Ogm. Prima la contaminazione, poi le regole: la strategia delle multinazionali dell’agritech

Dagli Stati Uniti all’India, l’industria agritech degli ogm pare proprio attuare la politica del “prima contaminiamo poi si penserà ad una regolamentazione delle autorizzazioni”. “E’ evidente dunque come la contaminazione del nostro cibo sia una strategia deliberata dell’industria” spiega Colin Todhunter (1), giornalista investigativo che ha scritto per il Deccan Herald, il New Indian Express e l’inglese Morning Star.ogm_pericolo

Malgrado la maggioranza dei cittadini europei abbia espresso chiaramente la propria contrarietà agli ogm, la discussione viene distorta e gli interessi commerciali vengono fatti passare come “bene comune”, spiega con chiarezza Todhunter. “Monsanto e le altre società dell’agritech stanno anche facendo pressioni perché passi il TTIP, il trattato transatlantico che aprirebbe tutte le porte al profitto delle multinazionali. Le stesse società vogliono indebolire il quadro regolatorio pan-europeo cercando di ottenere modalità per poter imporre gli ogm nazione per nazione (2,3)”. Peraltro la contaminazione sta già avvenendo attraverso le importazioni dagli Usa con cibi ogm che finiscono sugli scaffali dei supermercati senza dire nulla in etichetta. E non solo vegetali o lavorati industriali, ma anche carne e derivati di animali nutriti con mangimi ogm. Per non parlare degli enzimi ogm che favoriscono la lunga conservazione, degli esaltatori di sapidità, dei micro-organismi ogm che aiutano la fermentazione… L’Efsa, European Food Safety Authority, ha concluso che gli organismi geneticamente modificati sono sicuri, ma ormai la diffidenza nei confronti dei membri dell’Efsa è diffusissima a causa dei documentati conflitti di interesse (4); stessa cosa vale per le commissioni scientifiche della UE (5). Cosa fare dunque? Innanzi tutto, se avete la possibilità, coltivate voi ciò che mangiate; non acquistate in supermarket che non garantiscono l’assenza di ogm; partecipate alla mobilitazione contro il TTIP. E’ certamente meglio che sedersi e attendere che altri combattano per noi.

1]  http://www.globalresearch.ca/genetically-engineered-poison-first-regulate-later-the-criminality-of-the-gmo-biotech-industry/5412810

2]  http://www.gmfreeze.org/actions/42/

3]  http://corporateeurope.org/food-and-agriculture/2014/05/biotech-lobbys-fingerprints-over-new-eu-proposal-allow-national-gmo

4]  http://corporateeurope.org/efsa/2013/10/unhappy-meal-european-food-safety-authoritys-independence-problem

5]  http://corporateeurope.org/sites/default/files/attachments/ceo_-_sanco_sc_conflicts_of_interest.pdf

Fonte: ilcambiamento.it

I neonicotinoidi non uccidono solo le api: pericolosi anche per gli esseri umani

Due insetticidi neonicotinoidi possono avere effetti dannosi anche sul sistema nervoso umano: a dirlo è la European Food Safety Authority (EFSA). Dunque, non sono pericolosi solo per le api.api

I neonicotinoidi incriminati sono l’acetamiprid and l’imidacloprid, che secondo i dati raccolti dall’Efsa risulterebbero neutorossici per l’uomo. Il panel di esperti che ha lavorato sulla questione ha anche sollecitato che vengano definiti criteri sulla base dei quali rendere obbligatori studi specifici per l’autorizzazione di queste sostanze, comprese strategie per valutare il potenziale neurotossico di tutti i neonicotinoidi. Il parere dell’Efsa era stato richiesto dalla Commissione Europea dopo una recente ricerca comparsa sulla rivista scientifica PlosOne che attestava proprio effetti sul sistema nervoso. Gli esperti Efsa hanno concluso che l’acetamiprid e l’imidacloprid possono avere effetti negativi sullo sviluppo dei neuroni e sulle strutture cerebrali danneggiando funzioni come l’apprendimento e la memoria. Il parere conclude affermando che gli attuali livelli di esposizione potrebbero non essere adeguati per garantire protezione e quindi dovrebbero essere ridotti; si sollecitano anche ulteriori studi. Per quanto riguarda le api la tossicità è ormai ampiamente dimostrata. L’Italia è stato il primo paese a sospendere l’impiego per la concia delle sementi con un divieto temporaneo, gli altri Paesi sono andati avanti in ordine sparso fino a quando la Commissione Europea nel 2012, ha chiesto ad Efsa di esprimersi. Il parere ha sollecitato il divieto d’uso almeno sulle colture più sensibili come mais e colza (arrivato nel gennaio 2013) ma le sostanze prese in esame erano state solo tre (clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam).

Fonte: il cambiamento