La Greenway: una pista ciclabile nel cuore della montagna bresciana

Promuovere il turismo sostenibile tra la Valle Trompia, la Valle Sabbia e la città di Brescia valorizzando il paesaggio e offrendo opportunità di rilancio del territorio. Nasce con questo obiettivo la Greenway, una pista ciclabile sviluppata all’interno del Progetto Valli Resilienti sostenuto da Fondazione Cariplo nell’ambito del Programma AttivAree. Vi raccontiamo le caratteristiche di questo percorso. Una ciclabile che attraversa il cuore della montagna bresciana, un percorso di settanta chilometri composto da circa sessanta itinerari, adatti alle famiglie ma anche agli appassionati di mountain bike e di road bike, che unirà la città di Brescia con l’Alta Valle Trompia e l’Alta Valle Sabbia. Stiamo parlando della Greenway, una pista ciclabile sviluppata all’interno del Progetto Valli Reislienti sostenuto da Fondazione Cariplo nell’ambito del Programma AttivAree, che si pone l’obiettivo di sviluppare il cicloturismo tra le Valli Trompia e Sabbia e la città di Brescia.

“La ciclabile ‘slow bike’, dedicata alle famiglie e al turismo più dolce, permetterà di godere del paesaggio di queste zone: nelle due Valli ci sono moltissimi musei, legati alle Fucine e al passato minerario di questi luoghi” ci racconta Paola Antonelli, Responsabile del progetto Greenway. “Inoltre questo percorso valorizzerà anche il settore agricolo, perché sarà possibile raggiungere diverse aziende agricole e degustare i prodotti tipici del territorio”.

All’interno delle realtà rurali e agricole della Valle Trompia, segnaliamo il Borgo di Rebecco, nel comune di Pezzaze, un borgo agricolo oggetto di recupero sempre all’interno del progetto Valli Resilienti sostenuto da Fondazione Cariplo. Il passaggio in Valle Sabbia della Greenway sarà caratterizzato soprattutto dalle peculiarità di tipo paesaggistico: uno dei passaggi più interessanti, una passerella su roccia costruita appositamente per il percorso, in perfetta armonia con la natura circostante, permetterà il collegamento tra il comune di Vestone e quello di Barghe in Valle Sabbia.

Proprio a Barghe la ciclabile passerà nelle vicinanze della Centrale Idroelettrica, anch’essa oggetto di un importante intervento di riqualificazione all’interno del Progetto Valli Resilienti, dove verrà costruita una ciclofficina e un punto ristoro per i ciclisti che vorranno approfittare di una pausa e di una merenda a chilometro zero. 

“Per citare alcuni numeri della Greenway: stiamo parlando di una mappatura di circa sessanta itinerari in totale, suddivisi in due assi ciclabili equamente ripartiti” ricorda Davide Toselli, Presidente di Bike3Lands, associazione del territorio nata nel 2014 per sviluppare il cicloturismo nel Parco Alto Garda e in Valle Sabbia. “Infatti sono presenti circa venti itinerari in mountain bike in Valle Sabbia e venti in Valle Trompia, con infine un rimanente di venti tracciati per bici da corsa che si accavallano tra le due valli”. 

Uno dei percorsi che sintetizza l’anima inclusiva della Greenway ce lo racconta infine Alessandro Inverardi, responsabile della comunicazione di Bike3Lands: “Il percorso di crinale è la peculiarità della Greenway: si tratta di un percorso di circa settanta chilometri, che parte dal passo del Maniva e arriva fino alla città di Brescia. E’ sviluppato quasi unicamente su sentieri boschivi ed è davvero interessante per un range molto ampio di persone: permette di poter ammirare le vette più alte del Maniva e allo stesso tempo di giungere fino in Piazza Arnaldo, a Brescia, per fare un aperitivo: un percorso che unisce due zone completamente diverse con interessi completamente diversi”.

“La Greenway quindi come valorizzazione del paesaggio e opportunità di rilancio del territorio”, conclude Noemi Canevarolo di Fondazione Cariplo. “Insieme al Circuito delle Valli Accoglienti e Solidali sviluppato sempre all’interno del progetto Valli Resilienti, promosso nell’ambito di AttivAree, la Greenway è orientata alla promozione di un turismo sostenibile e alla portata di tutti. Essa permetterà inoltre di collegare l’alta Valle Trompia e l’alta Valle Sabbia con Brescia, recuperando così il rapporto tra montagna e città”.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2019/02/greenway-pista-ciclabile-cuore-montagna-bresciana/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Turismo accogliente e solidale per scoprire le aree montane

“Valli Accoglienti e Solidali” è il nome del circuito, sostenuto da Fondazione Cariplo grazie al programma AttivAree, che ha l’obiettivo di far scoprire le valli Trompia e Sabbia attraverso strutture ricettive che affiancano alla scoperta del territorio progetti di inclusione sociale. Se passate per queste valli e decidete di fermarvi in una delle strutture ricettive di cui vi vogliamo parlare, noterete subito qualcosa di particolare. Non solo la bellezza dei luoghi e il piacere di scoprirli a ritmo lento ma anche quel valore aggiunto dato dalle persone che gestiscono posti come Casa Maer o il Co.ge.s.s. Bar.

Ma partiamo dall’inizio. Tutto è stato possibile grazie al sostegno di Fondazione Cariplo e del suo programma Valli Resilienti, che ha l’obiettivo di rivitalizzare e far conoscere le valli bresciane Trompia e Sabbia. Nell’ambito del progetto si inserisce “Valli Accoglienti e Solidali”, un circuito turistico che unisce alla scoperta del territorio l’inclusione sociale.

La proposta turistica del Circuito si sviluppa lungo tre filoni esperienziali, che la responsabile innovazione sociale del progetto AttivAree Valli Resilienti Claudia Pedercini ci illustra: «Il primo filone riguarda la parte culturale e punta a valorizzare i siti culturali e turistici già presenti sul territorio, come ecomusei e biblioteche. Il secondo è quello enogastronomico, che vuole far conoscere ai viaggiatori le eccellenze e i prodotti tipici locali. Il terzo filone è quello relativo all’outdoor: camminare lento, trekking con gli asini, cicloturismo e tutto ciò che consente di stabilire un legame con la natura». 

Il Circuito non è fatto solo di proposte turistiche responsabili; parte della sua forza è data dalla costruzione di uno “stile” di ricettività turistica etico e solidale. Ne è un esempio il Co.ge.s.s. Bar. Ma di cosa si tratta esattamente? Ce lo spiega Ester Colotti, coordinatrice del laboratorio di inclusione sociale: «Il Co.ge.s.s. Bar – Non solo bar si trova nel borgo di Lavenone ed è un bar solidale. Qui lavorano persone disabili seguite dalla nostra cooperativa sociale che ogni giorno hanno la possibilità di imparare il mestiere dal punto di vista tecnico e di costruire una relazione con i clienti della nostra piccola comunità».

La cooperativa gestisce anche Casa Maer, sempre a Lavenone, la nuova casa d’Artista del progetto Borghi Italiani promosso da Airbnb Italia, che è stata inaugurata ad ottobre 2018 grazie al contributo di Fondazione Cariplo. Casa Maer si affianca all’offerta turistica dell’Ostello sociale Borgo Venno. In entrambe le strutture, come ci spiega la referente Federica Bacchetti, i ragazzi della cooperativa possono sperimentare esperienze finalizzate all’inclusione sociale, come la cura degli ambienti e della casa, la manutenzione e il contatto con la clientela. «Sono tutte abilità che qui possono acquisire grazie al supporto di tutor – sottolinea Federica – per poi portarsele a casa e sfruttarle nella vita quotidiana». 

L’obiettivo della cooperativa è proporre ai visitatori un’offerta ricettiva accogliente e capace di offrire esperienze che consentano di stabilire un legame con il territorio e i suoi abitanti. Per fare questo Co.ge.s.s. si occupa anche di enogastronomia e organizza cene in luoghi insoliti. Questa estate, per esempio, si è tenuto un primo evento nel borgo di Presegno, che ha visto anche l’inclusione sociale di persone disabili. A pochi chilometri da Lavenone, nel Comune di Marmentino, si trova Casa Saoghe. È una vecchia abitazione contadina trasformata in casa di accoglienza solidale e affidata alla cooperativa Fraternità Impronta. Questa casa vacanze è gestita dai minori della Cascina Cattafame che, accompagnati dagli educatori della cooperativa, si occupano dell’accoglienza e della cura del verde. Possiamo parlare a tutti gli effetti di accoglienza solidale, dal momento che gli ospiti sono persone del territorio con fragilità o bisogni particolari. Qui vengono organizzati anche eventi per la scoperta del territorio come il trekking a passo d’asino che rappresentano il fiore all’occhiello della proposta turistica di Casa Saoghe. Non mancano anche qui i rapporti con il territorio e in particolare con le malghe e le aziende agricole della zona che propongono prodotti tipici facendo scoprire agli ospiti e alle loro famiglie i processi produttivi tradizionali grazie ai quali si supportano i progetti di inclusione sociale.

«Il circuito Valli Accoglienti e Solidali contiene molti aspetti su cui punta il Programma AttivAree», sottolinea Viviana Bassan di Fondazione Cariplo. «Dentro troviamo un forte lavoro di rete realizzato nei mesi scorsi, l’attenzione alla valorizzazione in modo innovativo delle risorse locali, la crescita di ruolo degli attori del territorio, in particolar modo delle realtà non profit, che mantengono allo stesso tempo salde la loro mission e l’attenzione verso le persone più fragili. Importante occasione offerta dal circuito, lavorando sul turismo, è anche l’apertura delle valli e di tutti gli attori coinvolti verso nuove comunità di “fruitori” e nuove partnership con l’esterno, come testimonia anche la collaborazione con Airbnb, con l’attenzione nel promuovere un turismo sostenibile e quindi rivolto a persone interessate alla tutela dell’ambiente, alla solidarietà, all’incontro autentico con la comunità locale».

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La rinascita dei borghi: la vecchia centrale idroelettrica diventa un polo per la comunità

Una centrale idroelettrica dismessa da anni diventa un polo al servizio della popolazione. Un borgo rurale verrà ristrutturato per i giovani imprenditori che ancora oggi lavorano sul territorio. È ciò che sta avvenendo nella Valli Sabbia e Trompia grazie al progetto Valli Resilienti, finanziato nell’ambito del programma AttivAree di Fondazione Cariplo. Qualche decina di anni fa le centrali idroelettriche di cui sono disseminate queste valli erano il cuore pulsante di un boom industriale che – oggi lo possiamo dire – a questi territori ha regalato più che altro un benessere effimero e un conseguente lento decadimento. Ma come spesso accade una fine è anche un nuovo inizio e da queste montagne arrivano due storie che lo possono testimoniare.

Siamo in Valle Sabbia. Quello che sta avvenendo nel piccolo paese di Barghe è un esempio della capacità di rigenerazione insita nelle belle idee e nell’intraprendenza della gente. Qui sorge una centrale idroelettrica costruita ai primi del novecento e dismessa negli anni ’70. Oggi questo vecchio residuo industriale si sta trasformando per tornare al servizio della comunità. 

«Stiamo lavorando a un progetto di recupero per far tornare questo fabbricato un luogo di produzione: un tempo produceva energia elettrica, oggi produrrà cultura, formazione e informazione». A parlare è l’architetto Davide Baretto, che descrive il progetto di riqualificazione reso possibile grazie al programma AttivAree di Fondazione Cariplo, finalizzato a rivitalizzare le aree interne, oggi considerate spesso degradate e marginali. Nelle valli bresciane Trompia e Sabbia, la Fondazione sta intervenendo attraverso Valli Resilienti, uno dei due progetti di AttivAree, grazie al quale questi due valli si uniscono con la comune finalità di rilanciare la montagna bresciana facendo leva sulle risorse endogene culturali, storiche e ambientali, sull’accoglienza improntata alle risorse della comunità locale, su ciò che funziona e che deve essere amplificato e mutuato da valle a valle.

La ex centrale idroelettrica di Barghe

Queste modalità sono confermate anche da Marta Vezzola, referente della comunicazione del progetto di Barghe: «La destinazione di questo immobile si definirà in maniera inclusiva. Stiamo organizzando un processo partecipativo che riguarda la popolazione tutta e che vuole dare una soluzione reale scelta in base alle necessità della comunità». 

Barghe sarà la sede che ospiterà la rappresentazione della mappa di comunità della Valle Sabbia, che ha visto i cittadini coinvolti in un percorso di riscoperta e riappropriazione dei “luoghi del cuore” del loro territorio. Se a Barghe le infrastrutture del rilancio della valle nasceranno sulle ceneri di un’eredità industriale, presso il borgo di Rebecco il sostrato è costituito dalle vestigia della cultura e dell’architettura contadine proprie del territorio. «Questo borgo è un posto magico – spiega Fabrizio Veronesi, della Comunità Montana della Valle Trompia – perché è rimasto conservato nei secoli e racchiude la storia e la tradizione dei popoli che hanno vissuto in questa valle».

Gli studenti delle scuole del territorio e dell’Università di Brescia hanno studiato questo antico insediamento rurale per avviare il progetto di recupero e di valorizzazione dei suoi fabbricati. L’auspicio è che questo processo di rigenerazione architettonica dia luogo a sua volta a un analogo processo di rigenerazione sociale.

Uno scorcio dell’insediamento rurale di Rebecco

«La nostra aspirazione – prosegue Veronesi – è che questo posto venga affidato a delle energie nuove che costituiscano un volano di attrazione e di opportunità per tutte le realtà agricole e di trasformazione dei prodotti della terra che ancora resistono nella nostra valle». 

«Barghe e Rebecco testimoniano come il progetto Valli Resilienti, promosso dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del Programma AttivAree, abbia affrontato in maniera innovativa il tema del recupero degli spazi, adottando il principio del design thinking per coinvolgere e ingaggiare la comunità nelle scelte e nelle modalità di rigenerazione dei luoghi del territorio», conclude Noemi Canevarolo di Fondazione Cariplo. «Inoltre Valli Resilienti si dimostra capace di rendere attrattivi i luoghi di montagna anche in rapporto ai limitrofi poli urbani. Rebecco ne è un esempio: un borgo che sarà ristrutturato e riattivato da una rete di imprese di giovani del luogo e ora anche sede del workshop della Domus Accademy, una delle più importanti scuole di design di Milano».  Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/12/rinascita-borghi-centrale-idroelettrica-polo-comunita/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Educare, il primo passo per riattivare un territorio

Uno sguardo ai progetti educativi più interessanti sostenuti da Oltrepò(Bio)Diverso, il programma di Fondazione Cariplo che – nell’ambito del progetto AttivAree – ha l’obiettivo di rivitalizzare l’Oltrepo’ Pavese, una delle tante aree marginali del nostro territorio.

«Il domani si costruisce oggi», ci ha detto Giorgio Boatti quando lo abbiamo incontrato in Oltrepo’ per farci raccontare una delle tante iniziative che stanno consentendo a questo bellissimo territorio di rialzare la testa dopo anni di oblio. Ma se il futuro è stretto nelle mani dei nostri bambini e ragazzi, è oggi nostro compito prepararli educandoli alla sostenibilità, alla libertà, al rispetto e alla creatività. Proprio in questa direzione va il programma Oltrepò(Bio)Diverso, voluto da Fondazione Cariplo per dare nuova vita a una delle culle della biodiversità italiana.

Vogliamo raccontarvi tre progetti, quelli che in maniera più forte e chiara comunicano il senso di questa missione e la connettono saldamente con un’altra missione – quella educativa – che fra queste valli ha assunto un significato particolare. Siamo a Varzi. Qui le prime due classi del locale istituto comprensivo sono a indirizzo montessoriano (qui il programma della presentazione che si terrà il 12 gennaio). Il metodo di Maria Montessori – una delle educatrici più influenti della storia della scuola – si fonda sulla libertà di espressione e sullo stimolo della creatività dei bambini. «È una scuola a misura di bambino», spiega Federica Lazzati, una delle insegnanti. «L’ambiente è strutturato a isole dove loro possono lavorare insieme. Noi dobbiamo osservarli e partire dal presupposto che l’artefice del percorso di apprendimento è il bambino stesso».

Affinché questo metodo sia efficace e dia i frutti immaginati da Maria Montessori, bisogna ovviamente che gli educatori siano preparati nel migliore dei modi. Questo a Varzi è stato possibile grazie a un corso interamente finanziato da Fondazione Cariplo attraverso Oltrepò(Bio)Diverso ed erogato dalla Fondazione Montessori Italia. Si è trattato di un passaggio fondamentale, perché diventare insegnanti montessoriani è difficile: «Bisogna fare un grande lavoro su sé stessi, mettersi in discussione», aggiunge Federica. Ma cultura ed educazione non si fanno solo nelle aule di scuola. Spesso viaggiano… su ruote! È il caso del Bibliobus, che da sempre fra le sue fermate storiche annovera la scuola elementare di Varzi. Quando il Bibliobus arriva i bambini salgono e scelgono un libro, per poi restituirlo dopo un paio di settimane. Il progetto esiste dal 2004 ed è portato avanti da Alberto Cau. Ma l’iniezione di risorse resa possibile dal programma Oltrepò(Bio)Diverso è stata fondamentale e si è legata in particolare a un’idea per promuovere l’eccellenza naturale del territorio. 

«È nata una biblioteca – spiega Alberto – dedicata al tema della biodiversità. Per ogni libro ci sono quattro copie, che vanno ai due Bibliobus che circolano in Oltrepo’ e alle due biblioteche di Santa Maria della Versa e Varzi, i due centri che rappresentano le due zone collinari in cui è diviso l’Oltrepo pavese. Questi libri ci danno tantissime opportunità in più».

Ci spostiamo infine a Serra del Monte, piccola frazione di Cecima. Dal 2008 questo centro ospita un osservatorio astronomico con planetario realizzato grazie ai contributi di Fondazione Cariplo e Comunità Montana. «Dopo tanti anni questa struttura ha la necessità di espandere i suoi spazi», ci racconta Massimo Rigoni, presidente della società cooperativa Teti. «Ci sono tantissime scuole che ci chiedono di venire a fare un’esperienza da noi». 

Da poco è stata inaugurata la struttura sorta negli edifici che una volta ospitavano la scuola elementare del borgo. L’obiettivo? Accogliere di nuovo bambini e ragazzi proponendo loro percorsi formativi come esperienze in planetario, scuola di astronomia e visite naturalistiche nei boschi attorno all’osservatorio. 

«In un programma intersettoriale come AttivAree le azioni sull’educazione rappresentano un tassello importante accanto a quelle dedicate alla ricerca applicata, alla conoscenza e cura del territorio e delle sue produzioni e all’attivazione di servizi di welfare», conclude Lorenza Gazzerro di Fondazione Cariplo. «Qualificare l’offerta educativa e culturale dell’Oltrepò pavese contribuisce a trattenere gli abitanti, trasmettendo ai residenti il valore del proprio territorio e facendo crescere le nuove generazioni consapevoli delle sue potenzialità e capaci di trasmetterle e comunicarle anche all’esterno».

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Paolo Cognetti: rendiamo viva la montagna facendo rete!

Fare rete. Questo il valore più grande di RestartAlp secondo Paolo Cognetti, vincitore del premio Strega con il libro “Le otto montagne”. Lo scrittore, tornato a vivere fra le vette per tutelare e dare nuova vita al territorio, ha incontrato i giovani aspiranti imprenditori che stanno partecipando al percorso di formazione proposto da Fondazione Garrone  e Fondazione Cariplo. A un certo punto della sua vita, quando ha cominciato a sentirsi a disagio e ad avvertire la necessità di staccare, ascoltare il silenzio e recuperare l’ispirazione, Paolo Cognetti ha deciso di tornare in Val d’Ayas, fra le “sue” montagne. Lo scrittore, vincitore del premio Strega con “Le otto montagne”, ha incontrato i ragazzi di ReStartAlp, giovani che vogliono andare a vivere e lavorare in montagna, cercando di rivitalizzare questi luoghi magici e spesso dimenticati con idee imprenditoriali fresche, innovative e connesse con il territorio.

Secondo Cognetti, il valore più grande del programma voluto da Fondazione Edoardo Garrone – in continuità con il progetto ReStartApp – e Fondazione Cariplo – nell’ambito del Programma AttivAree dedicato alle aree interne – è quello di “fare rete”: «Persone che cercano di fare quello che ho fatto sono completamente sole. Il valore di ReStartAlp è quello di far sentire che intorno a loro c’è una rete di persone simili. Sapere che intorno a te c’è qualcuno disposto ad ascoltarti e ad aiutarti ha un grandissimo valore».

Ancora prima del successo editoriale conosciuto grazie a “Le otto montagne”, Paolo Cognetti era un grande amante della solitudine e del silenzio che regnano fra le vette. Cresciuto qui, ha deciso di ritornarci e di attivarsi per tutelare e dare nuova vita al territorio, anche attraverso il suo progetto di animazione territoriale, che ha mostrato ai ragazzi di ReStartAlp.cognetti-restartalp

«Per me – racconta – la montagna è stato un luogo di grande riapertura, per cui mi sento un abitante di questo posto». Fra le righe si può leggere un altro consiglio che regala ai futuri imprenditori a cui le due fondazioni stanno fornendo gli strumenti per dare corpo alle loro idee: giungete in montagna in punta di piedi, imparate a conoscere e ad ascoltare la terra che vi accoglie, parlate con chi ci abita e sentitevi anche voi parte di questa comunità. È questa la filosofia di ReStartAlp, che trova riscontro anche nel programma formativo dal forte imprinting esperienziale, che ha portato i partecipanti a conoscere imprenditori montani, personalità del posto – fra cui Paolo Cognetti – operatori forestali, agricoltori e allevatori. Tutti attori e membri della comunità culturale, sociale e economica che saranno contenti di accogliere nuove forze, giovani che, forse un po’ stanchi della città, sognano di costruirsi una vita e un lavoro in montagna.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/09/paolo-cognetti-rendiamo-viva-montagna-facendo-rete/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

ReStartAlp 2018: le voci dei giovani aspiranti imprenditori di montagna

Abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti della terza edizione di ReStartAlp, percorso formativo con un approccio teorico e pratico rivolto ai giovani aspiranti imprenditori di montagna. L’obiettivo è quello di facilitare la creazione di nuove imprese sulle Alpi, per valorizzare le aree montane e al contempo offrire ai ragazzi nuove opportunità lavorative nei principali settori dell’economia alpina. ReStartAlp è promosso e finanziato dalla Fondazione Garrone e la Fondazione Cariplo. Contribuire a trasformare un’idea o un sogno in un’attività imprenditoriale concreta e sostenibile che permetta ai giovani di costruire il proprio futuro in quelle zone di montagna piene di potenzialità ma spesso abbandonate e sottovalutate. Nasce con questo obiettivo il percorso formativo ReStartAlp, proposto da Fondazione Garrone  e Fondazione Cariplo. Per Fondazione Garrone l’esperienza di ReStartAlp nasce come naturale estensione dei Campus ReStartApp, avviati per la prima volta nel 2014 per sostenere il rilancio dell’economia appenninica. Fondazione Cariplo ha scelto invece ReStartAlp come iniziativa da inserire all’interno di AttivAree, un programma intersettoriale mirato alla rinascita di due aree interne lombarde – la parte dell’Appennino dell’Oltrepo’ Pavese e le Prealpi delle bresciane valli Trompia e Sabbia – mediante progetti di riattivazione territoriale.

Dall’agricoltura alla gestione forestale, dall’allevamento all’agroalimentare, dall’artigianato al turismo e alla cultura. All’edizione 2018 – che per il terzo anno consecutivo si svolge a Premia, nella provincia di Verbano Cusio Ossola – partecipano 14 giovani aspiranti imprenditori che hanno idee di impresa innovative e sostenibili nelle filiere tipiche della montagna. Il Campus residenziale gratuito ha una durata di 10 settimane, dal 18 giugno al 28 settembre 2018, (con una pausa intermedia dal 30 luglio al 2 settembre). Il programma prevede attività di didattica, laboratorio di creazione e sviluppo d’impresa, esperienze in azienda, testimonianze e casi di successo, visite a realtà produttive virtuose e destinazioni montane. Finalizzato a sviluppare idee di impresa e avviare una start up, il percorso formativo di ReStartAlp prevede un’esperienza di una settimana presso realtà imprenditoriali del territorio montano per dare ai partecipanti al campus la possibilità di confrontarsi con titolari d’azienda e professionisti e vivere da vicino e in prima persona il lavoro e la gestione quotidiana di un’impresa. L’esperienza deve essere di supporto allo sviluppo dei progetti, pertanto il partecipante viene orientato verso un’azienda affine alla realtà imprenditoriale che egli intende avviare.36661682_1040931136069158_2661765347010412544_n

ReStartAlp: dalla teoria all’esperienza in azienda. Le voci dei protagonisti

“La mia partecipazione a ReStartAlp si sta rivelando molto utile per capire come rendere economicamente sostenibile il mio progetto, individuare i possibili sbocchi della mia attività, ridefinire e focalizzare la mia idea iniziale. Sono sicuro che questa esperienza mi indirizzerà verso la via giusta”, racconta Lorenzo Galliano, 22enne di Cuneo e aspirante imprenditore agricolo (il nome della sua azienda è “Arpijése”, a Niella Tanaro in provincia di Cuneo) che, come previsto dal percorso formativo, sta svolgendo la sua esperienza aziendale presso l’Azienda agricola Marco Bozzolo a Viola (CN).

“L’esperienza in azienda sta andando benissimo: il titolare, Marco Bozzolo, mi sta aiutando a capire come fare le cose e anche a livello umano mi sta trasmettendo preziosi insegnamenti. Credo che anche in futuro manterrò i rapporti con Marco e con l’azienda”.

Da parte sua anche Marco si dichiara soddisfatto: “Credo che la divulgazione sia molto bella e per questo abbiamo deciso di ospitare in azienda Lorenzo, che ci sta aiutando moltissimo. Ritengo che l’esperienza in azienda di un ragazzo giovane sia molto utile e io stesso avrei voluto partecipare ad un percorso simile prima di cominciare la mia attività”.

Tra le partecipanti a questa edizione di ReStartAlp vi è anche Nora Piccini, giovane di Venezia che ha deciso di lasciare la città e trasferirsi tra le montagne friulane dove sta avviando un’azienda agricola improntata sull’allevamento di pecore da latte di una razza autoctona friulana in via d’estinzione. Il nome del suo progetto è “L’ama”, a Lama di Som, nel comune di Caneva.

“Porto avanti questo progetto da circa due anni e mezzo ma ho ancora bisogno di competenze soprattutto sul piano economico, organizzativo e di marketing. ReStartAlp riesce a fornire molto bene questo tipo di formazione, ti fa conoscere posti e persone che possono aiutarti nel cammino di progettazione e realizzazione della tua idea imprenditoriale. Credo poi che un grande punto di forza di questo progetto sia rappresentato dal fatto che il campus permette di creare una rete di imprenditori di zone diverse, favorendo uno scambio di idee e anche momenti piacevoli extra formazione”.restartalp-montagna

“Grazie all’esperienza presso la Cascina Finocchio Verde – aggiunge Nora – sto conoscendo da vicino il mondo delle pecore e ho imparato a preparare dei formaggi tipici di questo luogo. É bellissimo imparare a realizzare un prodotto di cui, se non fossi venuta qui, non avrei neanche scoperto l’esistenza. Inoltre, dopo l’esperienza qui ho rivalutato il modo in cui vorrei progettare il caseificio che ho in programma di avviare”.

E Cristian Lauer, titolare della Cascina, afferma: “E’ un piacere trasmettere quello so a Nora”.

Aprire un’Osteria artistica resiliente in Valtellina, ovvero un luogo di condivisione, buon cibo e tanta cultura. È questo invece il sogno di Simone Picco, 32 enne di Vimercate (MB). “Ho avuto questa idea e, stanco del mio lavoro in ufficio, ho deciso di mandare la mia richiesta a ReStartAlp… ed ora eccomi qui”, racconta Simone.

“Credo che questo campus possa dare un prezioso aiuto per realizzare un’idea che si ha in testa da un po’ ma che non si è ancora concretizzata per mancanza di risorse o esperienze. Durante questo percorso abbiamo la possibilità di conoscere i giovani che hanno partecipato alle edizioni precedenti, ma anche imprenditori affermati, agricoltori e ristoratori che riportano la loro testimonianza. Se qualcuno ce l’ha fatta vuol dire che è possibile farlo: ascoltare la loro storia rende più concreto il sogno di tutti”, conclude Simone che per la sua esperienza in azienda ha scelto la realtà “Reis cibo libero di montagna”.restartalp-1

Fare imprenditoria in montagna: un’opportunità per i giovani e il territorio

Nora era stanca della vita di città, Simone del suo lavoro in ufficio e del traffico. Tra i giovani partecipanti alla terza edizione di ReStartAlp c’è chi ha scelto di intraprendere questo percorso perché mosso dal desiderio di cambiare vita e di instaurare un rapporto più stretto con la montagna, la natura e le tradizioni autentiche.

“In questi territori – afferma Marco Bozzolo, titolare dell’azienda agricola che porta il suo nome – abbiamo un enorme bisogno di giovani che tornino all’agricoltura e al turismo ed è bello vedere che i giovani tornano qui perché credo che questi posti abbiano potenzialità enormi. Ritengo che oggi sia più semplice avviare un’attività in montagna rispetto ad altre zone perché ci sono molti aiuti ed essendoci stato prima un completo abbandono oggi c’è la possibilità di avere delle terre a buon prezzo. Con un approccio innovativo si possono fare moltissime cose”.

Un elemento è però essenziale: “Chi vuole vivere e lavorare in montagna – afferma Juri Chiotti, titolare di “Reis cibo libero di montagna” – deve aver ben chiaro che oggi è fondamentale avere un’attenzione particolare per il territorio e un profondo rispetto per l’ambiente. È necessario far vivere o rivivere un luogo nella maniera più sostenibile possibile. Per questo quando una persona decide di avviare un progetto è importante che scelga un luogo che le si addice: in tal modo sarà più propensa a prendersene cura”.

 

 Interviste, riprese e montaggio: Paolo Cignini

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/08/restartalp-2018-voci-giovani-aspiranti-imprenditori-montagna/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Scoprire e rivitalizzare l’Italia meno conosciuta. Ecco come!

Elena Jachia ci racconta gli ultimi passi del percorso di AttivAree, il programma che ha l’obiettivo di far rivivere il tessuto sociale ed economico di due aree marginali italiane: Oltrepò Pavese e la parte più alta delle Valli Trompia e Sabbia.. La fiera milanese Falacosagiusta! ha portato importanti novità. Esiste un’Italia bella, solidale, innovativa ma sconosciuta, a volte dimenticata. È l’Italia delle aree interne, spesso rurali o raccolte intorno a piccoli borghi, custodi di tradizioni e saperi che l’industrializzazione e la conseguente urbanizzazione hanno relegato in secondo piano. Oggi che il modello industriale sta mostrando evidenti limiti, è necessario riattivare il tessuto sociale ed economico di queste zone. È proprio questo l’obiettivo di AttivAree, il programma che Fondazione Cariplo porta avanti e che all’ultima edizione della fiera milanese della sostenibilità, Falacosagiusta!, ha chiamato a raccolta i protagonisti di questo bellissimo progetto. La coordinatrice Elena Jachia ci ha raccontato com’è andata.attivaree_FLCG_1

Il bilancio di questi giorni di fiera è positivo?

La tre giorni di AttivAree a Fa la cosa giusta è stata entusiasmante. Il fitto palinsesto di incontri organizzato in Piazza Territori Resistenti ha fatto diventare quel luogo sinonimo di riflessione sulle “aree interne” e crocevia di scambi di esperienze e buone pratiche per la loro valorizzazione e rilancio. Abbiamo avuto oltre 40 ospiti in qualità di relatori e circa 150 persone tra il pubblico, nonché 4000 visualizzazioni delle dirette realizzate attraverso la pagina Facebook di AttivAree. Ci sembra quindi che il tema della rinascita delle aree marginali sia stato in grado di suscitare interesse anche all’interno di un grande evento come Fa la cosa giusta, che quest’anno ha raggiunto il record di 91.000 presenze. In particolare, venerdì 23 e sabato 24 marzo gli appuntamenti sono stati dedicati alle azioni dei due progetti Oltrepò(Bio)diverso e Valli Resilienti, realizzati rispettivamente con il coordinamento di Fondazione Sviluppo Oltrepò Pavese e delle Comunità Montane di Valle Trompia e Valle Sabbia.

Particolarmente significativo è stato il coinvolgimento del team di supporto al Comitato Nazionale per le Aree Interne. Qual è la situazione dei territori marginali italiani e di cosa hanno bisogno per essere riattivati?

Agli incontri hanno partecipato anche Filippo Tantillo, coordinatore scientifico del team di supporto alla Strategia nazionale Aree interne, e altri rappresentanti di territori marginali italiani. Da tutti gli interventi emerge una necessità di attenzione da parte della politica, affinché il tema della rinascita delle aree fragili diventi una priorità e siano previsti strumenti meno parcellizzati a loro sostegno.attivaree_FLCG_2

Avete incontrato anche membri delle filiere locali: qual è stato il messaggio che hanno portato e di cosa hanno bisogno?

Le filiere locali vivono un momento di potenziale rilancio, derivante anche dall’utilizzo del web come strumento di diffusione delle informazioni e di commercializzazione. Per questo impostare la relazione con i centri urbani con un approccio di reciprocità è fondamentale. Ma per farlo è necessaria una maggiore formazione del capitale umano delle aree interne, che porti a una maggiore consapevolezza delle ricchezze del territorio e a una maggiore capacità di farle percepire e comprendere attraverso la loro storia e la loro genuinità. Per questo nei progetti AttivAree trovano spazio iniziative come la Scuola di Narrazione Territoriale (che vedrà l’avvio in Oltrepò Pavese a metà aprile) e come la formazione sui temi del turismo esperienziale.

Quali sono le partnership strategiche di Attivaree a cui avete dato spazio a Milano?

Domenica 25 marzo è stata dedicata alla presentazione delle partnership strategiche del Programma – Airbnb, Fondazione Garrone e Giffoni Experience -, ma abbiamo anche colto l’occasione per condividere alcune esperienze presentate al recente XII Convegno di Rovigo sulle Aree Fragili, appuntamento annuale ormai consolidato e ricco di riflessioni su questi temi. Airbnb sosterrà attraverso il programma Italian Villages anche il borgo di Lavenone (Val Sabbia), dove AttivAree sta sostenendo il rilancio di un ostello e di un bar gestiti da una cooperativa che impiega persone svantaggiate, al fine di diffondere un modello di accoglienza solidale e locale che vuole essere un tratto distintivo della valle. Fondazione Garrone e Fondazione Cariplo dal 2015 sostengono RestartAlp, campus estivo destinato a 15 giovani under 35 che vogliano realizzare un’idea imprenditoriale nelle zone alpine: un’iniziativa che ha già aiutato diverse decine di giovani a raggiungere l’obiettivo fornendo loro solide basi tecniche, gestionali ed economiche. La partnership con Giffoni Experience invece sta portando 300 ragazzi dei due territori AttivAree a confrontarsi con lo strumento video, utilizzandolo per mostrare a sé stessi e agli altri la bellezza dei propri territori. Alcuni dei ragazzi parteciperanno alle giurie del Festival di Giffoni, piccolo centro della provincia di Salerno che ha saputo ridisegnare il proprio sviluppo in base a un obiettivo culturale, il cinema per i giovani.attivaree_FLCG_3

Cosa diresti a cittadini, imprenditori e amministratori per invitarli a riscoprire e sostenere le aree marginali?

Suggerirei di essere curiosi, ambiziosi e creativi: le aree marginali sono naturalmente ricche di bellezza, storie e tradizioni e a volte basta un cambio di prospettiva per scoprire o far scoprire quanto si cela in un borgo remoto, dentro un piccolo museo o lungo una pista cicloturistica.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/04/scoprire-rivitalizzare-italia-meno-conosciuta/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

ReStartAlp, un bando per aiutare chi vuole tornare in montagna

Le fondazioni Garrone e Cariplo lanciano l’edizione 2018 di ReStartAlp, un bando rivolto ai giovani con idee imprenditoriali innovative capaci di riattivare il territorio alpino. Per presentare i progetti c’è tempo fino al 16 aprile. In palio un campus residenziale di formazione e premi per 60mila euro. Per il terzo anno consecutivo Fondazione Garrone e Fondazione Cariplo propongono ReStartAlp, un campus gratuito di incubazione e accelerazione di impresa del territorio alpino italiano rivolto agli aspiranti giovani imprenditori nelle filiere produttive tipiche della montagna: agricoltura, gestione forestale, allevamento e agroalimentare, artigianato, turismo e cultura.ReStartAlp_foto

La call, che sarà aperta fino al 16 aprile, fa parte del programma AttivAree, dedicato alla rinascita delle aree interne e – da parte di Fondazione Edoardo Garrone – in continuità strategica con i campus ReStartApp che promuovono impresa giovanile in ambito appenninico. Il progetto, giunto alla sua terza edizione, è dedicato a giovani under 35 che hanno un’idea imprenditoriale o una startup nelle filiere produttive delle Alpi, in particolare agricoltura, gestione forestale, allevamento e agroalimentare, artigianato, turismo e cultura. L’obiettivo è quello di promuovere una vera e propria cultura dello sviluppo delle terre alte italiane e una nuova “economia della montagna italiana”, offrendo un concreto sostegno alle giovani imprese montane del territorio nazionale e dando sempre maggiore impulso ai green jobs. Per farlo, verranno messi a disposizione 15 posti per ragazzi sotto i 35 anni con idee imprenditoriali innovative ed ecologiche, ma soprattutto in gradi di riattivare le connessioni vitali della montagna. I giovani imprenditori selezionati potranno partecipare a un campus residenziale gratuito che si svolgerà dal 18 giugno al 28 settembre 2018 a Premia, nella provincia del Verbano Cusio Ossola, sulle Alpi Nord-Occidentali. In 10 settimane si concentra un programma formativo estremamente concreto, ricco e articolato, tra didattica frontale, laboratorio di creazione d’impresa, testimonianze di casi di successo, esperienze sul campo e visite a realtà produttive e destinazioni montane di particolare interesse per i modelli imprenditoriali o di valorizzazione territoriale adottati. Nel percorso, i partecipanti saranno affiancati da un team qualificato di docenti, esperti e professionisti dei principali settori dell’economia alpina. Per agevolare l’avvio dei tre migliori progetti d’impresa elaborati nell’ambito del Campus, la Fondazione Edoardo Garrone metterà inoltre a disposizione premi per un totale di 60mila euro. Grazie al contributo dei partner, ulteriori incentivi sono previsti per favorire la realizzazione delle idee d’impresa. Ai più meritevoli inoltre, la Fondazione Garrone dedicherà un servizio di consulenza gratuito post Campus per un anno, in tema economia e finanza d’impresa, strategia e organizzazione aziendale, fiscalità e tributi, fundraising e partecipazione a bandi, marketing e comunicazione.ReStartAlp-2017

Se volete tastare con mano le potenzialità di questa iniziativa, siete invitati a partecipare alla premiazione dei tre migliori progetti selezionati durante l’edizione dello scorso anno di ReStartAlp. L’evento, moderato dal giornalista Luca Martinelli, si terrà giovedì 22 marzo a Milano a partire dalle ore 10.30 presso lo Spazio Open, in Via Monte Nero 6. Per approfondire i temi della rivitalizzazione e della riqualificazione delle terre alte italiane attraverso iniziative di sostegno alle progettualità dei giovani, porteranno la propria esperienza quattro imprenditori attivi nelle aree interne del nostro Paese: Bruno Bossini, fondatore de La malga va in città e manager di rete di AttivAree Valli Resilienti; Carlo Fenaroli, vice presidente del Consorzio Cascina Clarabella, partner del progetto AttivAree Valli Resilienti; Federico Rial, socio fondatore di Paysage à Manger e partecipante all’edizione 2016 di ReStartAlp; Enrico Togni Rebaioli, viticoltore di montagna. A conferma dello straordinario potenziale delle aree interne, vero e proprio laboratorio di innovazione sociale, interverrà infine Filippo Tantillo, coordinatore scientifico del team di supporto al Comitato Nazionale per le Aree Interne.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/03/restartalp-bando-aiutare-tornare-in-montagna/

Formichine Salvacibo, il premio di Eco dalle Città alla scuola più virtuosa contro lo spreco alimentare

L’Associazione Eco dalle Città lancia “Formichine Salvacibo. Diario scolastico contro lo spreco alimentare”. Un premio di 1000 euro alla Primaria di Milano più attiva contro lo spreco di cibo. Con il sostegno di Fondazione Cariplo. Cercasi insegnanti appassionati al tema per raccontare le buone pratiche380491

L’Associazione Eco dalle Città ha lanciato “Formichine Salvacibo. Diario scolastico contro lo spreco alimentare”, un concorso aperto a tutte le scuole Primarie pubbliche di Milano, con un premio finale di 1000 euro alla Scuola/Classe che avrà promosso e raccontato le iniziative più interessanti, utili e creative con gli scolari contro lo spreco di cibo. Un tema, quella dell’impegno contro lo spreco alimentare, che Eco dalle Città segue da tempo e quest’anno potrà promuovere in modo speciale, grazie al sostegno al progetto di Fondazione Cariplo. 1000 euro sarà infatti la somma che verrà riconosciuta alla Scuola vincitrice, su valutazione di un’apposita Giuria.
Per il titolo dell’iniziativa erano in ballottaggio AVANZI TUTTA, SIGNORA MINESTRA, e FORMICHINE. Quest’ultimo è stato trasformato in Formichine Salvacibo su suggerimento di Loconsolo, coordinatrice Educazione CdZ 9. Avanzi tutta e Signora Minestra si sono spartite i maggiori consensi tra gli adulti, ma tra i pochi bambini interpellati netta è stata la scelta per Formichine Salvacibo. L’invito a partecipare al concorso è già stato inviato a tutte le Autonomie Scolastiche (gli Istituti Comprensivi), all’attenzione dei rispettivi Dirigenti. L’appello riguarda soprattutto scuole con insegnanti appassionati al tema della lotta allo spreco alimentare. Il concorso prevede infatti che ogni Scuola Elementare (Primaria)partecipante, con una o più classi, nomini un adulto Referente del progetto, che dovrà “raccontare” le iniziative contro lo spreco di cibo che gli alunni riusciranno a realizzare nei prossimi mesi.
Il Premio “Formichine Salvacibo” è nato anche per promuovere le altre iniziative contro lo spreco alimentare, che il Comune di Milano e Milano Ristorazione stanno ultimamente proponendo agli scolari e alle loro famiglie, per sensibilizzare Milano su un tema che sarà cruciale nei mesi di EXPO. Già da mesi è attivo in alcune scuole il progetto “Io Non Spreco”, rivolto alle Primarie cittadine, che consente agli alunni di portare a casa alcuni alimenti non consumati in mensa (con il sacchetto Salvacibo) e alle Scuole la possibilità di “adottare un nonno a pranzo”.

Alleghiamo la lettera del Concorso inviata alle Scuole. Il termine per aderire è il 20 ottobre.

 

Formichine Salvacibo, il Concorso per le Scuole Primarie indetto da Eco dalle Città [0,22 MB]

 

Fonte: ecodallecitta.it

Oltre 800 scolari partecipano a #BICIttadini: imparare ad andare a scuola in bici

Il progetto del Comune di Milano, seguito da AMAt e finanziato dalla Fondazione Cariplo, entra nel vivo. L’obiettivo a lungo termine è quello di rendere sempre più frequente l’utilizzo della bicicletta nel tragitto casa/scuola. Maciachini-Parco Nord e Lodi-Chiaravalle i due primi itinerari ciclabili proposti377863

Sono oltre 800 gli studenti di 10 scuole milanesi, per oltre 30 classi, che partecipano a #BICIttadini, il progetto del Comune finanziato da Cariplo, che ha l’obiettivo di avvicinare anche bambini e ragazzi all’uso della bicicletta nel tragitto casa/scuola, valorizzando la presenza e la riqualificazione di itinerari ciclabili prevalentemente già realizzati che uniscono, in 4/5 chilometri, la periferia al centro: Maciachini-Parco Nord e Lodi-Chiaravalle. L’obiettivo a lungo termine del progetto #BICIttadini, curato da AMAT e finanziato da Fondazione Cariplo, è quello di rendere sempre più comune l’utilizzo della bicicletta, che a Milano è già in costante aumento. Se, infatti, a livello nazionale la media degli spostamenti effettuati con le due ruote è solamente del 3,8% (la media europea è del 9,45%), a Milano questa percentuale si è già assestata sul 6,6% (Roma 0,5%, Ferrara 28%). Inoltre, l’ultima edizione dell’indagine Audimob sulla domanda di mobilità quotidiana (Isfort 2012) ha evidenziato come la bicicletta è, insieme ai motorini, il mezzo che crea maggior soddisfazione in chi la utilizza (punteggio dell’8,19 su 10). Il progetto #BICIttadini, partito in questi giorni con i primi incontri con i genitori, si rivolge sia alle scuole primarie sia alle secondarie di primo grado. Nello specifico, le classi quarte e quinte delle scuole primarie parteciperanno a un programma di incontri, attraverso i quali i bambini prenderanno il “Patentino del BICIttadino”: dalle lezioni in classe alle prove pratiche di abilità, passando per laboratori creativi, uscite a piedi e in bici sull’itinerario e incontri con i genitori. Il modello è quello già messo a punto e sperimentato da FIAB a Milano e provincia: 

– La bicicletta: un mezzo di trasporto

– Muoversi in sicurezza 1: educazione stradale

– Laboratorio manutenzione della bicicletta

– Muoversi in sicurezza 2: uscita a piedi sull’itinerario

– Prova pratica 1: percorso abilità in palestra/cortile (opzionale)

– Prova pratica 2: uscita in bici sull’itinerario (opzionale)

– Gita in bici sull’itinerario con genitori (opzionale, in giorno festivo)

Alla fine del programma, le scuole che vorranno potranno sperimentare e poi attivare il Bicibus, per dare continuità al progetto. Sempre con l’obiettivo di guadagnarsi il “Patentino del BICIttadino”, i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado seguiranno un programma fatto di incontri in classe e di pratica con alcune varianti. Insieme a loro, infatti, si studieranno gli itinerari nel dettaglio per individuare le migliori connessioni ‘casa-itinerario-scuola’, sulla carta e nella pratica. Anche in questo caso il programma di incontri e iniziative segue il modelloFIAB: 

– La bicicletta: un mezzo di trasporto

– Muoversi in sicurezza 1: educazione stradale

– Progettazione condivisa: proposte di connessioni

– La manutenzione della bicicletta

– Muoversi in sicurezza 2: uscita a piedi sull’itinerario (opzionale)

– Uscita in bici sull’itinerario (opzionale)

– Gita in bici sull’itinerario con genitori (opzionale)

L’attività a scuola verrà monitorata da un gruppo dell’istituto di sociologia dell’Università di Milano che, attraverso questionari e incontri, valuterà l’effettiva presa dei temi trattati sui ragazzi.  Dal punto di vista degli interventi strutturali da portare a termine, il progetto#BICIttadini appoggiato dalla Fondazione Cariplo prevede il completamento degli itinerari, la posa di segnaletica sia di direzione sia di informazione, fornitura di materiale didattico e informativo a insegnanti e studenti, di kit sicurezza (caschetti e luci), di rastrelliere modello Verona nelle scuole (con una fase di progettazione partecipata per il punto in cui installarle).

I due itinerari ciclabili di #BICIttadini e le scuole aderenti [0,04 MB]

 

Fonte: ecodallecittà