Case naturali: come costruire e ristrutturare in modo sostenibile

Che cosa si intende per case naturali e quali vantaggi comportano? Da dove iniziare per costruire e ristrutturare in modo sostenibile? E quali materiali scegliere? Ne abbiamo parlato con i fondatori dell’impresa edile Terraepaglia, che guideranno un corso semplice e completo rivolto a chi è in cerca di soluzioni sostenibili per la propria casa. Costruire una nuova relazione con l’ambiente a partire dalla casa, che può essere costruita e ristrutturata in modo sostenibile, con molteplici vantaggi anche per la nostra salute e qualità di vita. Ne abbiamo parlato con gli artigiani edili Sara Lucietto e Sanni Mezzasoma, fondatori dell’impresa Terraepaglia e docenti di un corso semplice e completo per scoprire da dove iniziare e cosa fare quando si nutre il desiderio di vivere in una casa più sana e naturale.

Sara Lucietto e Sanni Mezzasoma, fondatori dell’impresa TerraePaglia

Potete presentarvi e presentare Terra e Paglia?

Certo, grazie di questa domanda e di questo spazio. Siamo Sara e Sanni, siamo artigiani edili, ci occupiamo di costruire case e lo facciamo soprattutto con i materiali naturali. Per farlo nel 2015 abbiamo fondato la nostra impresa Terraepaglia che è appunto una snc edile, che ci permette di lavorare nei cantieri. Oltre ad occuparci di costruzione, da sempre, anche visto come è iniziata la nostra avventura siamo anche formatori, ovvero insegniamo a tutte le persone che lo desiderano come costruire con questi materiali.

Come e quando ha preso vita la vostra impresa?

La nostra storia inizia a Panta Rei, un centro di educazione Ambientale sulle colline del Trasimeno, dove ci siamo conosciuti, Sanni era il direttore del centro e Sara una neolaureata arrivata nel centro per partecipare ad un cantiere scuola. Dopo un anno di lavoro insieme all’interno del centro, abbiamo iniziato a lavorare anche fuori, incentrando le attività soprattutto sui materiali naturali e sul loro utilizzo in edilizia e da lì abbiamo ricevuto le prime commesse per la realizzazione di case di paglia. Quando abbiamo iniziato tra le questioni nodali della diffusione di un certo tipo di edilizia naturale c’era la mancanza di manodopera specializzata in grado di costruire con i materiali naturali; per rispondere a questa esigenza abbiamo quindi preso l’esperienza che negli anni c’eravamo fatti e l’abbiamo riadatta ai cantieri. Così è nato il progetto Terra e Paglia, per dare risposta e sostenere le persone che vogliono vivere in spazi più sani, realizzati con i materiali naturali. L’idea di far convivere l’anima artigiana con quella formativa contribuisce a rendere il progetto sempre ricco di sfumature e aumenta le possibilità di incontro e confronto.  Alcune persone hanno bisogno di un’impresa che costruisca, altri desiderano essere accompagnati in percorsi di autocostruzione, altri ancora vogliono ampliare la loro possibilità di scelta e quindi informarsi e confrontarsi: tra i cantieri e la formazione riusciamo ad intercettare e sostenere persone che hanno esigenze diverse che ruotano attorno al tema dell’abitare in modo sostenibile.

Che cosa si intende per “case naturali”?

Le case naturali sono case realizzate con i materiali che arrivano direttamente dalla natura. I materiali cosiddetti naturali sono moltissimi. Con la scelta del nostro nome abbiamo pubblicamente dichiarato quali sono quelli che più ci piacciono e che preferiamo usare, sui quali negli anni ci siamo specializzati. Certo è che la casa è un organismo complesso, quindi la terra e la paglia saranno spessissimo abbinate ad altri materiali, che potranno essere più o meno naturali. Ci piace l’idea di stimolare a riflettere sulle questioni della sostenibilità e quindi della scelta dei materiali per la propria casa, secondo la regola del qb, quanto basta. In molti sogniamo case 100% naturali, poi nella realtà molto spesso ci troviamo di fronte a situazioni che ci richiedono compromessi; per noi scegliere naturale è una direzione, non un fine; questo ci porta quindi spesso non a trovare le soluzioni più sostenibili in assoluto, quindi 100% green, piuttosto le più sostenibili per quello che si può fare in un dato contesto, con delle precise risorse a disposizione, secondo le funzioni che richiediamo a certi spazi. Il “quanto basta” ci aiuta a relativizzare l’ideale della sostenibilità e ci porta a chiederci cosa effettivamente possiamo fare, quanto mi basta insomma, e lavorare su quel pezzo.

Quali sono i vantaggi di abitare in una casa naturale?

Come dicevamo sopra di materiali naturali ce ne sono tanti, quindi le caratteristiche vere e proprie della casa dipenderanno da quali sceglieremo. In linea generale possiamo dire che le case naturali sono case più sane da abitare. Ci sono tanti fattori che contribuiscono a determinare la salubrità degli ambienti, uno fra tutti è la quantità di umidità nell’aria. Facciamo un esempio per capire cosa intendiamo: quando scegliamo di usare la terra cruda come materiale per le nostre pareti e nello specifico per i nostri intonaci, lavoriamo indirettamente e naturalmente anche sulla regolazione l’umidità nell’aria, perché la terra, o meglio l’argilla contenuta nella terra, ha capacità igroscopiche, ovvero assorbe l’umidità in eccesso e la rilascia quando l’aria è troppo secca. Le case naturali sono efficienti da un punto di vista energetico. Ci sono moltissimi materiali naturali che hanno ottime prestazioni dal punto di vista dell’isolamento; Possiamo lavorare sui cappotti, in case ad esempio da ristrutturare, oppure possiamo costruire direttamente muri che hanno buone prestazioni da questo punto di vista. Le balle di paglia, per citare uno dei materiali che usiamo di più, sono ottime da questo punto di vista. Ricordiamo che una casa efficiente è un risparmio per noi, che spendiamo di meno, e anche per l’ambiente, perché usiamo meno energia. E arriviamo così all’ultimo punto significativo che è l’impatto ambientale. Scegliere naturale ci permette di ridurre l’impatto della nostra casa da tanti punto di vista. La terra e la paglia, ad esempio sono materie che usiamo così come sono, quindi non abbiamo impatto di produzione e trasformazione; quando la casa verrà modificata e per qualunque motivo butteremo giù i nostri muri non costituiremo rifiuti, ma solo materiale organico che torna alla terra, e ultimo quando scegliamo locale non abbiamo nemmeno i trasporti. Insomma è un modo di costruire che ci permette una nuova relazione con l’ambiente e con il territorio.

A chi si rivolge il corso e in cosa consiste?

E arriviamo quindi a presentarvi il percorso che sta partendo in questi giorni e che nasce da una delle domande che più frequentemente riceviamo, ovvero “ok, tutto bello, voglio costruire naturale anch’io, ma da dove inizio? Cioè cosa devo fare se voglio costruire o ristrutturare in modo sostenibile?”. Allora proprio a partire da questa domanda abbiamo creato un percorso, che fosse una guida per orientarsi nei processi di costruzione e ristrutturazione per capire quali sono le varie fasi che si attraversano e quindi quali le possibilità che abbiamo in ogni fase. Siamo convinti, anche rispetto alla nostra esperienza di questi anni, che più le persone sono informate e preparate rispetto a quello che vivranno prima e durante il cantiere, più sono in grado di fare scelte consapevoli e quindi inclusive delle soluzioni naturali. Il corso è allora suddiviso in 3 moduli, uno per la costruzione di una casa da zero, uno per la ristrutturazione e uno per l’autocostruzione, e in questa prima edizione sperimenteremo la modalità interattiva, che è anche molto affine ai nostri corsi dal vivo, perché ci permette di entrare in relazione con i partecipanti e soprattutto supportarli nella traduzione delle lezioni “teoriche” in informazioni e azioni utili ai loro casi specifici. Gli strumenti con cui lo faremo saranno 5 webinar di domande e risposte, uno a settimana, un gruppo facebook che ci darà l’opportunità di interagire e una mappa che ci aiuterà a capire dove siamo collocati così da fare gruppo e squadra in caso di necessità e desiderio.
Quanto sono diffuse in Italia le case naturali e in quali zone in particolare? Pensate ci sia una maggior attenzione delle persone verso l’edilizia sostenibile e perché?

Sono sempre più diffuse perché c’è sempre più attenzione rispetto alle scelte e soprattutto alle scelte sostenibili. Siamo sempre di più a chiederci cosa possiamo fare per migliorare le nostre vite e allo stesso ridurre il nostro impatto, spesso infatti le scelte che ci fanno stare meglio sono anche quelle che fanno stare meglio l’ambiente. Un po’ in tutta Italia quindi aumenta il numero di case naturali. Come accade in altri settori, più ce ne sono e più si sviluppano, quindi alcune aree geografiche, che magari sono state le prime ad iniziare oggi presentano più esempi e anche più professionisti che nel tempo si sono specializzati. È davvero incoraggiante pensare, rispetto a quando siamo partiti quasi 10 anni fa, come è cambiato il mondo delle case di paglia, e in generale la sensibilità verso il tema dell’abitare sostenibile e quindi del costruire naturale.

Cosa ne pensate del bonus per la casa previsto dal decreto Rilancio?

Pensiamo sia una buona occasione, attendiamo che escano i regolamenti perché siano più chiari alcuni dettagli tecnici sull’uso dei materiali. In linea generale è un’opportunità davvero interessante per tutte le persone che in questo momento stanno pensando e da tempo desiderano ristrutturare e migliorare la propria casa da un punto di vista energetico, perché come dicevamo prima, una casa efficiente è una casa in grado di farci risparmiare perché limitiamo la nostra necessità di energia e di quella che usiamo non ne sprechiamo, cosa centrale quando vogliamo fare le cose in modo più sostenibile. Questo bonus tratterà soprattutto l’aspetto dell’efficienza, quindi starà alle singole persone decidere se e come far convivere questo tema con la salubrità e l’impatto ambientale che citavamo sopra. Sappiamo che unire e far convivere più attese in un solo intervento può sembrare più complicato, tuttavia ragionare in quest’ottica ci permette davvero di ripensare in modo più completo e significativo al nostro modo di abitare e in generale di vivere.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/06/case-naturali-costruire-ristrutturare-modo-sostenibile/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Costruiamo i nostri angoli green anche in città

Bambini e ragazzi hanno sempre più bisogno di riscoprire il verde e il contatto con la natura, ma sempre più spesso si ritrovano a vivere in mezzo al cemento. Come fare dunque per permettere loro di sperimentare un quotidiano più green? Scopriamolo insieme.9727-10501

La popolazione urbana, secondo le stime più recenti è in continua crescita e nel 2050 costituirà l’80% della popolazione totale. E ormai, soprattutto per ragazzi e bambini, il contatto con il verde urbano è spesso l’unica occasione per vivere la “natura” nel quotidiano. Parchi e giardini sono pressochè tutto ciò che resta ai bambini di città e finiscono per avere un ruolo fondamentale nel tentare, benché in minima parte, di contrastare il cosiddetto “deficit di natura” descritto dall’autore e giornalista americano Richard Louv anni fa. Basandosi sui risultati di studi scientifici, Louv era giunto alla conclusione che quanto più spesso è confinato in un ambiente artificiale, tanto più l’essere umano ha bisogno – per mantenere la propria salute mentale e fisica – di un contatto compensatorio con la natura. Ciò è particolarmente vero in età evolutiva, quando il libero movimento è parte essenziale della crescita. Ad esempio uno studio del 2008 della Columbia University ha correlato i tassi di asma infantile con la densità di alberi per le strade. I risultati indicano che la presenza di 343 alberi per chilometro quadrato riduce del 25% l’incidenza della malattia in ambito urbano. In una relazione pubblicata di recente dal National Trust si segnala che a partire dagli anni Settanta l’area in cui i bambini possono vagare senza sorveglianza è diminuita di quasi il 90%. In una generazione la percentuale di bambini che gioca regolarmente in luoghi selvaggi nel Regno Unito è scesa da più della metà a meno del 10%. Negli Stati Uniti, in soli sei anni (1997 -2003) i bambini con particolari hobby all’ aperto sono diminuiti della metà. I ragazzi dagli 11 ai 15 anni in Gran Bretagna spendono, in media, la metà del loro tempo attivo davanti a uno schermo. Negli ambienti urbani la qualità dell’aria è peggiorata e lo stile di vita è diventato ancora più sedentario. Il deficit di natura comporta disattenzione, svogliatezza, noia, persino ansia e depressione, oltre ai tradizionali pericoli legati alla sedentarietà. La vita sedentaria, l’inquinamento atmosferico, la mancanza di contatto con l’ambiente naturale stanno provocando l’aumento di patologie dell’infanzia come obesità, rachitismo, asma e allergie. In Italia i dati del Ministero della Salute e dell’OMS forniscono una fotografia allarmante della situazione dei nostri minori: il 21% dei bambini è in sovrappeso mentre quasi il 10% è obeso; solo il 18% dei bambini pratica almeno un’ora di sport al giorno.

Il WWF ha anche realizzato un vademecum per tentare di organizzarsi in modo da valorizzare la biodiversità anche in città.

GIARDINI PRIVATI

Arricchisci la biodiversità. Lascia che in un angolo del giardino attecchisca la vegetazione spontanea e adotta il metodo della falciatura tardiva, creerai così un riparo per numerosi animali. La vegetazione spontanea attira, infatti, diverse specie di farfalle che si alimentano e si riproducono esclusivamente sui loro fiori. I semi prodotti dai fiori di tarassaco, piantaggine e cardo faranno la felicità di cardellini, verzellini, fringuelli e verdoni. Siepi e cespugli di piante autoctone ricche di bacche, come il prugnolo, il biancospino e l’alloro sono molto apprezzate da merli e tordi; il sambuco attira la capinera mentre l’agrifoglio può ospitare i nidi di diverse specie di uccelli. I rampicanti sulle pareti di casa possono diventare luoghi di riproduzione di uccelli e rifugi per piccoli rettili, come gechi e lucertole. È possibile creare anche un piccolo stagno, può bastare un metro quadrato per anfibi, libellule e altri invertebrati d’acqua dolce.

Crea un B&B per gli animali selvatici! Informati su quali specie sono presenti nella tua zona e scegli quali ti piacerebbe accogliere. Metti quindi in atto le misure necessarie per ospitarle: piccoli interstizi nei muri sono ottimi rifugi per le api solitarie (che peraltro non sono aggressive), una bat box per una famiglia di pipistrelli libererà il tuo giardino dalle zanzare (ne mangiano 2.000 a testa ogni sera). Posizionando un nido artificiale per uccelli potresti vederlo presto occupato da una cinciallegra, un pettirosso o uno scricciolo. Anche l’allocco e la civetta potrebbero gradire un nido in città. Se invece già ospiti nidi di rondini e balestrucci non distruggerli perché sporcano ma posiziona una tavoletta poco al di sotto del nido che raccolga le deiezioni. Case-nido in legno non trattato possono essere posizionate per ospitare una famiglia di ricci. Nei periodi siccitosi in cui l’acqua è più difficile da trovare, offri ai tuoi ospiti la possibilità di abbeverarsi, posizionando una vaschetta d’acqua in un luogo ombreggiato. Una pianta di cachi in autunno fornirà un ottimo alimento in un periodo in cui le fonti alimentari si riducono.

Proteggi i lombrichi. I lombrichi rappresentano un anello indispensabile della rete alimentare, in quanto riciclano incessantemente la materia organica, collaborando in tal modo alla produzione di un humus sano, garantendo così la fertilità dei suoli. Scavando una fitta rete di gallerie, contribuiscono ad aerare il suolo e al drenaggio dell’acqua. Ogni lombrico compie quest’opera instancabilmente e se quest’azione la si moltiplica per l’elevato numero di questi animali si comprende appieno il loro ruolo di preziosi alleati nel terreno fertile del nostro giardino.

Evita di rilasciare composti chimici. Per avere un giardino amico della biodiversità evita in primis di utilizzare essenze inadatte al luogo in quanto possono più facilmente sviluppare malattie o richiedere ingenti apporti esterni di nutrienti, non disponibili nel terreno. Questo ridurrà significativamente l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici. In generale, evita di disperdere sostanze tossiche come per esempio i detergenti, la candeggina, i medicinali liquidi scaduti perché hanno effetti molto gravi sulla fauna e la flora.

Prepara il compost. Con un giardino ricco di piante potresti avere la necessità di produrre un fertilizzante naturale. Una compostiera fa al caso tuo, si possono sia acquistare sia costruire da soli con materiali di recupero. Ti basta un bidone capiente con il coperchio: va forato su tutti i lati, incluso il fondo, per consentirne l’areazione e quindi lo sviluppo di funghi e batteri e permettere a piccoli animali (insetti e lombrichi), utili alla decomposizione, di entrare. Posiziona sul fondo dell’argilla espansa con dei rametti secchi, che possano fare da filtro, e inizia ad inserire gli scarti di frutta e verdura. Controlla che il cumulo non si secchi, nel caso inumidisci con un nebulizzatore, e tempo qualche mese avrai il compost per il tuo giardino. Quando prelevi il compost conservane una piccola quantità per fare ripartire più in fretta il prossimo cumulo.

Agevola il passaggio degli animali. I giardini urbani sono spesso delle isole verdi circondate da muretti. Incoraggia i tuoi vicini a creare dei piccoli tunnel di passaggio fra i giardini: basta rimuovere un mattone o due ai piedi dei muretti per consentire il passaggio di ricci, rane, rospi e altri piccoli animali. Se invece del muro, il giardino ha una rete, evita maglie che possano diventare delle trappole mortali per animali. Usa reti a maglia larga che consentano il passaggio anche di specie più grandi, come i ricci.

Limita l’illuminazione all’esterno. Le luci artificiali mettono in difficoltà numerose specie che vivono prevalentemente di notte. In presenza di forti fonti luminose faticano infatti a scorgere ostacoli, le prede o i predatori. Le falene e altri insetti, ingannati dalla luce artificiale, volano fino allo sfinimento attorno alle lampadine. Le lucciole stanno scomparendo, molti bambini non le hanno mai viste: se il vostro giardino ha il privilegio di ospitarle, spegnete le luci che impediscono loro di comunicare lampeggiando e quindi di riprodursi. Per questi motivi, per illuminare il giardino scegli sistemi di illuminazione temporizzati che si accendano solo al passaggio, possibilmente alimentati da pannelli solari.
Attenzione alle specie esotiche! L’abbandono o l’introduzione, intenzionale o meno, di specie esotiche nell’ambiente naturale sta causando gravi problemi alla biodiversità e all’ambiente. Per esempio, le tartarughe dalle orecchie rosse o gialle (del genere Trachemys) dopo anni trascorsi nelle vaschette di plastica di tante case italiane sono state liberate in laghetti e corsi d’acqua, causando una competizione per il cibo e il territorio con la nostra testuggine palustre (Emys orbicularis). Come spesso accade, l’animale “invasore” è risultato più aggressivo e la nostra specie è diventata più rara, scomparendo da numerosi luoghi. Un altro esempio è rappresentato dal fico degli ottentotti (Carpobrotus acinaciformis) originario del Sud Africa ma coltivato in Italia come pianta ornamentale per i suoi bellissimi fiori fuxia. È diventato una pianta estremamente invasiva dei nostri litorali causando un serio impoverimento della biodiversità dell’ecosistema. E ancora, la carpa koi (Cyprinus carpio), bellissima in tutte le sue varianti di colore, è una specie ornamentale molto apprezzata in acquari e laghetti. Per la sua adattabilità e resistenza, nonché per le dimensioni che raggiunge, si è diffusa in numerosi habitat d’acqua dolce tanto essere inserita nell’elenco delle 100 specie invasive più dannose al mondo perché danneggia l’ecosistema e l’habitat riproduttivo di specie autoctone. Prima di acquistare specie esotiche informati sulle norme per la loro detenzione e adotta ogni accorgimento possibile per impedirne la diffusione nell’ambiente naturale.

BALCONI E TERRAZZI

Accogli gli uccelli sul tuo terrazzo. Se invece di un giardino hai a disposizione un terrazzo puoi attirare gli uccelli mettendo alcune piante in vaso (biancospino, ciliegio, lavanda, caprifoglio, melo selvatico, ecc.) e installare qualche nido artificiale o mangiatoia. Attenzione: una volta che hai creato un terrazzo visitato da diversi uccelli, se ci sono porte o finestre di vetro è bene scongiurare il rischio di collisione, rendendo visibile l’ostacolo con degli adesivi scuri (sagome a forma di uccello) o socchiudendo le tende. Se non hai terrazzo anche un davanzale può bastare per osservare da vicino numerosi animali. Puoi sistemarci una mangiatoia e una vaschetta per l’acqua per gli uccelli e, con i giusti accorgimenti, vasi con piante fiorite per attrarre gli insetti.

Attenzione ai gatti. Un italiano su tre ha in casa un animale da compagnia e solo i gatti raggiungono la ragguardevole cifra di sette milioni e mezzo nel nostro Paese. Pigri e amanti delle comodità, conservano però l’istinto atavico del cacciatore tanto da essere considerati tra i responsabili dell’estinzione di uccelli, rettili e mammiferi di piccola taglia. In misura decisamente minore, anche i cani hanno le loro “responsabilità”. Quando posizioni nidi, mangiatoie e vaschette per l’acqua scegli luoghi protetti e inaccessibili agli amici a quattro zampe (esistono anche delle soluzioni tecnologiche per proteggere i nidi). Un campanellino attaccato al collare del tuo gatto metterà in allarme gli uccelli al loro avvicinarsi. Nel caso ti capiti di vedere dei giovani uccelli da poco usciti dal nido e non ancora in grado di volare, è consigliabile tenere il gatto in casa per alcuni giorni. La perdita di peli affligge la gran parte dei proprietari, ma possono diventare una risorsa per gli uccelli: dopo aver spazzolato il tuo animale, metti i peli in un contenitore aperto, i pennuti lo potrebbero utilizzare per costruire un nido morbido e caldo.

Un nido per gli insetti. L’80% delle piante presenti sul nostro Pianeta dipende dal fatto che qualcuno che impollini i loro fiori. Piccoli insetti come api solitarie, bombi e osmie sono tra i migliori impollinatori. Nonostante suscitino spesso paura e repulsione, si tratta invece di animali non aggressivi e che meritano tutto il nostro rispetto anche per l’importante ruolo che svolgono. Molti di loro sono purtroppo oggi pericolosamente minacciati dai pesticidi utilizzati in agricoltura. Realizzare un rifugio per questi insetti e osservarne la nidificazione è semplice, bastano piccoli segmenti di canna o di bambù, tagliati in modo da avere il fondo cieco, legati insieme con dello spago e posti con l’apertura in orizzontale: il nido è pronto per essere appeso in un posto riparato. Le piante aromatiche come il rosmarino, la salvia, l’aglio, il cumino, timo, maggiorana, la lavanda, l’aneto hanno fioriture che costituiscono una buona attrattiva per molte di queste specie.

Riduci il consumo di acqua potabile. In Italia, l’acqua che esce dal tubo del terrazzo è spesso identica a quella che si usa per bere e cucinare. Un uso improprio di una risorsa preziosa e sempre più scarsa. È possibile annaffiare le piante raccogliendo l’acqua piovana o utilizzando l’acqua di lavaggio della frutta e della verdura. In alternativa, si possono installare sistemi di irrigazione a goccia temporizzati, se possibile anche con sensori di umidità che evitino l’avvio dell’irrigazione quando non necessario. In generale, specialmente nei luoghi con scarse precipitazioni, prediligere varietà che richiedano poca acqua.

Realizza un orto. Anche per chi non si intende di agricoltura, un piccolo orto nel proprio terrazzo è una cosa relativamente facile e che richiede un impegno moderato. Se disponi di un certo spazio e di vasche abbastanza grandi, è possibile piantare insalata, bietole, pomodori, melanzane, peperoni e peperoncini oltre a un bel limone. Se hai a disposizione vasche medio-piccole, invece, si può pensare di coltivare prezzemolo, basilico, pomodoro ciliegino. Se lo spazio è davvero ridotto una buona idea è quella di coltivare le aromatiche perenni o non, come il rosmarino, la menta, il basilico, la senape, lo zenzero, la salvia, la lavanda, la maggiorana. Se sul terrazzo c’è un angolino fresco e un po’ ombreggiato perché non concedersi anche un piccolo raccolto di fragole?

Pulisci il terrazzo con prodotti non inquinanti. Scegli detergenti biodegradabili e con il marchio ecologico, evitando in ogni caso dosi eccessive. È però possibile pulire il terrazzo anche con prodotti naturali: acqua, aceto e limone sono perfetti per pulire le ringhiere. Per i vetri, acqua calda e aceto bianco li faranno risplendere mentre per il mattonato acqua e bicarbonato di sodio o aceto bianco funzionano benissimo sulla gran parte dei materiali. Acqua e sale grosso sono ottimi per pulire gli ombrelloni mentre il bicarbonato toglie efficacemente gli odori dai tessuti di cuscini e sdraio. Per il trattamento di tavoli, sedie e scaffalature in legno opta per prodotti naturali a base di olio di lino o cera vegetale.

Arreda il terrazzo con mobili in legno certificato. I vantaggi del legno sono evidenti, è un materiale elegante e naturale… quest’ultima caratteristica impone però di conoscere preventivamente la sua provenienza. È infatti in continuo aumento il numero delle foreste temperate, tropicali o boreali afflitte da una grave perdita di biodiversità e soggette a un grave sovrasfruttamento. La certificazione FSC (Forest Stewardship Council) garantisce che il legno provenga da foreste in cui sono rispettati dei rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Tra le varietà di legno certificate, privilegia quelle locali il cui trasporto comporta minori impatti e minori emissioni.

Goditi lo spettacolo! Ora che hai un ambiente ricco di biodiversità, goditi lo spettacolo, ammira la vita prosperare e le stagioni alternarsi nel tuo piccolo angolo di natura. Circondarsi di piante e animali aiuta a ritrovare il proprio benessere, a rilassarsi, calmarsi e affascinarsi. Ricorda anche che contribuendo ad accrescere la biodiversità in città stai partecipando agli sforzi comuni per migliorare il microclima e l’aria, per collegare il verde nelle aree edificate e per aumentarne la bellezza.

SCUOLE

Tutti fuori! Stare all’aperto è un valore in sé, fondamentale per il benessere di ognuno e delle persone in crescita in particolare. I bambini e i ragazzi che vivono nelle città, e sono la stragrande maggioranza, spesso hanno poche occasioni per conoscere e godere del verde, correndo il rischio di sviluppare il “deficit di Natura”, descritto da Louv, con possibili conseguenze anche gravi sul piano fisico e psicologico. Uscire all’aperto inoltre rappresenta, in ambito educativo, un’occasione unica per abituare gli alunni all’osservazione e per mostrare loro che la Natura è dappertutto, anche laddove sembrerebbe non esserci: in una fila di formiche sul marciapiede, nel muschio adagiato su una pietra o su un tronco, nel suolo con la sua incredibile ricchezza di vita, nel vento che soffia tra i palazzi…

Verde in aula. Anche un’aula scolastica può contribuire all’aumento della biodiversità! Può essere, per esempio, arricchita con ceste di materiali utili a stimolare l’osservazione (foglie, pigne, bacche e frutti); i davanzali delle sue finestre possono ospitare vasi per lo studio della germinazione delle piante o piante con fiori a scopo puramente decorativo. La classe può decidere di specializzarsi in “talee” di piante aromatiche, da vendere poi in piccoli contenitori, ricavati riciclando vecchi barattoli o vasetti in vetro dello yogurt, alla festa di fine anno scolastico o a qualche mercatino di quartiere.

Avventure in cortile. Spesso gli spazi esterni di pertinenza delle scuole, a volte anche molto grandi e belli, vengono concepiti esclusivamente come luoghi destinati alla ricreazione degli alunni. È invece possibile riscoprirli e leggerli anche come luoghi privilegiati per l’osservazione della Natura e in particolare della biodiversità. In un giardino scolastico, ma anche in un cortile delimitato da aiuole, si possono osservare le specie vegetali presenti, arboree e arbustive, la fioritura stagionale e la produzione di frutti, si possono cercare insetti e piccoli abitanti del prato (per esempio lumache e lombrichi), presso i muretti di recinzione è facile vedere una lucertola, e alzando gli occhi al cielo non mancherà l’opportunità di cogliere il volo di qualche uccello o il passaggio delle nuvole.

L’angolo della biodiversità. Un angolo del giardino, possibilmente addossato a un muretto, oppure un’aiuola o parte di essa, ma anche una grande fioriera di legno da esterno, possono diventare luoghi favorevoli all’arricchimento della biodiversità vegetale e animale. La presenza di sassi, o del muretto stesso, promuoverà la presenza di specie muraiole come, appunto, la lucertola muraiola e il geco, e, se ai sassi si aggiungono tronchi marcescenti, la diversità si arricchirà di numerose specie di insetti che prediligono questo habitat. È bene lasciare che l’angolo della biodiversità si popoli di vegetazione spontanea, la più indicata ad attirare farfalle e uccelli.

Dalla mensa al compost. Il giardino della scuola e la terra delle aiuole e delle fioriere presenti in cortile hanno bisogno di essere concimati periodicamente. È opportuno prediligere il compost autoprodotto, a costo zero ed ecologico. Per prima cosa è necessaria una compostiera, facilmente reperibile in commercio oppure da costruire coinvolgendo possibilmente gli alunni. Si possono costruire compostiere anche utilizzando materiali di recupero, come vecchi bidoni dell’immondizia opportunamente forati su tutti i lati, fondo compreso. Una volta creata la compostiera, si pone sul suo fondo dell’argilla espansa aggiungendo un po’ di rametti secchi (per drenare) e poi si possono iniziare a inserire gli scarti alimentari (per esempio quelli della mensa scolastica). Un buon compost deve essere costituito sia da una frazione umida (scarti di frutta e verdura e di cibo in genere) che da una frazione secca (foglie e rametti, quindi reperibili in giardino). Nel giro di qualche mese il compost sarà pronto per essere usato; ricordate, quando lo prelevate, di lasciarne sempre una piccola quantità nella compostiera per velocizzare la formazione di quello successivo.

Bacche per ghiottoni! Le siepi, soprattutto se formate da piante che producono bacche, sono luoghi ricchi di biodiversità, in grado di attirare numerose specie di uccelli. Il suggerimento è di piantare specie autoctone ricche di bacche e amate dalla fauna nostrana. Per esempio, la rosa canina, il sorbo, il rovo, il nespolo attraggono molte specie di uccelli e piccoli mammiferi. E se una siepe c’è già, potete sempre arricchirla piantando altre specie vegetali, ponendo sempre la massima attenzione a quelle più adatte al territorio in cui è inserita la scuola.

Uno stagno per girini. Le zone umide rappresentano una delle tipologie di habitat più interessante per la conservazione della biodiversità (le più importanti sono infatti protette a livello internazionale dalla Convenzione di Ramsar). Ecco allora che allestire un piccolo o piccolissimo stagno nella vostra scuola può rappresentare un’occasione davvero unica per ospitare e osservare specie vegetali nonché anfibi e invertebrati tipici di questo ambiente. Per realizzare uno stagno piccolo ma significativo potete utilizzare un contenitore a tenuta stagna da incassare direttamente nel terreno oppure in una fioriera da esterno, ricordandovi di inserire qualche elemento (ad es. un ramo) per facilitare l’ingresso e l’uscita degli animali.

Al sicuro nei rifugi. È possibile attirare uccelli, insetti e pipistrelli presso la vostra scuola per farne una vera oasi della diversità! Gli uccelli potranno nidificare nel sottotetto, se viene lasciato libero, oppure si possono installare mangiatoie, avendo cura di scegliere o costruire quelle più adatte all’avifauna locale. Costruendo una bat-box, poi, otterrete un doppio vantaggio: accogliere una specie in più e tenere lontane le zanzare di cui i pipistrelli sono ghiotti! Infine, potete anche realizzare una casa per gli insetti: sarà sufficiente un fascio di segmenti di canna di lago a fondo cieco da posizionare in orizzontale in un luogo sicuro. Inoltre gli insetti, così importanti nel loro ruolo ecologico di impollinatori, sono attratti dalle piante aromatiche cui potrete dedicare un angolo o un’aiuola del giardino scolastico.

AZIENDE

La natura fa team building. Dovete rafforzare l’affiatamento del vostro gruppo di lavoro o avete voglia di rilassarvi fra colleghi? Attività di gruppo a favore della biodiversità come un censimento delle specie animali e vegetali nei cortili aziendali o nei dintorni, il posizionamento di nidi e ripari di diverso tipo sull’edificio in cui lavorate, la partecipazione a campi ecologici, le passeggiate nel verde, il volontariato nelle oasi WWF possono essere occasioni per stare insieme in modo piacevole. Nelle giornate nazionali e internazionali dedicate all’ambiente, alla biodiversità o ai cambiamenti climatici partecipate alle esposizioni, ai concerti e alle conferenze o organizzate voi stessi un’attività dedicata. In Italia sono diverse le aziende che hanno già realizzato un piccolo orto curato dai dipendenti: un’attività rilassante che permette di socializzare e in molti casi le verdure coltivate vengono adoperate per la preparazione dei piatti serviti nella mensa aziendale.

Ridurre l’impatto ambientale. Impegnate la vostra azienda a ridurre il proprio impatto ambientale. Adottate sistemi di gestione che riducano i consumi di energia, acqua e materie prime utilizzate nei cicli di produzione. Richiedete la certificazione ambientale dei sistemi di gestione dell’impresa e acquistate arredi, attrezzature e beni di consumo in possesso di certificazioni ambientali di filiera (come per esempio, FSC per i prodotti in legno e carta). È importante, per il raggiungimento degli obiettivi, il coinvolgimento di tutto il personale con attività di sensibilizzazione, promozione e formazione per migliorare le performance aziendali attraverso la collaborazione di tutti. Creare nei dipendenti una maggiore consapevolezza rispetto all’importanza delle piccole azioni quotidiane è in grado di generare grandi cambiamenti e porterà ottimi risultati, anche economici.

Una mensa buona, sana e sostenibile. Una mensa aziendale produce cibo per diverse centinaia di persone. Acquistate cibi da produttori biologici locali, rispettando la stagionalità di frutta e verdura, diminuite le porzioni e la frequenza della carne e offrite quotidianamente anche un menù vegetariano. Acquistate pesce proveniente da pesca sostenibile certificata MSC (Marine Stewardship Council). Pianificate correttamente i quantitativi di cibo della mensa per evitare gli sprechi e attivate il compostaggio degli scarti alimentari. Con un po’ di impegno, gli effetti positivi sulla salute dei dipendi, sulla natura e sul bilancio aziendale saranno notevoli!

Giardini aziendali della biodiversità. Le aree verdi aziendali, spesso dominate da prati all’inglese e conifere esotiche, possono invece diventare uno spazio ricco e diversificato, capace di favorire la biodiversità. Siepi, cespugli e aiuole con piante autoctone e prati spontanei attirano immediatamente animali. Alberi di latifoglie (come tigli, aceri e frassini) purificano l’aria e ombreggiano, migliorando l’estetica della struttura. Una pavimentazione drenante consente l’assorbimento da parte del terreno delle acque meteoriche, favorendone più naturale deflusso. È importante che l’illuminazione sia adeguata ma temporizzata con sensori di movimento per non interferire con la vita degli animali notturni e risparmiare energia. Un bel giardino migliora l’immagine aziendale e rappresenta un luogo piacevole per i dipendenti. No ai regali inutili. Ogni anno sorge il tema dei regali aziendali… perché non scegliere progetti che sostengano la biodiversità, i servizi che ci offre e raccontino l’importanza della sua conservazione? Per chi preferisce regali più tradizionali esistono numerosi oggetti ecosostenibili, certificati, realizzati con materiali naturali, riciclati o provenienti da materie di scarto.

Zero consumo di suolo. Gli ultimi cinquanta anni hanno visto una affermazione rapida degli interessi trasformativi sul territorio concretizzati da un’impennata della conversione urbana del suolo, a causa della quale milioni di ettari di superfici verdi sono scomparse, sostituite da edifici, parcheggi, aree di stoccaggio, strade e spazi accessori. Questa modalità di trasformazione del territorio ha degradato il paesaggio, ne ha dequalificato il valore e la conseguente impermeabilizzazione del suolo ne ha compromesso la capacità ecologica. Le aziende possono fare molto per invertire questa tendenza ed evitare nuovo consumo di suolo. Il recupero e la riqualificazione degli edifici e delle aree dismesse, la rigenerazione del paesaggio e della biodiversità deve essere la filosofia dominante anche in ambito di progettazione e ampliamento aziendali. Tetti verdi e giardini verticali. Nelle città, l’utilizzo del verde sulle coperture degli edifici, o sulle pareti verticali favorisce l’isolamento termico, sia in inverno sia in estate, aiuta a regolare l’umidità dell’aria, migliora il microclima e apporta un significativo vantaggio economico per la riduzione dei consumi energetici dell’edificio. Il tetto verde può contribuire a regolare il deflusso delle acque piovane e ridurre la trasmissione dei rumori all’interno dell’edificio. Costituisce inoltre un ambiente per numerosi piccoli animali e uccelli.

Sustainability manager. Ecologia, sostenibilità ambientale e sociale saranno le nuove leve per le imprese anche in Italia. Servirà allora una figura capace di sviluppare e gestire le politiche sociali e ambientali dell’azienda per orientarle verso scelte etiche e responsabili, che premino non solo in termini di profitto, ma anche di equità e rispetto ambientale.

Fonte: ilcambiamento.it

 

 

Maestri di strada per la “scuola di tutti”. Costruire

Tre settimane sono volate e ciò che ho vissuto anche solo in questi giorni è qualcosa che mi ci vorrà molto tempo per poter comprendere fino in fondo. La voglia di narrare è tanta e ogni giorno appunto un’immagine indelebile che mi servirà in un futuro per raccontare questa incredibile esperienza di vita. Tutta l’intensità che stiamo vivendo ha bisogno di una pausa di riflessione e quale migliore luogo per riposarsi durante una camminata se non una panchina?

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Uno dei nostri ragazzi vorrebbe fare il muratore e abbiamo colto l’occasione per realizzare un’opera all’interno della scuola. Grazie al maestro Pietro che ha messo a disposizione il suo talento manuale e il dono meraviglioso della sua pace interiore eccoci intenti nella costruzione con calce e mattoni di una panchina. Solo un valutatore distratto e approssimativo rimarrebbe stupefatto nel vedere ragazzi che in matematica erano prossimi allo zero, riescano a fare a mente un preventivo di diversi materiali “sbagliando” di pochissimo. Abbiamo disegnato, preso misure, fatto calcoli, disegnato piantine esercitando matematica, geometria, disegno.10719177_10205007291523106_1389977778_n

Scaricando la merce abbiamo fatto educazione motoria: quando si prende un oggetto pesante si piegano le ginocchia! Con gli strumenti di lavoro abbiamo dato cenni di storia e potremmo continuare ancora a lungo ponendo l’accento sugli aspetti legati all’autostima e al lavoro sul gruppo… Ma vi assicuro che una delle scene più belle è stata quando i piccoli si sono avvicinati con sentimento di venerazione per quello che i grandi stavano facendo: vedere quei ragazzi riempirsi d’orgoglio e riuscire a trattenere qualche parola di troppo davanti ai bambini è stato emozionante. I ragazzi tengono un diario e dopo il secondo giorno di lavoro quando la panchina stava prendendo forma, abbiamo fatto il nostro esercizio poetico. I nostri esercizi consistono nel trovare insieme delle parole da associare al nostro punto di partenza e poi da lì individualmente ognuno scrive qualcosa.

 

“In Autunno cadono le fogli ma noi dalla panchina non cadremo mai”

“Poro Barbone non cia na casa ed e costretto a dormire sulle panchine”

 

 

Alla fine, prima di uscire a camminare tra le strade del quartiere ho letto quello che qualcun altro prima di loro aveva scritto. Qualcuno ha detto “bello!”, altri “è matta come na zucchina”, ma le parole attraversando un inaspettato e profondo silenzio, si sono sedute sui cuori di chi aspettava solo qualcuno che credesse che i loro pensieri e le loro emozioni fossero non soggette a giudizio ma degne di essere condivise a prescindere.

 

“Le panchine non assorbono il sudore di nessuno, su di esse non si dovrebbe mai andare a morire.  Eppure il mio ultimo amore è morto là, trascurato da tutti. Su di lui si è riversato l’odio dell’uomo. Il mio amore è morto solo. 

L’uomo è un orrendo composto di appetiti malsani e di egoismi sdruciti, ciò che Spagnoletti definiva la considerazione del privato.  La carità fatta a Titano non era soltanto per lui, perchè in lui è nella sua povertà cadeva la mano divina . Questa non l’ha capita nessuno. Baciare un povero significa baciare Dio, lo diceva anche padre Davide.

Ma Dio è presente anche nel ricco, anche la ricchezza è un dono divino e allora perchè gli uomini bestemmiano uno contro l’altro? La panchina è un pezzo di legno e in una panchina può inaspettatamente trasformarsi l’eterno Pinocchio che vi dorme sopa. Pinocchio non avrà mai una carne, nè un diavolo in corpo perchè non ha una casa e per questo non potrà essere considerato un civile. Ma nessuno pensa che la vera casa dell’ uomo è il mondo”.

 

Alda Merini

 

Fonte:  italiachecambia.org

Come costruire una stufa a massa termica e prepararsi per tempo per la prossima stagione fredda

Scaldarsi con la legna è uno dei modi più antichi per proteggersi dal freddo ma nel corso del tempo l’utilizzo di questa tecnica si è ottimizzata ed evoluta, puntando ad una maggiore efficienza, comodità, resa, comfort, sicurezza e semplicità. Una delle avanguardie è la stufa a massa termica ed ecco come fare per imparare a costruirla.stufa_a_legna

Tra le varie tipologie di stufe, quella a massa termica (o stufa in muratura) si è evoluta e perfezionata nel tempo soprattutto nel centro e nord Europa e, in base alla tipologia e alla zona, ha preso nomi diversi come Kachelofen, Grundofen, Stube, dalle caratteristiche leggermente diverse ma con un concetto comune: scaldare una massa opportunamente progettata e dimensionata in modo che questa riscaldi l’ambiente circostante utilizzando poco combustibile, sfruttando efficientemente il calore dei fumi prima della loro uscita dal comignolo. Ora, con l’avvicinarsi della stagione calda, non si è più nell’emergenza di doversi scaldare nell’immediato, quindi ci si può prendere tutto il tempo per imparare le tecniche di costruzione di una stufa a massa termica per poter poi essere pronti per la prossima stagione fredda. L’occasione è data da un corso che si terrà a Massa Marittima (GR), dal 7 all’11 maggio: un vero e proprio laboratorio didattico con Axel Berberich per la costruzione di una stufa a massa termica (su due piani e due serpentine radianti) ed una stufa cucina con forno. Le stufe verranno costruite in un casa solare passiva (serra solare in luce a sud) tamponata in balle di paglia. L’elevato isolamento e traspirabilità dell’edificio (paglia, grassello di calce e argilla) si abbina quindi perfettamente con l’alta efficienza della stufa ed in linea con la tipologia di edificio a basso consumo energetico. La massa termica per “intrappolare” e “rilasciare” il calore può essere di varia natura. Tra i tanti materiali, la terra cruda, ovvero l’argilla, è tra i migliori, semplici da usare e naturali. Le stufe in muratura infatti vengono generalmente costruite con mattoni crudi di argilla o, alternativamente, in mattoni refrattari, legati tra loro da una malta di allettamento a base di argilla, sabbia e acqua. I materiali utilizzati sono quindi naturali, largamente diffusi sul territorio, relativamente economici e di facile reperibilità o autoproduzione.
VANTAGGI
Tra i vantaggi principali troviamo:
 Il calore viene diffuso per IRRAGGIAMENTO, esattamente come il sole scalda la terra. La massa termica, una volta riscaldata da una combustione ad elevata temperatura, rilascia nel tempo il calore nell’ambiente. Non scalda l’aria, come i tradizionali sistemi di riscaldamento a convezione o circolazione, ma scalda solamente la “massa” di ciò che i raggi incontrano: il nostro corpo, le pareti, il mobilio etc etc. Non scaldando l’aria si eliminano problemi di circolazione di polveri e pulviscolo e perdita di calore quando l’aria calda esce (spifferi, porte e finestre aperte, cattivo isolamento).
 Il calore da irraggiamento e’ benefico e salutare sul corpo in quanto riproduce l’effetto del sole all’interno della casa e riesce a penetrare maggiormente all’interno del corpo rispetto alla sola aria calda.
 L’alta efficienza della stufa comporta un ridotto utilizzo di combustibile (legna), una carica ogni 12/24 ore nei giorni più freddi o una carica ogni 48 ore nei periodi meno freddi. Questa maggiore efficienza implica minore taglio di legna, minore spazio di stoccaggio, minore impegno e lavoro nell’approvvigionare la legna e caricare continuamente la stufa durante il giorno. Un notevole risparmio energetico.
 Le stufe a massa termica opportunamente progettate possono a loro volta inglobare altri elementi: serpentina/e per acqua calda sanitaria o per scaldare ambienti lontani dal corpo centrale della stufa attraverso, ad esempio, dei muri radianti.
La particolarità di questo tipo di stufe è che vengono progettate e dimensionate su misura tenendo in considerazione l’ambiente in cui si trovano, quanto e cosa devono scaldare, la capacità isolante dell’edificio, eccetera. Non rappresentano quindi una soluzione fissa, ma una modularità che può adattarsi ad ambienti o edifici diversi (case nuove o esistenti – es: case in pietra o muratura; su uno o più piani o locali). In base a tutti questi fattori viene calcolata la resa in KW che la stufa dovrà generare e come questa viene distribuita nell’ambiente. Questo tipo di stufe possono quindi includere delle serpentine ad acqua calda a bassa temperatura per scaldare ambienti chiusi (il bagno ad esempio) o il riutilizzo dei fumi ancora molto caldi tramite opportuni “girofumi” per scaldare altri ambienti. Con questo tipo di “progettazione” e “tecnologia” la stufa risulta essere un elemento importante dell’abitazione, vivo e presente ed indipendente dall’energia elettrica.
Per informazioni sul laboratorio di maggio nel Grossetano:
Alberto Tesio
334 7983854
albertotesio@yahoo.it

fonte: il cambiamento.it

Riscaldamento Naturale della Casa

Voto medio su 1 recensioni: Da non perdere

€ 18.5

Costruire una casa con i sacchi di sabbia, il tutorial

Ecco un tutorial per costruire una piccola casetta con i sacchi in polipropilene usati anche per contenere la sabbia.arriva-la-porta

I sacchi in polipropilene o meglio la bobina da 2000 metri è il materiale principale usato per costruire piccole case fai da te. La tecnica di costruzione è conosciuta come Super Adobe e nasce nel 1984 dalla progettazione di Nader Khalili che pensa piuttosto a questa tecnica di ceramizzazione dei sacchi per moduli su basi lunari.

Casa costruita con i sacchi di sabbiacasa-con-i-sacchi-di-sabbia-620x350

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La Bio Guia ha seguito i lavori di Leo Torcello e spiega come sono stati eseguiti. In sostanza i sacchi in polipropilene sono riempiti con la terra trovata in loco a cui si aggiunge il 5% di cemento e montati in forme circolari che un po’ ricordano i trulli pugliesi o comunque costruzioni tipicamente mediterranee e arabe. I sacchi sono fissati gli uni agli altri con il filo spinato che praticamente li aggancia come una fossero cuciti con la spillatrice. L’ingresso e le finestre sono modellati con il legno mentre le cupole si ottengono andando a degradare la circonferenza dei sacchi. Anche per tubature e fognature si procede alla installazione come per una normale casa. Rispetto alle concessioni edilizie e permessi in Italia resta probabilmente difficile poter costruire secondo questo criterio avendo noi una legge in materia molto complessa. La casa dunque risulta parecchio economica, facile da costruire e molto resistente perché una fase successiva prevede appunto il consolidamento interno e esterno con argille e altri impasti.

Fonte:  Architettura sostenibile, Taringa, La Bioguia

Alluvioni in aumento in Europa a causa di global warming e cementificazione

L’EEA ritiene che l’aumento delle alluvioni in Europa sia in parte riconducibile ai cambiamenti climatici ed in parte al grave fenomeno del consumo e impermeabilizzazione del suolo fertile, che aumenta il deflusso idrico superficiale.Danubio-e-Inn-a-Passau-586x336

Le alluvioni che hanno colpito l’Europa Centrale nei giorni scorsi (nella foto l’esondazione del Danubio e dell’Inn a Passau in Germania, al confine austriaco) non sono casuali, ma sono dovute principalmente a due fattori: i cambiamenti climatici e la cementificazione del suolo. Secondo un recente rapporto della European Environment Agency, esiste una chiara evidenza del legame tra inondazioni e global warming per quanto riguarda il Regno Unito, la regione delle Alpi e la Scandinavia. Per quanto riguarda la regione Danubiana non sono ancora state trovate delle prove decisive, ma gli indizi ci sono tutti: in due giorni è caduta la pioggia di due mesi, e la piena del Danubio è la più alta degli ultimi 500 anni. Secondo l’EEA dal 1980 ad oggi sono avvenute 325 maggiori inondazioni, di cui 200 dopo il 2000. L’aumento è anche dovuto ad un migliore sistema di monitoraggio, oltre che alla impermeabilizzazione del suolo. Ogni giorno in Europa 265 ettari di terreno fertile vengono distrutti per diventare case, capannoni, strade e parcheggi. Nei suoli naturali il deflusso superficiale della pioggia è pari solo al 10%,mentre sale al 55%  nei suoli fortemente antropizzati e impermeabilizzati per più del 75% del territorio. In pratica la cementificazione moltiplica per cinque i danni delle alluvioni. Un ultimo fattore che incide sui danni e sulle vittime delle alluvioni è la tendenza a costruire case ovunque, anche in luoghi in cui le inondazioni sono più probabili. Cosa fare per mitigare l’impatto delle alluvioni? Oltre a fermare il consumo di suolo (più facile a dirsi che a farsi), è fondamentale ripiantare gli alberi e ripristinare alcune zone umide lungo il corso dei fiumi che possano assorbire in parte l’eccesso di flusso idrico. Questo tipo di difese morbide sono assai più efficaci delle difese rigide come dighe o barriere, che conducono a catastrofi quando vengono distrutte o sorpassate. Gli inglesi stanno investendo molto per proteggersi dalle maree in aumento nel Tamigi, pensando non ai prossimi anni, ma ai prossimi decenni. Cosa si vuole fare nel Bel Paese? Continuare a regalare soldi alle banche o investire in opere di prevenzione ad alto tasso di occupazione?a1-deflusso-superficiale-e-impermeabilizzazione

Fonte: ecoblog

Incontro alla Stazione Garibaldi, “Le città sostenibili”, con Legambiente

Dove: Milano, Stazione Garibaldi, Treno Verde al binario 1

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Sabato 6 aprile, ore 11, a Milano, alla Stazione di Porta Garibaldi, sulla carrozza conferenza del Treno Verde, in sosta al binario 1, incontro “Le città sostenibili” con Damiano Di Simine (Legambiente Lombardia), Mario Zambrini (Ambiente Italia), Alessandro Maggioni (Confcooperative), Paolo Artoni (Bricheco)

Accrescere la cultura ambientale, combattere l’inquinamento e i mutamenti climatici, costruire insieme un futuro migliore ripensando il modo di spostarci, costruire, vivere.  Questo è l’obiettivo del 25° viaggio del Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato, una consolidata campagna di monitoraggio scientifico che mette sotto la lente d’ingrandimento il livello d’inquinamento acustico ed atmosferico nelle città. Il Treno diventa una mostra speciale per condurre, carrozza dopo carrozza, alla scoperta della mobilità e del costruire sostenibili, dell’energia pulita, degli stili di vita virtuosi, dell’importanza del verde urbano, all’insegna della tutela dell’ambiente e della qualità della vita. Una vera e propria smart city su rotaie pensata per grandi e piccini, l’esempio concreto che vivere meglio tutti si può.
Sabato 6 aprile, alle ore 11, a Milano, alla Stazione di Porta Garibaldi, sulla carrozza conferenza del Treno Verde, in sosta al binario 1, l’incontro “Le città sostenibili” vedrà la partecipazione di Damiano Di Simine (Legambiente Lombardia), Mario Zambrini (Ambiente Italia), Alessandro Maggioni (Confcooperative) e Paolo Artoni (Bricheco).

Le tappe di Treno Verde 2013

 

Fonte: eco dalle città