Australia, il surriscaldamento dei mari causa della moria dei delfini

 

I ricercatori hanno stabilito un rapporto di causalità fra il surriscaldamento delle acque marine e la moria e di delfini e pesci

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Gli esperti lanciano l’allarme: lo spiaggiamento di molti delfini avvenuto quest’anno, potrebbe essere un anticipo di quello che sarà il futuro impatto dei cambiamenti climatici. I delfini spiaggiati e i pesci morti rintracciati con preoccupante frequenza nei primi mesi del 2013 potrebbero diventare una caratteristica ricorrente sulle spiagge del Sud Australia, specialmente se continuerà il trend in costante crescita delle temperature che, nelle prime settimane dell’anno, hanno fatto registrare livelli record. Vic Neverauskas, direttore della sezione virus acquatici del Biosecurity South Australia, ha affermato come fosse logico supporre un rischio più elevato di eventi simili visto che i mari stavano seguendo una tendenza al riscaldamento dovuta ai cambiamenti climatici. L’eccessivo calore ha prolungato in maniera anomala la vita delle alghe: le temperature di ben 5 gradi superiori alla media, unite al fenomeno dell’upwelling (la direzione del vento contraria alla rotazione terrestre): così è scattata la trappola per i piccoli pesci che ha provocato un effetto domino su tutto l’ecosistema marino. Per quanto riguarda i delfini, i mammiferi sarebbero stati vittima di un virus moltiplicatosi in virtù dell’immuno-soppressione dovuta all’eccesivo calore.

Anche se questi tipi di eventi sono rari e sfortunati, capire la loro causa attraverso ricerche e indagini è il modo migliore per prevenire questi problemi,

ha dichiarato il ministro dell’Alimentazione e della Pesca del South Australia,Grace Portolesi. Nel Vecchio Continente freddo e maltempo non danno tregua, ma non ci si deve illudere: i cambiamenti climatici ci sono e questo è solo un esempio dei devastanti effetti che possono avere.

Fonte: The Guardian

Moria di delfini nel tirreno: salgono a 57 i ritrovamenti nel 2013

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E’ salito ancora il tragico bilancio di morte di delfini nel mar Tirreno: dopo i ritrovamenti di domenica scorsa le stenelle morte ritrovate lungo le coste italiane sono diventate 57, quando la media nello stesso periodo per il 2012 era di 4. Il Ministero dell’Ambiente, che ha attivato un censimento degli esemplari di stenella striata (Stenella coeruleoalba) ritrovati spiaggiati, addebita la colpa ad una causa non ancora individuata che sta facendo strage nel Tirreno. Gli ultimi ritrovamenti si sono verificati tutti lungo le coste del Lazio.

In un comunicato il Ministero dell’Ambiente spiega:

Domenica mattina la Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Anzio è intervenuta, in seguito alla segnalazione di un cittadino, per soccorrere un delfino in fin di vita, mentre l’Istituto zooprofilattico del Lazio e della Toscana ha recuperato altri esemplari morti a Focene (2 carcasse), Passoscuro, Sperlonga,Torvajanica e Marina di Alberese. […] Oltre ai 16 trovati sulle coste di Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna, ad oggi sono 41 gli esemplari arrivati nei laboratori dell’Izs Lazio e Toscana, 23 nella sede centrale di Roma e 18 in Toscana.

Sembrerebbe dunque una vera e propria emergenza, almeno sui numeri, questa moria di delfini costante nelle acque tirreniche: il ritrovamento di Nettuno, quello sopra riportato dal ministero, è purtroppo avvenuto quando il delfino era già morto; le perizie del servizio veterinario dell’Asl Roma hanno dimostrato che l’esemplare morto era un adulto di circa 2 metri e riportava evidenti ferite. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle regioni Lazio e Toscana (IZS) ha studiato tutti gli esemplari di stenella striata ritrovati in queste due regioni: ricerche sinora effettuate non si registrano isolamenti di agenti infettivi in grado di motivare le mortalità. Ad oggi infatti non è ancora stata chiarita la causa di questa moria. Inizialmente il ministero aveva ipotizzato l’ipotesi del batterio photobacterium damselae che può causare sindrome emolitica e lesioni ulcerative, come causa infettiva più probabile dei decessi dei mammiferi: ad oggi lo stesso ministero è tornato sulle sue ipotesi, certificando l’anomalia come “misteriosa”. Il Direttore Generale dell’IZS Dott. Remo Rosati, ha confermato al Tg2 che sono in corso esami anatomo-patologici, istologici, virologici e tossicologici, necessari a definire con certezza la causa di questa moria anomala di cetacei nelle coste tirreniche ma, ad oggi, la causa resta appunto ignota; Rosati non ha escluso tuttavia che questa moria di delfini possa essere correlata in qualche modo a fenomeni legati all’inquinamento o a eventi vulcanici sottomarini.

Fonte: Ministero dell’Ambiente