Torino. Il blocco del Gerbido: spegnimento automatico per un’anomalia nel rilevamento delle emissioni

Nuovo blocco giovedì 11 luglio per l’inceneritore del Gerbido. Rilevati forti odori in contemporanea allo spegnimento tra Mirafiori Sud e prima cintura. Lo stop sarebbe stato causato da un superamento dei limiti che avrebbe portato il sistema di autocontrollo a spegnere automaticamente l’impianto375633

 

 

Il blocco dell’inceneritore del Gerbido di giovedì pomeriggio sarebbe stato causato da un’anomalia nel sistema di rilevamento delle emissioni: un superamento delle soglie limite imprevisto avrebbe portato a un autospegnimento precauzionale, provocato dal sistema di controllo, in modo da impedire il rilascio di sostanze nocive. Per il presidente di TRM,Bruno Torresin, nulla di grave. “Si è trattato di uno stop tecnico, in una fase di esercizio provvisorio, ed è normale dato che stiamo ancora tarando l’impianto che si possa verificare qualche anomalia. Non sappiamo fino a quando l’inceneritore resterà fermo, in ogni caso il blocco è fisiologico in una fase di collaudo. Ma la puzza non è certo colpa dell’impianto”. Dopo lo spegnimento, non sono mancate le proteste da parte dei comitati, che chiedono chiarezza sulle emissioni che hanno causato il black out. Per il Presidente di ATO-R Paolo Foietta, la situazione è sotto controllo. “L’impianto si è fermato proprio perché funziona”. per la riapertura dell’attività, si attende che TRM fornisca tutti i chiarimenti necessari, ma si prevede che l’impianto tornerà in funzione nelle prossime 24 ore.

 

Fonte: eco dalle città

Gerbido: presentato in Comune il piano per monitorare la salute dei cittadini

Il Comitato locale di controllo sull’inceneritore del Gerbido ha presentato alle commissioni Ambiente e Sanità del Comune di Torino il Piano di Sorveglianza Sanitaria previsto sui territori interessati dalle emissioni dell’impianto. Un monitoraggio specifico interesserà i lavoratori del Gerbid374822

Le commissioni Ambiente e Sanità del Comune di Torino, presiedute rispettivamente da Marco Grimaldi Lucia Centillo, hanno incontrato il Comitato locale di controllo sul Termovalorizzatore del Gerbido, organismo che raccoglie Comuni (compreso quello di Torino) e altre istituzioni come Provincia, ASL, ARPA. Alla riunione era presente anche l’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta. La presidente del Comitato locale, Erika Faienza, ha presentato insieme ai rappresentanti delle ASL competenti per territorio, il Piano di Sorveglianza Sanitaria previsto sui territori interessati dalle emissioni dell’impianto. Oltre al monitoraggio ambientale (aria, acqua, suolo e sottosuolo) è infatti previsto un controllo epidemiologico sulle popolazioni residenti nelle aree limitrofe all’impianto, controllo peraltro previsto dalla VIA (Valutazione Impatto Ambientale). Nella predisposizione e attuazione del Piano sono coinvolti ASL territoriali, ARPA Piemonte e Istituto Superiore di Sanità, con la supervisione di un Comitato Tecnico-scientifico formato da tre epidemiologi di fama nazionale. Il monitoraggio sarà effettuato sulla popolazione residente nelle zone interessate (valutata in 15/20mila unità) sia a medio termine (2013-2018) per quanto riguarda mortalità per cause naturali, e le patologie cardiovascolari o respiratorie, sia a più lungo termine, (2003-2022, quindi anche precedente al termovalorizzatore) per quanto concerne esiti riproduttivi, malformazioni congenite, ricoveri ospedalieri e mortalità. Inoltre, un controllo più approfondito (check up, rilevazione presenza nell’organismo di metalli e altre sostanze inquinanti, diossine) con prelievi periodici, verrà effettuato su un campione di cittadini fra i 35 e i 69 anni (individuati casualmente e previo loro consenso) di 196 unità, residenti nelle zone di esposizione alle ricadute delle emissioni dell’impianto del Gerbido che sono state classificate di alta, bassa e media intensità, situate nei Comuni di Rivalta, Beinasco, Grugliasco, Rivoli e Orbassano. Un altro campione di pari consistenza e caratteristiche, di residenti nel territorio comunale torinese, sarà oggetto dello stesso monitoraggio. A questo proposito, è stato precisato che alcune zone delle Circoscrizioni 2 e 10 rientrano in un’area definita “cuscinetto” tra quelle classificate a “esposizione bassa” e quelle definite “a esposizione trascurabile”. A quest’ultima categoria appartiene il resto del territorio di Torino.
Un monitoraggio specifico avrà come oggetto i lavoratori in servizio presso lo stesso impianto di termovalorizzazione del Gerbido. Il tutto, è stato spiegato in Commissione, rappresenta un’esperienza pilota a livello europeo. Nel corso del dibattito, nel quale sono intervenuti (oltre ai due presidenti di Commissione) i consiglieri Viale, Liardo, Muzzarelli e Bertola, è stato precisato come l’impianto del Gerbido non sia ancora realmente in funzione, poiché le attività al momento riguardano solo la procedura di tester, con la combustione di quantità limitate di rifiuti. Maggiori informazioni sul Piano di sorveglianza e sulla classificazione delle aree di ricaduta delle emissioni sono reperibili sul sito del Comitato di controllo locale:http://comitatolocaledicontrollo.it/test/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=136&Itemid=139

 

Piano di sorveglianza sanitaria sul termovalorizzatore di Torino [0,89 MB]

Presentazione al Comitato Locale di Controllo – Orbassano – 13 febbraio 2013

Fonte: eco dalle città

Provincia e Comuni sulle compensazioni del Gerbido: “La Regione dia garanzie sui fondi per la FM5″

L’assessore Ronco: “Siamo preoccupati per i 5 milioni di euro necessari per la realizzazione della Ferrovia metropolitana 5. Chiediamo al presidente Cota di impegnarsi pubblicamente affinché quei soldi e non siano utilizzati per altro”374477

“Oggi abbiamo dato il via alle opere di compensazione ambientale del termovalorizzatore per quasi 14 milioni di euro, ma la vera preoccupazione sono i 5 milioni di euro necessari per la realizzazione della Ferrovia metropolitana 5. Chiediamo al presidente Cota di impegnarsi pubblicamente affinché quei soldi siano messi a bilancio per le finalità originarie e non siano utilizzati altrimenti”. L’assessore provinciale all’Ambiente Roberto Ronco e i Sindaci e i rappresentanti dei Comuni (Torino, Beinasco, Grugliasco, Orbassano e Rivoli) presenti oggi in Provincia alla prima riunione del collegio che deve vigilare sulla realizzazione degli interventi di compensazione del termovalorizzatore del Gerbido esprimono forti preoccupazioni in merito alla costruzione dell’opera più importante. Si tratta dell’FM5 che, collegando l’Ospedale San Luigi alla rete ferroviaria metropolitana, consente di eliminare una gran quantità di traffico veicolare dalle strade. “Basti pensare -aggiunge il sindaco di Grugliasco Roberto Montà– che la stazione di Grugliasco della FM5 rappresenterebbe un collegamento rapido e sostenibile per i 12 milioni di visitatori che frequentano le Gru e per le 3mila persone che vi lavorano”. Alla riunione, oltre alla Provincia e ai Comuni suddetti, erano presenti anche l’Ato Rifiuti, TRM e un funzionario della Regione Piemonte. “Il Collegio di vigilanza -conclude Ronco- si riunirà assiduamente per monitorare con grande attenzione progetti e opere, in modo da intervenire con tempestività per rimuovere eventuali ostacoli burocratici che rischino di rallentare i lavori”.

Fonte. Eco dalle città

A Torino la più grande stazione a gas metano d’Europa per i mezzi pubblici

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Alle porte di Torino, in località Gerbido, ha sede la più grande stazione di rifornimento a gas metano d’Europa. Lo stabilimento nella periferia sud ovest del capoluogo piemontese occupa un’area di 100.000 mq: 30.000 mq di superficie coperta, 54.000 di superficie libera e circa 16.000 destinati al deposito di installazioni fisse. Dei 350 mezzi pubblici lì ricoverati ben 189 sono alimentati a metano. Nello stabilimento sono impegnate 840 persone: 700 autisti, 100 operai e oltre 40 addetti. Inaugurata il 5 dicembre 2005, la stazione di Gerbido rappresenta uno dei centri più avanzati in Europa, per quanto riguarda il controllo del sistema metano applicato agli autobus. L’impianto è in grado di rifornire fino a 8 autobus contemporaneamente. Per un pieno di gas metano occorrono circa 15 minuti e Torino Metano lavora su due turnazioni: di notte sui mezzi di proprietà GTT, di giorno con rifornimento al pubblico e agli enti convenzionati. L’impegno di GTT per una mobilità meno impattante sulla qualità dell’aria non è una novità. Dal 2010 sono attivi gli autobus Citelis da diciotto metri, con motore diesel ecologicamente avanzato che riducono del 99% le emissioni di particolato e idrocarburi. In città riscuotono da alcuni anni un particolare successo anche i minibus elettrici Elfo che attraversano la città limitatamente alla zona a traffico limitato e permettono ai passeggeri di viaggiare gratuitamente. Dallo scorso autunno sono attivi anche gli Hybus che hanno convertito i motori Euro 0-1-2 a una motorizzazione ibrida seriale. Durante i Giochi Olimpici Invernali del 2006 GTT sperimentò l’utilizzo di un bus a idrogeno. In una Torino che continua a essere una delle città con il più alto inquinamento da pm10 d’Italia, l’azienda di trasporto pubblico fa la sua parte. Ora tocca ai cittadini capirlo ed evitare che questi mezzi vaghino semivuoti per il capoluogo piemontese.

Fonte: Torino Metano I GTT