Josetta Saffirio, quando la produzione vitivinicola è sostenibile e al femminile

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Un’azienda vitivinicola al femminile, una filosofia di produzione orientata al green e al biologico. È la strada scelta dalla Cantina Josetta Saffirio di Monforte d’Alba (CN), che celebra il passaggio di testimone dalla quarta alla quinta generazione nel segno del ridotto impatto ambientale. Tante le azioni virtuose che fanno dell’azienda un laboratorio di sostenibilità: dalla riduzione dei prodotti chimici usati nei vigneti a prototipi di trattori più leggeri per rispettare la terra, dalla corretta gestione dei rifiuti speciali a un impianto fotovoltaico che produce il doppio dell’energia necessaria alla cantina. E in futuro la realizzazione di un bioparco.  “La donna, il vino, la sostenibilità”. È il titolo scelto dalla Cantina Josetta Saffirio di Monforte d’Alba (CN) per celebrare il passaggio di testimone, dalla quarta alla quinta generazione, in questa azienda tutta al femminile che si rinnova perseguendo una filosofia di produzione orientata alla sostenibilità e al biologico.

Amore per la terra

“Essere contadino significa avere una grande responsabilità: l’eredità che ci è stata lasciata e quella che lasceremo ai nostri figli” sottolinea Sara Vezza, titolare dell’azienda e figlia di Josetta Saffirio. “Da sempre la nostra azienda, a totale gestione familiare, ha sentito di appartenere al territorio. Una responsabilità che si tramanda da padre a figlio, da generazione a generazione”. La Cantina ha tradotto questa filosofia con azioni concrete che rispettano il territorio: dalla riduzione dei prodotti chimici utilizzati in vigneto alla lavorazione non profonda del terreno prima della messa a dimora delle piante, dall’inerbimento totale del filare che riduce l’erosione delle acque superficiali all’utilizzo di trattori prototipo più leggeri per non pesare troppo sulla terra, allo scopo di preservarla.

Laboratorio di sostenibilità

Oggi l’azienda agricola si presenta come un vero e proprio laboratorio di produzione vitivinicola a basso impatto ambientale. La cantina è stata progettata in modo da essere integrata nel paesaggio rurale e ridurre lo scambio termico con l’esterno. L’isolamento è stato fatto usando del sughero naturale. Per quanto riguarda il fabbisogno energetico, dal 2010 è attivo un impianto fotovoltaico da 20 kW, che produce il doppio dell’energia che serve per la cantina. Ciò consente di ridurre le emissioni di CO2 di 13 tonnellate all’anno. L’azienda, inoltre, fa parte del consorzio ‘Cascina Pulita’ che ritira e gestisce tutti i rifiuti (olio esausto, batterie, contenitori di fitofarmaci) provenienti dall’azienda.

Prodotto a basso impatto

Anche il prodotto finale della cantina è concepito nel segno della sostenibilità. La scelta dei fornitori è stata fatta in base alla condivisione della stessa filosofia, optando per partner possibilmente del territorio: per le etichette è stata scelta Fasson, certificata FSC, per i tappi Amorim, da sempre impegnata nel rispetto dell’ambiente, e per le capsule Ramondin, che utilizza vernici all’acqua. Massima attenzione, inoltre, alla riduzione degli imballaggi: vetro più leggero (riciclato al 90%), tappi più corti e meno cartone. Una scelta che si traduce in un risparmio per l’ambiente e per il consumatore.

Presto un bioparco

Il percorso di sostenibilità intrapreso dalla Cantina Josetta Saffirio è controllato da enti terzi. “Siamo sottoposti alla supervisione della CCPB per la Certificazione Biologica e facciamo parte delle venti aziende italiane pilota nel progetto Tergeoprogetto dell’Unione Europea sostenuto dall’Unione Italiana Vini per la qualificazione delle soluzioni tecnologiche e gestionali in materia di sostenibilità nel settore vinicolo” afferma Sara Vezza. La titolare dell’azienda annuncia infine il nuovo progetto in cui è impegnata: “Stiamo lavorando alla realizzazione di un parco, dove regnano le specie autoctone di fauna e flora, con l’obiettivo – conclude Sara – di avvicinare le scuole al mondo e alla cultura del vino e ridurre ulteriormente la nostra impronta ecologica”.

Chi è Josetta Saffirio

L’azienda agricola Josetta Saffirio ha sede a Monforte d’Alba in provincia di Cuneo nel cuore delle Langhe. Frutto di una tradizione che si tramanda dall’inizio del Novecento, l’azienda produce un vino Barolo premiato due volte con i “Tre Bicchieri” (annate ’88 e ’89) e con numerosi riconoscimenti internazionali. Oltre al Barolo, l’azienda agricola produce anche Nebbiolo, Barbera d’Alba e Rossese Bianco. Negli ultimi anni, l’azienda agricola ha intrapreso un percorso di rinnovamento nel segno della sostenibilità che la rendono un vero e proprio laboratorio di produzione vitivinicola a basso impatto ambientale.

Ulteriori informazioni sul sito: www.josettasaffirio.it

Fonte: agenziapressplay.it

Una donna alla guida della FIAB: eletta Presidente nazionale Giulietta Pagliaccio

Dalla Venezia lascia il posto a Giulietta Pagliaccio, prima donna a capo della FIAB: “Stiamo vivendo un periodo di grazia per la bicicletta: un nuovo rinascimento per visibilità e popolarità. Ma altrettanto non si può dire delle politiche per la mobilità, ancora fortemente incentrate sull’auto privata”

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L’Assemblea generale dei delegati delle 130 associazioni aderenti alla FIAB, tenutasi a Vicenza nei giorni 6 e 7 aprile 2013, ha eletto una donna alla Presidenza nazionale: Giulietta Pagliaccio, già consigliera nazionale e vicepresidente nazionale della Federazione Italiana Amici della Bicicletta.
Prende il posto di Antonio Dalla Venezia, a capo della FIAB dal 2007, a sua volta dopo aver ricevuto il testimone da quello che può essere definito il presidente storico della FIAB, il milanese Luigi Riccardi, scomparso prematuramente il 16 giugno 2008.
“Stiamo vivendo un periodo di “grazia” per la bicicletta – ha dichiarato la neo presidente Giulietta Pagliaccio – una sorta di nuovo rinascimento almeno in termini divisibilità popolarità. Altrettanto non si può dire invece delle politiche per la mobilità ciclistica che ancora faticano ad essere considerate una priorità nel quadro più generale delle politiche nazionali e locali per la mobilità, ancora fortemente incentrata sull’uso dell’auto privata”
“Sono convinta – ha proseguito la neo Presidente – che il nostro lavoro ultraventennale su questi temi non è passato invano e anche questa nuova attenzione è frutto del nostro impegno che, insieme ad altre associazioni ambientaliste, hanno sollecitato l’attenzione nei confronti dei temi ambientali come possibile chiave di volta per un nuovo sviluppo economico e sociale”.
“Per affrontare le importanti sfide che ci attendono – ha detto ancora Pagliaccio entrando nel merito dei prossimi impegni – dobbiamo, tra le altre iniziative, rafforzare la nostra organizzazione e dare più forza ai coordinamenti regionali che meglio di altri possono fare un lavoro organico sul territorio con le associazioni per relazionarsi sempre meglio con enti e istituzioni affinché la mobilità ciclistica entri a pieno titolo nell’agenda delle istituzioni locali e territoriali”.
“Sono particolarmente lieta – ha concluso la presidente FIAB – della presenza di nuovi giovani soci nel consiglio nazionale, del rafforzamento della presenza della Sicilia e, per la prima volta, dell’ingresso di un rappresentante, pure giovane, della Sardegna. Insieme possiamo creare le basi per il rinnovamento della Federazione.”
Ma chi sono i componenti del nuovo Consiglio nazionale per il biennio 2013-14? Ecco i nomi.
Riconfermati: Antonio Dalla Venezia, Marco Passigato, Giacomo Scognamillo , Marco Gemignani, Enrico Chiarini, Pina Spagnolello, Valerio Parigi, Stefano Gerosa, Mariella Berti, Antonella Vial e Umberto Rovaldi. Eletti per la prima volta: Cristina Castellari, Simone Morgana, Paolo Fabbri, Matteo Fois, Francesco Baroncini, Giuseppe Amorelli.Eletti anche i probiviri (Beatrice Galli, Alberto Deana e Andrea Astolfi) e i revisori dei conti (Antonella Longo, Marco Celentano e Fabrizio Montaini).

Fonte: eco dalle città