Inquinamento, arrivano i droni anti-smog

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Droni contro l’inquinamento. Mercoledì 20 gennaio, a “Droni e telerilevamento”, nell’ambito della Roma Drone Conference 2015-16 si parlerà dei droni anti-smog pensati per affrontare l’emergenza inquinamento e in grado di sniffare l’aria per monitorare l’eventuale presenza di polveri sottili, fumi pericolosi e altre sostanze inquinanti. Si tratta di una tecnologia innovativa e “mobile” destinata ad affiancare le normali centraline urbane “statiche”. Il quadricottero High One 4HSE Inspector (5,5 kg) della Italdron, i FlyNovex (7 kg),FlyGeo24Mpx (2,6 kg) e FlySmart (1,5 kg) della FlyTop, lo Spark 350 (1,6 kg) della Virtual Robotix Italia e l’Aeromax della MicroGeo sono i principali modelli di droni le cui caratteristiche verranno illustrate in questo appuntamento dedicato all’ambiente. La conferenza “Droni e telerilevamento” ha ottenuto il patrocinio da parte di Ministero dell’Ambiente, Enac, Ansv, Cira, Enav, Aero Club d’Italia, dei Consigli nazionali degli Ingegneri, Geometri, Architetti e Geologi e di tutte le associazioni del settore droni (UASIT, ASSORPAS, FIAPR, AIDRONI e EDPA).

Fonte:  Roma Drone Conference

 

Messico, droni per proteggere le uova di tartaruga

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Droni usati in ambito naturalistico. Succede in Messico, dove questa tecnologia viene utilizzata al servizio degli animali sulla spiaggia di Morro Ayuta, nello stato di Oaxaca, per sorvegliare dall’alto le uova delle tartarughe affinché non vengano rubate. Le tartarughe raggiungono i 18 chilometri di spiaggia dove depongono le loro uova che fanno gola ai bracconieri che le mangiano e le rivendono nei mercati locali nonostante il loro commercio sia stato vietato da tempo. In passato sono stati impiegati anche i militari per controllarle, ora si è deciso di utilizzare droni dotati di gps e di una camera per immortalare gli eventuali ladri. Dall’alto è più facile riuscire a identificare le tracce e “seguire” i ladri di uova.

“Il drone ci dà il vantaggio della vista dall’alto. Possiamo avere una visuale aerea, quindi identificare i bracconieri e i loro percorsi fino a un perimetro di 30-40 ettari”, spiega Edgar Perrusquia, dell’agenzia federale di protezione dell’ambiente spiega. Ma i pericoli per le uova provengono anche da uccelli e cani che sono possibili predatori: si calcola, infatti, che solamente il 35% delle uova deposte riescono a schiudersi dopo i 45 giorni di incubazione.

Fonte:  Askanews

Amianto, droni per fotografare dal cielo le aree da bonificare

L’Arpa Piemonte ha effettuato il primo monitoraggio delle aree industriali dismesse con aeromobili a pilotaggio remoto dotati di speciali.

Droni per monitorare le aree dimesse e individuare la presenza di amianto, l’Arpa Piemonte ha deciso di utilizzare Aeromobili a pilotaggio remoto (Apr) per il monitoraggio ambientale. Proprio in questi giorni il primo drone si è alzato in volo in un sito produttivo dismesso di Salussola, in provincia di Biella, ala cerca di materiale sospetto. Quando il velivolo si alza in volo, le fotocamere geotermiche presenti nella sua struttura individuano la presenza di fibre killer: la sperimentazione avviata a Biella dovrebbe essere estesa anche a Ivrea e nel Canavese, ma prima di pianificare nuove operazioni bisogna attendere l’esito del “battesimo” nel cielo del biellese. Le foto e le immagini video del drone saranno elaborate dal Sistema informativo geografico dell’agenzia regionale e, successivamente, confrontati con i dati ottenuti dalle rilevazioni tradizionali. Se l’esito sarà positivo il drone volerà sull’eporediese dove quest’anno è esploso il caso della Olivetti. Da quando, all’inizio del 2013, è stato aperto lo sportello di ascolto per gli ex dipendenti della Olivetti è emerso che nel bacino d’utenza di Ivrea e dintorni (con una popolazione di circa mezzo milione di persone) su 271 casi di malattie professionali il 37% dei casi è rappresentato da neoplasie maligne, il 29% da mesoteliomi pleurici, con un’incidenza che a Ivrea supera di gran lunga altre aree del Piemonte, eccezion fatta, naturalmente, per Casale Monferrato, la cittadina nella quale sorgeva lo stabilimento Eternit più grande d’Italia. Negli edifici pubblici e nelle abitazioni civili dell’eporediese la quasi totalità dei manufatti in amianto è stata smantellata, resta l’industria, le “cattedrali” dell’archeologia industriale che avevano fatto dell’Olivetti e del suo indotto un’isola felice di lavoro e prosperità.170997166-586x407

Fonte:  La Sentinella del Canavese

© Foto Getty Images