Raccogliere i rifiuti dei fiumi per salvare il mare: sul Po un progetto di sbarramento realizzato da Corepla

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La richiesta arriva da Marevivo che al tema ha dedicato l’incontro a Roma ”Il fiume salva il mare”. Durante l’appuntamento è stato presentato il progetto di sbarramento sul fiume Po che sarà realizzato da Castalia e Corepla, in collaborazione con Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. I fiumi sono le grandi arterie del pianeta ma oggi si sono trasformati in ”nastri trasportatori” di rifiuti di ogni genere che, raccolti durante il loro corso, finiscono in mare. L’80% della plastica che inquina i nostri mari arriva infatti dall’entroterra. Per mitigare l’inquinamento, quindi, la prima azione concreta è quella di posizionare sistemi di raccolta dei rifiuti alla foce di tutti i corsi d’acqua. Lo chiede l”associazione Marevivo che al tema ha dedicato un incontro a Roma ”Il fiume salva il mare” organizzato con Roma Capitale, in collaborazione con il Comitato Idrologico Internazionale – Ihp Unesco del ministero dell”Ambiente. Appuntamento che rientra nell’ambito delle iniziative per celebrare il Natale di Roma e l’Earth Day, la Giornata per la Terra che quest’anno a livello globale ha deciso di promuovere la campagna ”End Plastic Pollution” per sensibilizzare sui danni provocati dalla plastica.

“Come Roma Capitale stiamo portando avanti un intenso lavoro dell”assessorato alla Sostenibilità Ambientale con l’Ufficio Speciale Tevere per promuovere attività di riqualificazione delle aree golenali e il monitoraggio delle criticità”, dichiara Pinuccia Montanari, assessore alla Sostenibilità Ambientale Roma Capitale. “Il Tevere è un grande patrimonio che vogliamo difendere con tutti gli strumenti disponibili – continua l”assessore – tra cui il Contratto di fiume, che sarà un veicolo importante per individuare finanziamenti e programmare azioni strategiche”. Il messaggio, attraverso la Cerimonia dell”acqua con la madrina Licia Colò, è partito dal Tevere per essere diffuso nelle acque di tutto il mondo. Ad accogliere la richiesta di Marevivo anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che ha inviato una nota all’associazione: “La Regione Lazio ha inaugurato una nuova stagione di difesa del patrimonio ambientale con investimenti importanti a lungo termine, destinati anche al fiume Tevere che sarà uno dei luoghi su cui cittadini e istituzioni dovranno concentrare i loro sforzi e su cui potremo sperimentare il buon utilizzo delle risorse europee”, scrive il governatore. “Un’azione – continua Zingaretti – che abbiamo già avviato a cui ora sarà importante dare seguito attraverso la piena collaborazione di tutti gli attori coinvolti, a partire da Roma Capitale e dal patrimonio delle associazioni che si occupano della difesa dell”ambiente. Noi siamo pronti a dare una mano concreta a cittadini ed associazioni”.
Durante l’appuntamento di oggi è stato presentato il progetto di sbarramento sul fiume Po che sarà realizzato, in via sperimentale, da Castalia e Corepla, in collaborazione con Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, che partirà nel periodo estivo e avrà una durata di due mesi. Il sistema sarà posizionato nella zona di Ferrara, più precisamente nella zona di Pontelagoscuro, e ad occuparsi del riciclo della plastica sarà il consorzio Corepla. Nei corsi d’acqua ristretti è molto più facile raccogliere i residui solidi urbani ed è vantaggioso anche economicamente per impiego di risorse rispetto alla raccolta in mare che necessita di imbarcazioni e combustibili. Il sistema di sbarramento, non usando le classiche reti, ha un impatto minimo sulla flora e la fauna fluviale. Con la  sperimentazione sul fiume Po saranno anche raccolti dati, al momento non disponibili, sulla tipologia, il volume e il tasso di riciclabilità della plastica raccolta.

Fonte: ecodallecitta.it

 

Corepla ed Explora insieme per Plastica Preziosa

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Martedì 30 maggio, alle ore 12, ad Explora – Il Museo dei bambini di Roma, inaugurerà Plastica preziosa, il primo laboratorio in Italia pensato per far sperimentare ai bambini il riciclo della plastica. L’iniziativa è promossa dal museo insieme a Corepla. Corepla, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio ed il Recupero degli Imballaggi in Plastica, compie vent’anni ed è un soggetto di diritto privato senza scopo di lucro e con finalità di carattere sociale, finanziato dal Contributo Ambientale CONAI sugli imballaggi immessi sul mercato nazionale, (prodotti in Italia o importati sia vuoti che pieni) determinato e gestito dalle Imprese tramite lo stesso CONAI, quindi del tutto estraneo alla fiscalità pubblica e dai proventi delle vendite dei rifiuti valorizzati a valle della raccolta differenziata. Explora è un museo privato che non riceve finanziamenti pubblici per la propria gestione se non tramite bandi regionali, nazionali e internazionali a cui partecipa: il biglietto di ingresso al museo costituisce la modalità di autofinanziamento più importante per Museo dei Bambini Società Cooperativa Sociale Onlus.

Fonte: ecoblog.it

Plastica, quale futuro? Intervista a Giorgio Quagliuolo

Intervista a Giorgio Quagliuolo, Presidente di Corepla sullo smaltimento della plastica: obiettivo 2020, rifiuti zeroSONY DSC

A margine del convegno organizzato da Corepla e Legambiente sul riciclo della plastica, questa mattina a Roma, abbiamo intervistato il Presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo: una vita spesa a maneggiare materie plastiche, un “amore”, come lui stesso ha rivelato, per questo materiale che si tramuta nell’impegno di una vita, prima come imprenditore ed oggi proprio come presidente Corepla.

“Partiamo dal presupposto che sono un imprenditore che lavora nel settore della plastica, ho fatto anche il metalmeccanico e sono presidente di Corepla, che si occupa del riciclo di imballaggi in plastica, sono il Presidente di Unionplast, associazione di Confindustria che raccoglie i produttori e trasformatori di materie plastiche: è chiaro che la plastica è centrale nella mia esistenza. E’ veramente un materiale che amo. E’ chiaro che la plastica ha delle criticità, siamo ben consapevoli di questo, che cerchiamo di risolvere mettendo in atto quelle azioni che ci consentono le tecnologie disponibili, cercando di modificare ed implementare l’impianto normativo in modo da consentirci di dare sostenibilità sia ambientale che economica al materiale che amiamo.”

Con il convegno di oggi mi sembra che su questo abbiate ricevuto un importante appoggio da Legambiente, quindi da una parte dell’ambientalismo associazionista militante. Una novità per un imprenditore di un settore che spesso ha trovato un avversario nella realtà dell’ambientalismo.

“Con Legambiente ci sono state nel passato parecchie incomprensioni, un passato che non è stato sicuramente improntato da rapporti di grande cordialità. Nonostante questo l’evento di oggi lo abbiamo fortemente voluto, fortemente cercato: è stato il mio personale ‘pallino’, è un anno che ci lavoriamo e penso che sia stato un discreto successo. Almeno, io sono soddisfatto di come sono andate le cose: ritengo molto importante che ci sia quantomeno un confronto sereno, pacato e cordiale con il movimento ambientalista e penso che oggi questo sia emerso in maniera chiara.”

Quali sono i vostri obiettivi industriali? Nel corso del convegno si è puntato molto sulla“riconversione energetica” e meno sul riciclo e sul riuso. Ho forse mal interpretato?

“Ha parzialmente ben interpretato. Per noi la riconversione energetica è indispensabile fin dove non si riesce a trovare una soluzione tecnologica che porti al riciclo. Oggi quasi la metà delle plastiche non è riciclabile, è inutile che ci stiamo a raccontare delle storielle. […] Possiamo intervenire in due modi: o mettiamo in atto degli incentivi o dei sistemi punitivi per cui si obbliga gli utilizzatori a richiedere imballaggi riciclabili, e questo potrebbe essere una soluzione (però vorrebbe dire una regolamentazione del mercato difficile da applicare in un paese liberale come l’Italia) oppure troviamo delle forme di gestione dei rifiuti differenti da quelle che esistono oggi. Dobbiamo dare sostenibilità sia economica che ambientale a quello che oggi non è riciclabile: mi domando quanto sia vantaggioso a livello ambientale raccogliere, selezionare e poi mandare a bruciare delle plastiche che non sono riciclabili. Queste operazioni comportano movimento di mezzi, di attrezzature, di macchinari, tutta roba che consuma energia, che brucia petrolio, che crea danno ambientale. E, alla fine, la plastica finisce comunque bruciata. Allora: non vale forse la pena termovalorizzare da subito quello che oggi non è riciclabile liberando risorse che possono essere destinate ad aumentare la raccolta differenziata e a fare ricerca per rendere riciclabile quello che oggi non lo è?

Quale è il vostro obiettivo?

“L’obiettivo finale è riciclare tutto, questo è indiscutibile e vorrei che fosse chiaro. Nel percorso per arrivare a questo dobbiamo gestire in maniera differente le materie che oggi non sono riciclabili, liberando risorse per poter rendere sostenibile ciò che facciamo e fare ricerca.”

Su questi temi, da parte della politica avete avuto un orecchio attento?

“Ni. Qualche orecchio è attento, qualche orecchio fa finta di essere attento e qualche orecchio proprio ha l’otite.”

Fonte: ecoblog.it

Corepla e Legambiente il 1 aprile a Roma: il riciclo della plastica alla sfida contro la crisi

Mercoledì 1 aprile Corepla e Legambiente organizzano a Roma un convegno dal titolo “Un cluster d’eccellenza nazionale: il riciclo della plastica”: un’industria in crescita che sfida la crisi. Si terrà mercoledì 1 aprile 2015 a Palazzo Rospigliosi a Roma il convegno organizzato da Corepla e Legambiente dal titolo “Un cluster d’eccellenza nazionale: il riciclo della plastica”, che avrà al centro l’analisi delle opportunità offerte dall’industria del riciclo della plastica. Malgrado la diminuzione dell’immesso al consumo e l’andamento recessivo dell’economia italiana, che dal 2007 sembra inarrestabile, l’industria del riciclo della plastica in Italia non ha mai avuto un momento migliore: una vera e propria sfida, vinta almeno per ora, alla crisi economica.

CorePla – 1 aprile 2015

In Italia sono ben 7.325 i Comuni attivi nel servizio di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica che, nonostante la diminuzione delle quantità dell’immesso al consumo, hanno aumentato dell’11% (tra il 2012 e il 2013) la quantità di plastica riciclata: secondo Corepla si tratta di 768.000 tonnellate di plastica, un primato notevole che va attribuito a due fattori complementari. Il primo riguarda una maggior sensibilità istituzionale e sociale, che si traduce in servizi di raccolta e smaltimento migliori nelle zone d’Italia tradizionalmente più avverse alla raccolta differenziata, come buona parte del Mezzogiorno; il secondo fattore premia il costante sforzo di quei comuni che, raggiunte percentuali di riciclo ragguardevoli, vivono questa esperienza come uno stimolo a migliorare: il dato medio nazionale di raccolta pro-capite passa da 11,6 a 12,9 kg annui per abitante. Secondo una ricerca di Athlesys negli ultimi 10 anni il settore ha portato al Paese vantaggi per 2,1 miliardi di euro: in testa alle regioni più virtuose c’è il Veneto, con 20,1 kg di plastica raccolta ogni anno per abitante; seguono Piemonte e Lombardia, che si attestano tra i 16 e i 16,3 kg pro-capite, e poi le Marche con 16,3 kg. Al sud la regione più virtuosa è la Campania, con 14 kg annui per abitante. Fanalini di coda Calabria e Sicilia. In totale il servizio di raccolta e riciclo della plastica, spiega Corepla, coinvolge oltre 57 milioni di cittadini residenti in Italia.riciclo-plastica-422x350

Per quanto riguarda il riciclo, sono 430.000 le tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica provenienti dalla raccolta differenziata riciclate in Italia nell’anno 2013, cui vanno aggiunti gli imballaggi riciclati da operatori industriali indipendenti, che portano alla ragguardevole cifra di790.000 tonnellate: 300 imprese e oltre 2.000 lavoratori sono oggi stabilmente attivi in questo settore. La raccolta ed il riciclo della plastica rappresentano forse uno dei migliori esempi di spending review nel settore dei rifiuti: oltre ad un contenimento di costi ragguardevole, il riciclo degli imballaggi in plastica provenienti dalle raccolte differenziate nel 2013 ha permesso un risparmio di oltre 7 miliardi di chilowattora di energia, evitando il conferimento (illegale tra l’altro) in discarica di 2 milioni di metri cubi di rifiuti.

“Desideriamo migliorarci ancora, innalzando gli obiettivi di raccolta, esplorando nuove opportunità di riciclo e recupero, individuando nuove applicazioni e nuovi sbocchi di mercato per il materiale riciclato e infine, ottimizzando i costi del sistema. Mi piace aggiungere che nel solo 2013 abbiamo evitato emissioni di CO2 per 800.000 ton (+4,5% rispetto al 2012) equivalenti alle emissioni di circa 505.000 automobili, abbiamo evitato costi di smaltimento per 38,4 milioni di euro (+3,5 rispetto al 2012) e infine abbiamo generato 105,7 milioni di euro di materie prime seconde”.

spiega il Presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo, commentando i risultati. Al convegno del 1 aprile saranno presenti personalità della grande industria e della politica (su tutti il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti), che discuteranno di come valorizzare al massimo l’attività di recupero delle materie plastiche massimizzandone la riciclabilità e arrivando all’obiettivo nazionale e transnazionale più importante: lo 0% di rifiuti plastici conferiti in discarica entro il 2020.

Un obiettivo difficile ma che rappresenta un potenziale enorme per una sfida nazionale che riguardi l’occupazione, la ricerca, lo sviluppo e l’ambiente: temi chiave per un futuro realmente sostenibile.INDIA-SOCIETY

© Foto Getty Images

Fonte: ecoblog.it

Legambiente a Corepla: “Si può riciclare molta più plastica di quanto dite”

Il vicepresidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani replica al presidente del consorzio Corepla Giorgio Quagliuolo: “Fortunatamente non è vero che il 50% della plastica raccolta non può essere riciclata e che l’unica destinazione possibile è l’incenerimento. La tecnologia esiste. Bisogna solo creare un mercato per questi materiali rimodulando il sistema degli incentivi”378400

Stefano Ciafani, in una recente intervista ad Eco dalle Città il presidente del consorzio Corepla Giorgio Quagliuolo ha affermato che il 50% della plastica raccolta non può essere riciclata e che l’unica destinazione possibile è la termovalorizzazione. Ce lo può confermare? 

Questo è quello che emerge dall’intervista ma fortunatamente non è più così. Grazie alla ricerca degli ultimi anni, oggi possiamo raccontare di esperienze industriali che permettono di riciclare anche le plastiche miste, che fino ad oggi venivano incenerite. E’ chiaro che il sistema si deve riorientare. La Revet di Pontedera ad esempio è già in grado di farlo e i polimeri prodotti vengono utilizzati dalla Piaggio per i propri scooter. Non più quindi un uso povero del materiale recuperato ma manufatti che rispondono a necessità prestazionali importanti. Il Plasmix quindi si può riciclare. La tecnologia esiste. Bisogna solo creare un mercato per questi materiali.

In che modo?

In Toscana ad esempio vengono incentivati gli acquisti verdi. D’altra parte anche per far decollare il fotovoltaico all’inizio sono serviti gli incentivi. Il paradosso oggi è che abbiamo incentivi alla combustione dei rifiuti sia negli inceneritori che nei cementifici. Non si capisce invece perché non ci debbano essere incentivi per il riciclaggio e gli acquisti verdi. Le Regioni e il Governo dovrebbero seguire l’esempio della Toscana ed aiutare i comuni in tal direzione. Se cresce il mercato per questi prodotti, aumenterà la domanda e, conseguentemente, anche l’offerta. Occorre dunque rimodulare tutto il sistema degli incentivi del ciclo dei rifiuti prevedendo un aiuto alla filiera della prevenzione e del riciclaggio, e non più solo alle raccolte differenziate. Che senso ha che oggi il fotovoltaico non venga più incentivato mentre continua ad esserlo l’incenerimento dei rifiuti? Bisogna dire basta agli incentivi per gli inceneritori e ai cementifici che bruciano rifiuti e parallelamente tartassare i conferimenti in discarica. In questo modo le due opzioni più convenienti diventeranno il riciclaggio e la prevenzione, ed esperienze come la Revet si moltiplicheranno.

Quali saranno i prossimi progressi tecnologici per il recupero della plastica? E a quale percentuale di recupero permetteranno di arrivare?

Oggi è possibile avviare il riciclo persino dei pannolini usa e getta. Il sistema industriale deve però essere più aperto alle innovazioni tecnologiche. Dobbiamo fare in modo che il rapporto 50-50 tra plastiche recuperate e plastiche incenerite diventi almeno un rapporto 80-20 a favore del riciclaggio, come del resto prevede la normativa europea. In questa direzione fortunatamente va l’accordo che Conai e Cnr hanno firmato nei giorni scorsi sulla ricerca per la maggiore riciclabilità di alcuni polimeri oggi meno riciclati. Ci auguriamo che presto si passi all’industrializzazione di queste ricerche.

Il presidente di Corepla, provocatoriamente, ha sottolineato come un ipotetico ritorno al sistema Replastic (che prevede la raccolta dei soli contenitori per liquidi: bottiglie e flaconi), porterebbe importanti vantaggi economici al consorzio. Potrebbe essere una strada percorribile?

L’ipotesi di tornare al sistema Replastic è impensabile. Bisognerebbe piuttosto ragionare su come applicare in modo sempre più stringente il principio del “chi inquina paga”. Sulla differenziazione del CAC (Contributo Ambientale Conai ndr.) infatti siamo molto in sintonia con il presidente Quagliuolo: il sistema deve premiare gli imballaggi con il maggior grado di riciclabilità facendogli pagare CAC più bassi.

 

Fonte: ecodallecittà

Corepla e Moige di nuovo insieme per “Non rifiutiamoci”

Parte la 2° edizione di “Non Rifiutiamoci”, il progetto educativo di Moige e Corepla sulla raccolta differenziata e il riciclo della plastica

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La Regione Lazio ha inaugurato l’inizio della seconda edizione di “Non rifiutiamoci”, il progetto promosso da Moige – movimento genitori e Corepla, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, per sensibilizzare le famiglie italiane sul tema della raccolta differenziata e del riciclo della plastica. La campagna di sensibilizzazione, arrivata quest’anno alla sua seconda edizione, ha interessato nella prima edizione, di durata biennale, cinque Regioni italiane (Lazio, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Umbria), coinvolgendo oltre 11.000 studenti, 24.000 adulti fra genitori e docenti in 34 scuole elementari del territorio nazionale durante il 2011. Nel 2012 il tour ha, invece, raggiunto 21.000 alunni e 45.000 genitori in 36 scuole elementari di cinque Regioni italiane (Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia). Quest’anno la prima parte del tour di “Non Rifiutiamoci” coinvolgerà complessivamente 15.000 ragazzi, 40.000 nonni e 30.000 genitori. Venti le scuole tra le Regioni Lazio, Marche e Umbria che parteciperanno al primo tour. Nei giorni stabiliti da programma, in ciascuna scuola si svolgerà un gioco interattivo (un tappeto graffitato con un percorso simile al gioco dell’oca), che consentirà ai bambini di saperne di più sul tema oggetto della campagna. Ogni bambino riceverà, al termine dell’incontro, un booklet informativo e un gadget in ricordo dell’iniziativa. Saranno coinvolti anche i genitori, che potranno visitare la mostra informativa allestita nelle scuole e ricevere un opuscolo con consigli utili per affrontare con i propri figli i temi del riciclo della plastica e della raccolta differenziata.

Fonte: eco dalle città

A Roma scatta l’ora del riciclo d’autore

Inaugura oggi nella capitale RIscARTI, il festival internazionale di Arte e riciclo. Per 10 giorni e in diversi spazi verrà offerto spazio a rappresentazioni artistiche fatte con i più disaparati materiali riciclati. Cial, Corepla e Rilegno primi sostenitori

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Ci siamo. Parte oggi a Roma il nuovo Festival Internazionale di Arte e Riciclo: RIscARTI insieme alla Città dell’Altra Economia, dedicherà 10 giorni al tema del ri-uso con laboratori, proiezioni, spettacoli, esposizione di oggetti e design, per a affrontare la tematica ambientale attraverso lo strumento privilegiato dell’arte contemporanea. Oltre la regola delle 4 r: riduzione, recupero, riciclo e riuso, c’è RiscArti: gli sc-arti, ovvero i resti, sono gli elementi ri fiutati, rimasti alla fine. Impara l’arte e mettila da parte per inventare ed assemblare oggetti, per dar nuova vita e nuovi utilizzi sotto forme diverse ai ri fiuti – sembra essere il messaggio degli organizzatori. A RIscARTI festival, l’estetica dello scarto è un modo propositivo di costruire il cambiamento e, appunto, il riscatto: i materiali e l’energia contenuta nei rifiuti diventano sempre più preziosi in un mondo dalle risorse sempre più limitate. Lo sanno anche i consorzi che sponsorizzano l’evento (Cial, Corepla, Rilegno): l’arte è al servizio dello smaltimento e dell’ecologia. E allora una vasca da bagno risulta più pratica in salotto, usata come poltrona, per chi preferisce una doccia veloce al mattino (Made by Ass. culturale C Tre); una cassettiera diventa una perfetta abatjour da comodino (Ass. Remmade) ed acquisisce quel valore simbolico delle cose che sono espressione della creatività. Il Festival inaugura oggi alle ore 19 con presentazione della Expo e delle collezioni internazionali (DrapArt e ReciclaMadrid), performance dei Prototipi Di Scartus (musiche con strumenti autocostruiti) e dei percussionisti Bamboo, che trasformano i rumori degli elettrodomestici a due velocità in suono e usano il righello come basso. Se la quantità di oggetti che gettiamo è talmente grande che il “cosa farne” ci riempie di dubbi, di incertezze e spesso di rassegnazione, RIscARTI può fornire una nuova prospettiva.

Fonte. Eco dalle città