Risparmio energetico: come isolare le finestre col fai-da-te e pagare meno nella bolletta

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Non è solo un fatto di sostenibilità ambientale: isolamento, coibentazione e altre forme di risparmio energetico offrono tutta una serie di benefici in termini fisici e psichici, oltre che un alleggerimento notevole delle nostre bollette. Secondo alcune ricerche, infatti, circa la metà dell’energia che consumiamo per raffreddare o riscaldare una casa viene semplicemente persa perché le nostre abitazioni non sono ben isolate. Alcune tecniche di isolamento ci possono infatti aiutare a ridurre le nostre spese energetiche di circa il 40%, rendendo i nostri ambienti più freschi d’estate e più caldi d’inverno. Non solo: coibentazione e isolamento ci aiutano a ridurre muffa e umidità, apportando benefici alla nostra salute. Tra l’altro, un immobile con classe energetica migliore aumenterà il proprio valore nel tempo. Avevamo già visto insieme qualche tempo fa (a questo link) alcune tecniche che possono aiutarci a raggiungere un forte risparmio energetico. Oggi, vedremo com’è possibile isolare termicamente le nostre finestre di casa, con il fai-da-te e spendendo una cifra relativamente bassa. La dimostrazione di come questo sia possibile, viene dall’esperienza di Ivan Piga, ex elettricista che si è messo in testa di rendere la propria abitazione completamente autonoma dal punto di vista energetico ed economico.

Ecco il video in cui spiega il procedimento che ha utilizzato per l’isolamento delle sue finestre:

Dopo aver rimosso dagli infissi la vernice vecchia con dei pezzi di vetro, la superficie è stata levigata a mano con della carta vetrata a diverse grane (40-60-100-150). Successivamente, è stato passato dell’olio paglierino e infine dell’impregnante color palissandro. Ultimo passaggio: due verniciate di flatting lucido trasparente. Si passa poi ai perni della finestra, trattati anch’essi con della carta abrasiva, prima a grana 40 e successivamente a 100 per la rifinitura. I perni sono stati ridipinti con della vernice acrilica. Il passaggio principale riguarda ovviamente le finestre vere e proprie. Il procedimento è simile a quello degli infissi: rimozione della vernice con pezzetti di vetro, passaggio successivo con carta vetrata a diverse grane (sempre da 40 a 150). Lavate le superfici con acqua e sapone, vi è stata poi applicata una soluzione antitarlo: tutte le operazioni vanno effettuate all’aria aperta, per sicurezza. Anche in questo caso, effettuare una passata di olio paglierino e impregnante di color palissandro, applicato con un tampone (un semplice fazzoletto riempito di cotone) per evitare lo spiacevole effetto delle strisce dovute all’utilizzo del pennello. Per proteggere le superfici dalla pioggia e dal sole, si applicano poi tre strati di flatting trasparente lucido: la prima col pennello, le successive con il tampone. Occorre poi procurarsi i vetri, stando attenti alle misure e al materiale delle finestre a cui vogliamo applicarli. Nel caso di Ivan, lo spessore ottimale è risultato essere 1 cm a vetro, dal momento che il telaio non era molto resistente. In base alle proprie esigenze specifiche, si possono prevedere spessori diversi. Per fissare i vetri e permettere l’isolamento è necessario passare accuratamente del silicone per tutta la lunghezza della finestra. Una vecchia cornice per quadri è stata poi riutilizzata come ulteriore fissaggio, insieme al posizionamento strategico di alcuni chiodini, in punti particolarmente delicati. Guarnizioni in gomma sono state infine applicate lungo tutti gli angoli della finestra e incollate con un adesivo specifico per il legno: questo eviterà la fuoriuscita del calore dalla casa. La spesa finale, secondo i calcoli di Ivan, è stata di circa 104 euro, anche se bisogna dire che una parte del materiale è avanzato per le altre finestre dell’abitazione. Tra l’altro, nelle foto che mostra, sembrano ancora in perfette condizioni, dopo due anni di utilizzo. C’è chi potrebbe obiettare che prodotti come ad esempio il flatting non sono esattamente sostenibili o ecologici. In commercio esistono delle varianti, a base di acqua, ugualmente efficaci e meno tossiche. La storia di Ivan ha davvero qualcosa di unico nel suo genere. Rimasto disoccupato, fa di necessità virtù: dopo aver venduto la sua vecchia casa, decide di comprarne una a basso costo ristrutturandola completamente. E decide di farlo, puntando tutto sul, la coibentazione delle superfici e l’isolamento termico. Grazie al suo lavoro costante è riuscito a eliminare quasi del tutto i propri costi in bolletta: sostiene, infatti, di spendere circa 800 euro annui in risparmio energetico elettricità, ma grazie ai suoi pannelli fotovoltaici, ne guadagna circa 700. Il suo obiettivo è quello di realizzare una casa “che si mantiene da sola”. La sua storia è stata raccontata di recente in un programma radio: al link, l’intervista a Ivan.

(Foto: www.yourhomeand.com)

Fonte: ambientebio.it

6 splendidi fiori da piantare in balcone in primavera

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La primavera è un periodo dell’anno segnato da luce e colori. Chi abita fuori città può avere la fortuna di godere dei profumi e della varietà dei fiori che la natura ci regala in questa stagione. Chi vive in città può cercare di ravvivare le proprie case e le proprie giornate decidendo di piantare alcuni dei fiori e delle piante più belle, in giardino o in vaso. È la stagione giusta per seminare piante, ripulire aiuole, potare e godere dei colori dei fiori il più presto possibile! Rimbocchiamoci le mani allora e vediamo insieme quali sono le piante più adatte che fioriscono e possono essere piantate in questa stagione.

Ranuncolo

Il ranuncolo è un fiore che ha una forma particolare, un po’ a “palla” e ha dei colori molto accesi che vanno dal rosso, all’arancione, al giallo, fino ad arrivare ai più delicati rosa e bianco. Non è un fiore che profuma, ma è molto bello da vedere. Esistono oltre 400 specie di piante erbacee, annuali e perenni. È una pianta che però non ama le temperature basse, né quelle eccessivamente alte: i valori termici ideali sono di 5-10° durante la notte e di 15-22° di giorno. Il ranuncolo è un fiore perfetto per ravvivare i giardini, ma è adatto anche per essere coltivato in vasi. A patto che il terreno sia ben drenato e ricco di sostanza organica.

Primula

La primula è il classico  fiore primaverile. Di questa specie esistono numerose varianti. In Europa e in Italia sono molto diffuse anche allo stato selvatico; in giardino si coltivano alcune specie, soprattutto ibridi della primula vulgaris. Le specie più delicate di primule possono essere piantate all’inizio della primavera, in vasi da mettere sul balcone; dovranno essere poste in luoghi parzialmente in ombra, affinché possano crescere al meglio. Questo perché le primule sono piante adatte ad un luogo fresco e umido e mal sopportano le giornate asciutte e calde. Se invece volete piantarle in giardino, cercate di scegliere specie più resistenti. Il terreno deve sempre essere tenuto umido, ma l’acqua non deve mai ristagnare. Innaffiate con regolarità e appena vedete spuntare i primi germogli, ripetete l’operazione ogni volta che il terreno risulta asciutto, evitando di lasciarlo completamente inzuppato di acqua. Evitate anche di bagnare i fiori e le foglie. Le primule sono facili da coltivare e spesso hanno un prezzo molto basso.piante-da-vaso

Camelia

Esistono specie diverse della Camelia, tutte composte da bellissimi fiori, rigogliosi, capaci di modificare completamente l’aspetto di un giardino o ti un terrazzo. È un fiore tipico della primavera, che proviene dall’Oriente. Va piantata in primavera o ad ottobre, in vaso o in giardino. Le Camelie non sono piante difficili da coltivare se si conoscono le loro esigenze. Innanzitutto, quindi, è necessario sapere che sono piante che amano l’aria aperta; possono essere tenute in ambienti chiusi solo per poco tempo, durante la brutta stagione, quando le basse temperature non consentono di mantenerle all’aperto. Vanno posizionate in zone a mezz’ombra, evitando il sole diretto, cercando di garantire un ambiente umido, che consenta alle gemme di sviluppare. La Camelia è inoltre una pianta che vuole un terreno acido, sciolto e molto ricco di  sostanza organica. I fiori sono rossi, rosa o bianchi e le corolle ricordano quelle di una rosa un po’ appiattita.

Margherita

Anche le margherite sono fiori tipici di questo periodo primaverile. Di una bellezza classica e delicata, possono essere coltivate in giardino, nelle zone a temperatura mite, o in vaso nelle zone più fredde. Le margherite amano il sole: vanno quindi coltivate in balconi molto luminosi. Effettuate l’operazione di semina a fine febbraio-metà marzo: mettete in fondo al vaso dell’argilla e coprite con il terriccio. Spargete i semi e ricopriteli con uno strato sottile di terreno, poi, create coprite con un velo di pacciamatura. Necessitano di annaffiature regolari, preferibilmente con acqua piovana.

Petunia

La petunia è una pianta molto versatile: adatta sia a giardini, che a balconi e vasi. I fiori presentano tutta la gamma dei colori, dal bianco al rosa, dal viola al blu. È una pianta che può essere seminata in primavera e deve essere sistemata in una posizione abbastanza soleggiata. Fiorisce da maggio a ottobre, e proprio per la durata della sua rigogliosa fioritura la petunia è molto diffusa e apprezzata. Per poter crescere meglio, è necessario un terreno ricco di materia organica, fresco e profondo. La petunia è un fiore esigente per quanto riguarda le annaffiature, può sopportare alcune ore di siccità, ma tende ad appassire rapidamente in caso di carenza prolungata di acqua. Attenzione a dove metterla: è una pianta molto fragile.

Dalia

Esistono diverse varietà di dalia, piante più o meno alte, dai fiori semplici, come le margherite, o a due o più strati. La dalia è una pianta tuberose, che può essere coltivata per seme, verso la fine dell’inverno. Ha bisogno di molto sole per poter crescere bene ed è necessario evitare l’ombra completa. Si pianta tranquillamente in vaso. All’inizio, la dalia non ha bisogno di molta acqua, visto che in genere la primavera è abbastanza piovosa. In caso di siccità, però, il terreno devo essere inumidito, per favorire lo sviluppo dei germogli. Innaffiate solo quando il terreno è asciutto.

(Foto in evidenza: bi_plus_one; Foto interna: Thomas Tolkien)

Fonte: ambientebio.it

6 splendidi fiori da piantare in balcone in primavera

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La primavera è un periodo dell’anno segnato da luce e colori. Chi abita fuori città può avere la fortuna di godere dei profumi e della varietà dei fiori che la natura ci regala in questa stagione. Chi vive in città può cercare di ravvivare le proprie case e le proprie giornate decidendo di piantare alcuni dei fiori e delle piante più belle, in giardino o in vaso. È la stagione giusta per seminare piante, ripulire aiuole, potare e godere dei colori dei fiori il più presto possibile! Rimbocchiamoci le mani allora e vediamo insieme quali sono le piante più adatte che fioriscono e possono essere piantate in questa stagione.

Ranuncolo

Il ranuncolo è un fiore che ha una forma particolare, un po’ a “palla” e ha dei colori molto accesi che vanno dal rosso, all’arancione, al giallo, fino ad arrivare ai più delicati rosa e bianco. Non è un fiore che profuma, ma è molto bello da vedere. Esistono oltre 400 specie di piante erbacee, annuali e perenni. È una pianta che però non ama le temperature basse, né quelle eccessivamente alte: i valori termici ideali sono di 5-10° durante la notte e di 15-22° di giorno. Il ranuncolo è un fiore perfetto per ravvivare i giardini, ma è adatto anche per essere coltivato in vasi. A patto che il terreno sia ben drenato e ricco di sostanza organica.

Primula

La primula è il classico  fiore primaverile. Di questa specie esistono numerose varianti. In Europa e in Italia sono molto diffuse anche allo stato selvatico; in giardino si coltivano alcune specie, soprattutto ibridi della primula vulgaris. Le specie più delicate di primule possono essere piantate all’inizio della primavera, in vasi da mettere sul balcone; dovranno essere poste in luoghi parzialmente in ombra, affinché possano crescere al meglio. Questo perché le primule sono piante adatte ad un luogo fresco e umido e mal sopportano le giornate asciutte e calde. Se invece volete piantarle in giardino, cercate di scegliere specie più resistenti. Il terreno deve sempre essere tenuto umido, ma l’acqua non deve mai ristagnare. Innaffiate con regolarità e appena vedete spuntare i primi germogli, ripetete l’operazione ogni volta che il terreno risulta asciutto, evitando di lasciarlo completamente inzuppato di acqua. Evitate anche di bagnare i fiori e le foglie. Le primule sono facili da coltivare e spesso hanno un prezzo molto basso.piante-da-vaso

Camelia

Esistono specie diverse della Camelia, tutte composte da bellissimi fiori, rigogliosi, capaci di modificare completamente l’aspetto di un giardino o ti un terrazzo. È un fiore tipico della primavera, che proviene dall’Oriente. Va piantata in primavera o ad ottobre, in vaso o in giardino. Le Camelie non sono piante difficili da coltivare se si conoscono le loro esigenze. Innanzitutto, quindi, è necessario sapere che sono piante che amano l’aria aperta; possono essere tenute in ambienti chiusi solo per poco tempo, durante la brutta stagione, quando le basse temperature non consentono di mantenerle all’aperto. Vanno posizionate in zone a mezz’ombra, evitando il sole diretto, cercando di garantire un ambiente umido, che consenta alle gemme di sviluppare. La Camelia è inoltre una pianta che vuole un terreno acido, sciolto e molto ricco di  sostanza organica. I fiori sono rossi, rosa o bianchi e le corolle ricordano quelle di una rosa un po’ appiattita.

Margherita

Anche le margherite sono fiori tipici di questo periodo primaverile. Di una bellezza classica e delicata, possono essere coltivate in giardino, nelle zone a temperatura mite, o in vaso nelle zone più fredde. Le margherite amano il sole: vanno quindi coltivate in balconi molto luminosi. Effettuate l’operazione di semina a fine febbraio-metà marzo: mettete in fondo al vaso dell’argilla e coprite con il terriccio. Spargete i semi e ricopriteli con uno strato sottile di terreno, poi, create coprite con un velo di pacciamatura. Necessitano di annaffiature regolari, preferibilmente con acqua piovana.

Petunia

La petunia è una pianta molto versatile: adatta sia a giardini, che a balconi e vasi. I fiori presentano tutta la gamma dei colori, dal bianco al rosa, dal viola al blu. È una pianta che può essere seminata in primavera e deve essere sistemata in una posizione abbastanza soleggiata. Fiorisce da maggio a ottobre, e proprio per la durata della sua rigogliosa fioritura la petunia è molto diffusa e apprezzata. Per poter crescere meglio, è necessario un terreno ricco di materia organica, fresco e profondo. La petunia è un fiore esigente per quanto riguarda le annaffiature, può sopportare alcune ore di siccità, ma tende ad appassire rapidamente in caso di carenza prolungata di acqua. Attenzione a dove metterla: è una pianta molto fragile.

Dalia

Esistono diverse varietà di dalia, piante più o meno alte, dai fiori semplici, come le margherite, o a due o più strati. La dalia è una pianta tuberose, che può essere coltivata per seme, verso la fine dell’inverno. Ha bisogno di molto sole per poter crescere bene ed è necessario evitare l’ombra completa. Si pianta tranquillamente in vaso. All’inizio, la dalia non ha bisogno di molta acqua, visto che in genere la primavera è abbastanza piovosa. In caso di siccità, però, il terreno devo essere inumidito, per favorire lo sviluppo dei germogli. Innaffiate solo quando il terreno è asciutto.

Fonte

Fonte

(Foto in evidenza: bi_plus_one; Foto interna: Thomas Tolkien)

Tratto: ambientebio.it

La lattina d’alluminio diventa una cassa fai da te

Basta davvero poco a trasformare una semplice lattina per bevande in un altoparlante che amplifica il suono di lettori mp3, smartphone o tablet381046

Siete ad una festa e manca la musica ad alto volume perché le casse si sono rotte e non sapete come amplificare l’mp3, lo smartphone o il tablet? La soluzione è a portata di mano: basta usare delle semplici lattine d’alluminio come altoparlanti. Il procedimento è davvero facile e dura pochi minuti. Bisogna solo aspettare che gli invitati facciano fuori le prime bibite per avere una lattina vuota a disposizione. Dopo di che occorre procurarsi un chiodo, un martello e del mastro adesivo. Primo passo: fate dei buchi sul fondo della lattina, usando chiodo e martello. Cercate di fare attenzione, perché i buchi devono essere centrali. Secondo passo: nel foro per bere inserite gli auricolari e con il nastro adesivo fissateli bene. Questo vi permetterà di non compromettere il funzionamento dell’altoparlante se vi muovete o andate in giro da un ambiente all’altro. Terzo passo: accendete il lettore MP3 o fate partire la musica dal vostro cellulare alzando il volume e prestando attenzione ai toni, così farete in modo che il suono esca nitido. La creatività fa bene sia al portafoglio che all’ambiente. Cosa aspettate? Provateci!

 

fonte: ecodallecitta.it

Il detersivo ecologico fatto in casa

Bicarbonato-di-sodio

Tutti sappiamo benissimo che le sostanze chimiche alla base dei detersivi o degli ammorbidenti che utilizziamo abitualmente sono tra le peggiori sostanze inquinanti per l’ambiente. Gli annunci pubblicitari alla televisione ci illudono con prodotti miracolosi, contraddistinti da meravigliose fragranze e soprattutto efficaci contro le macchie. Esiste un’alternativa altrettanto efficace, ma meno inquinante? Certo che sì! Continuate a leggere questo articolo per saperne di più!

I vantaggi di preparare a casa un detersivo ecologico Detersivo-ecologico

 

Non si tratta solo di trovare un’alternativa un po’ più economica e non vi stiamo nemmeno suggerendo di adottare uno stile di vita hippy, quello di cui stiamo parlando è di circondarvi di prodotti più salutari che non siano pericolosi per la vostra salute. Tenete presente che i saponi e i detersivi che trovate in commercio impregnano gli indumenti di sostanze nocive, gli stessi indumenti che poi vengono a contatto con la nostra pelle o quella dei nostri figli. A lungo andare, queste quantità di elementi chimici possono provocare una serie di malattie che ignoriamo perché non ne siamo consapevoli. Utilizzando, invece, dei detersivi naturali, potremo prenderci cura non solo del pianeta e dell’ambiente che ci circonda, ma anche della nostra salute. Il detersivo di cui vi parleremo in questo articolo è biodegradabile al 100%, pulisce a fondo il bucato e lo rende morbido. L’unica differenza rispetto ai normali detersivi è che quando rimuovete il bucato dalla lavatrice, non sentirete il caratteristico profumo. Ad ogni modo, è più naturale e più sano, non preoccupatevi!

Come preparare il vostro detersivo ecologico?Detersivo-ecologico2

Di cosa avete bisogno?

  • Una grattugia o un robot da cucina
  • Una bilancia di precisione per poter pesare gli ingredienti
  • 75 grammi di saponenaturale (quello di Marsiglia, ad esempio, è molto indicato)
  • 1 bicchiere di bicarbonato di sodio
  • 1,5 litri di acqua
  • Un recipiente grande oppure un flacone da 2 litri per conservare il vostro detersivo fatto in casa
  • 20 gocce di olio essenziale, quello che volete o che più vi piace, da aggiungere al detersivo per conferirgli una lieve profumazione, ad esempio l’olio essenziale di lavanda, di rosa mosqueta, etc.

Come potete preparare il vostro detersivo?

  • Non preoccupatevi, non impiegherete più di 15 minuti per prepararlo. La prima cosa da fare è grattugiare il sapone naturale. Se lo fate a mano, ovviamente ci metterete più tempo, quindi vi consigliamo di usare il robot da cucina, anche per evitare di farvi male alle mani.
  • Una volta grattugiato il sapone, il passo successivo è metterlo nel recipiente che avete scelto di utilizzare. Successivamente, dovrete aggiungere anche il bicchiere di bicarbonato di sodio.
  • A questo punto dovete riscaldare il litro e mezzo di acqua fino a quando non avrà raggiunto il bollore. Fate attenzione a non bruciarvi quando la verserete nel recipiente o nel flacone che avete scelto.
  • Versate l’acquaun poco per volta e agitate il flacone di tanto in tanto per far sì che tutti gli ingredienti si mescolino per bene. Una volta finito, aggiungete le 20 gocce di olio essenziale. Il vostro detersivo avrà una gradevole profumazione, oltre ad essere un prodotto completamente ecologico e naturale. Che ci crediate o meno, il vostro detersivo è pronto! Non dovete fare altro che usarlo!
  • Dopo una settimana potrete notare un cambiamento nella consistenza del detersivo, ma non vi preoccupate, il suo potere pulente non è cambiato e potrete utilizzarlo fino a quando non lo avrete finito. La quantità di detersivo da mettere in lavatrice è la stessa dei normali detersivi industriali. Fin dai primi lavaggi vedrete ottimi risultati!

Fonte:  viverepiusani.com/

Germogliatore: come usarlo e altri consigli pratici

Coltivare i germogli in casa è semplice, divertente e… salutare! Possiamo coltivare germogli di trifoglio, di soia, di rucolafagioli azuki, mung e tanto altro ancora: è un fai-da-te che non richiede perizia alcuna, non ruba spazio e poi i germogli sono tutti alimenti estremamente pregiati dal punto di vista nutritivo, avendo un notevole contenuto vitaminico e di sali minerali. Altra cosa, i semi costano davvero poco, per cui è anche un modo economico di fare il pieno di salutari vitamine.germogli-trifoglio-400x250

Germogliatore, si o no? Rispondiamo a questa domanda innanzitutto? E’ davvero necessario il germogliatore, ossia quel contenitore in plastica o terracotta, dove riponiamo i semi da fare germogliare? Per quella che è le mia esperienza, il germogliatore è utile per ottimizzare gli spazi, la resa in termini di germogli e semplificare il procedimento complessivo. Ma non è indispensabile. In rete troverete anche altri procedimenti di germogliazione casalinga, come il metodo dei vasetti o il piatto con garza, ma personalmente, specie per chi è alle prime armi e non ha troppo tempo, ritengo che il germogliatore non sia una cattiva idea. L’altra cosa di cui abbiamo bisogno naturalmente sono i semi da germogliare: rigorosamente bio, costano anche davvero poco. Una volta muniti di germogli (nel nostro caso, oggi documentiamo l’ultima germogliata di trifoglio), possiamo cominciare la nostra avventura. Dopo avere tenuto a bagno in acqua i germogli per una notte, la mattina successiva li disponiamo sul germogliatore, che deve essere situato in un luogo luminoso, ma non esposto direttamente ai raggi del sole. Un mobile o un davanzale andranno benissimo: in quest’ultimo caso, fate però attenzione di non avere un calorifero sotto

Giorno della posa: i germogli di trifoglio non hanno bisogno di tantissima acqua: basterà mantenerli umidi. Nel mio caso, qualche spruzzata di acqua con uno spruzzino la sera del primo giorno è più che sufficiente.
Attenzione a non mettere troppa acqua durante la germogliazione, c’è sempre il rischio di ammuffire i germogli. Il secondo giorno, vedrete più chiaramente che i semi si sono spaccati e stanno cominciando a germogliare. Aumentate leggermente le dosi di acqua (circa una tazzina di caffè la mattina e una la sera) e scolate l’acqua che si accumula nella vaschetta inferiore: non buttatela via, è ricca di sali minerali e di vitamine, potete sempre usarla per innaffiare le piante.

 

Provate a fare anche voi i germogli di soia con i germogliatori e i relativi kit di semi che potete acquistare qui:

 

Germogliatore Geo in Plastica - Geo Plus

Voto medio su 75 recensioni: Da non perdere

€ 24.5

Sacchetto Germogliatore - Sprout Bag

Voto medio su 12 recensioni: Da non perdere

€ 9.9001

Geograss Kit per Erba di Grano - Orzo
€ 17.5

 

Il terzo giorno il colore dominante comincia a diventare il verde: i germogli di trifoglio sembrano crescere a vista d’occhio. Noterete come i germogli sul ripiano superiore – più esposti alla luce – crescono più in fretta. Ci basterà invertire la posizione dei vari ripiani per mantenerli alla pari nella crescita. Altra cosa, se germogliate nei mesi caldi, potrà capitare di vedere degli insetti aggirarsi “minacciosamente” attorno ai vostri germogli. Potrete proteggere i germogli con una garzetta che allontanerà gli insetti, ma che non ne impedirà la crescita.

Il quarto giorno i germogli vi sembreranno quasi pronti, ma pazientate ancora un attimo, raramente sono pronti già al quarto giorno. Il quinto giorno i nostri germogli di trifoglio sono prontisi consumano crudi, in modo da potere beneficiare di tutte le loro proprietà nutritive. Su insalate, ma anche su una bruschetta, una fetta di pane imburrata, in una minestra o anche tranquillamente da soli, leggermente conditi come una comune insalata.

SEGUI TUTTE LE FASI CON LA GALLERY:day-0

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Si possono conservare altri 4/5 giorni dopo la raccolta in frigorifero (ma non congelare), anche perché – a differenza della verdura che comincia a perdere proprietà nutritive dopo la raccolta – i germogli mantengono intatte le loro proprietà anche fuori dal germogliatore. Una cosa importante: non lasciateli nel germogliatore dopo il quinto giorno, anche se cresceranno ancora. Di fatto una crescita eccessiva comporterà una perdita di sostanze nutritive e li renderà poco commestibili.

Fonte: tuttogreen.it

Scrub per il corpo fai da te

Prepararli in casa permette di risparmiare e allo stesso tempo usare semplici ingredienti che troviamo in dispensa di Romina Rossi

Se la vostra pelle appare spenta, inspessita, opaca e invecchiata potreste aver accumulato cellule morte e altre impurità che si depositano all’interno dei pori e trasformano la pelle rendendola brutta. Soprattutto con l’arrivo dell’inverno, quando il corpo viene coperto per gran parte del giorno per ripararsi dal freddo, è più facile che la pelle accumuli delle impurità. In questi casi l’esfoliazione – o scrub – aiuta a rimuovere gli strati morti e a ridare vigore, bellezza e freschezza alla pelle, che in poco tempo ritorna così luminosa, liscia e bella.scrub1

L’esfoliazione – o scrub – aiuta a rimuovere gli strati morti e a ridare vigore, bellezza e freschezza alla pelle, che in poco tempo ritorna così luminosa, liscia e bella

Lo scrub infatti contiene un ingrediente esfoliante (composto da granuli) e uno liquido o fluido (come l’olio): insieme “grattano” via le cellule morte e allo stesso tempo levigano la pelle rendendola più morbida. In commercio ci sono molti prodotti per fare lo scrub, ma volendo, possiamo comodamente prepararlo in casa, usando semplici ingredienti, che si possono trovare più o meno in qualsiasi dispensa. Possiamo farne per tutti i gusti e con ingredienti nuovi di volta in volta, con poca spesa e poca fatica, e possiamo scegliere di farli più o meno delicati a seconda del tipo di pelle. Per non seccare eccessivamente la pelle, lo scrub andrebbe fatto una volta ogni 1 o 2 settimane, chi ha la pelle secca dovrebbe invece limitarsi a 1 o 2 volte al mese. Dopo lo scrub è bene applicare una crema idratante. Di seguito trovate qualche ricetta per preparare scrub casalinghi. Una volta fatto, il procedimento è sempre lo stesso: si applica lo scrub sulla pelle umida, si massaggia con piccoli movimenti circolari e si risciacqua sotto la doccia.

Scrub al sale marino

Ingredienti

Una tazza di sale marino macinato fine. Mezza tazza di olio di mandorle, mescolate bene il sale marino e l’olio. Potete applicarlo con le mani su tutto il corpo.

Scrub al caffè

Ingredienti

Una tazza di caffè macinato fine. . Mezza tazza di yogurt fresco.  Mescolate insieme il caffè con lo yogurt e massaggiatelo sul corpo. Grazie alla presenza dello yogurt subito dopo la pelle appare già più morbida ed elastica.

 

Lo scrub contiene un ingrediente esfoliante (composto da granuli) e uno liquido o fluido (come  l’olio): insieme “grattano” via le cellule morte e allo stesso tempo levigano la pelle rendendola più morbidascrub2

Scrub al caffè per combattere la cellulite

Ingredienti

500 g di caffè

100 g di sale grosso o zucchero di canna

30 g di olio di mandorla

Mescolate tutti gli ingredienti e passate sulle zone più colpite dalla cellulite.

Scrub alle noci e miele

Ingredienti

2 cucchiaini di miele

Una tazza di zucchero

Olio di oliva q.b.

Mescolate il miele allo zucchero e aggiungete tanto olio d’oliva quanto basta per far assumere al preparato una consistenza morbida ma non troppo liquida.

Fonti:_http://www.inerboristeria.com/

scrub-corpo.html; http://www.pianetadonna.

it/bellezza/corpo/ricette-scrub-esfoliante-fai-da-te-in-casa.html#/bestof_massaggio_corpo_viso_1; http://www.benessereblog.it/post/24919/le-5-ricette-per-scrubcorpo-fai-da-te-con-ingredienti-naturali

tratto: viviconsapevole.it

Detersivi fai da te: la lisciva di cenere, biodegradabile e a costo zero

Come recuperare la cenere e farla diventare un detergente a costo zero e totalmente biodegradabile,ottimo per le pulizie di casa.lisciva-di-cenere-640x423

Fare detersivi fai da te è un ottimo modo per non sprecare denaro e soprattutto detergere oggetti, abiti e anche la nostra pelle con qualcosa di naturale e non dannoso per l’ambiente e gli esseri umani. Grazie a Stefania Rossini, una delle nostre esperta di Family – Management, vediamo come farci in casa la famosa lisciva. Tutte le ricette possono essere trovate nel suo libro  “Come vivere con cinque euro al giorno”.

LISCIVA DI CENERE: COME PROCURARSELA.

Anche la cenere di legna (mi raccomando non di pallet), si può riutilizzare. Non tutti abbiamo una bella stufa in casa oppure un camino ma di pizzerie in giro ce ne sono tantissime: saranno ben felici di regalarvene un po’ tanto loro la butteranno sicuramente via.

COME FARE UN DETERSIVO CON LA LISCIVA DI CENERE. 

Prima di tutto setacciare con un setaccio dalle maglie non troppo fini (quello che utilizzate in cucina va bene, purchè poi lo laviate benissimo),e setacciata per bene. Prendete una bella pentola capiente, un bicchiere normale e mettete in proporzione per ogni bicchiere di cenere 5 bicchieri di acqua. Arrivati alla dose che volete ottenere, mischiate bene bene il composto e fate bollire a fuoco vivace, continuando a mescolare. Portato tutto a bollore, abbassate la fiamma e lasciate sobbollire per 2 ore, continuando a mescolare perché il fondo tende ad attaccarsi. Spegnete la fiamma, coprite con un coperchio e lasciate cosi per 24 ore. Il giorno dopo la cenere si sarà depositata tutta sul fondo della pentola: preparate un’altra pentola oppure un catino abbastanza capiente, mettete un colino e un asciugamano sopra la pentola o il catino e scolate la lisciva ottenuta. Lasciate cosi per qualche ora, poi togliete il colino e lasciate il liquido riposare per altre 24 ore circa. Ripetete l’operazione 4 volte, finché il liquido non sarà limpido. Per esperienza è impossibile ottenere un liquido limpidissimo però dopo 4 volte che l’avrete filtrata la lisciva sarà pronta per essere utilizzata. Il prodotto ha scadenza di circa un anno, quindi la potete fare una volta per non pensarci più per mesi. Di solito io la lisciva la metto in bottigliette di plastica recuperate e riciclate con una bella etichetta con scritto lisciva di cenere onde evitare pericoli.

UTILIZZO DELLA LISCIVA:

  • per il bucato a mano: aggiungere 50 ml insieme al solito detersivo del bucato
  • per il bucato in lavatrice: 80 ml per ogni lavaggio
  • per pavimenti: aggiungere 50 ml nell’acqua del secchio
  • per tutte le superficie lavabili, sconsigliato su legno e marmo, ma io sinceramente la utilizzo ovunque e non mi è mai accaduto nulla: riempite uno spruzzino di lisciva e a piacere ma facoltativi olii essenziali di limone tee tree qualche goccia, spruzzare sulla parte da pulire ,mi raccomando però utilizzatene poca perché davvero ha un ottimo potere pulente.

Fonte: nonsprecare.it

Come far crescere un alberello di avocado a partire dal nocciolo

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Una delle piante più semplici da fra crescere da un seme è l‘avocado. Sembrerà strano ma da soli o con i bambini, in poco più di 2 mesi avrete una bella esperienza di come sbocci la vita a partire da un semplice grosso nocciolo. E senza fare troppa fatica o avere il pollice verde… Ecco qui una breve guida composta da pochi semplici passi, per far crescere una pianta di avocado a partire dal suo seme.

1. Rimuovi e pulisci delicatamente il seme. Fai in modo di non lavar via la sottile pellicina marrone che lo avvolge ma soltanto i residui di polpa.

2. È importante prestare attenzione alla parte del seme più appuntita, perché sarà quella da cui le radici cresceranno.

3. Posiziona 3 stuzzicadenti, con un leggero angolo di 45° gradi, lungo tutta la circonferenza del seme. Gli stuzzicadenti fungono da supporto, ti serviranno per tenere il seme a galla sul bordo di un bicchiere mentre la parte piatta del seme rimarrà immersa nell’acqua.

4. Posiziona il bicchiere presso un davanzale soleggiato e ricorda di cambiare l’acqua almeno una volta alla settimana, per evitare il proliferare di funghi e batteri. Scegli un bicchiere trasparente, così potrai vedere le radici del tuo avocado crescere!

5. Quando all’interno del seme inizieranno a formarsi delle crepe e la pellicina marrone inizierà a cadere, nella parte inferiore spunteranno le prime radici. Assicurati che non rimangano mai all’asciutto: quella dell’avocado è una pianta delicata, morirebbe nel giro di pochissimo. Sii paziente, ci vorranno circa 8 settimane!

6.  Quando la tua piantina sarà arrivata a misurare all’incirca 15-20 centimetri, spuntala (7 centimetri saranno sufficienti) per incoraggiarne l’ulteriore crescita. Arrivata nuovamente a 15-20 centimetri, piantala in un vaso di 20-25 centimetri in un terriccio ricco di humus. Assicurati che la parte superiore del seme rimanga esposta all’aria, poi posiziona il vaso nella parte della casa più esposta al sole. È una pianta tropicale, perciò più sole riceve, meglio è.

7. Tieni il terriccio della tua pianta sempre ben inumidito.

8. Una volta arrivata a 30 cm circa, la tua piantina è pronta per essere potata. Taglia via le prime foglie in cima cosicché diventi più folta, e rifallo non appena cresce di ulteriori 15 centimetri.

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Se la pianta è soggetta ad afidi niente paura: liberati degli insetti sciaquando delicatamente le foglie sotto l’acqua corrente, poi spruzza la piantina con una mistura d’acqua, una punta di detersivo per i piatti e un cucchiaino di olio di Neem, un sempreverde tipico dell’India. Perfetta fuori dal tuo balcone in estate, la piantina di avocado necessita di un ambiente più caldo in autunno-inverno, prima che le temperature inizino a scendere sotto i 7 °.

Così è facile avere il pollice verde!

Fonte: tuttogreen.it

Sandwichbike: la bici in legno per gli amanti del fai-da-te

Dall’Olanda un’innovativa bicicletta che può stare in una valigia e si monta in mezz’orashop_sandwichbike_side_1024x1024-586x385

Si chiama Sandwichbike l’innovativa bicicletta in legno totalmente assemblabile che vi arriverà a casa sotto forma di pacco. Un’occasione di regalo per il Natale? Pare proprio di sì visto che il suo inventore Basten Leijh della Bleijh Industrial Design e la Pedalfactory che la produce hanno deciso di uscire sul mercato europeo il 1° dicembre, in piena bagarre da shopping natalizio. Il designer olandese si è ispirato al concetto di imballaggio e montaggio domestico tipico dei mobili Ikea e ha sviluppato un nuovo concetto di bicicletta, in cui il telaio e la forcella sono costituiti da pannelli di compensato di faggio assemblati con cilindri in alluminio fresati. Nel kit c’è tutto, dal manubrio alla catena, dai pedali al “padellone”. Il design del telaio è visivamente attraente e il kit può stare facilmente dentro una valigia. Il montaggio della bicicletta può essere effettuato in circa mezz’ora, un’ora al massimo per chi ha meno dimestichezza con il fai-da-te. All’interno del kit (e anche in questo caso la filosofia è simile a quella dell’Ikea) sono presenti tutti gli attrezzi per il montaggio. A partire dal gennaio 2014 il prodotto verrà venduto in tutto il mondo. Il costo della Sandwichbike è contenuto: 799 euro. La Sandwich box misura 94 cm x 70 cm x 24 cm, mentre la bicicletta montata misura 175 cm x 62 cm x 95 cm. La bicicletta può essere ordinata attraverso lo shop del sito di Sandwichbike e arriverà a casa con spedizione postale. Hai voluto la bicicletta? E allora montala e pedala!sandwichbike-facts-figures-1-586x395

Fonte:  Sandwichbikes