L’Alveare che dice Sì a Fa’ la cosa giusta: la spesa contadina sbarca in città

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“Fa’ la spesa giusta”: con questo motto L’Alveare che dice Sì!, la startup che ha creato un nuovo modo per fare la spesa online dai piccoli produttori locali, torna Fa’ la Cosa Giusta, dal 23 al 25 marzo a FieraMilanoCity. La startup che unisce produttori e consumatori nel segno di una spesa sostenibile, etica e a Km0 conta oggi più di 160 Alveari in tutta Italia, di cui 16 solo a Milano. Per la prima volta saranno presenti insieme al team della startup anche alcuni produttori della rete, che racconteranno il loro lavoro e faranno assaggiare ai visitatori della fiera i loro prodotti locali, freschi e genuini.

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I prodotti buoni e sani della campagna arrivano in città con L’Alveare che dice Sì, la startup che ha creato un nuovo modo per vendere e comprare i prodotti locali utilizzando il web. In occasione di Fa’ la Cosa Giusta, la più grande fiera degli stili di vita sostenibili che si svolgerà dal 23 al 25 marzo a FieraMilanoCity, la startup sarà presente insieme ad alcuni dei suoi produttori, per far assaggiare ai visitatori della fiera la bontà dei prodotti contadini. In una parte dello spazio sarà infatti ricreato un piccolo mercato di filiera corta, dove gli agricoltori faranno assaggiare e venderanno cibi sani e freschi. Contemporaneamente il team della startup racconterà a tutti gli interessati come poter fare parte della rete degli Alveari, come Gestori o semplicemente come fare la spesa.

I produttori dell’Alveare a Fa’ la Cosa Giusta

L’Alveare che dice Sì! porterà a FieraMilanoCity la spesa contadina. “La startup è nata proprio con l’obiettivo di unire produttori e consumatori nel segno di una spesa sostenibile e a filiera corta. Lo facciamo utilizzando la tecnologia, come la piattaforma online e l’app per smartphone, ma la nostra crescita si basa sulla qualità del lavoro dei nostri produttori locali, gli stessi che quest’anno abbiamo deciso di portare con noi, per farli uscire dai luoghi consueti delle distribuzioni e far conoscere i loro prodotti a un pubblico più ampio”, spiega Eugenio Sapora, CEO e founder de L’Alveare che dice Sì!

Saranno presenti quattro produttori: Cascina Danesa, che a Bibiana (TO) produce succhi e trasformati di frutta e prodotti a base di canapa; Amorland, Azienda Innovativa di Agricoltura Eroica di Montagna che ad Arnad (AO) ha l’allevamento di suini più alto d’Europa, e che porterà in fiera salumi e affettati di altissimo pregio; l’Azienda Agricola Bordonazza, di Ossago Lodigiano (LO), che porterà i suoi formaggi di malga prodotti secondo l’antica tradizione della transumanza, e Il Pirata della piada che a Rosate (MI) produce piadine, tigelle e cassoni tradizionali e non, senza conservanti, lieviti e grassi animali. In Fiera, il team dell’Alveare spiegherà il funzionamento della piattaforma a tutti i curiosi: attraverso il portale http://www.alvearechedicesi.it i produttori locali presenti nel raggio di 250 km possono unirsi in un Alveare e mettere in vendita online i loro prodotti; dall’altra parte, chiunque può iscriversi all’Alveare più vicino e fare la spesa online. L’incontro tra agricoltori e consumatori avviene settimanalmente nel giorno della distribuzione dei prodotti organizzata dal Gestore dell’Alveare, cioè colui che tiene il contatto con gli agricoltori.

Le coordinate dello stand: Pad. 3 – Area “Parla come mangi” stand VD21

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Crescono gli Alveari in Italia: Lombardia regione più virtuosa

Sono 161 gli Alveari nati su tutto il territorio italiano in soli 2 anni. La regione più virtuosa e più attenta alla valorizzazione dei prodotti a Km0 si conferma la Lombardia, dove sono presenti ben 50 Alveari, di cui 16 a Milano, con 325 produttori coinvolti e quasi 25.000 iscritti al portale. A Fa’ la Cosa Giusta saranno presenti proprio alcuni Gestori degli Alveari di Milano, che racconteranno la loro esperienza diretta e spiegheranno le possibilità offerte dall’iniziativa.

“Il Gestore ha un ruolo fondamentale all’interno de L’Alveare che dice Sì!”, sottolinea Sapora. “Ha infatti da una parte il compito di tenere il contatto con i produttori e di reperire il luogo fisico per riunirsi in occasione delle distribuzioni, dall’altro di divulgare il progetto, coinvolgendo la comunità locale a formare un vero e proprio gruppo di acquisto 2.0”.

Alveare e Gig Economy

In questo modo, oltre a promuovere il buon cibo, L’Alveare che dice Sì! offre una valida opportunità all’interno della Gig Economy, la cosiddetta ‘economia del lavoretto’, conseguenza diretta della Sharing Economy, permettendo a giovani studenti, pensionati, casalinghe, disoccupati ma anche a qualsiasi appassionato di cibo di reinventarsi e di inserirsi nel mondo del lavoro con un’occupazione part-time, come quella di gestore. Un’occupazione che diventa sempre più appetibile, anche economicamente, come dimostra la storia di Ileana Iaccarino, prima gestrice che con due Gruppi di Acquisto a Milano (via Losanna e quartiere Isola) riesce a “vivere di Alveare” con un vero e proprio stipendio. “Il gestore di un Alveare diventa un vero e proprio punto di riferimento per la propria comunità e per i produttori che se credono davvero nel progetto lo sposano fino in fondo, dando fiducia al gestore stesso”, spiega Ileana. “Ci vuole impegno e passione, ma si ottengono risultati bellissimi anche in termini di condivisione e sinergia”.

Per ulteriori informazioni:

Simona Cannataro

Responsabile Comunicazione – L’Alveare che dice Sì

simona@alvearechedicesi.it

349 866 77 21

http://www.alvearechedicesi.it

Fa’ la cosa giusta! torna a Fieramilanocity dal 13 al 15 marzo 2015

Il più importante appuntamento nazionale sul consumo critico e sugli stili di vita sostenibili torna nella consueta sede di Fieramilanocity. La dodicesima edizione di Fa’ la cosa giusta! il più importante appuntamento nazionale sul consumo critico e sugli stili di vita sostenibili aprirà venerdì 13 marzo alle ore 9, per chiudere alle 20 di domenica 15 marzo. Come da tradizione, l’evento si terrà nei padiglioni di Fieramilanocity. La ricetta è quella di sempre, un evento di confronto sui temi delle buone pratiche con stand, botteghe artigiane, laboratori, spazi verdi, ristoranti, spettacoli e incontri suddivisi in 13 sezioni tematiche: Mangia come parli, Vegan, Pianeta dei piccoli, Mobilità sostenibile, Turismo consapevole e percorsi, Critical fashion, Abitare green, Editoria e prodotti culturali, Pace e partecipazione, Commercio equo e solidale, Cosmesi naturale e biologica, Economia carceraria, Servizi per la sostenibilità. A queste macrosezioni si aggiungono 8 spazi speciali: Green maker (design, stampanti 3D e tool per la creatività), La via dei teatri, Volevamo la pace (che cercherà di raccontare le guerre dimenticate), Territori resistenti, Scuole in fiera, Street food, Pulci pettinate, Fa’ la cosa giusta! Umbria. Come sempre un ruolo centrale lo avrà l’alimentazione con una sezione sullo street food e tanti laboratori dalla cucina al buio a quella crudista, dalla preparazione di toccasana come il siero di kefir a quella del pane e della pizza con la pasta madre. Nell’eterogeneo programma della manifestazione ci saranno anche worshop dedicati al giardinaggio, laboratori per trasformare gli abiti che non utilizziamo più, incontri per i genitori alle prese con i piccoli nativi digitali. Per le aspiranti mamme ci sarà invece un appuntamento ad hoc dedicato all’alimentazione pre-concezionale, pensata per apportare tutti i nutrienti necessari per una gravidanza in piena salute. Bambini e ragazzi potranno sperimentare nuove attività anche all’interno dei laboratori creativi, in cui, ad esempio, imparare a trasformare il latte in formaggio e a impastare e stendere la pasta fresca all’interno di giocosi laboratori organizzati da Slowfoodkids oppure imparare a muoversi in bicicletta in sicurezza, rispettando i cartelli stradali, grazie al gioco didattico in movimento a cura di Fiab Milano Ciclobby e MyFootBike nella mini pista ciclabile della fiera.

Fa’ la cosa giusta!: dove, quando e quanto costa

Fa’ la cosa giusta! si svolgerà da venerdì 13 marzo a domenica 15 marzo 2015 a Fieramilanocity, in viale Scarampo, con ingresso al Gate 8. La fermata della Metropolitana 1 più vicina è Lotto Fiera.

I giorni e gli orari di apertura sono i seguenti:

Venerdì 13 marzo: ore 9 – 21

Sabato 14 marzo: ore 9 – 22

Domenica 15 marzo: ore 10 – 20

L’ingresso con catalogo costa 7 euro. Per i minori di 14 anni l’ingresso è gratuito. Se si acquista una copia dell’edizione speciale de Il nemico. Una favola contro la guerra di Serge Bloch e Davide Calì, in vendita all’entrata a 10 euro, si ha diritto all’accesso in fiera per due giorni. Il libro e il catalogo sono acquistabili online. Libro e catalogo sono anche acquistabili online. La app di Fa’ la cosa giusta! contiene l’elenco completo e aggiornato degli espositori e l’intero programma culturale di Fa’ la cosa giusta! 2015. Scaricabile gratuitamente da App Store e Play Store.fa-la-cosa-giusta-Alessia-Gatta_low-586x390

Fonte:  Fa’ la cosa giusta!

© Foto Getty Images

Fa’ la cosa giusta 2014: ristorazione sostenibile e lotta agli sprechi

A Fa’ la cosa giusta si è parlato di ristorazione sostenibile e lotta agli sprechi di cibo. La base sono le scuole, dove sensibilizzazione e buone pratiche possono fare la differenza. Qui i dati.Ristorazione_sostenibile_slide-620x474

Ran autrice di Pinkblog ha partecipato a fa la costa giusta! 2014. Ecco il suo contributo per i lettori di ecoblog.it. Quando si parla di ristorazione sostenibile il primo pensiero che ci sfiora è che si tratti di un qualcosa che parte dagli addetti ai lavori per poi arrivare all’utente finale. In verità, chi ha analizzato la questione da vicino e ha condiviso gli esiti del lavoro di ricerca in seno all’incontro sulla lotta agli sprechi a Fa’ la cosa giusta 2014, ha messo in tavola carte differenti, dimostrando come siano i cittadini di fatto a veicolare il mercato alimentare e di conseguenza anche le scelte etiche. Non è un caso che Milano Ristorazione, S.p.a. di proprietà del comune di Milano, che si occupa della gestione del servizio di refezione per asili e scuole del territorio e la preparazione dei pasti per case di riposo, cpt e istituti privati convenzionati, sia intervenuta all’evento, relazionando per bocca della sua Presidente Gabriella Iacono, i progetti comunali atti a promuovere la cultura del cibo senza sprechi. Ed è proprio dalle scuole che si è partiti, dove i pasti erogati sono stati spesso accompagnati da iniziative di sensibilizzazione dei bambini sull’importanza dell’alimentazione sostenibile. In più i menù sono stati resi più appetibili senza contravvenire agli standard nutrizionali previsti dal Ministero della Salute. Obiettivo: aumentare la percentuale di gradimento del cibo riducendo gli avanzi e avvicinare le famiglie al concetto di sostenibilità alimentare.

L’economia circolare e il commercio equo

Affinché gli sprechi vengano effettivamente ridotti e la ristorazione collettiva e individuale diventi più sensibile alle tematiche ambientali, le strade sono poi di fatto quelle che tutti conosciamo. Ad esempio la scelta di stoviglie in materiali riciclabili, l’acquisto di prodotti a Km0, il recupero degli alimenti non serviti da donare alle strutture caritative, la creazione di centrali di compostaggio per trasformare i rifiuti organici in biometano. Per arrivare a risultati ottimali è ovviamente necessario che ci si basi su un concetto di “economia circolare” che coinvolga istituzioni, cittadini, commercianti e ristoratori. Ovviamente la richiesta deve provenire dal basso, in quanto l’agenda pubblica lavora sulle pressioni da parte dell’elettorato attivo. Perciò la questione della sostenibilità alimentare esige senza dubbio sistemi di governance nuovi. In più, come sostiene Paolo Pastore di Fairtrade, è necessario non dimenticare l’importanza del commercio equo che mette sulle nostre tavole prodotti di qualità elevata per la cui lavorazione ogni agricoltore è stato pagato il giusto. L’equità dei prezzi di frutta, cereali e caffè si pone alla base di un circolo virtuoso che parte dal rispetto delle persone, passa per il rispetto della terra e si traduce in rispetto per la salute. Fairtrade, per evitare i ben noti disguidi sul commercio equo che, come Pastore afferma, spesso è ritenuto una forma di beneficenza, ha in attivazione la campagna di sensibilizzazione “Buono davvero”, dedicata al caffè del marchio. Molti bar e strutture di ristorazione dal 7 al 13 aprile esporranno in vetrina una locandina di invito all’assaggio del caffè Fairtrade. Un modo efficace per convincere gli italiani, grandi amanti di questa bevanda, che i prodotti etici non sono solo “solidali” ma anche buoni e di qualità.

Fonte: ecoblog.it

Biciclette, in futuro più flotte aziendali per incentivare i pendolari

A Fa’ la cosa giusta 2014 sono stati presentati i dati sul livello di mobilità in bici delle città italiane: in futuro avremo meno auto aziendali e più flotte di bici per i pendolari?.Cicli_Aziendali_slide-620x429

Ran autrice di Pinkblog ha partecipato a fa la costa giusta! 2014. Ecco il suo contributo per i lettori di ecoblog.it.

Come sarebbe più pulita, meno caotica e più ordinata una città se al posto delle auto ci fossero più biciclette e più gente a piedi? Inutile dirlo, si vivrebbe molto meglio sia dal punto di vista della salute personale e collettiva, sia da quello del portafogli, con meno spese di gestione del proprio mezzo motorizzato. E proprio sull’uso della bici per gli spostamenti su circuito urbano si è concentrata una ricerca di Legambiente, Rete Mobilità Nuova e bikeitalia.it che hanno presentato a Fa’ la cosa giusta 2014 il dossier l’A-bici della mobilità. L’obiettivo era ricercare dati esaustivi sui livelli di mobilità e ciclabilità dei comuni d’Italia. Per farlo è stato somministrato un questionario a tutti i capoluoghi di provincia italiani in cui veniva richiesto di indicare il modal share del proprio territorio (ossia la scelta da parte dei cittadini del veicolo più usato per gli spostamenti), più le informazioni sulle ciclabili presenti, sulle isole ciclopedonali, sulle strade a velocità moderata e sulle zone a traffico limitato. L’analisi dei dati ha fornito un risvolto particolarmente interessante, cioè che la presenza di piste non era necessariamente sinonimo di ciclabilità. Questo perché molti comuni virtuosi dal punto di vista dei km offerti in percorsi ciclabili, poi di fatto non vantavano il giusto corrispettivo numerico di ciclisti. Causa: la mancanza di infrastrutture e servizi adeguati per incentivare il cittadino ad abbandonare l’auto e salire in sella. Il tipo di lavoro ipotizzato, per ottenere dei risultati validi in tal senso, va verso la collaborazione fra governo centrale e comuni, come è accaduto a Bilbao o in alcune città ungheresi negli ultimi anni. Qui i governi hanno investito in piste ciclabili e cicloposteggi, mentre i rispettivi comuni si sono prodigati per scoraggiare l’accesso delle auto nelle aree centrali, aumentando i prezzi delle soste e riducendo i parcheggi.

  Che fare in Italia? La proposta di legge

Per avvicinarsi alle best practices su citate o all’ideale delle metropoli del Nord Europa, per cui la mobilità su bici o mezzi pubblici è il pane quotidiano, l’associazione Rete Mobilità Nuova ha elaborato una proposta di legge appena depositata alla Camera dei Deputati italiana. Il focus è l’abbassamento del limite di velocità nei centri urbani da 50Km/h a 30Km/h. In questo modo le città sarebbero più sicure, meno rumorose, meno inquinate e anche meno trafficate, in quanto la maggiore lentezza sarebbe la leva per incentivare modalità di spostamento alternative all’auto privata. La proposta di legge introduce anche degli obiettivi vincolanti di modal share per i comuni con più di 50mila abitanti: entro 2 anni dall’approvazione della legge la quota massima degli spostamenti motorizzati individuali con mezzi privati all’interno del territorio comunale dovrà essere sotto al 50% degli spostamenti totali. A partire dal secondo anno e al termine di ognuno degli anni successivi si stabilirà un’ulteriore riduzione, introducendo un meccanismo di bonus-malus che premia i comuni virtuosi e penalizza gli inadempienti.

  Un buon esperimento di mobilità su bici: Cicli Aziendali

Sempre in seno alla fiera Fa’ la cosa giusta 2014, sono stati presentati i risultati di un progetto durato sei mesi dal nome Ibike2work, vincitore del bando 2012 per la Responsabilità Sociale d’Impresa della Regione Lombardia. Le attività connesse a tale progetto sono state denominate Cicli Aziendali e hanno riguardato una serie di programmi di incentivazione all’utilizzo della bici per gli spostamenti casa-lavoro. Il progetto è stato portato avanti seguendo due binari, uno per le alle aziende e l’altro per i rispettivi dipendenti. In poche parole le aziende si sono accollate l’onere dell’acquisto di una flotta aziendale ciclistica, con bici di ogni tipologia per soddisfare le esigenze individuali dei propri dipendenti, mentre a questi ultimi è stato anche messo a disposizione un portale web dove registrare il proprio profilo di ciclista. Da qui ogni utente ha potuto controllare i chilometri effettuati, con il conteggio delle calorie bruciate e la CO2 risparmiata per i propri spostamenti su bici anziché su mezzo motorizzato. In più, come in una sorta di programma a premi, alcuni esercizi commerciali hanno messo a disposizione dei piccoli sconti per gli utenti con un certo numero di miglia accumulate, in cambio di visibilità sul portale cicliaziendali.it. Il portale è stato congegnato per non trascurare neppure l’ambito social, permettendo un alto grado di interazione e confronto fra colleghi circa le proprie esperienze di mobilità. Il tutto accompagnato da comode aree news e tutorial vari relativi ad aspetti più pratici del muoversi in bici, come le modalità per cambiare correttamente una gomma bucata o l’abbigliamento più comodo per la pedalata in città. La casa editrice Terre di Mezzo, alla base dell’organizzazione della fiera Fa’ la cosa giusta, è stata fra le aziende “cavia” di questo esperimento e Fausto Trucillo, Digital Project Manager dell’azienda, ha commentato positivamente l’esperienza. Ciò che è stato notato nei sei mesi di progetto è che i dipendenti di Terre di Mezzo hanno migliorato la propria attività aziendale, si sono assentati di meno per malattia e hanno visto cambiare in positivo anche il proprio umore. In più l’esperienza è stata commisurata sulle varie esigenze di mobilità degli utenti, permettendo a ciascuno di scegliere il proprio mezzo:

È stato importante poter contare sul taglio delle biciclette, scegliendo i modelli più adatti alle esigenze del singolo dipendente.

E questo ha fatto sciogliere ogni riserva di adesione anche a chi proveniva da zone molto distanti dal luogo di lavoro: con la bici pieghevole i dipendenti più lontani hanno pedalato sicuri sulle strade urbane e poi hanno ridotto l’ingombro del mezzo a bordo di treni e altri mezzi pubblici.

Fonte: ecoblog.it