Recuperare 2000 Km di ferrovie abbandonate per l’eco turismo

Recuperare 2000 Km di ferrovie abbandonate per creare percorsi per l’eco turrismo. La proposta arriva da CoMoDo – Confederazione della Mobilità Dolceferrovie-dimenticate-581x350

La CoMoDo Confederazione della Mobilità Dolce propone di recuperare gli oltre 2000 km di ferrovie abbandonate e proprio il 2 marzo 2014 cade la Giornata dedicata. Per la verità moltissimi pendolari si accontenterebbero di avere le ferrovie attuali funzionanti in maniera regolare e con sufficienti e puntuali collegamenti tra nord e sud dell’Italia. Ma oltre la necessità di un traffico regolare ferroviario efficiente, c’è da dire che la proposta mira anche a ripristinare parte di queste strade ferrate oramai abbandonate per rivedere la mobilità sia per il tempo libero sia per rinnovare vecchi tracciati per lo spostamento in città. Infatti le ferrovie delle meraviglie costituiscono l’ossatura della rete della mobilità arricchita dai vecchi percorsi a volte abbandonati e molto spesso a contatto diretto con la Natura che sfociano in molti casi nei territori urbanizzati. Nel merito c’è un DDL presentato nel 2006 e per diverse legislature riproposto lo scorso 26 novembre e già firmato da 37 deputati appartenenti a vari gruppi. Spiega Massimo Bottini presidente di CoMoDo:
La strada ferrata non è una strada qualsiasi ma il primo camminamento terrestre a costruirsi in modo del tutto artificiale ed in base ad una logica rigorosamente spaziale e da questo punto obbligato ma dinamico/attivo possiamo ripartire alla rigenerazione/comprensione del paesaggio sociale, ovverosia sostenibile e dolce come solo potrà fare in Italia Co.Mo.Do.”

fonte: Improntaunika, Ferrovie dimenticate

Trasporti, Legambiente: nuovi treni finalmente buona notizia per pendolari

Legambiente esprime soddisfazione per l’arrivo di nuovi treni nella Regione Lazio per i pendolari, ma chiede che nel prossimo bilancio la Regione destini ancora più fondi: nel 2015 infatti si arriverà a oltre 472.000 passeggeri trasportati ogni giorno.375716

“L’arrivo di nuovi treni è finalmente davvero una buona notizia per i pendolari, dopo lo sblocco fondamentale dei pagamenti pregressi, chiediamo alla Regione Lazio di destinare anche un fondo speciale per i pendolari nel prossimo bilancio “, è quanto affermato da Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, in merito al nuovo treno Vivalto inaugurato ieri dal presidente della Regione Lazio Zingaretti alla stazione Termini di Roma. Si tratta del primo di 15 nuovi treni che, entro settembre del 2014, arriveranno sulle linee della Regione Lazio. “Dopo i tagli continui degli scorsi anni, la situazione del trasporto è allo stremo a Roma e nel Lazio, sul ferro come su gomma, i convogli durante tutto l’anno ormai sono sovraffollati all’inverosimile, le frequenze di passaggio ridicole anche in aree altamente popolose, bagni troppo spesso inagibili, problemi al condizionamento. La moltitudine di 540.000 pendolari che viaggiano ogni giorno in treno per raggiungere Roma per motivi di lavoro o di studio – ha aggiunto Parlati – si trova a fare viaggi troppo spesso infernali. Serve una precisa strategia regionale per il trasporto e sappiamo che presto saranno approvate le linee guida in materia, un nuovo contratto di servizio che risponda di più alle esigenze di chi viaggia, ma anche un fondo speciale nel bilancio della Regione destinato a realizzare più binari e ad avere più treni, con una riorganizzazione anche della rete su gomma”. I numeri dei pendolari a Roma e nel Lazio, ha spiegato Legambiente, sono importanti e continueranno a crescere: negli ultimi 10 anni sono raddoppiati i numeri dei passeggeri delle ferrovie nel Lazio, passando da 187.000 a quasi 360.000 viaggiatori, ai quali si aggiungono gli oltre 180.000 degli altri servizi ferroviari metropolitani, portando il numero delle persone che usano il ferro ogni giorno all’immensità di 540.000. E secondo le stime di Legambiente, continueranno a crescere: attestandosi ad un incremento del 35%, nel 2015 si arriverà a oltre 472.000 passeggeri trasportati ogni giorno, solo sulle ferrovie regionali.

 

 

Fonte: eco dalle città

Trasporti in Regione Piemonte, a rischio il 50% delle corse

L’Assessore regionale Bonino: “O il governo stanzia i fondi che mancano all’appello per finanziare il trasporto pubblico oppure l’alternativa sarà lo smantellamento della rete. Impossibili, a questo punto, razionalizzazioni ed efficientamenti: ci sarà solo da tagliare”

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Seicentotre milioni di euro: è il fabbisogno stimato per il trasporto pubblico locale del Piemonte, contro un Fondo nazionale che ne ha assegnati 485. un taglio che per l’Assessore regionale ai trasporti, appena riconfermata, Barbara Bonino “non è sostenibile per la Regione, che non è in grado di stanziare ulteriori risorse”. Che la salute del trasporto pubblico locale in Piemonte non fosse buona non è una novità: dodici linee ferroviarie tagliate in un anno (i cosiddetti rami secchi) non sono bastate a risanare i conti, e i tagli sono piovuti a cascata su Provincia Comune, che tra riorganizzazioni delle linee e ricorsi al Tar cercano faticosamente di mantenere in piedi la rete. (Vedi Tpl, la Provincia di Torino spalma i tagli su quattro anni e contiene quelli del 2012 al 5% e Torino, cala dal 12 settembre la frequenza delle corse GTT). Ma ora potrebbero non bastare: il debito accumulato nell’ultimo biennio è salito a 340 milioni di euro. “O il Governo stanzia i fondi che mancano all’appello per finanziare il trasporto pubblico – ha dichiarato l’Assessore durante il consiglio regionale straordinario convocato per discutere l’emergenza – oppure l’alternativa sarà lo smantellamento della rete. Impossibili, a questo punto, razionalizzazioni ed efficientamenti: ci sarà solo da tagliare”.
E parecchio. Si parla del 50% delle corse sulle linee degli autobus e del 34% per il trasporto ferroviario, probabilmente già a giugno. Per l’Assessore l’unica soluzione è che la Regione faccia sistema e intervenga presso il prossimo Governo perché incrementi i fondi a disposizione. “Fondi a cui si dovrà comunque accompagnare una nuova riorganizzazione del servizio. Il Piemonte ha già attuato politiche innovative e di efficientamento, attivando l’Sfm, il sistema ferroviario metropolitano, elaborando una programmazione integrata ferro-gomma, attuando la bigliettazione elettronica con il Bip e investendo risorse ingenti per rinnovare il parco autobus. Lo stato delle finanze regionali ci impedisce di contrarre nuovi mutui”. I pendolari si attrezzeranno con mezzi privati…Pesanti anche le ricadute ambientali: “I pendolari dovranno attrezzarsi con mezzi propri – sottolinea il Gruppo Consiliare del PD in Regione – Una situazione evidentemente ingiusta e insostenibile. La Giunta Cota è totalmente indifferente al trasporto pubblico, tanto che Cota ha dichiarato pubblicamente che non è compito della Regione garantire il diritto di mobilità dei cittadini. Questi tagli comporteranno il fallimento di tutte le imprese piemontesi di Tpl ed una valanga di licenziamenti di autoferrotranvieri”.
La Rete per la #MobilitàNuova sabato 4 maggio a Milano “Governo e opposizione uniti lamentano di non vedere soluzione -osserva Beppe Piras della Rete Mobilità Nuova– chiudendo gli occhi di fronte ad un’enorme ovvietà: la politica nazionale sui trasporti sta paralizzando la nazione. Come ricordato dalle associazioni ambientaliste all’incontro con Pierluigi Bersani, il Primo programma delle infrastrutture strategiche, costituisce (con le sue 390 opere in elenco per 375 miliardi di euro) un’ipoteca per il futuro economico-finanziario e ambientale del Paese. “Sabato 4 maggio -annuncia Piras- manifesteremo a Milano per testimoniare la necessità del cambiamento e imporre ai decisori politici una rivoluzione della mobilità che parta dal riequilibrio delle risorse pubbliche destinate al settore dei trasporti; contro quelle opere pubbliche stradali, autostradali e ferroviarie inutili e dannose per il Paese”.

Fonte: eco dalle città