Imprese agricole: sconti alle bollette per le aziende più energivore

Sconti per le aziende che spendono oltre il 3% del fatturato in energia e oltre il 2% in energia elettrica

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Nel Decreto firmato lo scorso 5 aprile dai ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico si aprono interessanti prospettive per le cooperative, le imprese e i consorzi agricoli particolarmente energivori: chi ha elevati consumi energetici connessi alle attività produttive potrebbe rientrare in un apposito registro e beneficiare di sconti e agevolazioni sulle bollette. Con il rincaro dei prezzi di luce, gas e acqua per molte imprese le bollette sono diventate una pesante voce di spesa. Le agevolazioni interesseranno soprattutto le imprese di dimensione medio-piccola. A cambiare sarà il criterio base della redistribuzione degli oneri fiscali e parafiscali che rappresentano una componente significativa e crescente dei costi energetici. Per la definizione di azienda energivora verrà identificata l’incidenza del costo dell’energia sul volume complessivo degli affari e non solo il valore assoluto di consumo d’affari, come prevedevano le norme europee varate 10 anni fa. Le aziende registrate come energivore usufruiranno di sconti sulle accise e sugli oneri di sistema sull’energia acquistata. Le aziende con costi energetici superiori al 3% del fatturato avranno diritto a uno sconto sull’accise, mentre le imprese che supereranno il 2% del fatturato in spesa per la sola energia elettrica godranno di oneri di sistema ridotti. Le riduzioni verranno applicate solamente se verrà superata la soglia minimo di consumo di 2,4 GWh annui. Perché l’impegno formulato con l’articolo 39 del Decreto Sviluppo dello scorso giugno diventi operativo manca solo la stesura del regolamento attuativo. Da quel momento le imprese agricole interessate potranno usufruire degli sconti.

Fonte: Il Punto Coldiretti

Cloud, reti wireless e 4G molto energivore e inquinanti

Wireless, cloud e tecnologia 4G sono particolarmente energivori: nel 2015 consumeranno nel mondo oltre 40 TWh, con 30 Mt di emissioni di CO2, pari a 5 millioni di veicoliWireless-energy-consumption-586x410

Cloud, wi-fi e 4G, sono le parole magiche del 21° secolo: la modernità come possibilità di collegarsi e di gestire ogni tipo di informazioni da qualunque luogo (1) e in qualunque momento. Come ben diceva lo scrittore Arthur Clarke, ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia, e alla maggior parte di noi sembra decisamente magico poter navigare e comunicare istantaneamente in modo social senza fili e costrizioni; e la magia si sa, non ha limiti e non ha soprattutto costi. E’ bene tornare con i piedi per terra e ricordarsi che inviare un segnale via radio costa energia: secondo uno studio del CEET, nel 2012  i sistemi wireless e cloud hanno consumato nel mondo oltre 9 TWh di energia (2): altro che bit senza peso! Da qui al 2015 si prevede uno sviluppo impetuoso nell’uso del wireless, che potrebbe fare esplodere i consumi a valori compresi tra 32 e 43 TWh. Sarei propenso a ritenere più credibile la cifra più alta, perchè ho l’impressione che gli estensori del rapporto siano stati troppo ottimisti nel valutare gli incrementi di efficienza energetica (3). Tutto ciò porterà ad un incremento delle emissioni di CO2 fino a 30 milioni di tonnellate all’anno, pari ad un incremento del parco auto di 5 milioni di veicoli. Non è un problema trascurabile, per cui lo sviluppo delle reti wi-fi andrebbe monitorato con cura per evitare che una crescita imprevista e troppo rapida acceleri ulteriormente i cambiamenti climatici: dopotutto non ne vale la pena se il vantaggio sarà soprattutto quello di poter vedere film o usare videogame negli aeroporti o nella metropolitana.

(1) Forse non proprio qualunque, diciamo qualunque luogo “civilizzato”.

(2) Per fare un confronto la produzione eolica italiana nel 2012 è stata pari a 13 TWh

(3) I consumi della tecnologia 4G, che farà la parte del leone, nel 2010 erano pari a 300-600 µJ/bit (p. 19 del rapporto) e ci si aspetta che l’efficienza energetica migliori del 26% ogni anno, il che vorrebbe dire ridurre i consumi a 70-140 µJ/bit nel 2015.

Fonte: ecoblog