Sbarbacipolla: la biosteria che promuove vivere etico, benessere e creatività

Un ristorante che propone una cucina naturale, etica e a basso ambientale, ma anche un luogo di incontro e confronto sul tema ampio dell’alimentazione. Tutto questo è la Biosteria Sbarbacipolla gestita con passione da Nicola e Chiara che a Colle Val d’Elsa, tra Siena e Firenze, promuovono anche una serie di attività artistiche e culturali volte al benessere globale. La Biosteria Sbarbacipolla nasce sette anni e mezzo fa a Colle Val d’Elsa tra Siena e Firenze «con l’intento di dar voce ad una alimentazione naturale, di dare visibilità a un modo di intraprendere il mestiere della ristorazione in modo diverso: etico. Noi collaboriamo con i piccoli produttori e cerchiamo di aiutare anche chi sta entrando nel mondo dell’agricoltura e della produzione agroalimentare, supportandolo con un acquisto da parte del ristorante».

Sono queste le prime parole con cui Nicola (Zac) Bochicchio descrive la propria attività che gestisce con Chiara Salvadori, compagna anche di vita. Indumenti da cuoco, accento toscano e occhi vivaci di chi è animato dalla passione, lo incontriamo di fronte alla biosteria in una calda giornata estiva, in un momento di festa in cui il cibo e la convivialità irrompono nella piazza antistante al locale per un evento in sinergia con altre realtà locali. Quella che Nicola propone è una cucina bio naturale a basso impatto ambientale, una cucina bio evolutiva.

«Noi facciamo una cucina prevalentemente vegetariana e vegana, ma facciamo anche cucina di carne. Questo per un pensiero che sta alla base di tutto, cioè che ognuno fa il suo percorso gastronomico culturale senza muri, con un confronto – prosegue Zac -, questo è quello che ci arricchisce. C’è una bella risposta e una grande attenzione a questo stile di alimentazione; siamo una terra non facile per questo, la Toscana è un regno di cucina molto robusta e di carne, quindi l’avventura di un ristorante prevalentemente vegetariano all’inizio incuteva qualche timore. Ma io sono convinto che se le cose si fanno con passione poi vanno. E infatti Sbarbacipolla per ora va».

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Nicola e Chiara

La proposta di un luogo che non fosse solo un ristorante, ma anche luogo di incontro, di promozione e confronto intorno al vasto tema dell’alimentazione caratterizzano Sbarbacipolla. Accanto alla promozione dei prodotti del luogo, grazie a Chiara che è anche pittrice e musicista, è nata l’idea di supportare e collaborare con diverse altre realtà. Tra musica, teatro, danza ed eventi con le scuole di musica locali, con artisti, pittori, fotografi locali. E non solo…
Il momento conviviale del pasto condiviso è spesso anche occasione di confronto di idee, progetti, punti di vista e la filosofia di Sbarbacipolla che si respira concretamente in ogni scelta che compone il piatto, l’arredamento e l’atmosfera, stimola e orienta naturalmente il confronto sul tema ampio dell’alimentazione: dal benessere alla salute, dalla sostenibilità sociale e ambientale alle filiere produttive e distributive e all’etica.

«Qualche anno fa dopo la creazione di Sbarbacipolla abbiamo pensato che serviva anche un luogo dove concretizzare quello che veniva fuori tra i tavoli di Sbarbacipolla. Da qui è nato “Il Cipollino”, che abbiamo definito come centro di felicità enogastronomica, un luogo dove sedersi a chiacchierare e confrontarsi e a parlare di alimentazione da un punto di vista antroposofico. È nato quattro anni fa ed è poi diventato un circolo ARCI. Un modo anche per svincolare dall’attività prettamente commerciale i momenti di confronto, divulgativi, di presentazione di un produttore locale».

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Un’esperienza che si è conclusa, almeno in questa forma, pochi mesi fa. L’intenzione di chi in questi anni ha seguito “Il Cipollino”, è infatti quella di continuare a “proporre iniziative sui temi ambientali, ecologici, alimentazione senza violenza, stili di vita sostenibili per la Terra, iniziative di solidarietà che abbraccino altre culture, altri popoli e altri modi di essere, nella convinzione che la risposta ai problemi più grandi di questo nostro mondo stia nell’allargare il cuore, non nel restringerlo o nell’alzare barriere”.

Da quando li abbiamo incontrati, invece Nicola e Chiara hanno dato vita anche a “Il giardino dei colori”, «un’associazione culturale attiva nello sviluppo della creatività e del benessere dell’essere umano, che intende portare un messaggio di bellezza attraverso immagini, colori, suoni, parole e profumi. Ma sopratutto vuole manifestare quel tipo speciale di emozione che si svela nel calore della reciproca presenza, nell’ascolto e nel rispetto di ogni essere umano che porta e dona la sua emozionante unicità».

Il perno dell’associazione è la formazione artistica in pittura rivolta a bambini e adulti Metodo Martenot, trasmesso con gioia e dedizione da Chiara.

«Chiara insegna pittura con metodo antroposofico e accanto a questo proponiamo altre attività culturali. Io seguirò uno dei progetti biosociali con “Il giro del mondo attraverso la cucina”, laboratori di cucina sociale in cui saranno abitanti stranieri a insegnare i propri piatti. Un’occasione per parlare della loro cultura, accompagnati dalla mia esperienza.
Sbarbacipolla sta diventando più un progetto che un’identità, sta cercando di evolvere e di dare un contributo maggiore al cambiamento di quanto possa fare solo come ristorante e stiamo lavorando per creare collaborazioni e sinergie ulteriori verso una visione etica e solidale che va oltre l’impresa economica, ma sempre cercando una visione di cambiamento e che sia possibilmente un esempio da imitare».

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2019/12/sbarbacipolla-biosteria-promuove-vivere-etico-benessere-creativita/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Il giro del mondo in bicicletta in 123 giorni

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29179 km in 123 giorni vuol dire 237 km al giorno per oltre quattro mesi. Andrew Nicholson non è certo il primo ad avere realizzato il giro del mondo in bicicletta, ma è senza dubbio il primo ad averci impiegato così poco tempo e, soprattutto, uno dei più instancabili pedalatori di cui sia abbia notizia. Prendiamo i professionisti che disputano il Tour de France. È vero che i ciclisti della Grande Boucle vanno a mille dal primo all’ultimo chilometro e fanno registrare medie altissime ma in 23 giorni coprono “appena” 3360 chilometri con una media di 146 km al giorno. Nicholson ne ha tenuta una di 237 km per oltre quattro mesi. Un’impresa e un viaggio indimenticabili. Il viaggio di questo 45enne neozelandese è cominciato il 12 agosto scorso e si è concluso dopo 1234 giorni, due in meno di quelli impiegati nel 2010 dall’inglese Alan Bate per entrare nel Guinness dei Primati. Ora non resta che attendere che il libro dei record ufficializzi il nuovo primato che è costato al neozelandese ben tre catene della bicicletta usurate a furia di pedalare. America, Canada, Europa, Turchia, Iran, India, Sud-Est Asiatico e Australia sono state le zone attraversate nel suo lungo viaggio. In molti casi Nicholson è stato ospitato da Warm Showers, una community di couch surfing a sostegno dei ciclisti che girano il mondo. Il Guardian lo ha intervistato in ospedale, già, perché dopo aver fatto il giro del mondo in bicicletta, Nicholson si è infortunato scivolando nella doccia: “Quando scatto sui pedali sono totalmente concentrato. Cerco di non ascoltare musica con l’iPod, perché mi allontana dalle sensazioni regalate dalla corsa” ha detto il ciclista sottolineando come l’aspetto psicologico sia stato preponderante nella sua eccezionale performance. Ex olimpico dello speed skating per la Nuova Zelanda, Nicholson ha avuto un momento di crisi in Australia, a pochi giorni dalla conclusione del suo viaggio, ma è riuscito a vincere la sfida. Con se stesso prima ancora che con Bate.

Fonte: The Guardian

Mappa | Te Aho World Ride

 

PlanetSolar, approda a Venezia la più grande barca al mondo a energia solare

Dopo aver compiuto il giro del mondo, l’imbarcazione approda all’Isola della Certosa, dove resterà in ormeggio permanente per sei mesi, fino all’inizio dell’Expo 2015.

Si chiama Ms Tûranor PlanetSolar la prima imbarcazione ad avere compiuto il giro del mondo esclusivamente grazie all’utilizzo dell’energia solare. Il 4 maggio del 2012, dopo 584 giorni di navigazione e un percorso di circa 60mila km, il catamarano ideato in Svizzera e realizzato in Germania ha concluso il giro del globo, dopo avere toccato 28 Paesi, dagli Stati Uniti al Messico, dall’Australia agli Emirati Arabi. Messo alle spalle questo primato, la Ms Tûranor PlanetSolar ha iniziato un nuovo viaggio con intenti promozionali, per diffondere l’idea che un progetto del genere può andare ben oltre gli scopi scientifici e didattici e interessare la navigazione civile. L’imbarcazione elvetica, nata anche grazie al supporto dell’Università di Ginevra, è lunga 35 metri e dispone di 512 mq di pannelli fotovoltaici che alimentano un motore elettrico con una potenza massima di 120 kW e, naturalmente, zero emissioni di Co2. Giovedì 4 settembre l’imbarcazione arriverà a Venezia, per l’unica tappa italiana del suo tour mondiale. Reduce da due missioni, la Planet Solar Deepwater (nella quale sono stati compiuti rilevamenti e misurazioni scientifiche e biologiche lungo la Corrente del Golfo) e laTerraSubmersa (con obiettivo la scoperta dei paesaggi preistorici al largo della Grotta di Franchti in Grecia), la Ms Tûranor PlanetSolar entrerà in laguna attraverso la bocca di porto del Lido per poi sfilare di fronte a piazza San Marco e dirigersi all’Isola della Certosa, scelta come ormeggio permanente per i prossimi sei mesi, fino all’inizio dell’Expo 2015. L’approdo alla marina della Certosa non è casuale: il progetto di riqualificazione dell’isola (che prevede la realizzazione del “Parco urbano di Venezia” in cui si intrecciano sinergicamente attività come lo sport, la nautica, l’accoglienza e l’agricoltura) è stato impostato per conseguire il minor impatto ambientale possibile in termini di contenimento delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera e grazie all’utilizzo di fonti di energia rinnovabile.image-620x412

Fonte:  Comunicato Stampa

Foto | Comunicato Stampa

Solar impulse 2 nel 2015 volerà intorno al mondo senza soste e solo con il fotovoltaico

Il nuovo modello avrà un’autonomia energetica illimitata, permettendo il giro del pianeta in cinque giorni e mostrando cosa possono fare le energie rinnovabili.

Solar Impulse, l’aereo alimentato solo a energia fotovoltaica, è pronto per il prossimo grande balzo in avanti: il giro del mondo. Dopo aver realizzato, grazie ai sistemi di accumulo, il volo in notturna, aver attraversato il Mediterraneo e volato coast to coast negli USA,  ora l’aereo solare è stato reso più potente, efficiente, leggero e vivibile per il pilota per poter girare intorno al globo senza soste. I numeri di Solar Impulse 2 sono abbastanza impressionanti: 72 metri di apertura alare permetteranno di sostenere le 2,3 tonnellate del velivolo; 17000 celle solari (6000 in più del vecchio modello) provvederanno l’energia per i 4 motori ad elica; l’energia verrà immagazzinata in batterie ad alta densità di energia (260 Wh/kg). Le maggiori sfide riguardano però la vivibilità dell’aereo dal punto di vista del pilota, che al pari di un astronauta dovrà vivere in uno spazio di 3,8 m³ per i circa cinque giorni di durata del volo planetario. Il seggiolino reclinabile funziona anche da cuccetta e WC, permette di fare esercizi fisici ed è equipaggiato con paracadute e canotto. A disposizione provviste e acqua per una settimana, bombole di ossigeno e isolamento termico per sopportare le enormi escursioni termiche previste (da -40 a + 40 °C). «Non è il modo più semplice di volare intorno al mondo», ha scherzato Bertrand Piccard (1), durante la presentazione del progetto, «ma è probabilmente il modo più spettacolare per generare la consapevolezza di cosa si può fare con le energie rinnovabili». Questo aereo è cioè il simbolo di cosa può fare la ricerca quando persegue obiettivi di leggerezza e sostenibilità e non solo di velocità e potenza.Solar-Impulse-2

(1) Bertrand è il nipote di Auguste Piccard che raggiunse la stratosfera nel 1932 e il figlio di Jacques Piccard che scese nella fossa delle Marianne nel 1960

Fonte: ecoblog.it