Lasciareandare: la borsa per liberarci di ciò che non vogliamo

“Lasciareandare” è il principio cui attenersi se si decide di comprare la borsa ideata da Federica Zamegna. Lo scopo? Superare le paure, staccarsi dalle cose materiali, liberarsi da ciò che non rende felice, ritrovare la fiducia nel mondo ed il piacere di dare senza ricevere. Un progetto che trasforma il negativo in forza e stimola alla crescita di se stessi partendo da cose semplici, come una borsa e un diario. Si fa chiamare Feffè e viene da Savignano sul Rubicone, in Emilia Romagna. Ha girato – e vissuto – in Europa e nel mondo, saltando dall’Italia alla Spagna, all’Inghilterra per poi arrivare in Turchia e in Colombia e poi tornare in Italia. È un’insegnante ma anche tanto altro. Fra questo ‘altro’ c’è un progetto nato da meno di un anno che si chiama “Lasciareandare”, che coinvolge una borsa, un diario e degli sconosciuti.ScambioBorsaRomagnola-768x458

L’idea è quella di creare una borsa del “lasciareandare” in cui ogni persona che la compra può mettere tutto ciò che vuole lasciare andare via: le sue paure, un lavoro che non rende felici, una relazione da cui è difficile staccarsi ma che non fa più bene. Si scrive tutto su un diario (che arriva con la borsa stessa) e, se si vuole, si decide di scambiarla con qualcuno (via posta ma anche dal vivo) scegliendo da una lista presente sul blog “Notonlybarcelona”.

«Ho scelto la borsa perché l’essere umano è assolutamente innamorato del materiale e lasciare andare una borsa è un piccolo passo per poi salire di livello», spiega Federica Zamegna, che è appunto Feffe’. «E poi c’è la dimensione del diario e della scrittura manuale perché è più stimolante per la nostra parte creativa» e dunque più adatta ad esprimere le nostre emozioni e le nostre paure. Con la borsa e il diario, però, arrivano anche dei consigli su un luogo o un viaggio o un posto positivo, che uno sconosciuto ha scritto con l’unico scopo di regalarli a chi poi comprerà la borsa. In questa idea è fondamentale anche la scelta di un soprannome con cui firmarsi: anche i nomi producono effetti su di noi, vibrazioni positive o negative, e scegliere un nome che ci rispecchi rappresenta un passo importante per parlare di noi in modo sincero e positivo. Chi sceglie una borsa, decide dunque di fare un passo importante nella propria vita, che è quello del lasciare andare. Che poi è anche uno dei tre principi, fra loro collegati, su cui si basa la filosofia del progetto: «Le cose che non vanno bisognerebbe lasciarle andare senza accanirsi: se fai sì che le paure ti tarpino le ali, non ti succederà mai niente di bello, ma se lasci che le cose ‘vadano’, allora qualcosa di buono succede», spiega Federica. «Ho sentito tante di queste storie: persone che una volta mollata la paura e deciso di cambiare, sono riuscite a vivere serenamente, trovando il positivo. Questo succede spesso con il lavoro o con una relazione lunga».lasciare-andare-1

Accanto al “Lasa Andè” – che vuol dire “lasciare andare” in dialetto romagnolo – c’è poi il dare senza ricevere, il dare in forma circolare. Nella società di oggi in cui tutti sono abituati a dare per poi avere un tornaconto personale, il dare senza ricevere nulla in cambio diventa rivoluzionario. E anche liberatorio, perché ci distacca da quei beni materiali che riteniamo essenziali ma che in realtà non lo sono. L’ultimo principio è quello della fiducia nell’Universo, che si collega circolarmente agli altri tre: se abbandoni la paura, l’Universo non ti tradisce. E le cose belle accadono.

«Questo è il risultato di tutte le esperienze che ho vissuto e che si sono unite una volta tornata in Italia», spiega Federica. «Quando sono andata in Turchia nel 2014, ho riscoperto l’umiltà e l’idea che il dare senza ricevere potesse ancora esistere, ho riscoperto quell’umiltà che la mia famiglia mi aveva insegnato e che avevo un po’ perso». Dopo la Turchia c’è il cammino di Santiago, che segna un ulteriore tassello verso questa strada. E poi la Colombia, dove a Bogotà un’imponente manifestazione della popolazione decide di ‘lasciare andare’ gli impuniti della guerra civile e ricominciare da capo. «Questa per me è stata una ‘sberla’ del lasciare andare, ma l’ho realizzato soltanto dopo quando sono tornata in Italia».Lasa-Ande.jpg

Da un anno a questa parte, quindi, Federica sta portando avanti il suo progetto, che nel suo piccolo cerca anche di rispettare canoni di eco-sostenibilità. La borsa, infatti, viene prodotta nel raggio di 30 km: completamente artigianale, cucita da una sarta romagnola con stoffe comprate a Forlì e poi stampata dalla stessa Feffe’. Imperfetta, quindi, come anche gli esseri umani, ma sicuramente più autentica. «L’idea è quella di portarla fuori, magari all’estero, ma ho capito che ci vuole del tempo per farla conoscere». Nel frattempo Federica raccoglie opinioni e sensazioni: «Spesso mi sono sentita dire “Chi ha inventato questa cosa?” e vedere volti meravigliati quando scoprivano che era una donna, ma in generale ho avuto spesso commenti positivi e negativi. La cosa curiosa è che ci sono alcuni tipi di persone che capiscono subito di cosa si tratti, mentre altri no: i bambini fanno parte del primo gruppo, gli adulti – quelli calati dentro il loro mondo di regole – facevano fatica a comprendere».

Da un lato le paure e i dubbi, dall’altro la positività e la voglia di fidarsi. Un progetto, quello del “Lasciareandare”, che trasforma il negativo in forza, che stimola alla crescita di se stessi partendo da cose semplici come una borsa e un diario.

«Prossimamente andrò in Libano, sento che mi chiama, e forse cercherò di portare il progetto lì e avviarlo con delle donne del luogo», conclude Federica. E poi? Chi lo sa, tutto è in divenire. L’importante è lasciarsi andare.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/06/lasciareandare-borsa-liberarci-cio-che-non-vogliamo/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Svizzera, turismo e energia nel nome dell’eco-sostenibilità

Nella Confederazione Elvetica la quota di energia da fonti rinnovabili supera di gran lunga quella ottenuta dalle fonti fossili.

La Svizzera è uno dei Paesi europei più adatti per gli amanti dell’outdoor. L’autunno è la stagione “dorata”, quella in cui sui boschi si rivestono di un manto che va dal beige al rossiccio. Le sue particolari condizioni meteo e la sua orografia la rendono meta privilegiata per gli appassionati dell’attività in alta montagna. E proprio la particolare orografia della Confederazione Elvetica fa sì che questo Paese sia anche un modello di sostenibilità energetica: le montagne stesse e la natura in generale sono la principale risorsa energetica del Paese. Oltre la metà dell’energia prodotta in Svizzera, precisamente il 56%, è ottenuta da centrali idroelettriche, quindi da una risorsa rinnovabile. Il più grande produttore svizzero di energia è Axpo che quest’anno celebra i 100 anni di attività. La particolarità di Axpo è quella di avere diversificato la produzione combinando le centrali idroelettriche di scala piccola, media e grande, alle centrali che sfruttano i gas ottenuti dal compostaggio e ad altre che ottengono l’energia da fonti nucleari o fossili. La strada intrapresa verso l’autonomia dalle fonti non rinnovabili è stata intrapresa e scorre parallela a una politica tesa alla sostenibilità dei mezzi di trasporto. Un altro esempio di sostenibilità è rappresentato dalle centrali elettriche di Grimsel eSusten, la cui società di gestione (Oberhasli AG) fornisce elettricità a ristoranti e hotel, gestisce impianti di risalita, fornisce informazioni sul mondo sotterraneo delle centrali elettriche, costruisce e cura la manutenzione di ponti sospesi e sentieri di montagna. Dal punto di vista prettamente turistico la stagione offre tantissimo: dai riti legati alla transumanza alle fiere e sagre paesane, dalle celebrazioni della vendemmia alle castagnate.Travel Destination: Zermatt

Fonte;  MySwitzerland

© Foto Getty Images

A scuola di buone pratiche e ruralità in Cilento: la preside Maria De Biase

A lezione di eco-sostenibilità.  L’avventura della preside Maria De Biase ha inizio nell’istituto comprensivo Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro – in Cilento – dove ha dato vita a una vera rivoluzione, un cambiamento che passa attraverso le tradizioni più antiche del territorio, alla riscoperta delle proprie origini e antiche abitudini. La preside De Biase arriva a San Giovanni a Piro nel 2007, fino a quel momento aveva insegnato nell’hinterland napoletano, dove lavorava a progetti di educazione alla legalità.

Quando nella scuola si è sparsa la voce che la nuova preside veniva dalla “grande città”, tutti si aspettavano di assistere ad un’innovazione in nome della modernità. La preside napoletana si è presentata invece con progetti di educazione alla ruralità e con una “dichiarazione di guerra” alle merendine confezionate. Dopo il suo arrivo hanno cominciato a consolidarsi buone pratiche quotidiane: la creazione di orti sinergici, il compostaggio e l’arrivo di “Bidolio”, un contenitore per la raccolta di oli esausti dai quali viene poi prodotto il sapone.8597200691_6fea53652e_b

Tutto diventa un gioco da bambini. Nella mensa scolastica gli alunni vengono riabituati ai sapori genuini e sono serviti solo i prodotti che la terra produce: il verde non fa storcere il naso e i bambini mangiano fave e piselli a pranzo, pane e marmellata a colazione, pane e olio per merenda. Si chiamano eco-colazione e eco-merenda senza piatti né bicchieri di carta o plastica, tutto è rigorosamente organizzato nel rispetto della filosofia “Rifiuti Zero”. Questa oasi di buone pratiche, l’anno scorso è stata messa a rischio da una legge italiana che prevede la perdita di autonomia per tutte quelle scuole che contano un numero inferiore a 600 alunni, 400 nel caso delle comunità montane come quella di San Giovanni a Piro. L’istituto contava quindici alunni in meno di quelli previsti dal regolamento, 385, e Maria De Biase è stata costretta al trasferimento. A Settembre è tornata a intravedere spiragli di luce, quando le viene affidata la presidenza dell’istituto di Policastro Marina che, a sua volta, ha in reggenza la scuola di Caselle. Nei primi giorni del nuovo anno scolastico il Teodoro Gaza rimane in balia degli eventi ma alla fine Maria De Biase ne ottiene la reggenza. In questo modo la preside si è trovata a operare – per quest’anno, poi chissà – su tre scuole diverse, esportando principi e buone pratiche ormai consolidate al Teodoro Gaza.8597198783_d8d815ae5a_b

L’esperienza avviata qui è ormai matura, assimilata dai bambini e gestita con entusiasmo da docenti e genitori, nelle altre due scuole la De Biase ha gettato i semi per il cambiamento e il suo operato è stato riconosciuto e apprezzato anche da alcune amministrazioni locali: “le mie scelte sono dettate da precisi obiettivi educativi”, ha spiegato la preside ad Andrea Degl’Innocenti che l’ha intervistata nel novembre scorso, “ma portano anche notevoli risparmi economici che, soprattutto in tempi di crisi, non possono che aiutare nella gestione complessiva del bilancio”.8598301328_88f38316db_b

Ora che lavora su tre scuole la fatica è tanta, il Cilento è una terra in cui le distanze si misurano con strade sterrate e piccoli centri abitati che si inerpicano tra le montagne. Nelle sue parole c’è anche la preoccupazione per il futuro, perché le sorti della sua reggenza hanno tempi incerti. Ma soprattutto, Maria De Biase parla di un sogno che si è avverato, quello di vedere i principali attori del futuro – i bambini e i ragazzi delle scuole – assorbire i principi e le pratiche dell’eco-sostenibilità, in un territorio rurale in cui la terra è una risorsa materiale e culturale. Soprattutto la entusiasma che sia la scuola, un’istituzione pubblica soggetta a critiche e tagli spietati, ad assolvere alle funzioni fondamentali dell’educazione e della gestione sapiente delle proprie ricchezze.

Elena Risi

Fonte: italiachecambia.org

 

Eco sostenibilità: all’Ikea arrivano i pannelli solari

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Il colosso Svedese dell’arredamento a basso costo, lancia sul mercato i pannelli solari, con l’obbiettivo, entro il 2020 di rendere il pianeta più vivibile. In che modo? Sostituire le lampadine coi LED, che durano circa 20 anni e consumano l’85 di energia in meno, costruire elettrodomestici più efficienti ed economici, che ci permettano di risparmiare beni preziosi come acqua ed energia. Ma la grande novità è proprio quella dei pannelli solari, che in Irlanda e Inghilterra vengono venduti ad un prezzo di circa 6800 Euro.

Certo, costa poco perchè ci sarà un kit di montaggio con istruzioni in arabo e metterli in funzione sarà difficilissimo” penserete voi. Invece il prezzo comprende un kit da 18 pannelli fotovoltaici a film sottile prodotti dalla cinese Hanergy in Germania, che grazie agli incentivi si ripagheranno in 7 anni. Questa nuova strategia aziendale si chiama People & Planet Positive e si concentra su 3 aree: ispirare e aiutare milioni di persone a vivere una vita più sostenibile a casa, offrendo prodotti e soluzioni che consentano ai clienti di risparmiare consumando meno energia e acqua e riducendo i rifiuti. L’obiettivo dell’Ikea è anche quello di diventare indipendenti dal punto di vista energetico, autoproducendo il proprio fabbisogno energetico investendo 1,5 miliardi in impianti eolici e fotovoltaici. Questo è quanto dichiara Mikael Ohlsson, (nella foto a sinistra) Presidente e CEO del Gruppo IKEA. “Vogliamo creare una vita quotidiana migliore per la maggioranza delle persone. Ma ‘migliore’ vuol dire anche più sostenibile. Da molti anni perseguiamo questo obiettivo e abbiamo già fatto molto. Ora siamo pronti al grande passo. People & Planet Positive ci permetterà di trasformare il nostro business e di avere un impatto positivo sul pianeta”.

Come dice Steve Howard, Chief Sustainability Officer del Gruppo IKEA, “La sostenibilità non è un lusso: dev’essere alla portata di tutti. Abbiamo oltre 770 milioni di visitatori nei nostri negozi. I clienti ci danno la straordinaria opportunità di realizzare i loro sogni con prodotti belli e convenienti, che aiutano a risparmiare sulle bollette riducendo i consumi di elettricità e acqua e limitando la produzione di rifiuti.” Le grandi aziende si mostrano finalmente sensibili ai problemi del pianeta, e se tutti, nel nostro piccolo facessimo qualcosa “goccia a goccia riempiremmo il mare” e il nostro mondo sarebbe più sano. Per tutti .

Fonte: GreenBiz.it

Lampade a led: risparmio energetico ed efficienza

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Le lampade a LED costituiscono la soluzione più efficace per ottenere un soddisfacente equilibrio tra prestazioni, risparmio energetico ed ecosostenibilità. Utilizzata fino a pochi anni fa solo in campo industriale e segnaletico, l’illuminazione a LED promette nel giro di poco tempo di andare a sostituire totalmente le lampade ad incandescenza e a fluorescenza, caratterizzate da consumi eccessivi e durate nel tempo ad essa non paragonabili.

Il confronto con le lampade ad incandescenza e fluorescenti

A partire dal 2010 sono state tolte dal mercato le lampade ad incandescenza da 75 e 100 watt, e nel settembre del 2012, con il ritiro di quelle da 60 watt cesseranno definitivamente di essere vendute e prodotte. Le lampade a fluorescenza, considerate comunemente a risparmio energetico, garantiscono una durata maggiore rispetto a quelle ad incandescenza, sebbene la loro vita media sia fortemente inficiata dalle frequenti accensioni e spegnimenti: gli elettrodi tendono infatti ad usurarsi per effetto dei numerosi pre-riscaldamenti a cui sono sottoposti. Ad ogni modo, paragonando una lampada fluorescente ad una lampada a risparmio energetico a LED, si riscontra come la seconda garantisca un risparmio energetico di circa il 60% in più, e disponga, a parità di utilizzo, di una vita media superiore di oltre 90 mila ore. Si aggiunga poi, che l’efficienza luminosa di una lampada a LED è superiore di circa quattro volte a quella di una lampada a fluorescenza, e di circa dieci a quella ad incandescenza; questo perché nei led l’energia elettrica è tramutata istantaneamente in luce.

Durata e costi

Le lampade a LED, anche dopo un utilizzo di oltre 60 mila ore, mantengono più del 70% dell’emissione luminosa, perdendo in luminosità solo dopo le 100 mila ore, e garantendo una durata nel tempo fino a 15 – 18 anni. Le lampade a risparmio energetico a LED non contengono materiali nocivi, non inquinano l’ambiente, garantendo prestazioni efficienti e zero emissioni di raggi UV. Oltre al risparmio energetico, perciò, l’illuminazione a led fornisce una funzionalità che nessun altro tipo d’illuminazione pare essere in grado di garantire. L’unica pecca delle lampade a LED è costituita dall’investimento iniziale: se infatti il risparmio in bolletta è palese, bisogna tenere in considerazione che il costo di una lampada a LED è superiore di circa 8-10 volte a quello di una lampada a fluorescenza. Il prezzo iniziale è comunque da confrontare con l’effettivo risparmio, e l’esborso iniziale non può che apparire pienamente giustificato.

Fonte: taglialabolletta

Garage Sale Kids: spiegare ai bambini baratto, riciclo ed eco-sostenibilità

“Scegliere modalità di consumo più etiche e sostenibili ci permette di insegnare ai nostri figli il valore delle cose. A partire dai piccoli gesti quotidiani.” Abbiamo incontrato l’associazione culturale Garage Sale Kids promotrice di un’iniziativa che mira a sensibilizzare e diffondere tra bambini e famiglie stili di vita alternativi e sostenibili.mercatini_garage_sale_kids

Riuso intelligente, green education, baratto, solidarietà, sollecitazioni a modificare modelli di vita tradizionali, a volte obsoleti e spesso gravosi per l’ambiente e le tasche sono queste alcune delle ragioni che conducono al progetto promosso da Garage Sale Kids (GSK) e che si materializza con un’interessante iniziativa che avrà luogo a Roma, domenica 5 maggio. Per saperne di più, abbiamo contattato Beatrice Cecchini, presidente dell’associazione culturale Garage Sale KIDS. Come e perché è nata l’idea di un mercatino dell’usato per i bambini? La manifestazione si ispira al format americano dei Garage Sale, i mercatini improvvisati sul prato di fronte casa in occasione di traslochi o cambi di stagione. Abbiamo pensato che questo tipo di pratica fosse particolarmente utile nel settore degli articoli per bambini, il cui utilizzo è spesso limitato nel tempo. Ma Garage Sale Kids vuole essere molto di più. Un luogo aperto d’incontro in cui condividere le buone pratiche di sostenibilità per le persone e l’ambiente. Con un’attenzione particolare ai più piccoli e alla green education. Quali sono le finalità di tale iniziativa che giunge alla sua seconda edizione? Garage Sale KIDS è un’iniziativa pensata per restituire nuova vita agli oggetti usati, contribuire a diffondere una cultura del riuso intelligente presso le famiglie e i bambini, sollecitare la scelta di uno stile di vita alternativo e sostenibile: non si spreca, ma si risparmia e si rispetta l’ambiente.garage_sale_kids

Che riscontro concreto in termini di partecipazione e interesse si è avuto a seguito della prima edizione? La prima edizione, organizzata con il patrocinio di Roma Capitale, si è svolta domenica 30 settembre 2012 a Villa Borghese, Piazza di Siena. L’evento si è chiuso con oltre 1.500 presenze on-site. Lo spazio espositivo ha ospitato oltre 40 stand suddivisi tra area mercato e area ludico-educativa, riscontrando il notevole gradimento del pubblico, che si dimostra sempre più consapevole e attento alle buone pratiche del riuso e del consumo etico. Entrando un po’ più nel dettaglio, come è organizzata e strutturata l’iniziativa di questa edizione? All’interno della manifestazione saranno allestite un’Area Mercato per vendere o scambiare quello che non usa più ed acquistare qualcosa che si desidera a prezzi contenuti e l’Area Ludico-Educativa riservata alle associazioni culturali, sportive e ricreative per proporre mini workshop e laboratori tematici. I bambini visitatori inoltre, avranno l’opportunità di portare i propri giocattoli e scambiarli all’interno della manifestazione nell’ambito di BarattaTu! All’interno di GSK sarà dunque allestita un’area ludico-educativa, in cosa consisterà esattamente? Si tratta di uno spazio che mira ad incentivare tutte quelle attività – culturali, artistiche, sportive e ricreative – che stimolano creatività ed immaginazione, come elementi fondamentali per lo sviluppo dei più piccoli. L’obiettivo è coinvolgere attivamente i bambini, sensibilizzarli sui temi del riciclo creativo, del riuso e del rispetto per l’ambiente, rendendoli più consapevoli e responsabili nei loro gesti quotidiani.garage_sale_kids_

GSK, nasce dalla volontà della vostra associazione culturale e rappresenta un momento d’incontro, di promozione fattiva e concreta, di sensibilizzazione, di educazione a nuove possibili maniere di vivere e nuovi valori, è così? Garage Sale KIDS rappresenta una concreta opportunità di apprendimento per i nostri piccoli, e proprio grazie al coinvolgimento e alla partecipazione attiva diventa più semplice veicolare messaggi importanti. Per i bambini significa: comprendere che le cose che non si usano più possono essere un tesoro per qualcun altro, imparare il valore del denaro e quanto possiamo ottenere di più se utilizziamo le nostre risorse in modo attento e consapevole, capire la differenza tra bisogni e desideri, rispettare l’ambiente evitando inutili sprechi e vivere in un mondo dove tutto ha una seconda possibilità. Un evento simile può essere considerato come un’esigenza legata all’epoca di crisi o è la conseguenza del progredire di modelli più sani e consapevoli del vivere il nostro tempo? Il riuso intelligente sta diventando una buona abitudine anche in Italia. È certamente molto più che una moda o una tendenza. Scegliere modalità di consumo più etiche e sostenibili ci permette di insegnare ai nostri figli il valore delle cose. A partire dai piccoli gesti quotidiani.1_garage_sale_kids

Garage Sale KIDS 2013 si fa promotrice anche di“Share with LOVE”, di cosa si tratta? GSK promuove iniziative e progetti solidali, a favore di enti e associazioni benefiche, attive nel settore del volontariato per i bambini. Nella prima edizione abbiamo collaborato con l’Associazione “DAVIDE CIAVATTINI” Onlus, per la ricerca e la cura dei tumori e leucemie dei bambini. Inoltre parte degli oggetti raccolti sono stati donati alla casa famiglia dell’associazione Il Seme Onlus di Rieti. Per questa edizione invece abbiamo pensato di promuovere, in collaborazione con l’Ente Parco Appia Antica, una speciale riffa di beneficenza il cui ricavato verrà interamente devoluto per sostenere i progetti e le iniziative delle Associazioni “Il Fiore del Deserto” e AINA (Associazione Italiana Nomadi dell’Amore). Che reale contributo di cambiamento migliorativo della società possono assumere delle iniziative del genere e, più in generale, l’associazionismo che sta portando avanti idee e tematiche forse un po’ troppo spesso trascurate dalle istituzioni? Resta di fondamentale importanza consolidare la rete di collaborazione tra le associazioni e sollecitare un dialogo costruttivo con le istituzioni, nella consapevolezza che il risultati più importanti si ottengono soprattutto dalla cooperazione, anche tra realtà differenti. Siamo convinti che iniziative come questa siano preziose, e necessarie, per attivare un circolo virtuoso di buone pratiche: un modo attento e consapevole di agire nel mondo.

Fonte: il cambiamento