia è possibile riqualificare gli edifici in cui viviamo e lavoriamo, per renderli oltre che meno energivori più belli, ospitali, salubri. E’ una opportunità che va colta fino in fondo, per arrivare ad azzerare le bollette delle famiglie, per creare lavoro in un campo ad alto tasso di occupazione e con importanti possibilità di ricerca applicata. Ma questa direzione di cambiamento responsabilizza tutti, dalla pubblica amministrazione agli imprenditori edili, dai progettisti ai cittadini. In 13 regioni – ha continuato Zanchini – non esiste alcun tipo di controllo sui certificati di prestazione energetica degli edifici  e così si calpestano i diritti dei cittadini che dovrebbero essere correttamente informati sulle prestazioni energetiche e sulla sicurezza delle loro abitazioni”.

L’analisi termografica ha riguardato edifici residenziali, scuole e uffici costruiti nel dopoguerra e altri più recenti. Sono state verificate anche le prestazioni di quelli già certificati di Classe A e di quelli ristrutturati, e di alcuni edifici costruiti dopo il 2000, ossia dopo l’adozione delle direttive europee in materia di risparmio energetico e isolamento Su gran parte di questi immobili, nuovi e già vecchi, i problemi sono evidenti. Da Milano a Torino, fino alla periferia di Bari, dal progetto C.A.S.E. a L’Aquila, al quartiere Parco Leonardo a Roma, si ravvisano problemi di elementi disperdenti, con distribuzione delle temperature superficiali estremamente eterogenee. Spesso anche per edifici che si promuovono come “biocase” o a basso consumo energetico. Che in “Classe A” si viva meglio lo dimostrano invece le termografie di edifici ben progettati,  costruiti e certificati, come il quartiere Casanova a Bolzano o alcuni immobili nuovi o ristrutturati a Firenze, Udine o Perugia, che mostrano un comportamento omogeneo delle facciate e l’assenza di ponti termici significativi, la precisa scelta di sfruttare al meglio l’esposizione dell’edificio e l’uso di specifici materiali per le diverse facciate al fine di sfruttare al meglio la radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il condizionamento invernale con un risparmio, per i fortunati abitanti di questi edifici, fino a 2mila euro ogni anno. Attenzioni e benefici che non ritroviamo, purtroppo, nemmeno in edifici progettati da architetti di fama internazionale e costruiti negli ultimi dieci anni, come mostrano le termografie realizzate su edifici costruiti a Milano, Roma e Alessandria da Fuksas, Krier e Portoghesi, dove l’analisi a infrarossi ha dato risultati simili a quelli di altri edifici recenti di firme meno prestigiose, con difetti nelle superfici perimetrali ed elementi disperdenti nelle strutture portanti.

“In tutti e tre gli edifici ‘famosi’ analizzati, l’impronta architettonica che si voleva proporre è chiara e riconoscibile – commenta Edoardo Zanchini – è indispensabile che tutti, dalle archistar ai tecnici e a chi costruisce, contribuiscano a rendere più bella e efficiente l’edilizia italiana”.

In questo rapporto si segnalano, inoltre, la situazione e i problemi della normativa nazionale, l’articolato e inadeguato quadro di regole nelle diverse regioni in particolare per quanto riguarda controlli e sanzioni, ma anche le buone pratiche attuate da alcuni Comuni. Gli edifici, infatti, sono responsabili di una grossa fetta dei consumi energetici italiani e delle emissioni di gas serra. La direttiva europea 2002/91 ha introdotto precisi obiettivi in termini di rendimento energetico e l’obbligo della certificazione degli edifici nuovi (con le diverse classi di appartenenza, dalla A alla G) e nelle compravendite di quelle esistenti. Poi Bruxelles si è spinta oltre, con la direttiva 31/2010, che prevede date precise per una transizione radicale. Dal 1 gennaio 2021 tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, dovranno essere neutrali da un punto di vista energetico, ossia dovranno garantire prestazioni di rendimento dell’involucro tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento oppure di soddisfarli attraverso le fonti rinnovabili. Entro il 30 Aprile 2014, inoltre, il Governo italiano dovrà inviare a Bruxelles una ‘strategia a lungo termine per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati’. Nonostante la nuova programmazione europea 2014-2020 preveda consistenti risorse per l’efficienza energetica che possono diventare un volano per riqualificare il patrimonio edilizio e le città e non esista oggi alcuna ragione economica o tecnica che possa impedire che tutti i nuovi edifici siano progettati e costruiti per essere in Classe A di prestazione energetica (grazie al contributo di pannelli solari termici o fotovoltaici, pompe di calore geotermiche o altri impianti da fonti rinnovabili), continuiamo ad assistere a rinvii e ritardi nell’applicazione delle direttive e ad azioni di vero e proprio sabotaggio da parte delle solite lobby non interessate a salvaguardare gli interessi delle famiglie, dell’ambiente e delle imprese che puntano sulla green economy. Affinché si avvii una stagione di cambiamento e di innovazione profonda delle città italiane per migliorarne la qualità e la vivibilità, occorre, secondo Legambiente, percorrere diverse strade in parallelo: bisogna introdurre regole omogenee in tutta Italia per le prestazioni in edilizia e controlli indipendenti su tutti gli edifici con sanzioni vere per chi non rispetta le regole. Altrettanto indispensabile è dare certezza rispetto alla sicurezza antisismica degli edifici stabilendo l’obbligo di dotarsi di un libretto antisismico per tutti gli edifici esistenti. Per migliorare le prestazioni energetiche è necessario stabilire per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione lo standard minimo obbligatorio di Classe A su tutto il territorio nazionale; va premiato, nelle ristrutturazioni edilizie, il miglioramento della classe energetica di appartenenza, e per facilitare questo processo occorre rendere permanenti le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio (50-65%) offrendo un orizzonte temporale serio, e allargando gli incentivi gli interventi di consolidamento antisismico degli edifici. C’è bisogno di nuovi strumenti per il finanziamento degli interventi di riqualificazione. Occorre introdurre un fondo nazionale di finanziamento e di garanzia per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati, come prevede la stessa Direttiva 2012/27, per realizzare misure di miglioramento dell’efficienza e di sicurezza antisismica. E’ necessario poi, introdurre nuovi strumenti per gli interventi di retrofit energetico degli edifici condominiali. In Italia realizzare interventi di riqualificazione energetica complessiva di edifici condominiali è difficilissimo per un quadro di regole e incentivi inefficace. Occorre creare le condizioni tecniche e economiche per rendere vantaggiosi interventi che possono consentire di migliorare le prestazioni delle abitazioni e di garantire risparmi energetici quantificabili e verificabili per le famiglie, oltre che di consolidamento antisismico.

La pagella delle Regioni per l’efficienza energetica in ediliziaImmagine

Promosse e bocciate: la pagella delle Regioni  e Province autonome italiane rispetto all’efficienza energetica in edilizia: 1 -4  (in verde): promosse; 5 -8 (in blu): Regioni promosse ma con alcune lacune normative da recuperare;  9 – 10 (in giallo): Regioni bocciate per lacune normative; 11 -21 (in rosso): Regioni bocciate per assenza di normativa in materia.

Dossier completo: http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/tutti-classe-A

Fonte:Legambiente