Biciclette elettriche: in Italia vendute 50mila e-bike nel 2013, è boom

Nel 2013, in Europa, sono stati venduti 854mila esemplari

I produttori italiani di biciclette elettriche hanno insistito per anni, lavorando sull’abbassamento del peso e dei costi, sull’allungamento della vita delle batterie e sul design sempre più “pulito” e nel 2013 il mercato ha finalmente dato loro ragione con50mila esemplari venduti in Italia. È un dato (finalmente) importante per un mercato, quello delle biciclette a pedalata assistita, che è stato promettente per troppo tempo, senza mai divenire remunerativo. Se si guarda a un orizzonte più vasto si può parlare di vero e proprio boom visto che in tutta Europa – complice la crisi – ne sono stai venduti 854mila esemplari. In Italia le 50mila biciclette vendute rappresentano un incremento del 10% rispetto al 2012. Nella Penisola esiste un grande squilibrio fra le varie regioni con il Triveneto (Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) che fa da vero e proprio traino con una media di bici elettriche ogni 100 abitanti (4,6) molto simile a quella tedesca (4,8). Su scala mondiale domina, incontrastata e irraggiungibile, la Cina che, secondo stime recenti, nel 2018 possiederà il 90% del parco e-bike mondiale con 42 milioni di esemplari in giro per le metropoli del Paese più abitato del Pianeta. Le ragioni del boom? Il miglioramento dell’estetica e una maggiore essenzialità della silhouette le hanno sicuramente rese più appetibili alle signore, mentre l’alleggerimento (dai 35 chili di dieci anni fa ai 20 di oggi) ha contribuito ad allargare il bacino di possibili acquirenti in senso generale. Fra i marchi leader vis sono ItalwinAtala e Bottecchia, questi ultimi due, fra l’altro, sono marchi che vantano una grande tradizione anche nelle biciclette tradizionali. E nel mondo delle biciclette elettriche si attende con ansia l’uscita (prevista per inizio aprile) della ST2 della Stromer con navigatore satellitare, centralina personalizzata e gestione tramite smartphone. Un vero e proprio gioiellino delle due ruote.

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Fonte: ecoblog

Giardino botanico di Mentone, microcosmo dei tropici

Non solo palme, piante succulente e splendidi fiori,ma anche piante alimentari ed esemplari minacciati di estinzione

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Un giardino botanico riassume il mondo intero in pochi ettari di terreno: il suo fascino sta proprio in questo suo essere un microcosmo del nostro pianeta, ed è un fascino percepibile anche dai non esperti o appassionati di botanica. Il giardino Val Rahmeh di Mentone (1), appena oltre il confine di Ventimiglia, offre in particolare uno sguardo sulla vegetazione dei tropici. Anzi si potrebbe quasi dire che qui i tropici sono reinventati: palme, bambù e piante acquatiche nelle vallette in ombra, agavi, cactus e altre piante succulente nelle zone aride esposte in pieno sole. Il giardino merita di essere visitato non solo per i suoi splendidi fiori (nella foto in alto un ibisco, mentre nella gallery in fondo si possono ammirare, tra gli altri,  una dracena del Madagascar, un giglio africano, un loto delle Indie), ma anche per la sua collezione di piante alimentari. Per ognuna di esse (cacao, caffè, canna da zucchero, banana, agrumi) è fornita una bella mappa dei luoghi originari di coltivazione e della sua progressiva diffusione nei vari angoli del pianeta, ricostruendo in qualche modo la storia dell’umanità attraverso le piante. Il giardino ha dato anche un importante contributo alla conservazione di una specie che si sarebbe altrimenti estinta: la sophomora totomiro dell’isola di Pasqua. Il suo piccolo tronco era usato dagli abitanti locali per intagliare statuette e oggetti cerimoniali. Il numero di esemplari si ridusse nel XIX secolo per il pascolo intensivo sull’Isola  al punto che rimase un solo esemplare, estintosi verso la metà del XX secolo (2). Per fortuna erano stati presi rami da quest’ultimo alberello, poi trapiantati nelle serre di varie università. Il giardino di Mentone è l’unico ad essere riuscito a fare riprodurre la sophora all’aria aperta.

(1) Rahmeh non è francese, ma nemmeno arabo; era il cognome maltese della moglie di lord Ratcliff, governatore dell’isola di Malta che acquistò la villa nel 1905 e iniziò a curare il giardino.

(2) Evidentemente gli indigeni dell’isola di Pasqua non avevano imparato la lezione…leonotis-nepetifolia

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Fonte: ecoblog