Exe.it: il primo Data Center in Italia a emissioni zero

Lo sapevate che i data center, se prendiamo in considerazione l’Europa, il Nord America e l’Oceania, sono la prima causa delle emissioni di anidride carbonica? Exe.it è una società che opera nel bolognese dal 1988 nel settore dell’informatica, fornendo servizi ad ampio spettro e di specializzazione. Con il suo Green data center è diventata la prima società in Italia a fornirsi di un data center completamente a emissioni zero, strutturato per l’efficienza energetica.

Dopo aver incontrato Gianni Capra, amministratore della società Exe.it Srl Sb, mi capita spesso di domandare a persone molto informate sul tema dei cambiamenti climatici se conoscono una delle cause di questo problema. In molti mi rispondono: “gli allevamenti intensivi, la produzione e il consumo di carne in generale”. A quel punto rispondo: “ma sai che un quarto d’ora di video su You Tube consuma in termini di emissioni quanto tre giorni di un frigorifero casalingo?” e vedo gli occhi dei miei interlocutori sgranarsi, come a pensare che io sia un tantino pazzo. Non hanno tutti i torti, lo devo ammettere, ma in tanti non sappiamo una cosa davvero importante: esistono documenti ufficiali che certificano come prendendo in considerazione l’Europa, il Nord America e l’Oceania, i data center costituiscono i massimi emettitori di CO2. Se si considera il mondo nel suo complesso sono gli allevamenti intensivi ad essere i maggiori emettitori. Conosciamo tutto di Steve Jobs ma poco di personaggi come Gianni Capra, uno di coloro che hanno trovato una soluzione al problema senza farci sudare freddo mentre guardiamo il video della band che amiamo.

Scopriamo la storia di Exe.it e del suo Green data center.

Che cos’è Exe.it?

Exe.it Srl Sb (vi spieghiamo dopo cosa significa quella sigla finale) nasce nel 1988 come azienda di informatica dedicata ai servizi.  La vera svolta avviene però con la nascita di internet: dopo questo evento, Exe.it si è immediatamente proposta come hosting, realizzando siti internet e offrendo servizi di providing. Qualche anno dopo si è spostata verso i servizi informatici a più ampio raggio rivolti alle aziende, partendo dai lunghi noleggi di hardware. Da azienda commerciale è diventata così un’azienda specializzata nei servizi, cambiando completamente la mentalità aziendale.

Già in questa prima fase di internet, Exe.it si appoggiava ad un data center nella sua vecchia sede di Bologna: si tratta di una sala macchine che ospita server, storage, gruppi di continuità e tutte le apparecchiature che consentono di governare i processi, le comunicazioni così come i servizi che supportano qualsiasi attività aziendale. Se tutti noi abbiamo un blog personale, è all’interno di un data center che questo gira, è grazie a questo assemblamento di macchine (e non solo) che possiamo vederlo. Dopo venticinque anni di attività. la Exe.it ha deciso di costruirsi un proprio data center, oggi attivo a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna. Perché, e cosa ha di particolare?20139671_1476862075694062_4788166544982053265_n-1

Il Primo Green data center in Italia

“Da una piccola ricerca che abbiamo effettuato, abbiamo scoperto che la preoccupazione numero uno in termini di emissioni di CO2 da parte della Comunità Europea, del Parlamento Australiano e Canadese e del Congresso Statunitense sono i data center: una notizia che non sa quasi nessuno” ci spiega allora Gianni Capra, Amministratore di Exe.it Srl Sb.  “Se si considera il mondo nel suo complesso sono gli allevamenti intensivi ad essere i maggiori emettitori. Eppure, ad esempio, nella nostra regione, l’Emilia Romagna, il più grande emettitore di Co2 è un data center molto importante”. Perché questo? Perché anche solo soffermandosi sul territorio italiano, i data center sono migliaia e ognuno consuma delle quantità spropositate di energia elettrica. La causa della loro massiccia presenza è che la totalità delle comunicazioni oggi passa attraverso un data center: cinema, televisione, musica, radio, ovviamente internet e quant’altro. L’esplosione degli smartphone non ha fatto altro che incrementare questa tendenza.

“Avendo preso atto di questo, la nostra idea era quella di provare a costruire, progettare e realizzare il primo data center in Europa ad emissioni zero. Non ci siamo riusciti perché siamo stati preceduti da altri nove data center che sono in Nord Europa (tre in Islanda, due in Norvegia, due in Finlandia e due in Svezia) mentre realizzavamo il nostro. Dunque il nostro Green data center è l’unico data center ad emissioni zero nell’area compresa tra Amburgo, Lisbona ed Atene.6883_1009784319068509_6582728425691563248_n

La struttura

Per raggiungere questo obiettivo, Exe.it ha progettato una struttura che ospita il data center a zero emissioni di anidride carbonica: “Una componente fondamentale di questa struttura è il legno: tutto il data center è costruito con questo materiale, che permette un livello di efficienza termica non comparabile con qualsiasi altra tipologia costruttiva. Le pareti in legno hanno una caratteristica fortemente isolante e conferiscono allo stabile un’altissima efficienza energetica. Noi non abbiamo nemmeno l’aria condizionata negli uffici e non ne sentiamo minimamente l’esigenza. Si aggiunga a questo il tetto completamente ricoperto di pannelli fotovoltaici, in sovrapproduzione di energia da anni ormai. Inoltre i nostri armadi Rack, le strutture dove si installano i server fisici, sono a bassissima densità: noi ne mettiamo al massimo ventuno su quarantadue posti disponibili, permettendo un minore surriscaldamento. Un altro aspetto è l’alta temperatura di funzionamento dei data center: di solito in questo ambiente si lavora a diciotto-venti gradi massimo, e per far questo bisogna raffreddare l’ambiente con i condizionatori. Noi lavoriamo a ventisei-ventotto gradi e tutto è studiato in funzione di questo. Altro aspetto importantissimo è la rinuncia totale ai dischi rigidi: nel nostri data center ci sono solo memorie allo stato solido, come quelle dei nostri telefonini o delle nostre macchine fotografiche. Il combinato disposto di tutte queste scelte permette di condizionare soltanto il ventuno per cento del tempo annuo, contro il cento per cento di un data center tradizionale, che tra l’altro consuma il cinquantacinque per cento del totale proprio per condizionare. Questa è la dimostrazione che un data center ad emissioni zero è sostenibile anche economicamente, persino a queste latitudini”.20604263_1491017070945229_4216119595084781855_n

Le certificazioni

Un altro aspetto che conferma la veridicità e la non autoreferenzialità di quanto affermato da Capra sono le certificazioni ufficiali, obiettivo centrale che Exe.it ha perseguito come dimostrazione del proprio lavoro: “Siamo convinti che la divulgazione sia importante, ma allo stesso tempo crediamo che la certificazione che attesti la veridicità di quanto dichiarato lo sia altrettanto. Ecco perché ci siamo sforzati di ottenerla, sottolineo la parola vera perché ce ne sono molte di certificazioni false! Quelle vere vengono rilasciate da enti accreditati, che fanno capo ad un unico organismo nazionale che risponde al Ministero dello Sviluppo Economico e che si chiama Accredia. Il 27 gennaio 2016 noi abbiamo avuto la nostra certificazione di essere un data center ad emissioni zero da parte di un ente accreditato, con un traguardo in più, molto difficile da ottenere: il diritto legale di emettere delle sub-certificazioni a costo zero da rilasciare a tutti coloro che trasferiscono tutti o in parte i propri dati informatici qui da noi. Oggi tutti i nostri clienti ricevono dunque una certificazione vera, con un numero identificativo univoco che rimanda ad un database che è dell’Ente no-profit che ha stabilito le normative: il massimo dell’oggettività possibile.13007143_1058858434161097_2085150427746808041_n

Gianni Capra, amministratore della società Exe.it

La Società Benefit

Exe.it è anche una SB, una società Benefit, società Profit che però formalizzano e rispettano una particolare attenzione all’ambiente, al sociale o ad entrambe le cose. La Società Benefit è ora riconosciuta ufficialmente dallo Stato Italiano, primo paese in Europa e secondo solo agli Stati Uniti nel Mondo a riconoscere giuridicamente questa formula societaria, con la legge numero 208 del 29/12/15. “Anche questo aspetto della Società Benefit è una certificazione, abbiamo pensato subito che facesse al caso nostro. Lo dimostra anche il nostro stabilimento, dove ci sono tante aree dedicate unicamente al benessere delle persone che lavorano qua. Abbiamo costruito una sala musica, una taverna, una palestra, ci sono gli orti dove poter raccogliere delle verdure: tutto è a disposizione di tutti i dipendenti e questo rende più gradevole il vivere in un posto, quello di lavoro, che porta via tanto tempo della nostra esistenza. Essendo una Benefit Corporation abbiamo tante altre cose formalizzate e inserite nello Statuto, quali per esempio il recupero totale delle acque piovane e una rigorosa raccolta differenziata”.

Arrivato il momento dei saluti, Gianni mi esprime un desiderio: “Noi siamo fieri di questa primogenitura in Italia per quanto riguarda il data center, ma non deve rimanere un unicità: vorremmo che la dimostrazione che un data center, l’oggetto più inquinante al mondo, può essere sostenibile al cento per cento ed emettere assolutamente zero anidride carbonica, fosse divulgato e diffuso.”

Nel nostro piccolo ci abbiamo provato, speriamo di essere seguiti sempre di più anche noi.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/01/io-faccio-cosi-194-exe-it-primo-data-center-italia-impatto-zero/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Google e Apple: data center 100% a energie rinnovabili

I due giganti tecnologici hanno scelto l’energia rinnovabile per alimentare i propri data center in Europa: eolico e fotovoltaico fanno girare il cloudhttp _media.ecoblog.it_2_28c_google-apple-datacenter-energie-rinnovabili

L’esplosione delle tecnologie mobile, cloud in primis, ha causato nell’ultimo decennio un fortissimo aumento dei consumi elettrici delle grandi aziende tecnologiche che, da qualche anno, stanno correndo ai ripari rivolgendosi alle energie rinnovabili. Sia Google che Apple, i due protagonisti indiscussi insieme ad Amazon e Facebook della tech economy dei nostri giorni, hanno annunciato ulteriori investimenti nell’energia verde. Soprattutto in Europa dove, a differenza che negli Stati Uniti, le energie rinnovabili sono ormai mature e ben integrate nelle reti elettriche nazionali. E, per la precisione, soprattutto nell’Europa del nord, dove oltre ad una forte produzione di energia eolica ci sono anche le condizioni economiche per installare i data center che gestiscono il grosso del traffico dati nel vecchio continente. Google, ad esempio, ha annunciato di aver stipulato il contratto di PPA (Power Purchase Agreement, un contratto di acquisto dell’energia elettrica rinnovabile prodotta da uno specifico impianto, ad un prezzo stabilito) per la fornitura di elettricità per alimentare il data center di Eemshaven, in Olanda. Verrà alimentato con l’energia prodotta dal Sunport Delfzijl Solar Park, il parco fotovoltaico più grande dei Paesi Bassi gestito da Eneco Group. Si tratta di un impianto fotovoltaico da 27 MW di potenza, montato a terra su una estensione di 30 ettari. Sempre con Eneco, in passato, Google aveva stipulato PPA per l’acquisto dell’energia rinnovabile prodotta dai parchi eolici di Delfzijl, Krammer e Bouwdokken. Apple, invece, ha dichiarato a Reuters di avere intenzione di costruire un nuovo data center in Europa alimentato a rinnovabili: si tratta del data center di Aabenraa, nel sud della Danimarca al confine con la Germania. Sarà operativo dalla seconda metà del 2019, costerà sei miliardi di Corone danesi (circa 806 milioni di euro) e farà girare i servizi di  iTunes Store, App Store, iMessage, Maps e Siri. Reuters non specifica da dove Apple prenderà l’energia elettrica necessaria ad alimentare il data center danese, ma riporta che il gigante di Cupertino ha intenzione di farlo girare al 100% con elettricità verde. E’ assai probabile che parte dell’energia verrà dai numerosi impianti eolici presenti in Danimarca e il restante da impianti finanziati dalla stessa Apple grazie al recente Green Bond da 1 miliardo di dollari.

Credit foto: Flickr

Fonte ecoblog.it

Facebook avrà un data center alimentato con l’eolico

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L’interesse dei giganti dell’ICT verso il mondo delle energie rinnovabili, un pò per motivi d’immagine ma anche per ragioni di business, è sempre più intenso. Nei giorni scorsi Facebook ha annunciato che il suo nuovo data center in costruzione nello Iowa sarà alimentato interamente con energia prodotta dal vento. Progettato per diventare operativo nel 2014, il data center sarà infatti accoppiato a un parco eolico (che entrerà in funzione solo nel 2015) che produrrà energia sufficiente per soddisfare completamente il fabbisogno della struttura. La centrale eolica da 138 MW non apparterrà direttamente a Facebook, ma alla Energy MidAmerican, società locale che si occuperà anche della manutenzione dell’intero impianto. Il nuovo data center – secondo quanto reso noto dal re dei social network – adotterà anche una serie di soluzioni per migliorare l’efficienza energetica e ridurre così al minimo il suo impatto ambientale. L’obiettivo della società è di arrivare a coprire con le fonti pulite il 25% del fabbisogno dei suoi data center entro il 2015.

Fonte: Energia24Club.it