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Estate senza sprechi: ecco il decalogo per differenziare correttamente l’organico

Pubblicato su agosto 13, 2015 da ferrariled

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La scarsa abitudine dei turisti che non esercitano la raccolta differenziata incide negativamente sulle località turistiche virtuose. In soccorso arriva il decalogo del Consorzio Italiano Compostatori per una corretta raccolta differenziata dell’organico anche d’estate. Dieci consigli per evitare gli odori facendo attenzione alla conservazione del cibo: l’estate è anche il tempo delle insalate, un’opportunità per inventare nuove “fresche” ricette con gli avanzi del frigorifero.

Durante la stagione calda occorre prestare ancora maggior attenzione alla separazione dei rifiuti, dato che le temperature elevate possono provocare alcune criticità, come i cattivi odori. L’estate inoltre è tempo di gite e turismo e per questo motivo possono cambiare le abitudini di raccolta a seconda della località di villeggiatura scelta per le vacanze. E così il Consorzio Italiano Compostatori, in vista dell’estate, presenta dieci consigli per trattare correttamente i rifiuti organici, senza odori ed evitando gli sprechi di cibo.

1. Il sacchetto giusto. Primo passo per un corretto trattamento dei rifiuti organici è il sacchetto giusto. Per la raccolta dell’organico è necessario che sia in materiale compostabile come carta o bioplastica certificata ai sensi della norma EN 13432. Occorre evitare le buste di plastica tradizionale, materiale “indigesto” per i microorganismi che trasformano gli scarti alimentari in compost.

2. Contenitore aerato. Al sacchetto compostabile va associato preferibilmente un contenitore areato: questo manufatto consente di gestire in modo ottimale gli scarti umidi evitando cattivi odori, perché grazie all’aerazione i rifiuti non fermentano e si evita poi la formazione di liquidi. All’interno del bidone bucherellato l’organico evapora: perdendo l’acqua in eccesso, gli scarti diventano più asciutti e leggeri con una riduzione del peso fino al 15%. L’aerazione, inoltre, aumenta la resistenza dei sacchi compostabili in quanto si mantengono sempre asciutti all’interno del secchiello.

3. Occhio agli altri rifiuti. La produzione di odori potrebbe anche essere causata dalla presenza di sostanza organica all’interno di imballaggi in plastica o metallo che contenevano alimenti. Un accorgimento utile è un veloce risciacquo di questi contenitori prima di avviarli alla raccolta differenziata della plastica o del metallo.

4. Corretta raccolta differenziata. L’aumento nel consumo di frutta e verdura in estate porta ad una produzione elevata di rifiuti organici. Vale quindi la pena ricordare le regole per una corretta differenziazione dei rifiuti: con l’umido possono essere raccolti tutti gli scarti di preparazione dei cibi, sia di tipo vegetale che animale. Potete inoltre raccogliere tutti gli scarti commestibili che avanzano dalle portate dei pasti. Non vanno raccolti con l’umido oggetti in vetro, metallo, plastica, lattine.

5. Evitare gli sprechi. Anche d’estate bisogna stare attenti ad evitare sprechi alimentari. Occorre monitorare lo stato di conservazione e le scadenze degli alimenti sapendo che la dicitura “consumare preferibilmente entro” significa che dopo quella data l’alimento è ancora commestibile, in alcuni casi anche per mesi. Il caldo tuttavia può accelerare il deterioramento del cibo. Per alcuni alimenti conservati a temperatura ambiente occorre prestare maggior attenzione alla loro collocazione in luoghi freschi e al riparo dal sole. È il caso ad esempio della frutta e della verdura. Ma lo stesso accorgimento può essere adottato anche per dolci e bevande.

6. Avanzi. Per evitare gli sprechi va monitorato il contenuto del frigorifero, in particolare per gli avanzi. Essendo l’estate il tempo delle insalate, questa può essere l’occasione per mischiare ingredienti, anche piccole quantità avanzate, che in apparenza non vanno d’accordo. Spazio quindi alla fantasia per inventare nuove “fresche” ricette evitando spreco di cibo.

7. Informarsi sulle modalità di raccolta. Cambiando località, da quella di residenza a quella di villeggiatura, possono variare le modalità di raccolta dei rifiuti. In questo caso è utile informarsi dal locatore o contattare il comune o l’azienda di igiene urbana localeper essere informati sulle modalità di raccolta o sui giorni di passaggio dei mezzi.

8. Stoviglie biodegradabili. In occasione di una scampagnata può capitare di non aver voglia di lavare le stoviglie. Esistono in commercio stoviglie (piatti, bicchieri, posate) in materiale compostabile certificato (ai sensi della norma EN 13432). Tali stoviglie possono essere trasformate in compost, in impianti industriali, senza costituire rifiuti da smaltire. Prima di raccogliere tali manufatti insieme all’umido verificate con il gestore o l’Azienda di raccolta se tale percorso è fattibile nel vostro Comune.

9. Il Compost. Trasformare gli scarti organici in compost è uno dei modi per contribuire in modo significativo all’uso sostenibile delle risorse. Dal compostaggio nasce un fertilizzante naturale che restituisce sostanza organica alla terra. Per saperne di più sul compostaggio e sulle possibilità di utilizzo: www.compost.it.

10. I marchi di certificazione del CIC. Il Consorzio Italiano Compostatori ha scelto la garanzia della qualità. Per questo ha creato due marchi, uno per il compost e l’altro per i manufatti compostabili. Utilizzare il compost a marchio CIC e usare manufatti compostabili certificati Compostabile CIC significa avere in mano prodotti di qualità, per un’impronta ecologica più leggera e sicura. Qui i marchi di certificazione CIC.

“Un terzo dei nostri rifiuti urbani è composto da scarti organici. Separare correttamente e raccogliere l’umido permette di ottenere nuove risorse: il biogas, combustibile rinnovabile, e il compost, fertilizzante organico per i terreni” sottolinea Massimo Centemero, direttore del CIC. “Al netto degli sprechi alimentari che dovrebbero diminuire soprattutto nelle filiere alimentari, la raccolta e il trattamento dell’organico permette di risparmiare 1.1 Mt di CO2 equivalente/anno”.


Chi è il Consorzio Italiano Compostatori

Il CIC (Consorzio Italiano Compostatori) è l’associazione italiana per la produzione di compost e biogas. Il Consorzio, che conta più di 130 soci, riunisce imprese e enti pubblici e privati produttori di fertilizzanti organici e altre organizzazioni che, pur non essendo produttori di compost, sono comunque interessate alle attività di compostaggio (produttori di macchine e attrezzature, di fertilizzanti, enti di ricerca, ecc.). Il CIC promuove la produzione di materiali compostati, tutelando e controllando le corrette metodologie e procedure. Promuove le iniziative per la commercializzazione e la corretta destinazione dei prodotti ottenuti dal compostaggio e svolge attività di ricerca, studio e divulgazione relative a metodologie e tecniche per la produzione e utilizzazione dei prodotti compostati.

Maggiori informazioni sul sito istituzionale: http://compost.it/

Fonte: agenziapressplay.it

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Gas refrigeranti, il decalogo di Legambiente per combattere l’effetto serra

Pubblicato su aprile 10, 2014 da ferrariled

Legambiente e Hudson Technologies Europe hanno promosso una campagna di sensibilizzazione di cittadini e istituzioni sulla gestione e lo smaltimento corretti dei fluidi refrigeranti, che rappresentano il 50% delle potenziali emissioni climalteranti dell’Italia378552

Chi conosce i fluorocarburi? Sono i gas refrigeranti presenti nei frigoriferi, nei condizionatori, negli impianti antincendio, per fare solo alcuni esempi. Grazie a questi fluidi – CFC, HCFC e HFC – la qualità della nostra vita è indubbiamente migliorata, purtroppo però, se rilasciati in atmosfera, intaccano lo strato di ozono e contribuiscono all’effetto serra. Oggi rappresentano in Italia il 50% delle potenziali emissioni climalteranti e, una volta usati, ne riusciamo a raccogliere solo 4 grammi all’anno per abitante.  Ecco perché Legambiente e Hudson Technologies Europe hanno promosso una campagna di sensibilizzazione di cittadini e istituzioni sulla gestione e lo smaltimento corretti dei fluidi refrigeranti. Partendo da che cosa sono, dove sono impiegati e quali sono i loro effetti sull’ambiente.
Alla Fiera di Milano per la mostra convegno Global Confort Technology, i due partner presentano “Rinfreschiamoci senza riscaldare il pianeta”, alcune regole semplici per una corretta gestione dei fluorocarburi, con particolare riferimento al fine vita degli elettrodomestici e degli impianti che li contengono. Per contrastare, infatti, il loro impatto sull’ozono è necessario ridurre le emissioni, facendo in modo che impianti e apparecchiature siano installate correttamente, controllate nel funzionamento con cadenza periodica e soprattutto, al termine del ciclo di vita, i gas refrigeranti siano conferiti ai centri di raccolta autorizzati.  Purtroppo l’Italia si colloca agli ultimi posti nella graduatoria europea dei paesi virtuosi nel recupero dei refrigeranti, come dimostra il confronto con alcuni partner comunitari: nel nostro Paese nel 2011 sono stati prodotti in media 4,4 grammi/abitante di rifiuto da refrigeranti, un valore notevolmente inferiore a quello conseguito dall’Inghilterra o dalla Germania che raggiungono rispettivamente 23,6 e 23,2 grammi per abitante. “In Italia – dice Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – nel 2012 le stime indicano che lo stock di gas refrigeranti ammonti a circa 100mila tonnellate, per un potenziale effetto serra di 250 milioni di tonnellate equivalenti, il 50% circa del totale delle emissioni di gas serra annuali a livello nazionale. Per i soli HFC, negli ultimi dieci anni, rispetto a una diminuzione generale delle emissioni di gas serra del 9%, l’aumento nel nostro paese è addirittura del 341%. Questi dati richiamano con forza l’importanza di una corretta gestione dei fluorocarburi e dello sviluppo dei nuovi refrigeranti naturali per vincere la sfida dei cambiamenti climatici”. “Questa campagna con Legambiente costituisce un eccellente viatico alle nostre attività europee – commenta Gianluca Indovino, amministratore delegato di Hudson Technologies Europe – e ci consentirà di portare a conoscenza dell’opinione pubblica il problema del recupero a fine vita dei fluidi refrigeranti. Si tratta di un tema sinora sottovalutato, ma che, se opportunamente risolto, costituirebbe un indubbio miglioramento ambientale”. Liberare i gas refrigeranti in atmosfera, in luogo del recupero, non costituisce solamente un danno ambientale, sanzionato dalla legge, ma anche una perdita economica. Il recupero e il ritrattamento dei gas refrigeranti, infatti, possono permetterne il riutilizzo, evitando che si producano refrigeranti nuovi, la cui manifattura è dispendiosa da un punto di vista energetico. La normativa italiana ed europea vieta la produzione e la vendita di tutte le sostanze lesive per l’ozono, ma queste sono ancora presenti in moltissimi impianti e il loro recupero è considerato prioritario per la difesa ambientale. Lo Stato italiano ha approvato due provvedimenti, il D.Lgs. 26/2013 e il D.Lgs. 108/2013, che stabiliscono le sanzioni per la violazione delle disposizioni derivanti dal Regolamento (CE) 1005/2009 per le sostanze che riducono lo strato di ozono e dal Regolamento (CE) 842/2006 sui gas fluorurati a effetto serra. Queste norme fanno chiarezza sui comportamenti virtuosi nella gestione di queste sostanze e fissano pene severe per i contravventori.  Più nel dettaglio, i fluorocarburi sono prodotti chimici contenenti fluoro e carbonio cui appartengono due grandi famiglie di sostanze: quelle lesive per l’ozono (ozone depleting substances o ODS) e i gas fluorurati (i cosiddetti F-gas).

Scarica l’opuscolo informativo di Legambiente e Hudson Technologies Europe sui gas refrigeranti con il decalogo sulla loro corretta gestione.

 

Fonte: ecodallecittà.it

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I foodblogger green firmano il decalogo della cucina ecologica

Pubblicato su luglio 6, 2013 da ferrariled

Un decalogo per la cucina ecologica sottoscritto da 20 foodblogger per promuovere la cucina sostenibilecarta_foodblogger-586x293

Un decalogo per promuovere la cultura della sostenibilità attraverso i foodblog, ossia i blog che si occupano di diffondere ricette. Sotto vi riporto il decalogo che è stato accettato e sottoscritto da 20 food blogger che si impegnano così, tra le altre cose, a proporre ricette che incentivino al minor uso della carne rossa, oppure che scelgono hosting alimentati da energie rinnovabili. Infatti l’impegno di ogni foodblogger è preciso e consiste nel chiedersi, prima di pubblicare una ricetta se gli ingredienti scelti siano sostenibili, ecologici, di stagione e ciò per diffondere la necessità di imparare a scegliere ciò che mangiamo. L’iniziativa è stata ideata e diffusa da Food140. La cucina, in effetti, può essere il posto migliore per testare o apprendere quanto i comportamenti errati vadano a incidere sulla salute collettiva e dell’ambiente. Infatti tra i punti selezionati viene richiesta la promozione degli ingredienti Km0 oppure delle pratiche del riciclo del cibo avanzato. I 20 foodblogger selezionati per la promozione della cucina sostenibile sono: Vissia Nucci di Solo per gusto, Luana Cestari di Luana Cestari Cuisine, Claudia Tiberti di Verde Cardamomo, Giulia Diacono di Amara dolcezza, Roberta D’Ancona di In cucina con Roberta, Simona Mirto diTavolArteGusto, Luca Sessa di Per un pugno di capperi, Iride Valente di Cucinologia, Silvia De Leonardis di acquaefarina-sississima, Patrizia De Angelis di I dolci nella mente, Monica Zacchia di Dolci gusti, Serena Angelini di Pici e castagne, Sabrina Tocchio di Nato sotto il cavolo, Fedora D’Orazio di Cappuccino e cornetto, Mauro Santucci e Angelo di Stasio di Porzione singola, Stefania Verardi di Food for the Soul e Paola Ruggiero di Radici di zenzero a cui si sono in seguito uniti Roberta Paris di The Dreaming Seed, Lorenza Pliteri di Ricette di stagione, Selene Oliva di Tutta colpa della moda, Chiara Brandi di Forchettina giramondo e Daniela Spada di Cucina amore mio.

Questo il decalogo della Carta dei foodblogger green:

1. Promuovere la cultura della sostenibilità in rete;
Questo è un principio di portata generale. Un modus operandi che vincolerà il blogger per tutta la durata della sua attività sul web.

2. Impegnarsi a pubblicare periodicamente un post sulle buone pratiche ambientali in relazione alla produzione di prodotti alimentari;
I post e il “blogging” sono gli strumenti attraverso cui i foodblogger realizzano la propria attività in rete. Informare i propri lettori sulle buone pratiche ambientali rappresenta lo strumento di divulgazione più importante.

3. Diffondere la cultura della tutela e della valorizzazione del territorio agricolo;
Compito di un foodblogger, è sia raccontare il cibo e i prodotti alimentari nelle loro varie specificità, sia battersi per la tutela del territorio che produce le varie eccellenze.

4. Impegnarsi nella divulgazione della cultura degli orti/giardini urbani;
Raccontare le buone pratiche di questo genere, aiuta i lettori sia a rispettare maggiormente l’ambiente che a riappropriarsi dei concetti base che appartengono al mondo agricolo.

5. Approfondire la conoscenza degli hosting a impatto zero;
È di fondamentale importanza conoscere i propri strumenti di lavoro. Preoccuparsi di utilizzare energia pulita per le infrastrutture telematiche rappresenta uno dei passi più importanti per una rete internet a impatto zero.

6. Impegnarsi a pubblicare periodicamente dei post sulla cultura del cibo e del riciclo;
Questo punto nasce dalla considerazione che molto del cibo prodotto e acquistato viene gettato. Riscoprire gli antichi modi di cucinare (come la cucina del riciclo) o illustrare le buone pratiche ambientali per il riciclo degli avanzi è sicuramente un’ottima pratica sostenibile. Trattandosi di vere e proprie ricette, e quindi, dell’attività principale di ogni blogger, invitiamo in concreto ciascuno a pubblicare a riguardo almeno un post ogni due mesi.

7. Impegnarsi a pubblicare periodicamente post sulla descrizione delle pratiche della filiera corta;
Il minor trasporto di cibo equivale a minor utilizzo dei carburanti fossili e a una quantità minore di gas inquinanti dispersi nell’ambiente.

8. Contribuire alla conoscenza del mondo OGM;
Quello che con questa carta ci impegniamo a fare è contribuire a una maggiore conoscenza del mondo degli organismi geneticamente mutati. Qualsiasi contributo è ben accetto è rappresenta un accrescimento della conoscenza di un mondo estremamente complesso.

9. Tutela dell’ambiente attraverso la diminuzione del consumo della carne rossa;
Il consumo della carne rossa è sicuramente uno dei fattori che concorrono maggiormente all’inquinamento del pianeta e all’aumento di malattie legate all’alimentazione. La nostra non è assolutamente una demonizzazione di questo tipo di carne. Vuole invece fare da monito per un consumo responsabile ed equilibrato di questo alimento. Invitiamo pertanto ogni singolo blogger a pubblicare almeno una volta ogni due mesi sul proprio blog una ricetta vegetariana.

10. Promozione della cultura dei GAS.
I gruppi di acquisto solidali rappresentano la sintesi e l’applicazione concreta di molti dei principi fin qui enunciati. La promozione e la divulgazione del mondo dei GAS sarà uno degli obiettivi dei soggetti che firmeranno questa carta.

Fonte:  Ambiente in Rete

 

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