La foto di una donnola sul dorso di un picchio e la lotta per la sopravvivenza

In Inghilterra impazza una fotografia che ritrae una donnola sul dorso di un picchio, ma è tutto il contrario di ciò che può sembrare. La foto scattata da Martin Le-May nell’Hornchurch Country Park di Londra, rilanciata su Twitter dal bird-watcher londinese Jason Ward, sta letteralmente impazzando in Inghilterra. Le-May stava passeggiando nel parco insieme alla moglie quando un volatile con un mammifero in spalla è passato vicino alla coppia ed è poi è atterrato sul prato. I due sono stati attratti da quelli che sono sembrati versi di un animale in difficoltà e, in effetti, le cose per il volatile si stavano mettendo male: la donnola (il predatore) infatti era saltata al volo sul dorso del picchio (la preda). Questo il racconto fatto dallo stesso Le-May a BuzzFeed:

“Mentre stavamo camminando abbiamo sentito il verso angosciato di un volatile e ho visto per un attimo un lampo color verde. Ho subito fatto notare ad Ann che l’uccello era atterrato dietro un paio di piccole betulle d’argento. Abbiamo subito preso i nostri binocoli ed abbiamo osservato che il picchio sembrava muoversi come se poggiasse le zampe su una superficie rovente; […] quando è ripassato vicino a noi avevo già tirato fuori la macchina fotografica e ho notato che aveva un piccolo mammifero arrampicato sulla schiena: si trattava di una battaglia per la sopravvivenza. Il picchio è atterrato di fronte a noi, a circa 25m di distanza, e allora ho temuto il peggio. La nostra presenza però deve aver distratto la donnola e così il picchio se ne è approfittato ed è volato via su alcuni cespugli alla nostra sinistra.”

Insomma, il picchio si è tenuto la vita e la donnola (purtroppo per lei) la fame. Una classica questione si sopravvivenza, anche se in questo caso era mascherata da amicizia.enhanced-buzz-wide-27584-1425334086-8-620x350

Fonte: ecoblog.it

Stromboli, eruzione d’agosto: le immagini spettacolari (foto e video)

Le spettacolari immagini dello Stromboli in piena attività: i turisti delle Eolie meravigliati da tanta magnificenza.

Questa mattina su Twitter ho notato che molti amici cinguettavano fotografie meravigliose dell’attività vulcanica dello Stromboli, nelle isole Eolie: a parte la sana (seppur bruciante) invidia per i miei amici, che si trovano in uno dei posti più belli del Mediterraneo al contrario del sottoscritto, la meraviglia delle immagini che arrivano dai social network e dalle agenzie stampa (e da qualche amico) è davvero unica. Il fuoco che si fa acqua del vulcano Stromboli, quando la lava tocca la superficie delle acque saline delle Eolie, le nubi che salgono per chilometri nel cielo, la magnificenza del vulcano: l’eruzione dello Stromboli da diversi giorni sta continuando ad affascinare turisti provenienti da ogni angolo del mondo.ITALY-VOLCANO-STROMBOLI

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Da lunedì scorso infatti lo Stromboli si mostra ancor più magnifico grazie alla nuova bocca eruttiva apertasi nella parte alta della Sciara del fuoco, a una quota di circa 650 metri, da dove fuoriesce un’abbondante quantità di lava che molto lentamente scende a valle verso il mare. Il monitoraggio da parte dei vulcanologi INGV non mostra segnali di pericolo per turisti ed abitanti delle Eolie:

“Lo Stromboli sta facendo un’attività particolarmente importante con una colata che arriva fino al mare ma che è costantemente monitorata. Abbiamo un sistema incrociato tra protezione civile nazionale, regionale e Comune di Lipari e c’è un centro di osservazione efficiente e molto all’avanguardia. E’ un fenomeno naturale che ha elementi di imprevedibilità ma che è molto monitorato”

ha spiegato al quotidiano online Tempostretto il sindaco di Lipari Marco Giorgianni. La lava che scende dallo Stromboli si incanala lungo il ripidissimo pendio della Sciara del Fuoco, raggiungendo lentamente il mare del basso Tirreno (il fondale sprofonda sotto i 2000 metri) e provocando una nube di vapore acqueo bianca e causando uno degli effetti ottici più imponenti degli ultimi anni. Ma le giornate di sole su tutto il Mediterraneo regalano uno spettacolo ancor più emozionante per chi arriva alle Eolie via mare da nord: l’Etna e lo Stromboli lungo l’orizzonte, fumanti e contemporaneamente in eruzione. Uno scenario non facile da vedere perchè non si verifica spesso, che rende quel tratto di mare unico al mondo: non è facile infatti poter osservare due grandi vulcani in piena attività contemporaneamente.

L’eruzione dei due vulcani dovrebbe proseguire copiosa anche nei prossimi giorni, per la gioia dei turisti giunti alle Eolie.016-600x350

fonte: ecoblog.it

© Foto Getty Images

Progetto VENTO. Appunti (e foto) di viaggio dal Po in bicicletta

Piacenza (9/6), Cremona (10/6), Boretto (11/6), Suzzara (12/6) e Ferrara (13/6). Ecco le foto e gli appunti di viaggio del gruppo del Politecnico di Milano, in bici da una settimana da Torino a Venezia, per promuovere il progetto VENTO, il tracciato che potrebbe diventare la più lunga dorsale cicloturistica del sud Europa (679 km)379497

Tappa da Cremona a Boretto (RE)

Oggi VENTO sconfina in Emilia. E sconfinare è qualcosa che piace molto a VENTO, perchè il fiume non è un confine e le sue terre non sono terre di confine (come recitano sbiaditi poster nelle stazioni ferroviarie a Casalmaggiore). Il Fiume Po è un centro. Il centro della valle più agricola e vasta d’Europa. Una valle piena di storia, una storia che si è depositata in patrimoni e paesaggi proprio a ridosso del Po. Tutto questo VENTO lo raccoglie nel suo filo narrativo, cercando di riannodare ciò che negli anni si è separato o addirittura scomparso. Oggi ci siamo fermati a Casalmaggiore, invitati dal neo sindaco, un ragazzo di 34 anni che vuole la SlowTown e che ha capito insieme a tanti suoi cittadini che il benessere sta anche nella mobilità dolce, nei bei centri urbani dei piccoli comuni, in opportunità come VENTO.
I paesaggi agricoli attraversati sono di nuovo il segno tangibile della nostra attualità produttiva agricola. Le sommità arginali tra Cremona e Casalmaggiore sono quasi tutte in ordine e ciclabili, ma sono ancora troppe le auto, i camion, i furgoni che letteralmente sfrecciano veloci sull’argine sfiorando noi in bicicletta e disattendendo le indicazioni di divieto di transito. Sono tante anche le saracinesche abbassate che abbiamo trovato. Molte più dell’anno scorso. E questo ci convince che bisogna fare qualcosa, proporre alternative concrete. La dorsale cicloturistica è un’infrastruttura che potrebbe essere, ne siamo convinti, vitale per questi piccoli e medi comuni. Vitale per far rialzare molte delle saracinesche che abbiamo visto abbassate, lasciandoci dolore. Serata emiliana a Boretto per parlare di nuovo di Acqua, di fiume, di consorzi di bonifica, ovvero di qualcosa di importantissimo lungo il PO. Luoghi pieni di storia che dai più è dimenticata ma che chi l’ha vissuta vorrebbe raccontare a tanti con lo stesso entusiasmo che oggi ha mostrato a noi.

Tappa da Boretto a San Benedetto Po (MN)

Don Giorgio é il personaggio VENTO del giorno. Don Giorgio é il parroco di San Colombano, una antica chiesa a Riva di Suzzara spostata pezzo a pezzo un paio di secoli fa. Un altro gioiello custodito lungo il Po. Ma don Giorgio é il custode di mappe e antichi scritti attraverso i quali ha ricostruito gli antichi tracciati della via Giacobea e della via Teutonica già percorsi da San Colombano. Una testimonianza preziosa che ci conferma quanto il Po fosse una terra con meno confini di oggi e percorsa da strade da sponda a sponda. Un teatro di storie su storie oggi quasi perse. Don Giorgio ha subito simpatizzato con VENTO vedendo in questo progetto un nuovo filo conduttore. Da Riva di Suzzara un lungo tratto di 15 km di argine in ghiaia (faticoso e insidioso per bambini e meno esperti) ci ha portati fino a San Benedetto Po, sotto la guida di Annarosa Rizzo e di Angelo, della provincia di Mantova. Il tratto arginale é uno di quei tratti che fanno parte della progettazione di VENTO, laddove si suggerisce una pavimentazione adeguata in sostituzione della ghiaia polverosa. San Benedetto Po é una delle città del sistema matildico. La sua abbazia, del polirone, é tanto splendida quanto ancora troppo poco conosciuta purtroppo. Sarebbe una di quelle gemme della collana VENTO e rappresenterebbe bene l’immagine del patrimonio culturale lungo Po. A San Benedetto Po VENTO si é raccontato in piazza davanti a sindaci, cittadini e alla compagnia di Slow Food. L’ultima tappa ci ha portato all’Ostello dei Concari a Governolo, dove fino agli anni ’80 scorreva il Mincio. Oggi il paesaggio é surreale e bellissimo: laddove scorreva l’acqua un’elegante tappeto erboso fa da palcoscenico all’antica conca sostegno e alle belle case de lBorgo di Governolo. Infine serata a Mantova, città dalla bellezza irresistibile, già dotata ciclabili urbane ed extraurbane (quelle lungo i laghi…) che andrebbero ad innestarsi naturalmente su VENTO. Per chiudere in bellezza, VENTO é stato ospite del World Vespa Days 2014. Ma la chiusura più bella della giornata ci è suggerita da Paolo dell’associazione Scarponauti che, pensando all’idea progetto, ci ha detto: la vá cuma’l vent.

Tappa da San Benedetto Po (MN) a Ferrara

Partenza ore 7.00, direzione Ostiglia percorrendo una variante di VENTO in sponda sinistra. A Pieve di Coriano ci siamo imbarcati sulla Cicogna, una motonave che l’anno scorso faceva servizio a Cremona e ora lavora nel mantovano. La navigazione sul Po é una opportunità bellissima che dà la possibilità di avere un’altra percezione di paesaggio, quella dall’interno del fiume alle sponde. Ma la navigazione é oggi qualcosa di assolutamente sottodimensionato rispetto alle potenzialità ma soprattutto troppo rigidamente (e miopicamente) disegnato sui confini provinciali e regionali. Tutto questo deprime una dimensione turistica internazionale relegando ad una locale meno vantaggiosa per le economie.
Da dietro le fasce boscate svettano i campanili del sistema delle abbazie matildiche fino a Felonica, un comune graziosissimo aggrappato all’argine e con una storia recente ben raccolta e documentata nel museo della seconda guerra mondiale, visto che Felonica come tanti altri paesi lungo il Po è stato teatro di lunghi scontri che la memoria del grande fiume ancora trattiene. VENTO é anche questo, decine sono i musei lungo il Po ma pochi sono i visitatori e pressoché nulla é la conoscenza della loro esistenza al di fuori dei confini locali. Dopo Felonica VENTO ha fatto una piccola tappa in un posto splendido, frutto della buona volonta e del buon gusto di alcuni privati: stiamo parlando di corte Nigella con il suo museo delle erbe vive. Dopo un passaggio a Stellata di Bondeno con la sua splendida Rocca e la casa di Ludovico Ariosto, ma anche con una granatina al limone, quelle che non trovi più. VENTO rimane un progetto di paesaggio e di cultura ancor prima di una realizzazione infrastrutturale. Siamo ora a Ferrara, città della bicicletta. Ferrara é la prima città che nel 2012 ha ospitato il progetto ed é oggi in prima linea nell’aver colto le potenzialità dell’idea VENTO. L’accoglienza a Ferrara é grande. Comune, provincia, università sono stati straordinari. Gli sbandieratori con le loro acrobazie hanno salutato VENTO come solo Ferrara può e sa fare. Dopodiché dibattito al Torrione (che oggi ospita il jazz club) con un consenso unanime al progetto e il rinnovo della disponibilità politica (Maisto per il comune, Zappaterra per la provincia) e del mondo imprenditoriale locale (vicepresidente di Visit Ferrara). E sul finale non potevano mancare i cappellacci e una serata a Giardino delle Duchesse in compagnia di quanti già lavorano alla ciclabilità, di Foddis, un cantautore per la bici, e di Chiara Braga e Alessandro Bratti, due parlamentari che in commissione ambiente si sono dati da fare per riconoscere VENTO a Roma.ecodallecitta

Fonte: ecodallecittà.it