Lampade a LED: quanto fanno risparmiare?

Alcuni suggerimenti per risparmiare sulla bolletta elettrica grazie alle lampade a LEDgettyimages-98450557-1

Le lampade a LED sono la soluzione più efficace per risparmiare sulla bolletta dell’elettricità e garantire un’ottima illuminazione ai propri ambienti. Scegliere una lampadina a LED, insomma, permette di coniugare prestazioni, risparmio energetico e rispetto per l’ambiente. Grazie a un ciclo di vita molto più lungo e a un consumo notevolmente ridotto, le lampade a LED sostituiranno progressivamente quelle a incandescenza e quelle a fluorescenza. Le lampadine a incandescenza da 75 e 100 watt sono state tolte dal mercato nel 2010, seguite nel 2012 da quelle da 60 watt. Rispetto alle lampade a fluorescenza (anche dette a risparmio energetico), quelle a LED garantiscono un risparmio energetico del 60% e dispongono di una vita media stimata in 50mila ore. Vediamo, secondo una comparazione effettuata da Italia LED, quanto si spenderà per illuminare un ambiente per 50mila ore (ovverosia 5 anni e mezzo) e quali sono le differenze fra le tre tipologie di lampade più utilizzate.  Come detto la durata di un lampada a LED è di 50000 ore, per avere la stessa illuminazione sono necessarie 6 lampade a risparmio energetico (durata 800 ore) e 42 lampade alogene. La differenze di costo fra la prima (22 euro) e quelle a risparmio energetico ( 4 euro) e alogene (2,5 euro) è notevole, ma il costo dell’acquisto viene ammortizzato dal conto della bolletta della luce e dal fatto che l’acquisto delle lampada non viene più ripetuto per più di 5 anni e mezzo. La bolletta della luce sarà meno cara perché con il LED saranno necessari (per il periodo di 50000 ore) solamente 500 kW, contro i 1.150 kW del risparmio energetico e i 5000 kW dell’alogena: la spesa in bolletta sarà, rispettivamente, di 100, 230 e 1000 euro. Se a questa somma si aggiungono le spese per le lampade (22 euro Led, 24 euro risparmio energetico e 105 euro alogena) si può finalmente quantificare la differenza di spesa fra le tre tipologie: con la lampada LED si spenderanno 122 euro, con quelle a risparmio energetico 254 euro e con quelle alogene 1105 euro. A parità di ore di accensione nove lampade a LED fanno spendere quanto un’alogena, mentre rispetto alla lampada a risparmio energetico il costo della lampada a LED è inferiore alla metà.
Nelle lampade elettriche l’energia elettrica viene tramutata istantaneamente in luce. Attualmente sono in commercio svariati modelli di lampade LED sia per forma che per potenza che per attacco. Sul sito Lightronic è possibile calcolare il risparmio nel passaggio dalle lampade a incandescenza a quelle a LED.

Fonte:  Italia LED

Lampade a led: risparmio energetico ed efficienza

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Le lampade a LED costituiscono la soluzione più efficace per ottenere un soddisfacente equilibrio tra prestazioni, risparmio energetico ed ecosostenibilità. Utilizzata fino a pochi anni fa solo in campo industriale e segnaletico, l’illuminazione a LED promette nel giro di poco tempo di andare a sostituire totalmente le lampade ad incandescenza e a fluorescenza, caratterizzate da consumi eccessivi e durate nel tempo ad essa non paragonabili.

Il confronto con le lampade ad incandescenza e fluorescenti

A partire dal 2010 sono state tolte dal mercato le lampade ad incandescenza da 75 e 100 watt, e nel settembre del 2012, con il ritiro di quelle da 60 watt cesseranno definitivamente di essere vendute e prodotte. Le lampade a fluorescenza, considerate comunemente a risparmio energetico, garantiscono una durata maggiore rispetto a quelle ad incandescenza, sebbene la loro vita media sia fortemente inficiata dalle frequenti accensioni e spegnimenti: gli elettrodi tendono infatti ad usurarsi per effetto dei numerosi pre-riscaldamenti a cui sono sottoposti. Ad ogni modo, paragonando una lampada fluorescente ad una lampada a risparmio energetico a LED, si riscontra come la seconda garantisca un risparmio energetico di circa il 60% in più, e disponga, a parità di utilizzo, di una vita media superiore di oltre 90 mila ore. Si aggiunga poi, che l’efficienza luminosa di una lampada a LED è superiore di circa quattro volte a quella di una lampada a fluorescenza, e di circa dieci a quella ad incandescenza; questo perché nei led l’energia elettrica è tramutata istantaneamente in luce.

Durata e costi

Le lampade a LED, anche dopo un utilizzo di oltre 60 mila ore, mantengono più del 70% dell’emissione luminosa, perdendo in luminosità solo dopo le 100 mila ore, e garantendo una durata nel tempo fino a 15 – 18 anni. Le lampade a risparmio energetico a LED non contengono materiali nocivi, non inquinano l’ambiente, garantendo prestazioni efficienti e zero emissioni di raggi UV. Oltre al risparmio energetico, perciò, l’illuminazione a led fornisce una funzionalità che nessun altro tipo d’illuminazione pare essere in grado di garantire. L’unica pecca delle lampade a LED è costituita dall’investimento iniziale: se infatti il risparmio in bolletta è palese, bisogna tenere in considerazione che il costo di una lampada a LED è superiore di circa 8-10 volte a quello di una lampada a fluorescenza. Il prezzo iniziale è comunque da confrontare con l’effettivo risparmio, e l’esborso iniziale non può che apparire pienamente giustificato.

Fonte: taglialabolletta

ACCENDI LA LUCE GIUSTA!!!

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I GRANDI PERICOLI DELLE LAMPADE A RISPARMIO ENERGETICO “CFL” (Lampadine Fluorescenti Compatte)

“La retorica della lampadina fluorescente continua. Da più di un decennio continuiamo ad attribuirle un ruolo importante nella lotta ai cambiamenti climatici, senza renderci conto delle innumerevoli problematiche sotto il profilo della salute e dello stesso ambiente”

Ci siamo già occupati del tema su Terra Nuova di gennaio, scatenando non poche perplessità. Adesso l’argomento viene affrontato anche da ADUC e riportato su il “Consapevole”, attraverso la diffusione di ulteriori pubblicazioni scientifiche e di un appello lanciato da David Price, coordinatore della Spectrum Alliance, nell’ambito della più vasta campagna di sensibilizzazione in Europa sulle conseguenze alla salute originate dall’uso di questo genere di illuminazione. Da settembre 2012 sono state messe al bando in tutta l’Unione Europea le lampadine ad incandescenza, per fare spazio a quelle a minor consumo energetico. Ma a quale costo?

Immagine comparazioni

Le lampadine fluorescenti compatte -CFL- (note come lampadine a basso consumo energetico) possono di fatto provocare ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus, forme di dermatite o eczema, elettrosensitività, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria e molte altre ancora, che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all’illuminazione a basso consumo. Queste lampadine CFL, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elettrica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche, il mercurio e le radiazioni UV. Riportiamo uno stralcio dell’articolo pubblicato su il “Consapevole” e la rivista “Icaro”.

Radiazioni elettromagnetiche.

Misurazioni eseguite dimostrano che le CFL generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro di distanza (1). Il centro indipendente di ricerche francese CRIIREM (Centre de recherche et d’information sur les rayonnements electromagnetiques) sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie (2). La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche. Inoltre esistono che il campo elettromagnetico generato dalle CFL può viaggiare all’interno dei cavi elettrici esponendo le persone alla così detta “elettricità sporca” in tutta l’abitazione. Uno studio pubblicato nel giugno del 2008 dall’American Journal of Industrial Medicine, segnalava che questa elettricità sporca aumenta di 5 volte il rischio di contrarre il cancro (3). L’effetto dannoso dell’elettricità sporca è stato evidenziato anche dalle ricerche condotte dalla ricercatrice canadese Marta Havas (4). Le lampade alogene a basso voltaggio (12V) possono anch’esse essere dannose a causa del campo elettromagnetico generato dal trasformatore. Ciò succede in particolare con le radiazioni emesse dai “trasformatori elettronici” che possono contaminare anche le condutture generando elettricità sporca. Le lampade alogene a 220V non hanno invece questo effetto.

Mercurio.

Le CFL contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che le CFL hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo è più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poiché il mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato. Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe, i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura (5). Le lampadine che non vengono smaltite correttamente potrebbero rompersi nel camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città, o finire nelle discariche dove, il mercurio, può contaminare aria, acqua e suolo. Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell’utilizzo delle CFL, porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.

Radiazioni UV.

Le CFL senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. E’ ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). Diversi studi,infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle (6). La British Association of Dermatologists sostiene che le persone che soffrono di alcune malattie della pelle o che sono sensibili alla luce, accusano un aggravamento dei loro sintomi in conseguenza dell’uso di lampadine a basso consumo energetico (7). Perfino individui senza problemi cutanei preesistenti, possono sviluppare sul viso sintomi allergici e/o lesioni simili alle ustioni da sole (8). La protezione supplementare del doppio guscio sulle CFL può circoscrivere il problema delle radiazioni UV, ma finché saranno vendute CFL senza doppia protezione, le radiazioni UV continueranno ad essere un alto fattore di rischio.

Ulteriori problemi

Altri problemi correlati all’uso delle CFL comprendono il tremolio della luce che può provocare mal di testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione (9) e l’alta percentuale della componente blu della luce che, come è risaputo, diminuisce la produzione di melatonina, che a sua volta può causare disturbi del sonno, tumori, attacchi di cuore.

Casa fare?

Ricordiamo altresì che si stanno diffondendo altre tecnologie, sicuramente più efficienti, come l’illuminazione a LED, che risolvono in parte tutti questi problemi. Dobbiamo anche ricordare che la luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all’interno delle nostre abitazioni. Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltire in modo corretto.

Rischio cancro delle lampadine a risparmio energetico

Le lampadine a risparmio energetico (CFL), emettono una quantità superiore alla media di raggi ultravioletti e quindi potrebbero aumentare il rischio di cancro alla pelle soprattutto per chi lavora ore e ore vicino alle fonti di luce. L’allarme arriva dal quotidiano britannico Guardian, la Health Protection Agency (HPA) ha condotto uno studio sui vari modelli di lampadine a risparmio energetico disponibili sul mercato ed ha verificato che il modello non incapsulato, emette livelli troppo elevati di radiazioni UV-C in 9 casi su 53. a2 centimetri di distanza dalla lampadina, ci si trova esposti a un livello di emissione ultravioletta paragonabile a quello della luce solare diretta in un giorno d’estate. “ Una esposizione ai raggi UV-C, anche limitata, causa danni al DNA”, spiega Anthony Carr della Sussex University, “il rischio più immediato, soprattutto per le categorie professionali che lavorano sotto la luce ravvicinata e continua di queste lampade, come gli orafi, è un arrossamento della pelle simile a una scottatura, ma è presente anche un limitato rischio di cancro della pelle”. Tutte le autorità internazionali però, stanno spingendo per la diffusione globale delle lampadine a risparmio energetico per motivi ecologici e economici. La soluzione? Utilizzare solo i modelli incapsulati o cambiare tecnologia con il LED.

Fonte: Sample I, Vidal J. Radiation warning over ecofriendly lightbulbs. The Guardian 09/10/2008

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Lampade a basso consumo, la Svizzera invita a stare lontani

Non avvicinatevi a meno di trenta centimetri delle lampade a risparmio energetico. E’ il suggerimento diffuso dall’Ufficio federale della sanità pubblica svizzera in seguito ad un’indagine condotta dalla “It’ls Foundation” (Fondazione di ricerca sulle tecnologie dell’informazione nella società) di Zurigo diretta dal professor Niels Kuster del locale Politecnico. La ricerca voleva determinare con precisione, grazie ad un nuovo metodo di misura, i campi elettromagnetici generati dalle nuove lampade a risparmio, ora utilizzate in seguito alla decisione dell’Unione Europea di mettere al bando le tradizionali lampade ad incandescenza entro il 2012. in particolare interessava stabilire gli effetti generati sul corpo umano e, a tal proposito, si precisa che i valori di intensità rilevati a 30 centimetri dalle lampade considerate, sono inferiori (10%) alla soglia raccomandata dalla International Commission for Nonionizing Radiation Protection. Se però ci si avvicina al di sotto dei 30 centimetri, i valori misurati crescono rapidamente fino a superare in alcuni casi i limiti stabiliti. Per questo, a titolo prudenziale, l’ufficio della sanità pubblica di Berna, invita a mantenere l’opportuna distanza soprattutto se le lampade restano a lungo accese, come nel caso di quelle poste sulla scrivania. La ricerca è stata condotta utilizzando quattro manichini che rappresentavano un uomo, una donna, un bambino di 6 anni e una bambina di 11 anni, scandagliati in posizioni diverse e a varie distanze. Le lampade a risparmio energetico sono dotate di un trasformatore ed emettono campi elettrici a bassa e media frequenza che possono generare nell’organismo correnti elettriche, le quali, a partire da una certa intensità, sono in grado di provocare infiammazione dei nervi e dei muscoli. In passato era stato sollevato anche il problema dell’inquinamento perché, al loro interno contengono pure una quantità esigua di mercurio (inferiore a 5 milligrammi) che in caso di rottura del bulbo, può disperdersi nell’aria  Inoltre le lampade a basso consumo con bulbo fluorescente, in certe condizioni, lasciano filtrare una piccola parte dei raggi ultravioletti per cui, ad una certa distanza, inferiore a 20 centimetri e dopo una lunga esposizione, non si possono escludere eritemi cutanei. La decisione Svizzera è un buon provvedimento che dovremmo seguire, precisa Settimio Grimaldi, biofisico dell’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Cnr. E non solo per le lampade ma anche per frigoriferi e lavatrici. Anch’essi emettono campi elettromagnetici e l’unico modo di difendere la nostra salute, eliminando gli effetti negativi, è quello di mantenere le distanze suggerite dall’indagine di Zurigo.

Fonte:corriere.it

Una soluzione?Lampade a LED. Go LED!!!

Fonte : coscienze in rete magazine