Bisfenolo A: bandito in Francia da scontrini e contenitori alimentari a partire dal 1° gennaio

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Dal 1° gennaio 2015, in Francia, scatterà il divieto di fabbricazione, importazione, esportazione e immissione sul mercato di qualsiasi contenitore per alimenti contenente Bisfenolo A. Già lo scorso maggio, il ministro francese dell’ecologia, Ségolène Royalaveva confermato che l’obbligo di divieto, estendendolo anche agli scontrini fiscali. Avvicinandosi la data di scadenza, il governo ha presentato al Parlamento due rapporti: il primo fornisce un ampio inventario delle competenze pubbliche in perturbatori endocrini e chiarisce le conseguenze per la salute dei cittadini e per l’ambiente della crescente presenza di queste sostanze; il secondo rapporto, invece, valuta i potenziali sostituti di bisfenolo A per le applicazioni industriali, analizzando gli avanzamenti ottenuti nel processo di sostituzione della sostanza. Il BPA (bisfenolo A), come abbiamo già avuto modo di constatare, è una sostanza chimica utilizzata in unione con altre sostanze per produrre plastiche e resine, adoperate anche per la creazione di contenitori per alimenti. Il BPA, però, è anche un noto interferente endocrino, che può avere gravi conseguenze sulla riproduzione, il metabolismo e il sistema immunitario di adulti e bambini. Per questo stesso motivo, il suo utilizzo è già stato vietato da tempo nella produzione di biberon. Secondo il rapporto francese, sembra che non ci siano problemi nella sostituzione del bisfenolo nella  quasi totalità dei prodotti in cui viene impiegato. L’unica eccezione sarebbe da ricondursi all’industria conserviera, che potrebbe non essere in grado di rispettare la scadenza fissata al 1° gennaio 2015. Le aziende avvertono che i consumatori potrebbero riscontrare livelli di prestazione inferiori rispetto al passato. Nei sostituti al BPA, comunque, si assicura che non saranno presenti altri comporti facenti parte della famiglia dei bisfenoli. Per quanto riguarda gli alimenti per lattanti e bambini, si precisa nel rapporto, la sostituzione era già iniziata prima dell’adozione della legge. Cosa che sembra non aver comportato alcuna difficoltà particolare per le aziende produttrici. La sostituzione è in fase di attuazione anche in altri settori industriali, come ad esempio quello delle carte termiche utilizzate per gli scontrini fiscali, sottoposti anch’essi alla legge di restrizione. Come abbiamo visto, infatti, secondo una ricerca condotta dall’Università del Missouri, l’assimilazione da parte dell’organismo di BPA sarebbe collegata anche al semplice utilizzo degli scontrini fiscali. Studiando un gruppo di soggetti, i ricercatori hanno infatti notato un rapido aumento di bisfenolo nel sangue di tutte quelle persone che, dopo aver utilizzato un prodotto per la cura della pelle, avevano toccato gli scontrini prodotti con carta termica. Per premiare le aziende che hanno già eliminato questa sostanza, senza aspettare l’entrata in vigore ufficiale del divieto, il ministro ha annunciato che verrà intanto rilasciata un’etichetta con la scritta “senza bisfenolo”.

(Foto: kitchenbelleicious)

Fonte: ambientebio.it