Cani che fiutano i tumori: l’esperienza di Mia

 

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È da anni ormai che si parla della capacità dei cani di riconoscere la presenza di tumori attraverso l’olfatto. Il primo caso riconosciuto è del 1989, quando un dalmata, annusando ostinatamente per mesi un neo sulla gamba della padrona, ha permesso che se ne riconoscesse la natura maligna. Non solo, come riporta il Corriere della Sera,  i dati pubblicati in uno studio della rivista scientifica British Medical Journal del 2006 indicano addirittura il 98% di attendibilità dell’olfatto dei cani nel riconoscere la malattia. Questo, a detta degli esperti, succede anche perché i tessuti cancerosi, a causa del loro particolare metabolismo che comporta la produzione di idrocarburi ed elevate concentrazioni di composti azotati, hanno un odore particolare che può manifestarsi precocemente anche nel fiato e nelle urine dei pazienti. I cani, con gli oltre 250 milioni di sensori olfattivi del loro naso, sono in grado di percepire questi odori.

Così è successo ad esempio a una ragazza inglese, Emilie Clark, e al suo cane Mia. Emilie è una ragazza con parecchi problemi di salute: dalla nascita soffre di un tipo di aritmia cardiaca chiamata tachicardia ventricolare. Quando il suo cuore batte troppo forte, se non prende subito dei farmaci adatti, perde coscienza. Non solo, all’età di 19 anni ha iniziato anche a perdere l’udito. Così, ha deciso di prendere un cane, Mia, addestrato per esserle d’aiuto non solo nello svolgimento delle attività quotidiane, ma anche nella cura della sua salute. Mia infatti ha imparato ad avvisare la sua padrona poco prima dell’inizio dell’aritmia: la avvisa saltandole addosso e corre a prenderle la medicina per il cuore. Non solo, le mette anche la zampa sulla gamba per informarla quando squilla il telefono. Una sera di novembre nel 2011, Emilie era al computer quando Mia le saltò in grembo, strofinando insistentemente il muso  nella parte superiore del suo seno sinistro. Chiuse gli occhi e si leccò furiosamente, una cosa che faceva quando la sua padrona aveva un livido o taglio. Il cane aveva fiutato che c’era un problema nell’area superiore del seno. Emilie non riusciva a distinguere nulla, visto che i suoi seni già naturalmente presentavano dei noduli. Dinanzi al comportamento insistente del cane, la padrona decise di andare dal suo medico di famiglia, per fare una mammografia e un’ecografia. Le fu diagnosticato un tumore di secondo stadio al seno sinistro. Il caso di Emilie e Mia riportato dal Guardian non è il primo a dimostrare l’utilità dei cani nella diagnosi precoce del cancro. Infatti, due anni fa, un ospedale del Trentino, in collaborazione con il Medical Detection Dogs Italia (Mdd), una onlus che si occupa di ricerca medica con l’utilizzo dei cani in svariati ambiti, ha deciso di adottare due Labrador addestrati nel Regno Unito a riconoscere i tumori dall’odore delle urine. E ancora, i ricercatori dell’Università della Pennsylvania stanno cercando di sviluppare uno strumento per diagnosticare il cancro alle ovaie sfruttando proprio il fiuto di questi animali, unito ad analisi chimiche e nuove tecnologie. Se lo studio dovesse andare a buon fine, potrebbe avere esiti importantissimi, visto l’elevata mortalità tra i malati di questo tumore che deriva dal fatto che la malattia viene spesso scoperta quando è ormai in uno stadio troppo avanzato.

(Foto: MR photography)

Fonte: ambientebio.it/