Stop agli ammorbidenti chimici: ecco come prepararne uno naturale ed economico

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Gli ammorbidenti sono prodotti davvero speciali per il bucato. Si usano per conservare la morbidezza dei tessuti e per dare un piacevole odore ai nostri vestiti ogni volta che li laviamo. Si tratta di un prodotto molto comune sul mercato e, di fatto, lo si trova facilmente e anche a prezzi vantaggiosi a seconda della marca che si sceglie. Ma sapevate che molte delle fragranze che vengono aggiunte agli ammorbidenti costituiscono una minaccia per la nostra salute? Anche se l’odore che emanano i nostri capi appena lavati è gradevole, gran parte delle fragranze e degli agenti chimici utilizzati negli ammorbidenti commerciali possono essere pericolosi, specialmente per i bambini. Secondo gli esperti, gli ammorbidenti in commercio contengono composti chimici che possono causare reazioni sulla pelle o allergie respiratorie come la rinite. Tenendo in considerazione che molti di questi agenti chimici sarebbero nocivi per l’organismo se venissero ingeriti, gli esperti assicurano che possono essere dannosi anche attraverso il semplice contatto con la pelle. Esattamente come avviene per altri prodotti chimici che si utilizzano per la pulizia della casa, gli ammorbidenti per il bucato possono causare danni alla nostra salute, anche se probabilmente questi non si manifestano in modo immediato e vengono associati difficilmente all’uso di tale prodotto. Gli esperti assicurano che la maggior parte di questi prodotti contiene ftalati, ovvero i composti chimici che si aggiungono per dare all’ammorbidente proprio quel piacevole odore che tanto ricerchiamo, ma che secondo molti studi ha causato disordini ormonali in vari animali. Usare ammorbidenti industriali, quindi, non solo può causare danni alla nostra salute, ma anche all’ambiente. Per questo motivo, si vuole promuovere l’uso di alternative ecologiche e sane, che non costino troppo, siano efficaci, e soprattutto che non abbiano effetti negativi sulla nostra salute e che siano ecosostenibili.ammorbidente-e1436891252276

Come preparare un ammorbidente naturale ed economico

Ora che sapete che gli ammorbidenti industriali possono causare danni alla vostra salute e all’ambiente, dovete cominciare a considerare la possibilità di preparare i vostri in casa. Ovviamente devono essere prodotti naturali ed economici, che si prenderanno cura del vostro bucato e lo renderanno morbido. Questo ammorbidente naturale richiede l’uso di ingredienti molto comuni che probabilmente avete già in casa. Le loro proprietà aiuteranno a rendere più morbidi i tessuti e ad eliminare i cattivi odori dal nostro bucato.

Ingredienti

  • 10 gr di bicarbonato di sodio.
  • 150-200 ml di acqua calda.
  • 800 ml di aceto di mele.
  • 20 gocce di olio essenziale.
  • Recipiente di plastica con una capacità di 3 litri e mezzo.

Cosa dovete fare?

  • È importante usare un recipiente di plastica grande, perché il composto aumenterà di volume. Quando avrete trovato il recipiente adatto, versate l’acqua calda e aggiungete il bicarbonato di sodio e l’aceto di mele. Osserverete a questo punto una reazione chimica tra gli ingredienti che causerà la formazione di moltissime bolle nel recipiente.
  • Quando il liquido si sarà stabilizzato, conservatelo nel recipiente del vostro vecchio ammorbidente (o in qualsiasi recipiente comodo che abbiate a disposizione), e aggiungete l’olio essenziale con l’aroma che preferite. Agitate e conservate in un luogo fresco.
  • Per usarlo, aggiungetelo al bucato posto in acqua o in lavatrice, esattamente come facevate con il vostro vecchio ammorbidente industriale.

Consiglio: Prima di usare l’ammorbidente, agitatelo bene per amalgamare di nuovo tutti gli ingredienti. Per ogni bucato, saranno sufficienti 4 cucchiai di ammorbidente fatto in casa.bucato-500x334

  • Questo incredibile ammorbidente vi aiuterà a rendere il bucato morbido, pulito e privo di sostanze chimiche. Si consiglia in particolare per i colorati e per il bucato scuro.
  • Se soffrite di allergie o avete problemi respiratori di vario genere, questo ammorbidente diventerà il vostro più grande alleato per ottenere la morbidezza desiderata senza soffrire di scomodi effetti secondari. Esso, inoltre, si renderà protagonista di un’importante funzione alternativa oltre a quella di pulire il vostro bucato. Aiuterà infatti a mantenere pulita la vostra lavatrice da quelle particelle di sporco e di detersivo che si tendono ad accumulare nei fori. 
  • Non abbiate dubbi dunque a provare tutti i benefici che vi garantirà l’uso di questo ammorbidente sin dalla vostra prossima lavatriceNon potrete più fare a meno del suo delicato aroma e della sensazione di morbidezza che lascerà in ognuno dei vostri vestiti.

Fonte: viverepiusani.com

Agricoltura biologica, oltre 43 milioni di ettari nel mondo e due milioni di contadini

Le zone in cui e’ piu’ diffusa sono l’Oceania e l’Europa comn un volumen di affari globali oltre i 70 milioni di dollari.

L’agricoltura biologica continua a crescere: e’ appena uscito il rapporto 2015 a cura di FiBL e IFOAM, che certifica che in tutto il pianeta le coltivazioni e gli allevamenti biologici superano i 43 milioni di ettari. La regione di maggiore diffusione e’ l’ Oceania con ben 17 milioni di ettari, quasi tutti di pascoli naturali (1), seguita dall’ Europa con 11,5 milioni di ettari, In Italia si e’ arrivati a 1,3 milioni di ettari. In 11 nazioni la superficie bio supera il 10% del totale agricolo. A tutto cio’ va aggiunto anche il settore della cosiddetta raccolta selvatica, 30 milioni di ettari di foreste non inquinate dove vengono raccolti noci, funghi e bacche. Complessivamente il volume d’affari supera i 72 milioni di dollari, generati da circa due milioni di famiglie contadine. «Siamo particolarmente compiaciuti delle recente eccellente crescita in tutto il mondo» ha dichiarato Markus Arbenz, direttore esecutivo dell’ IFOAM. «Gli impatti positivi dal punto di vista ambientale, sociale ed economico del settore ne conferma l’importanza, paragonabile a quella di un faro.» L’agricoltura biologica consuma circa un terzo di energia in meno rispetto all’agricoltura chimico-industriale e cattura piu’ carbonio nel suolo, al punto che se fosse diffusa a livello planetario potrebbe assorbire tra il 20 e il 60% delle emissioni.Agricoltura-biologica

(1) Cioe’ pascoli non trattati con fertilizzanti chimici

Fonte: ecoblog.it

La luce nelle metropoli? Ci pensano i LED

Molte città italiane pensano a illuminare strade, quartieri e palazzi con tecnologie LED. Una scelta responsabile, visto che un’illuminazione più efficiente può contribuire a ridurre sprechi e soprattutto risparmiare

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Diverse città italiane hanno iniziato o sono pronte a rifarsi il look, illuminando strade, quartieri e palazzi con tecnologie LED. Una scelta responsabile, visto che un’illuminazione più efficiente può contribuire a ridurre lo spreco di risorse preziose del pianeta e le conseguenti emissioni di anidride carbonica, migliorando così la qualità dell’aria che respiriamo e incidendo meno sul riscaldamento globale. Ma non solo: i benefici ambientali si associano a vantaggi anche economici.  Si tratta infatti ormai di un prodotto disponibile in varie forme, sia per interni sia per l’illuminazione pubblica, che permette di abbattere notevolmente, soprattutto nel lungo periodo, l’energia consumata e i relativi costi, diventando così ‘concorrenziale’ rispetto alle lampadine a basso consumo. Tanto che, a quanto pare, sempre più il LED sarà il protagonista dell’illuminazione del futuro.

Secondo uno studio della Pike Research, per esempio, le lampade a LED stanno già conquistando ampi spazi nell’illuminazione stradale, i costi infatti sono diminuiti del 50 per cento nel corso degli ultimi due anni, e si prevede che continueranno a scendere. In particolare, secondo le previsioni, entro il 2015 i LED diventeranno leader nell’illuminazione delle strade dietro, in termini di vendite, solo alle lampade al sodio ad alta pressione, generando, entro il 2020, più di 2 miliardi di dollari di fatturato annuo. Mentre secondo un report di Navigant Research, alla luce della progressiva riduzione del prezzo, della migliore qualità raggiunta e dei risparmi legati a un’illuminazione efficiente, in generale il numero di unità vendute in tutto il mondo di lampade a LED crescerà da 68 milioni, nel 2013, a 1,28 miliardi entro il 2021. Del resto, come risulta da uno studio Ecofys Philips, migliorare l’efficienza energetica nell’uso generale dell’elettricità consentirebbe di risparmiare fino a 1900 miliardi di dollari entro il 2020. Risparmi che, come sostiene Eric Rondolat, CEO di Philips Lighting, potrebbero essere potenzialmente reinvestiti in città e nuove infrastrutture, a favore di una crescita più sostenibile.

Ma in cosa consiste questo modo innovativo di fare luce, che coniuga il massimo risparmio con elevata efficienza e resa estetica? LED è l’acronimo di Light Emitting Diode: diodo che emette luce. In altre parole, sono piccolissimi componenti solidi in grado di emettere luce quando attraversati dalla corrente. Una tecnologia, ormai, usata da decenni: il primo LED a emissione luminosa è stato introdotto nel 1962, ma era caratterizzato da un’emissione molto debole. Da allora, però, la tecnologia ha fatto passi da giganti in termini di efficienza luminosa, spettro di emissione, intensità, durata di vita, affidabilità e potenzialità applicative. Infatti, come sottolinea il Wwf, se negli anni 60 l’efficienza energetica di questo sistema era ancora molto bassa, tra il 2006 e il 2007 è migliorata notevolmente, raggiungendo il livello delle lampadine a basso consumo. E si prevede che la qualità e l’efficienza energetica continueranno a migliorare ulteriormente tanto che, tra qualche anno, questa tecnologia potrebbe dominare il mondo dell’illuminazione, soppiantando le attuali lampadine a basso consumo: migliore è infatti la performance per quanto riguarda il ritardo dell’accensione e la diffusione della luce, inoltre non contiene sostanze tossiche, come il mercurio e il sodio, che troviamo invece in tutte le cosiddette lampade a risparmio energetico. Ma non solo. «I LED sono sorgenti di piccole dimensioni che non si scaldano a centinaia di gradi come una vecchia lampadina a filamento, non necessitano di tubi pieni di gas come le lampade a fluorescenza e durano molto a lungo; inoltre non emettono i dannosi raggi ultravioletti e la loro luce non scalda gli oggetti illuminati: sono tutte ottime qualità per una sorgente luminosa. Non a caso la Gioconda e l’Ultima Cena di Leonardo sono illuminati con apparecchi a LED» commenta l’architetto Margherita Suss. Quindi meno energia elettrica consumata, meno rifiuti tecnologici e praticamente nessuna sostanza inquinante da smaltire. Intanto, l’Unione Europea ha adottato a dicembre scorso un regolamento (1194/2012) che indica i requisiti di progettazione ecocompatibile di faretti e lampadine LED. I requisiti minimi, che saranno applicati a partire da settembre, riguardano le ore di vita della lampada (se dura più a lungo, sono necessarie meno sostituzioni, quindi si generano meno rifiuti), l’efficienza energetica, la resa cromatica, il mantenimento del flusso luminoso e il numero di cicli acceso-spento. Ma già adesso ci sono buoni motivi, secondo l’associazione ambientalista, per scegliere i LED rispetto alle lampadine a basso consumo: garantiscono stessa efficienza energetica, se non addirittura superiore (70-80 lm/W), durano più a lungo (fino a 40mila ore), offrono una migliore resa del colore, un ottimo fascio di luce, luce brillante simile a quella degli spot alogeni, accensione immediata, nessuna irradiazione ultravioletta. «Ma come tutte le tecnologie “giovani” – aggiunge Suss, che collabora al progetto Lumière, un’iniziativa dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile) per ridurre consumi e sprechi di energia rendendo più efficienti gli impianti di illuminazione pubblica – il costo è ancora piuttosto alto. Una lampadina a LED di buona qualità costa ancora, infatti, quasi 10 volte la sua omologa a fluorescenza di pari prestazioni. E questo, purtroppo, permette l’invasione del mercato da parte di prodotti economici di bassissima qualità e affidabilità che tolgono “ossigeno” alla ricerca di settore. È come sempre l’utente finale che deve saper premiare la qualità e lasciarsi guidare dai professionisti per le scelte importanti attraverso un progetto illuminotecnico». Per orientarsi tra le soluzioni a LED attualmente disponibili per illuminare case e uffici, il Wwf propone una guida nel sito Top Ten, rivolto ai consumatori, per facilitare la scelta dei prodotti che assicurano un minor consumo energetico.

Fonte: lastampa