Biowaste: la frazione organica raccolta in Italia è pura al 95%

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La purezza media dell’umido che viene raccolto nelle città italiane è superiore al 95%: a rivelarlo è il Consorzio Italiano Compostatori – CIC, in occasione della presentazione a Milano degli studi e dei monitoraggi nel settore delle plastiche compostabili, realizzati nell’ambito dell’accordo sottoscritto l’11 giugno 2015 con Assobioplastiche, Corepla e Conai, finalizzato a favorire e promuovere la miglior gestione ambientale degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile. Le impurità, cioè i materiali non compostabili, sono pari al 5%: la componente plastica da imballaggi costituisce circa il 60%, cioè il 3% del totale. Il CIC ha effettuato 45 monitoraggi coinvolgendo i centri di compostaggio omogeneamente distribuiti sul territorio nazionale; a testimonianza della validità dell’indagine, si stima che la rappresentatività su scala nazionale sia superiore al 30%. L’indagine ha consentito anche di approfondire e conoscere meglio le abitudini degli italiani in relazione ai sacchi e ai sacchetti utilizzati per raccogliere la frazione organica: nonostante l’obbligo di raccolta con manufatti biodegradabili e compostabili, più del 43% dei sacchi per contenere l’umido non sono compostabili. Il rimanente 57% è rappresentato da shopper o sacchetti compostabili dedicati alla raccolta differenziata dei rifiuti organici. Il CIC inoltre, elaborando i dati con proiezione nazionale, ha calcolato la quantità di plastica e bioplastica che transita nel settore del compostaggio: si stima che negli impianti dedicati alla produzione di compost al netto dell’umido, ogni anno arrivino circa 56.000 tonnellate di bioplastica (31.000 tonnellate se si considerano prive di umidità) che, essendo compostabile, si trasforma in compost. Nel contempo transitano anche circa 120.000 tonnellate di plastica da imballaggi (73.500 tonnellate se si considerano prive di umidità) che gli impianti devono opportunamente estrarre e smaltire, con conseguente aggravio di costi, per poter produrre compost di qualità.

Le iniziative di comunicazione, progettate nell’ambito dell’accordo tra le quattro associazioni,  hanno portato all’iniziativa “Dicheplastica6”, la campagna per aiutare a distinguere le plastiche dalle bioplastiche compostabili per una corretta raccolta differenziata da parte dei cittadini. unnamed

Chi è il CIC

Il CIC (Consorzio Italiano Compostatori) è l’associazione italiana per la produzione di compost e biogas. Il Consorzio, che conta più di 130 soci, riunisce imprese e enti pubblici e privati produttori di fertilizzanti organici e altre organizzazioni che, pur non essendo produttori di compost, sono comunque interessate alle attività di compostaggio (produttori di macchine e attrezzature, di fertilizzanti, enti di ricerca, ecc.). Il CIC promuove la produzione di materiali compostati, tutelando e controllando le corrette metodologie e procedure. Promuove le iniziative per la commercializzazione e la corretta destinazione dei prodotti ottenuti dal compostaggio e svolge attività di ricerca, studio e divulgazione relative a metodologie e tecniche per la produzione e utilizzazione dei prodotti compostati.

Maggiori informazioni sul sito istituzionale: www.compost.it

Fonte: agenziapressplay.it

Rifiuti organici: in 25 anni create 23 tonnellate di compost

Il Consorzio Italiano Compostatori compie 25 anni e festeggia con numeri di tutto rispetto15247160284_f42a27e621_z

Dalla terra alla tavola, ma anche il contrario. Potrebbe essere questo il motto per commentare i buoni risultati ottenuti dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC) in 25 anni di attività: dalle 65 milioni di tonnellate di frazione organica dei rifiuti solidi urbani raccolti in questo quarto di secolo sono state ottenute 23 tonnellate e mezza di compost per l’agricoltura.

Al CIC oggi sono associate 127 aziende, che gestiscono 308 impianti in grado di trattare otto milioni di tonnellate annue di rifiuti organici. La loro principale attività è quella di creare compost e biogas. Il fatturato delle aziende aderenti al consorzio supera 1,7 miliardi di euro e gli occupati sono novemila. La raccolta della frazione organica (umido e verde) rappresenta oggi il primo settore di recupero in Italia con il 43% dei rifiuti urbani raccolti in maniera differenziata. Tuttavia, come rileva lo stesso CIC, il centro-sud Italia è ancora carente di impianti di trattamento dei rifiuti organici e, di conseguenza, mostra performance di riciclo dei rifiuti inferiore rispetto al nord. Per rimettere in equilibrio nord e sud servirebbero una ventina di nuovi impianti, concentrati soprattutto nel meridione. E’ anche un problema di igiene pubblica delle nostre città: circa il 43% dei rifiuti raccolti nei centri urbani italiani è frazione organica (umido e scarto verde, dati aggiornati al 2015). Garantire una filiera completa ed efficiente per il trattamento di questi rifiuti vuol dire tenere pulite le città e alleggerire le discariche della frazione umida che, producendo il percolato, indirettamente è tra i rifiuti più pericolosi e complessi da gestire se non raccolta e riciclata correttamente. Il compost prodotto dai rifiuti, inoltre, è una risorsa importante per l’agricoltura poiché apporta nutrienti importanti al terreno, riducendo l’utilizzo in campo aperto di fertilizzanti sintetici. Il gas naturale prodotto dalla compostazione della frazione organica dei rifiuti urbani, infine, una volta depurato può essere immesso nella normale rete di distribuzione del gas di città.

Credit foto: Flickr

Fonte: ecoblog.it

Raccolta rifiuti organici 2016, la tendenza è positiva

Dall’analisi di alcune delle realtà più virtuose d’Italia è possibile anticipare le tendenze 2016 per quanto riguarda l’organico. A Trento, Barletta e Covar 14 – nel primo bimestre 2016 – l’organico segna un +4%pirla

La frazione organica riveste un ruolo decisivo nel ciclo dei rifiuti. Oltre a rappresentare la frazione “più pesante” della produzione rifiuti, l’organico è il vero motore della raccolta differenziata. Infatti, stando ai dati contenuti nello studio “Analisi dei costi della raccolta differenziata della frazione organica” a cura di Utilitalia (in collaborazione con Bain & Company), la raccolta della frazione organica dal 2007 al 2014 è cresciuta del 132%, passando da 2,7 milioni di tonnellate a 5,7. Non c’è dubbio che a influire su questo dato è si stata l’evoluzione della raccolta, abbandonando il sistema stradale verso un più efficiente porta a porta. “la cui incidenza sul totale della frazione organica raccolta è aumentata dal 53% del 2007 al 74% del 2104”. (Fonte Bain&Co su dati Ispra). I numeri rendono benissimo l’idea degli elevati tassi di crescita della frazione organica, “mantenendo per il prossimo futuro realistiche prospettive di incremento dei volumi raccolti e trattati, sopratutto in alcuni contesti territoriali”. Infatti questo scenario sembra confermarsi anche nel 2015, con un aumento superiore al 4%, come mostra l’indagine condotta da Eco dalle Città sui primi dati dello scorso anno.

E nel 2016?

Sicuramente è troppo presto per fornire un dato certo sull’andamento della raccolta della frazione organica, ma è possibile ipotizzarne la tendenza attraverso l’analisi dei dati dei primi due mesi del 2016. Come campione da analizzare utilizziamo i dati di tre realtà: Trento, Barletta e Covar 14 (il consorzio che riunisce 19 comuni della cintura sud di Torino); che a parità di modalità di raccolta rivela un l’incremento della frazione organica mediamente superiore al 4,2%, per i primi due mesi del 2016.pirla2

Un incremento concorde con i dati dati del 2015, che confermerebbe la tendenza in atto anticipata nello studio “Analisi dei costi della raccolta differenziata della frazione organica” a cura di Utilitalia. La scelta e il confronto dei dati di queste realtà non è casuale. Infatti Trento, Barletta e Covar 14 rappresentano modelli virtuosi per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti. Modelli che con le loro percentuali di raccolta differenziata ben superiori al 65%, basta ricordare l’80% di Trento, permettono di anticipare l’andamento della produzione dell’organico. Potrebbe sembrare banale ma non lo è. Infatti se la raccolta della frazione organica aumenta anche in realtà virtuose e con sistemi ben collaudati come quelli presi in esame, è molto probabile che il suo aumento sia generalizzato su tutto il territorio italiano, grazie alla graduale riconversione dei sistemi di raccolta dei comuni italiani, che stanno abbandonando lo stradale per sposare la causa del porta a porta.  Inoltre l’aumento della frazione organica probabilmente è collegato al conclamato aumento dei consumi e probabilmente a una variazione dei comportamenti alimentari degli italiani, come rivela’inchiesta Waste Watcher 2016, più orientata all’acquisto di prodotti di stagione in orti urbani e mercati.

Fonte: ecodallecitta.it

Milano: raccolta differenziata record, giugno al 42,1%

L’AMSA dirama gli ultimi dati. La media del primo semestre del 2013 è stata del 41,4%, 20% in più rispetto al primo semestre 2012. A giugno è salita al 42,1%, un record per Milano. L’ottimo risultato dovuto soprattutto all’avviato recupero dell’umido in circa mezza città: nella sola area sud-ovest la percentuale totale della differenziata al 48%375668

Continua a crescere la raccolta differenziata nel Comune di Milano. AMSA ha registrato nel mese di giugno la miglior prestazione di sempre: il 42,1% dei rifiuti prodotti in città è stato raccolto in maniera differenziata. La media del primo semestre del 2013 è stata del41,4%, circa il 20% in più rispetto allo stesso periodo del 2012, quando la percentuale di raccolta differenziata si attestava al 35,6%. L’assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran ha ringraziato i cittadini per l’ottenimento di questo risultato e ha informato che anche una delegazione del Comune di Parigi è venuta ad informarsi sul nostro sistema di raccolta dell’umido. Aumenta la quantità di molte tipologie di rifiuti raccolte in maniera differenziata, ma il primato spetta alla frazione organica (l’umido): sono state raccolte complessivamente 31.724 tonnellate, 12.300 in più rispetto ai primi sei mesi del 2012, con un incremento percentuale del 63,5%. Grazie all’introduzione della raccolta dell’umido presso le utenze domestiche, nella sola area sud ovest della città – dove la raccolta è attiva da novembre 2012 e la differenziata ha raggiunto quota 48% – nel primo semestre del 2013 le utenze domestiche e le grandi utenze, già attive da tempo, hanno avviato a recupero 14.550 tonnellate di rifiuto umido. Una quota rilevante (si stima pari al 55% di quanto raccolto), corrispondente a circa 8.000 tonnellate di umido, è stata prodotta dalle famiglie e senza il nuovo servizio di raccolta sarebbe stata smaltita come rifiuto indifferenziato. “La cittadinanza ha risposto positivamente alla sfida dell’umido – afferma il Direttore di Amsa Paola Petrone – Con l’estensione alla zona sud est di Milano, dallo scorso 24 giugno, la raccolta dell’umido interessa ad oggi il 50% del territorio cittadino. I primi risultati della raccolta nel secondo quarto di città sembrano confermare l’ottima risposta dei milanesi al nuovo servizio di raccolta”. L’aumento della raccolta differenziata è stato ottenuto anche grazie all’introduzione del sacco trasparente per la raccolta dei rifiuti indifferenziati, divenuto obbligatorio da maggio 2012. Il potenziamento della raccolta differenziata ha contribuito alla diminuzione, nella misura del 14%, pari a circa 30.000 tonnellate, dei rifiuti indifferenziati rispetto ai primi sei mesi del 2012. La sensibilità e l’attenzione dimostrata dai cittadini hanno permesso di recuperare maggiori quantità di quasi tutte le principali tipologie di rifiuti riciclabili. In particolare è cresciuta, nel primo semestre 2013, la quantità degli imballaggi in plastica e metalli raccolti (19.963 tonnellate, +15,9%), della carta (33.864, +1,6%), del cartone (9.183, +0,6%), degli indumenti (1.521, +12,9%). Diminuisce in termini assoluti, rispetto al primo semestre 2012, il vetro raccolto (da 33.435 a 32.635 tonnellate), ma aumenta in percentuale sul totale dei rifiuti raccolti (da 9,6% del 2012 al 9,7% del 2013) in virtù della sensibile riduzione dei rifiuti indifferenziati. Diminuiscono del 12,9% i RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, presumibilmente a causa della contrazione dei consumi provocata dalla crisi.

 

Fonte: eco dalle città

Bari, finanziato l’impianto di compostaggio. Dal biogas si produrrà energia elettrica

Il Ministero dello Sviluppo economico stanzia 11 milioni (su 18 totali) per l’impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti urbani. Grazie al recupero del biogas si produrrà energia elettrica per un megawatt l’anno. Il “digestato” infine verrà avviato alla produzione di compost di qualità

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Il progetto, predisposto dalla direzione aziendale, è stato presentato lo scorso mese di luglio, e ha ottenuto un finanziamento dal Ministero dello Sviluppo economico, nell’ambito del Programma operativo interregionale “Energie Rinnovabili e risparmio energetico” (POI Energie), di 11 milioni di euro (di cui 2,2 per impianti e 8,8 di finanziamento agevolato) a fronte di un valore complessivo dell’opera stimata in 18 milioni di euro. Sarà così realizzato un impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti urbani con recupero del biogas per la produzione di energia elettrica per un megawatt, e successivo avviamento del “digestato” alla produzione di compost di qualità. Per la sezione di digestione anaerobica è stata ipotizzata una tecnologia innovativa ad umido che assicura un minore impatto sull’ambiente circostante, una maggiore resa di conversione per il biogas e un’ottima qualità del compost prodotto. L’impianto sarà realizzato nella sede AMIU di Bari: “Grazie alla nuova struttura – commenta il presidente di AMIU Gianfranco Grandaliano – sarà possibile sviluppare pienamente il recupero della frazione umida e raggiungere percentuali di raccolta differenziata molto maggiori delle attuali, fino a oltre il 65%. La frazione umida potrà così essere utilizzata in un impianto di proprietà comunale che si avvale di tecnologie di ultima generazione e consente la produzione di energia rinnovabile e fertilizzante organico di qualità che sarà reso disponibile agli operatori agricoli locali. Per la città è un risultato molto importante ottenuto anche grazie al sostegno del sindaco e dell’assessore Giannini”. “Si tratta di una notizia che attendevamo da tempo – dichiara il sindaco di Bari Michele Emiliano – e che rientra nella strategia aziendale che dal 2004 ha consentito di attuare una serie di importanti investimenti concretizzatisi negli impianti di tritovagliatura, e biostabilizzazione, e nel potenziamento e rinnovo del parco mezzi e dei depositi aziendali. Con la realizzazione dell’impianto di compostaggio l’AMIU farà un salto di qualità nella gestione del ciclo dei rifiuti riducendo sensibilmente la quantità dei flussi da destinare in discarica. Il che significa spingere sulla raccolta differenziata dell’umido, conseguire un netto vantaggio in termini ambientali e ridurre progressivamente i costi di gestione del servizio di igiene urbana, a tutto vantaggio dei cittadini”.

Fonte: eco dalle città