L’escalation nucleare dietro la retorica politica

Thalif Deen ha lavorato per le Nazioni Unite, ha scritto per l’Hongkong daily e il The Standard e ha partecipato, dal 1992 in poi, a tutte le principali conferenze Onu. Il suo punto di vista non è da sottovalutare e oggi afferma: «Ogni potenza nucleare sta spendendo milioni per ampliare il proprio arsenale».guerranucleare

Tra Stati Uniti e Russia si assiste ad una nuova guerra fredda e il pericolo nucleare sta conoscendo una preoccupante escalation, al di là di ogni retorica politica. Non ci sono più solo le cinque potenze nucleari che il mondo conosce da decenni: Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Cina e Russia. Ci sono altri regimi, altre nazioni, rampanti o affermate che siano, che si stanno guadagnando a morsi la loro fetta di follia. L’Economist ha dipinto di recente uno scenario pessimistico: «Un quarto di secolo dopo la fine della guerra fredda, il mondo fronteggia il crescente pericolo di un conflitto nucleare».

Venticinque anni dopo il collasso sovietico, il mondo sta entrando in una nuova era nucleare. Shannon Kile, ricercatore e responsabile del Nuclear Weapons Project allo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), afferma che «sta emergendo un mondo nucleare multi-polare che ha sostituito l’ordine bipolare della guerra fredda». E non manca di sottolineare come le armi nucleari siano diventate l’elemento principale delle politiche di difesa e sicurezza nazionale dei paesi dell’Asia orientale e meridionale e del Medio Oriente, dove vanno a complicare le condizioni di instabilità che rendono imprevedibile qualsiasi scenario. Thalif Deen non manca poi di sottolineare «l’ossessione israeliana per il monopolio delle armi nucleari in tutto il Medio Oriente», il braccio di ferro tra gli Stati Uniti e l’Iran, il fatto che l’Arabia Saudita abbia sottoscritto con la Corea del Sud un accordo di cooperazione nucleare (forse per scopi di pace?) e la tendenza della Corea del Nord a mostrare i suoi “muscoli nucleari”. Qualche giorno fa Hyun Hak Bong, ambasciatore della Corea del Nord nel Regno Unito, è stato citato da Sky News per avere dichiarato che il suo paese sarebbe pronto a usare le armi nucleari in risposta ad un attacco nucleare da parte degli Usa. «Non sono certo gli Usa ad avere il monopolio» avrebbe detto Hyun. L’Economist ha scritto che ogni potenza nucleare sta spendendo denaro per aggiornare il proprio arsenale e il budget russo per la difesa è aumentato del 50% dal 2007, un terzo per le armi nucleari. La Cina sta investendo in sottomarini e batterie di missili mobili, mentre gli Usa stanno cercando di far passare al Congresso uno stanziamento di 350 miliardi dollari per la modernizzazione dell’arsenale, sempre nucleare. Kile ha poi spiegato che soni stati sviluppati nuovi sistemi missilistici di precisione che operano in sinergia con i satelliti, sistemi che starebbe usando anche l’India per individuare gli arsenali pakistani. Proviamo a pensare cosa può significare tutta questa potenza distruttiva in un mondo completamente instabile come quello di oggi.

Si ringraziano Thalif Deen e Inter Press Service

Fonte: ilcambiamento.it

Tutti insieme appassionatamente

“Chi scrive infine deve chiedere venia di questo suo insistere monocorde sul tema delle centrali geotermiche amiatine. Il fatto è che la miscela degli ingredienti (tutti italici) ha dell’incredibile”. Carlo Carlucci torna a denunciare lo sfruttamento geotermico del monte Amiata.geotermia_amiata4

La perdita dell’acquifero dell’Amiata, assestata ora, si desume, al 50%, dovrebbe continuare se non precipitare col raddoppio della produzione geotermica

Non si sa dove e come e in che quantità Enel riscuota i certificati verdi. In otto anni di opposizione alla geotermia qui sull’Amiata non ci è stata data alcuna risposta. In circa 13 anni di funzionamento della centrale geotermica di Bagnore 3 situata sulle sorgenti del Fiora, circa il 70 % dell’acqua della Montagna, questa si è ridotta del 50% con un’impennata drastica nel suo calo. L’arsenico che non superava le soglie fisiologiche del 3-4 % è balzato pressoché ovunque oltre il limite di 10. I costosissimi filtri (che paghiamo noi in bolletta) sono in funzione praticamente dovunque. Il 17 ottobre presso il TAR di Firenze si discuteranno i ricorsi presentati da SOSgeotermia e dal WWF. Enel nel frattempo procede ad approntare il raddoppio (Bagnore 4 e riassetto delle centrali di Piancastagnaio). L’assessore regionale all’ambiente dott.ssa Bramerini doppiamente coinvolta (col Presidente Martini prima e con Rossi poi) in questa escalation dorme il sonno del giusto essendosi cautelata coi famosi ‘studi’ che al solito assolvono coi dovuti se, qualora, pur tuttavia… Insomma tutti felici e in contanti nel senso che questi soldi di Enel in questi periodi di vacche magrissime cascano a fagiolo. Periodi di vacche magrissime che non hanno impedito all’AD di Enel di aumentarsi lo stipendio di circa 5 milioni di euro del 40% passandolo a quasi 9 milioni. In Parlamento si è discusso che certi emolumenti dei super burocrati, in questo periodo di vacche magrissime, andavano messi a regime. Si è passati al voto e naturalmente questi super stipendi non sono stati toccati. Che il resto degli italiani, i morti di fame, i falliti, i super tartassati continuino pure a suicidarsi… E gli amministratori, per lo più Pd, regionali, provinciali, comunali? Plaudono, oh come plaudono a Enel che eroga, eroga… Eroga dei soldi la cui provenienza rimane più o meno un mistero. Non è un mistero comunque che i due principali fornitori di energia (con gli AD assolutamente intercambiabili) Eni ed Enel partecipino fattivamente alla (pro domo sua) programmazione energetica del Bel Paese. Proprio in ottobre quando si discuterà al Tar la grave situazione delle centrali Enel amiatine vi saranno le manifestazioni, in occasione dell’anniversario della scoperta dell’America, contro la politica di Enel in America Latina (e da noi!). Già perché i poveri meticci e indios latino americani sono contro le immani dighe che allagheranno milioni di ettari di foreste. Situazione ben diversa dalla supina acquiescenza dei pochi, sparuti amiatini tesi a spartirsi quei pochi, fantomatici posti di lavoro assieme agli amministratori pappa e cacio. Quando l’acqua mancherà ancora e tanto i soliti ignoti ordineranno altri studi, i soliti studi assolutori conditi coi se, ma, qualora… particelle avversative, avverbi giustificativi appunto di quel tutti insieme appassionatamente. Chi scrive infine deve chiedere venia di questo suo insistere monocorde sul tema delle centrali geotermiche amiatine. Il fatto è che la miscela degli ingredienti (tutti italici) ha dell’incredibile. Rivediamone alcuni.

1. La regia delle operazioni, non occulta ma palese, è di fatto affidata ad ingegneri dell’Enel, udite udite, assunti dalla Regione.

2. ARS, Arpat enti di controllo (della Regione) maestri del linguaggio ‘scientifico’, in realtà gesuitico, possono in realtà dire tutto e il contrario di tutto. Di fatto, nel campo geotermia come altrove, giustificano pressoché unicamente quanto deve essere giustificato.

3. Corollario di quanto sopra rimane il faccia faccia voluto dalla Regione, nel luglio scorso, tra ambientalisti e lo staff dell’Enel. Sulle tematiche più scottanti (vedi verbali dell’incontro) gli uomini di Enel non hanno avuto di che rispondere. Il che non ha impedito al governatore Rossi di dare il via libera alla costruzione di Bagnore 4.

4. La perdita dell’acquifero dell’Amiata, assestata ora, si desume, al 50%, dovrebbe continuare se non precipitare col raddoppio della produzione geotermica. Dovremmo fidarci del presidio garantito dalla Regione? Fidarci di un Rossi che all’indomani dei risultati del referendum, allorché tutti ma proprio tutti accusavano il colpo, conclamava ai quattro venti: ‘Abbiamo vinto, il modello toscano è esportabile…’. Tempismo formidabile.

Potremmo continuare nel solito cahier des doléances ma a che pro?

Fonte: il cambiamento