Domenica 6 maggio a Torino torna il Bike Pride, la festa in bicicletta più grande d’Italia

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La partenza della parata sarà alle ore 15.30 dal Parco del Valentino. Per tutta la giornata stand di attività bike friendly, associazioni con intrattenimento musicale e interventi sul tema della mobilità ciclistica e dello urban cycling. Quest’anno anche la V edizione della Brompton World Championship

Domenica 6 maggio 2018, al Parco del Valentino torna protagonista la bicicletta con due importanti eventi dedicati al mondo del ciclismo urbano: la IX edizione del “Bike Pride”, la tradizionale parata annuale di biciclette organizzata dall’Associazione Bike Pride Fiab Torino, e la V edizione della Brompton World Championship, un evento dedicato agli appassionati di Brompton, organizzato da Bike Id, negozio specializzato nella vendita di biciclette pieghevoli.

Dalle 10 alle 19.30, al Parco del Valentino verranno allestiti stand di attività bike friendly, associazioni con intrattenimento musicale e interventi sul tema della mobilità ciclistica e dello urban cycling.

Bike Pride 2018, costruiamo noi la strada: il crowdfunding

Il “Bike Pride” è uno dei più grandi eventi ciclistici d’Europa: dal 2010 hanno partecipato oltre 120 mila persone per rivendicare il diritto di tutti a utilizzare le strade in sicurezza e in libertà.

È una pedalata libera e aperta a tutti per le vie di Torino con l’obiettivo di ricordare alla Città e all’Amministrazione che si è in tanti a usare quotidianamente la bicicletta ogni giorno, per andare a lavoro, all’università, a scuola o uscire con gli amici. E proprio l’uso quotidiano della bicicletta come mezzo di trasporto in città è il focus dell’edizione 2018.

La partenza della parata sarà alle ore 15.30 dal Parco del Valentino. Il percorso si snoderà per le vie della città, chiuse al traffico a motore. La partecipazione alla parata è aperta a tutti, non serve iscrizione.

“Costruiamo noi la strada” è lo slogan per la IX edizione, per ribadire il futuro in mano alla mobilità sostenibile e la necessità di investire in infrastrutture adeguate che possano cambiare forma alle città.

Le più progredite e vivibili città europee hanno da tempo indicato la strada e messo la bicicletta al centro della progettazione degli spazi pubblici: le città possono e devono essere ritrasformate in luoghi di vita, di socialità, di commercio, di gioco con al centro la persona, non i mezzi di trasporto. “La strada è uno spazio pubblico e di vita, non esclusivamente un parcheggio o una pista per correre” commenta Fabio Zanchetta, presidente di Bike Pride Fiab Torino – e con questa edizione chiediamo ancora una volta all’Amministrazione di considerare il “ciclismo urbano” come uno strumento per valorizzare e rivoluzionare lo spazio urbano oltre, naturalmente, a rappresentare una valida soluzione all’inquinamento, alla congestione veicolare delle città alla sicurezza stradale”.

E per sostenere concretamente questa azione, Bike Pride lancia un crowdfunding, per finanziare le attività dell’associazione, dall’organizzazione dell’evento annuale alle costanti attività di lobby, e per partecipare alla costruzione di infrastrutture per la nostra città.

“Troppe volte ci siamo sentiti rispondere dall’Amministrazione che mancano i soldi per le infrastrutture, ma gli interventi per la mobilità ciclistica possono essere anche low cost, come più volte abbiamo avuto modo di mostrare – spiega Fabio Zanchetta – Con questa raccolta fondi vogliamo quindi da un lato coinvolgere i cittadini nel cambiamento dello spazio pubblico e dall’altro finanziare la ciclabilità della nostra città”.

I soldi raccolti andranno per metà all’associazione e per metà a sostegno della continuazione della “via ciclabile universitaria” su corso Palermo con l’indicazione tramite segnaletica orizzontale del limite dei 30 km/h e del simbolo della bici per indicare la strada condivisa con le biciclette.

Il crowdfunding è su www.buonacausa.org/bike-pride-2018389230_2

Brompton World Championship – BWC

L’edizione italiana del campionato mondiale di Brompton si terrà per la prima volta a Torino, organizzato da Bike Id (www.bikeidentity.it), negozio specializzato in biciclette pieghevoli in collaborazione con Brompton Italia.

Il Brompton World Championship di Torino è un evento satellite del BWC Final che si tiene ogni estate a Londra e accende la fantasia di tutti gli amanti del brand inglese di bici pieghevoli. I vincitori parteciperanno di diritto alla finale mondiale sabato 28 luglio, durante il celebre Prudential Cycling Festival.

Sono 300 i partecipanti provenienti da tutta Italia attesi per la prima edizione torinese, che vedrà i “pieghevolisti” gareggiare su un circuito di 14 km intorno al Castello del Valentino, con partenza alle 12 di domenica 6 maggio. Chi preferisce prendersela comoda e puntare sullo stile potrà scegliere un percorso breve di 6,2 km.

I requisiti sono: partecipare con una bici Brompton e rispettare un dress code che impone camicia, giacca e cravatta (o il foulard per le signore) e che incentiva a dare spazio alla fantasia.

Il costo di iscrizione è di 35 euro se ci si iscrive online sul sito https://bwctorino2018.com e 40 euro se ci si iscrive durante il giorno dell’evento (informazioni: info@bikeidentity.it, tel. 011.0206297,dalle 9.30 alle 19.30 escluso domenica). Il costo di iscrizione include il pranzo e la medaglia di partecipazione.

Premi (per i partecipanti al percorso lungo):

  1. 1° uomo e 1ª donna: un biglietto aereo economy A/R + l’iscrizione gratuita per partecipare al BWC Final 2018 che si terrà in Inghilterra
  2. 2° e 3° classificato
  3. il migliore dei veterani (over 50)
  4. le prime squadre classificate (uomo e donna, sono escluse le squadre miste)

Premi (per tutti i partecipanti):

  • il miglior vestito uomo e la miglior vestita donna

Durante la giornata si terrà anche il “Folding Contest Italia”, la gara che premia il ciclista più rapido nel ripiegare la propria bici.

Fonte: ecodallecitta.it

Per Halloween il menù della festa è vegano

Ecco tante idee per un menù vegano per Halloween a base di ingredienti vegetali e senza alimenti animali o derivati come latte, burro o uovail-pinzimonio-mostruoso-per-il-menu-vegano-di-halloween

La Festa di Halloween è sempre più celebrata nel nostro Paese e scatena spesso grandi polemiche perché si va lentamente a sovrapporre alla nostra tradizionale Festa dei morti. Ma evidentemente l’aspetto gioioso del travestimento che racchiude Halloween sembra aver conquistato sopratutto i giovanissimi che si divertono a imitare e replicare sia la tradizione del costume spaventoso sia l’usanza del dolcetto o scherzetto. Lo scorso anno vi abbiamo proposto un menù completo con i piatti della tradizione italiana e mediterranea totalmente vegetali. Quest’anno ispirandoci alla tradizione anglosassone vi proponiamo un serie di idee tra piatti dolci e piatti salati a cui ispirarsi per il menù di Halloween. Da tener presente che le preparazioni base sono tutte molto semplici e senza derivati animali: la pasta frolla vegana e la crema pasticciera senza latte e uova si preparano velocemente, poi in aiuto ci arriva anche la pasta fillo a base di farina e acqua, oppure gli ortaggi opportunamente trattati e tagliati.

Noterete tra le immagini semplici peperoni tagliati con l’effige di Jack’ O’Lantern che contengono spaghetti al pomodoro o quinoa lessata con verdure, oppure le classiche zucche, ripiene di zuppe sfiziose; anche la frutta si presta a essere presentata in stile Halloween: le banane con poche gocce di cioccolato sono trasformate in fantasmi, mentre i mandarini in piccole zucche; che dire del purè di patate presentato come fantasmini? oppure le cupcake al cioccolato (ottenute mescolando farina, cioccolato amaro in polvere, zucchero, olio di semi di girasole e bicarbonato) trasformate in pietre tombali grazie alla decorazione con quadrotti di cioccolato; i ragni ottenuti mescolando del cioccolato fuso (si mette a bagnomaria un pezzo di cioccolato fondente) mescolato a fiocchi d’avena o muesli e decorato con i bastoncini salati; geniali poi gli occhi mostruosi ottenuti dai ravanelli intagliati a cui è stata aggiunta un’oliva farcita al centro oppure lo scheletro ottenuto con gli ortaggi.

Fonte: ecoblog

Una Festa del presente per celebrare il dono. Il report da Pisa

Si è svolta a Pisa domenica 26 maggio la prima edizione della Festa del Presente, “la festa in cui tutti e tutte si scambiano di tutto”, per riscoprire e valorizzare forme alternativa di solidarietà e ricchezza. L’evento è stato organizzato dal Distretto di Economia Solidale Altro Tirreno (DESAT), dal Gruppo Decrescita Pisa “InventiamoFuturo” e dall’Officina di Economia Solidale (OdES)pisa_piazza_santa_caterina

Lo scorso 26 Maggio si è tenuta a Pisa, in piazza Martiri della Libertà (nota come piazza Santa Caterina), la Festa del presente, “la festa in cui tutti e tutte regalano di tutto”, come recita il motto dell’evento. La festa è stata organizzata dal Distretto di Economia Solidale Altro Tirreno (DESAT), dal Gruppo Decrescita Pisa“InventiamoFuturo” e dall’Officina di Economia Solidale (OdES) su ispirazione di una manifestazione omologa che si svolge ormai da due anni a Porcari, in provincia di Lucca. Lo scopo è la celebrazione del dono in quanto quale: “l’unica regola consiste nel non fare uso di denaro, ma di donare ciò che si preferisce, anche senza ricevere nulla in cambio. Tutti sono però tenuti a riprendersi gli oggetti che non trovano un altro possessore per evitare il degrado della piazza e l’abbandono delle cose”, spiegano Francesco Cappello, Roberto Lepera e Samuele Lo Piano del gruppo “InventiamoFuturo”. A partecipare alla festa pisana sono state diverse associazioni, le quali hanno predisposto in modo autonomo i propri banchetti e stand, raccogliendo una discreta affluenza di persone: circa qualche centinaio nell’arco dell’intera giornata. A percorrere la piazza ci si poteva, così, imbattere nelle più diverse attività: dal Gazebo Shiatzu, che offriva massaggi a chiunque avesse bisogno di rimettersi in sesto, allo stand di Bilanci di Giustizia, che proponeva materiale informativo sui progetti etici ed intrattenimento per i più piccoli, fino allo Yoga della risata ed agli stand di associazioni culturali e sociali come L’Alba, Alchemia, e Ametàstrada. Alle diverse associazioni si sono aggiunti numerosi gruppi e soggetti che hanno animato il pomeriggio con attività di divulgazione scientifica, canto, musica e arte (come la lavorazione dell’argilla). I bambini sono stati senz’altro protagonisti indiscussi della giornata, vista la grande quantità di libri, vestiti e giocattoli che ciascuno liberamente posava sull’erba della piazza in attesa di qualche interessato.festa__presente

Ma la caratteristica essenziale della festa del presente è stata l’assenza di obblighi e di vincoli di reciprocità: chiunque era libero di accettare qualcosa in dono, pur non avendo nulla da contraccambiare, perché anche il saper ricevere è una qualità da non trascurare. D’altra parte non si trattava soltanto di donare cose, ma, eventualmente, di offrire servizi e disponibilità in diversi ambiti. Proprio in relazione a quest’ultima possibilità, diversi pannelli sono stati predisposti sul lato esterno della piazza per raccogliere le offerte più variegate: dalle ore di ripetizioni in una qualche disciplina, alle offerte di baby-sitter, di conversatore in lingua straniera o di fotografo. In questo modo la Festa del presente è diventata per tutti un’occasione di incontro e di condivisione in una piazza solitamente adibita a luogo di passaggio e mai di sosta, se non occasionale per gli studenti o le persone di passaggio. Gli organizzatori della Festa hanno speso molte energie nell’ideazione e promozione dell’evento, trattandosi di una manifestazione di carattere non esclusivamente simbolico. Infatti fare a meno del denaro e venirsi incontro offrendo le proprie risorse, capacità e disponibilità contraddice, da un lato, le regole dello scambio economico, dall’altro ripristina su un più alto livello la dignità del soggetto quale creatore di valori e non mero consumatore di beni. Come ricordava Baudrillard, “nell’economia del dono e dello scambio simbolico, una quantità debole e sempre finita di beni è sufficiente a creare una ricchezza generale, poiché essi passano costantemente dagli uni agli altri. La ricchezza non è fondata sui beni, ma sullo scambio concreto tra le persone. Essa è dunque illimitata, perché il ciclo dello scambio è senza fine persino tra un numero limitato di individui, ciascun momento del ciclo di scambio si somma infatti al valore dell’oggetto scambiato”. Precisamente questa dialettica di generazione di valore attraverso l’interazione concreta degli individui viene rigettata dalle forme del rapporto monetario, in cui le cose si relativizzano in funzione del mezzo di scambio. Riscoprire la pratica del dono può essere allora un modo per ricordarsi che la penuria e l’abbondanza sono anch’essi, a loro volta, concetti estremamente relativi.

Fonte. Il cambiamento