Ecobonus, ecco la guida alle detrazioni fiscali per tutti i lavori di efficientamento energetico

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Serramenti e infissi, caldaie a condensazione e a biomassa, riqualificazione globale. L’Enea ha pubblicato tutte le informazioni sulla documentazione da presentare per ottenere le detrazioni fiscali relative ai lavori di risparmio energetico che è possibile effettuare. L’Enea ha attivato il portale http://finanziaria2018.enea.it per l’invio telematico della documentazione necessaria ad usufruire dell’ecobonus, relativo agli interventi di efficienza energetica ammessi alle detrazioni fiscali (dal 50% all’85%) e conclusi dopo il 31 dicembre 2017. Inoltre è stato aggiornato il vademecum in cui vengono riepilogati i requisiti tecnici richiesti e la documentazione da presentare per ogni tipo di lavoro incentivato: 

Parti comuni condominiali (detrazioni del 70 e 75 percento)

Serramenti e infissi

Caldaie a condensazione

Collettori solari

Pompe di calore

Coibentazione strutture

Riqualificazione globale

Caldaie a biomassa

Schermature solari

Building automation

Sistemi ibridi

Microcogeneratori

Fonte; ecodallecitta.it

 

Ecobonus: approvata la Legge di Bilancio 2017

Detrazioni maggiorate in condominio. In arrivo 47,5 miliardi per le infrastrutture e misure per periferie, Nuova Sabatini, piste ciclabili e post-Expoimmagine

Via libera alla Legge di Bilancio per il 2017.

Sono confermati la proroga dell’Ecobonus 65% e della detrazione 50% per gli interventi sulle singole unità immobiliari, il sismabonus e i bonus maggiorati per i condomìni. Via libera anche al credito di imposta per la riqualificazione degli alberghi, al Fondo Infrastrutture da 47,5 miliardi di euro e a una serie di misure per il risanamento delle periferie e il post-Expo.
Ecobonus 65% : Confermata la proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2017, dell’Ecobonus 65% sugli interventi di efficientamento energetico delle singole unità immobiliari.

Gli interventi di efficientamento energetico nei condomini usufruiranno di bonus graduati in base all’entità dei lavori e ai risultati raggiunti. Si partirà quindi dal 65%, come nelle singole abitazioni, ma si potrà salire al 70% se l’intervento interessa almeno il 25% dell’involucro edilizio, ad esempio quando si dota l’edificio del cappotto termico. Gli incentivi potranno arrivare al 75% nel caso in cui l’intervento porti al miglioramento della prestazione energetica invernale ed estiva. Gli incentivi saranno validi per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021. Le detrazioni saranno calcolate su un ammontare delle spese fino a 40mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio. Il rimborso avverrà in cinque anni anziché in dieci.

Detrazione 50% sulle ristrutturazioni

Il Bonus del 50% sugli interventi di ristrutturazione eseguiti sulle singole unità immobiliari e sulle parti comuni dei condomini sarà prorogato fino al 31 dicembre 2017.

Nei condomini il bonus fiscale parte dal 50%, ma può arrivare al 75% e 85% in presenza di miglioramenti di una o due classi di rischio riguardanti tutto l’edificio. Il tetto di spesa incentivabile sarà di 96mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari del condominio.

Riqualificazione alberghi e agriturismi

Per il 2017 e il 2018 sarà riconosciuto un credito di imposta del 65% per la riqualificazione delle strutture ricettive turistico alberghiere, inclusi gli agriturismi.

Fonte: edilportale.com

 

Bonus casa 2016, tutte le agevolazioni fiscali

La Legge di Stabilità 2016 ha prolungato fino al 31.12.2016, le maxi detrazioni fiscali per le ristrutturazioni, l’acquisto di arredi e l’efficientamento energetico. I bonus sono 3: bonus ristrutturazione, che prevede una detrazione del 50% sulle spese per gli interventi, bonus mobili, che prevede una detrazione del 50% del costo di arredi e grandi elettrodomestici (in caso di ristrutturazione dell’immobile), ed ecobonus, che prevede una detrazione del 65% dei costi per interventi di miglioramento dell’efficienza energetica.

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Bonus ristrutturazioni 2016 – Si applica anche agli Impianti Fotovoltaici
La normativa stabilisce che i costi sostenuti per gli interventi di ristrutturazione sono detraibili al 50% dall’Irpef, in 10 quote annuali dello stesso importo, sino ad un limite massimo di 96.000 Euro.

Le opere agevolabili contemplano i lavori interni a immobili esistenti; nel dettaglio, deve trattarsi di interventi di:

– manutenzione ordinaria
– manutenzione straordinaria;
– ristrutturazione edilizia;
– recupero e risanamento conservativo.

Per accedere al bonus è necessario essere in possesso dei seguenti documenti:
fattura relativa alle spese sostenute;
bonifico parlante, indicante la causale del versamento, il numero e la data della fattura, i dati del richiedente la detrazione

Eco Bonus 2016 – Si applica anche agli Impianti di climatizzazione

L’Eco Bonus è un’agevolazione che consiste nella detrazione Irpef del 65% dei costi sostenuti per migliorare le prestazioni energetiche di un immobile; la detrazione, anche in questo caso, deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo, sino a un limite massimo di :

30.000 Euro, per gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale;
60.000 Euro, per le opere di riqualificazione dell’involucro di edifici esistenti, e per l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda (solare termico);
100.000 Euro, per gli interventi di riqualificazione energetica globale.

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Di seguito, un elenco delle componenti a cui possono riferirsi le opere di efficientamento energetico:
– rivestimento termico alle porte d’ingresso e pannelli isolanti;
– pompe di calore e impianti geotermici;
– pavimento radiante;
– impianto solare termico.

Bonus mobili 2016
I costi sostenuti per l’acquisto di arredi ed elettrodomestici sono detraibili al 50% dall’Irpef, entro un limite massimo di spesa di 10.000 Euro, da ripartire in 10 rate di pari importo; il bonus è cumulabile col bonus ristrutturazione.
Per ottenere la detrazione è tuttavia necessaria una dichiarazione di ristrutturazione.

 

Fonte: laleggepertutti.it

Umbria regione leader nell’efficientamento energetico

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L’Umbria è la regione italiana che vanta la più alta quota di imprese attente alle tecnologie di efficientamento energetico. Secondo la graduatoria di Avvenia, la regione del Centro Italia ha un indice di propensione del 46,2% e precede sia ilTrentino Alto Adige, secondo con un indice del 42,9%, che l’Abruzzo, terzo con il 40,7%. Seguono Lombardia e Sardegna con percentuali, rispettivamente, del 39,6% e del 38,5%, mentre nella top ten si trovano il Lazio, sesto con il 37,9%, e Calabria(37,5%), Veneto (37,2%), Molise (36,3%) e Puglia (35,2%). Al crescere della dimensione organizzativa delle imprese esiste una maggiore propensione a investire in efficienza energetica, ma abbiamo osservato che vi è un continuo impegno strategico nella direzione della “white economy” anche da parte delle medie e piccole imprese, sia nel settore manifatturiero che nei servizi spiegano gli analisti di Avvenia, la società leader nazionale nella “white economy” che ha condotto l’inchiesta. La media nazionale della propensione all’efficientamento energetico è del 34,3%, mentre le regioni meno propense all’efficientamento sono, in ordine decrescente,Basilicata (27,5%), Piemonte (26,4%), Toscana (26,3%) e Liguria (24,2%). Ormai la “white economy” rappresenta un asset centrale per la competitività di tutto il nostro sistema produttivo e questo trova piena conferma nella maggiore presenza sui mercati internazionali delle imprese italiane che puntano sull’efficientamento energetico

ha concluso Giovanni Campaniello, fondatore e amministratore unico di Avvenia.

Fonte: Comunicato stampa

Foto | Davide Mazzocco – Piana di Castelluccio (Umbria)

La decrescita e l’occupazione. Un matrimonio che s’ha da fare

Ospiti da tutta Italia alla conferenza nazionale del Movimento per la Decrescita Felice. Il tema della giornata sono occupazione e lavoro, temi particolarmente cari al movimento; perché decrescita non vuol dire recessione379503

Il Movimento per la Decrescita Felice non ha propri parlamentari né tantomeno vuole proporsi come un partito politico, eppure crede profondamente nel ruolo delle istituzioni e la conferenza di oggi ha come target proprio la politica.
In Italia c’è una fortissima disoccupazione, ma anche tantissimi lavori che non si fanno. Chi ha il poter politico ha quindi il dovere di ascoltare le nostre proposte”, ha dichiarato in apertura Maurizio Pallante, presidente MDF. “Non è più possibile uscire dalla crisi aumentando la produttività come negli anni 30. All’epoca infatti non c’era una crisi ambientale da affiancare a quella economica”. Entrambe le crisi sono causate dall’aumento dei consumi e tutte le tensioni internazionali e le guerre sono scatenate dal bisogno di controllare i paesi in cui sono presenti le materie prima necessarie alla crescita e consumo. Fondamentale per uscire dalle crisi sarà iniziare ad investire nel lavoro “utile”, su nuove competenze e sulle piccole e medie imprese, fondamentale è capire che gli strumenti tradizionali della politica economica continuano a dimostrare di non essere in grado di risolvere il problema. Si dovrà quindi mirare ad un nuovo modello che punti all’efficentamento energetico e materiale piuttosto che sul rinnovo continuo poiché solo riducendo i consumi a parità di servizi, si può recuperare il denaro necessario a pagare l’occupazione in attività lavorative che attenuano la crisi energetica, climatica ed ambientale. L’efficentamento energetico degli edifici, ad esempio, crea tra i 13 ed i 15 nuovi posti di lavoro per ogni milione di euro investo, contro i 2/4 delle rinnovabili e gli 0,5 della costruzione di grandi opere infrastrutturali. Ristrutturando 15.000 scuole ed investendo 8,2 miliardi di euro si otterrebbe un risparmio energetico annuo di 420 milioni di euro dando lavoro a 150.000 persone.   La speranza del movimento è quella di spingere verso una Bioeconomia che riprenda in considerazione anche la vita delle persone. “Questo tipo di economia – racconta Giordano Mancini formatore industriale – viene considerata utile dalle persone, non crea probemi sociali e genera nuovi posti di lavoro, fa diminuire le emissioni di CO2 e la quantità di rifiuti prodotta, non genere altro debito pubblico e consuma meno energia e materie prime”. Parla invece di “dramma di una generazione” il Professor Luciano Monti dell’università LUISS di Roma che propone un nuovo paradigma economico fondato sulla sostenibilità integrata che mira a riequibrare il saldo negativo accumulato ai danni del Pianeta e delle giovani generazioni.
Ama le future generazioni come te stesso” era lo slogan di Nicolas Georgescu Roegen, padre della bioeconomia e della decrescita e per farlo sarà necessario abbandonare il mito della crescita del PIL che non registra realmente il benessere di una popolazione né tantomeno quello dell’ambiente che abitano.

Fonte: ecodallecittà.it

Torino contro i gas serra: meno emetti e più guadagni | Intervista ai ricercatori del Progetto Laika

Che ruolo hanno gli enti locali nel contrasto al riscaldamento globale? Si può monetizzare la riduzione dei gas serra? E come si riducono le emissioni in una città come Torino? Di questo si occupa il Progetto Laika, e di questo parliamo con l’architetto Lorenzo Savio, assegnista di ricerca presso il Politecnico di Torino

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Partiamo dalla base dati. Come è stato possibile misurare le emissioni di CO2 sul territorio comunale? Si tratta di modelli ed elaborazioni di scenari probabili o di misurazioni concrete?

La determinazione delle emissioni annue di CO2 relative al territorio comunale ha diversi livelli approfondimento, in quanto prende in considerazione settori di attività per i quali sono disponibili dati ed informazioni molto eterogenee. Si può dire che per quanto riguarda l’edilizia municipale (il patrimonio gestito direttamente dal comune), l’illuminazione pubblica e i trasporti pubblici, essendo disponibili dati certi sui consumi di energetici annui, è stata fatta una vera e propria misura delle emissioni di CO2Molto diversi sono i dati disponibili per l’edilizia e i trasporti privati, settori per i quali possiamo parlare di stime dei consumi energetici e delle emissioni, costruite su dati disponibili da fonti come il censimento ISTAT e le statistiche sulla mobilità urbana. La modellazione dei dati sulle emissioni di CO2 dovute alle attività urbane è un supporto indispensabile alla pianificazione di azioni strategiche sotto il profilo ambientale, l’attività svolta fino ad ora è solo una prima fase che deve essere implementata con un’attività continua di monitoraggio.
Che risultati ha dato, concretamente, la simulazione del mercato volontario delle emissioni? Nella presentazione del progetto leggiamo che è emerso “un potenziale interesse da parte di trader e privati per i crediti locali, che presentano tuttavia valori di scambio mediamente superiori alle quotazioni attuali dei crediti volontari sui mercati internazionali”. Ci può dire qualcosa di più?

Il progetto di ricerca ha permesso di sperimentare le potenzialità che le azioni strategiche per la riduzione della CO2 coordinate dalle città hanno nella generazione di crediti di emissione, monetizzabili nei mercati volontari. La monetizzazione dei crediti permette alle città di sostenere le stesse azioni strategiche o di implementarne la qualità sotto il profilo energetico e ambientale. Nella simulazione prevista dal progetto la città di Torino ha proposto, per il mercato virtuale di crediti, quelli generati dalla riqualificazione energetica di edifici scolastici, riscontrando un discreto successo da parte dei trader e privati, che generalmente comprano sulla base dell’affidabilità dei progetti proposti. Dalla simulazione è emerso che la valorizzazione economica dei crediti di emissione generati dalle azioni strategiche della Città potrebbe effettivamente sostenere una parte di costi di progettazione e management delle azioni o, in alternativa, generare le risorse utili a sostenere le attività fondamentali d’implementazione continua, monitoraggio e simulazione dei piani urbani per l’energia sostenibile.

Quali sono i settori che hanno mostrato maggiori potenzialità di riduzione delle emissioni di CO2? E’ possibile fare una stima percentuale dei tagli emissivi da qui al 2020 almeno per il traffico e per l’edilizia?
Per tutti i settori ci sono ampi margini di riduzione delle emissioni di CO2 anche se l’edilizia e i trasporti privati costituiscono la vera “massa critica”. L’obiettivo di diminuzione delle emissioni di CO2 che Torino si è posta per il 2020 (facendo riferimento al 2005) è del -29%. Le azioni previste per il settore dell’edilizia residenziale privata sono responsabili, da sole di una diminuzione pari al -16%. Il settore dei trasporti va considerato complessivamente (trasporti privati e pubblici) e contribuisce con una diminuzione del -5% delle emissioni totali.

L’efficientamento energetico degli edifici è un cavallo di battaglia del Comune di Torino, che vanta ottimi risultati soprattutto per il teleriscaldamento. Si prevedono nuovi interventi su progetti di edilizia pubblica? E’ possibile immaginare degli incentivi per la riduzione della CO2 che interessino anche i privati cittadini? 
La rete di teleriscaldamento è certamente strategica, ma non sufficiente: è un’infrastruttura fondamentale per garantire un’offerta energetica efficiente, tuttavia è indispensabile agire dal lato della domanda, riducendo in primo luogo il fabbisogno energetico degli edifici. L’edilizia pubblica è oggetto di una costante attività di manutenzione che comporta necessariamente il miglioramento delle prestazioni energetiche – adeguando il sistema edificio/impianto agli standard di legge.

Gli incentivi per i privati cittadini sono uno strumento utile, già sperimentato -ad esempio- nelle ristrutturazioni e nuove costruzioni edilizie, attraverso i requisiti incentivanti previsti dall’Allegato Energetico Ambientale al Regolamento edilizio della Città di Torino.

Fonte: ecodallecittà