8.1.2. Le caratteristiche del campione di imprese che operano all’interno della filiera per l’efficienza energetica

 

Il campione su cui si basano le riflessioni che vengono proposte è costituito da 99 imprese i cui responsabili hanno compilato, direttamente on line, il questionario ENEA-Confindustria.

Fig. 8.3: La forma societaria delle imprese del campione

8.3

Le imprese costituenti il campione oggetto di studio che si dichiarano organizzate attraverso le forme di società di capitale sono l’87,9% del totale. La circoscrizione geografica italiana che ha maggiormente risposto all’invito di compilare il questionario è quella di Nord-Ovest: il contributo è stato soprattutto proveniente da imprese con sede nella regione Lombardia (34) e nella regione Piemonte (13). Una sola impresa è con sede nella regione Liguria. Significativa è stata anche la presenza delle imprese della circoscrizione Nord-Est. Hanno risposto soprattutto imprese del Veneto (12) e dell’Emilia Romagna (11). Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige sono state rappresentate rispettivamente da tre e due imprese. Meno numerosa la pattuglia di imprese dell’Italia centrale: solo 12 rispondenti, con prevalenza delle imprese della regione Lazio (6). Solo 7 imprese della circoscrizione meridionale, di cui 3 dall’Abruzzo e 3 dalla Puglia, hanno contribuito alla formazione di questo primo campione che vede una presenza ancora inferiore di imprese provenienti dall’Italia insulare, in numero di quattro.

Fig. 8.4: Collocazione geografica delle imprese del campione

8.4

Tab. 8.1: Orientamenti prevalenti nell’attività economica delle imprese del campione

(Numero di imprese che si dichiarano impegnate in modo esclusivo o principale)

8.1

Le imprese che hanno compilato il questionario hanno collocato la propria attività economica all’interno delle categorie descritte nella tabella 1. Prendendo a riferimento l’impegno esclusivo e quello principale, emerge chiaramente la predominanza delle attività di produzione (58 imprese), di installazione (21 imprese) e di vendita all’ingrosso (15 imprese). Non trascurabile appare anche l’attività esclusiva e/o principale che alcune imprese svolgono nel campo della manutenzione (7 imprese), dei servizi di consulenza (7 imprese) e dei servizi energetici ESCo (6 imprese). Si riscontra la presenza di solo 2 imprese che si dedicano in modo esclusivo ad attività di importazione di prodotti per l’efficienza energetica. La figura 5, che segue, mostra la distribuzione delle imprese del campione nelle 12 aree tecnologiche evidenziate nel questionario: le più frequenti sono le tecnologie per la produzione e l’utilizzo di energia termica ed i servizi di efficienza energetica.

Fig. 8.5: Aree tecnologiche delle imprese del campione

8.5

Nell’Area tecnologie per la produzione e l’utilizzo di energia termica le 27 imprese sono presenti nei seguenti gruppi di prodotti secondo le seguenti percentuali:

– caldaie ad alto rendimento: 48,1%;

– pompe di calore: 63%

– solare termico: 51,9%;

– apparecchi domestici a biomasse: 14,8%.

 

Fig. 8.6: Gruppi di servizi energetici offerti dalle imprese del campione

8.6

Le 24 imprese che hanno dichiarato di svolgere attività nell’area dei servizi di efficienza energetica, come mostra la figura 6 sopra riportata, sono proiettate in vari gruppi di attività, principalmente nell’ambito dell’impiantistica.

Fonte:ENEA

8.L’industria e i servizi per l’efficienza e il risparmio energetico

index

 

8.1 L’indagine ENEA-Confindustria sulla filiera per l’efficienza energetica

8.1.1. Introduzione

ENEA e Confindustria, nel quadro di una collaborazione formalizzata con protocollo d’intesa nel luglio 2010, hanno congiuntamente avviato un’attività finalizzata all’analisi dei comparti industriali che offrono prodotti e servizi per l’efficienza energetica. Tale iniziativa si basa, tra l’altro, anche su alcuni importanti riferimenti normativi ed attuativi:

i. l’art. 5, lett. d) del D.lgs n. 115/2008 (attuazione della Direttiva 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici) e l’art. 40, comma 7, del D.lgs n. 28/2011 (Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili) che, in particolare, attribuisce all’ENEA il compito di elaborare per il MiSE un rapporto concernente lo stato e le prospettive delle tecnologie rilevanti in materia di efficienza energetica, con riguardo particolare a disponibilità, costi commerciali, sistemi innovativi non ancora commerciali e potenziale nazionale residuo di fonti rinnovabili e di efficienza energetica;

ii. il comma 3 dell’articolo 13 del Decreto MiSE 28 dicembre2012, noto come Decreto Conto termico, relativo all’incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni, ha precisato che entro la fine del 2013 e successivamente ogni due anni l’ENEA sottopone all’approvazione del Ministero dello sviluppo economico uno specifico programma biennale di monitoraggio concernente lo stato e le prospettive delle tecnologie, in attuazione del citato art. 40, comma 7, del decreto legislativo n. 28 del 2011.

 

Al fine di dare progressiva attuazione all’indirizzo del legislatore e del MiSE, l’Unità Tecnica Efficienza Energetica dell’ENEA ha elaborato un questionario, rivolto alle imprese del Sistema Confindustria, volto appunto a compiere un’analisi del settore industriale dedicato all’offerta di prodotti (sistemi, componenti e tecnologie) per l’efficienza ed il risparmio energetico. L’elaborazione e l’analisi dei dati sono effettuate da ENEA ed i primi risultati vengono inclusi nel presente Rapporto Annuale per l’Efficienza Energetica 2011. Tale iniziativa è stata giudicata da Confindustria utile per ottenere ulteriori informazioni sulla struttura e la specializzazione imprenditoriale italiana, così da poter meglio indirizzare le scelte di politica industriale per l’efficienza energetica, in una dimensione competitiva che punti allo sviluppo economico sostenibile. Sul sito http://www.confindustria.it , nella sezione Energia ed Ambiente, in particolare nella pagina dedicata a INFO ENERGIA, è dunque stato apposto un banner che introduceva gli associati Confindustria, sensibilizzati dalle diverse organizzazioni verticali ed orizzontali del Sistema confederale, alla compilazione del questionario sull’efficienza energetica38.

 

Fig. 8.1: Banner dedicato alla collaborazione tra ENEA e Confindustria

8.1

38 ENEA-UTEE rivolge un particolare ringraziamento al prof. Massimo Beccarello, vice Direttore delle Politiche per lo Sviluppo. Energia e Ambiente di Confindustria, per il contributo di conoscenza ed esperienza messo a disposizione del gruppo di lavoro ENEA, anche attraverso la cortese ed efficiente struttura organizzativa di Confindustria che lavora sui temi dell’energia.

 

Fig. 8.2: Banner del questionario ENEA-Confindustria sull’efficienza energetica

8.2

In queste brevi note si presentano alcune sintetiche considerazioni fondate su un primo campione di 99 imprese, che hanno compilato il questionario sull’industria che offre prodotti e servizi per l’efficienza energetica, rinviando ad un successivo appuntamento (previsto sempre nel corso del 2013) per rendere disponibile agli operatori ed ai decisori politici un rapporto organico sulla rilevazione che è stata svolta.

Fonte: ENEA

 

7.3 Efficienza economica

contoenergia

La tabella 7.1 fornisce la sintesi dei risultati dell’attività di valutazione dell’indicatore “efficienza economica” per ciascuno degli strumenti di incentivazione analizzati sia in rapporto all’investimento totale, sia al contributo dello Stato.

Tabella 7.1 – Efficienza economica degli strumenti di incentivazione

7.1

Le misure esaminate promuovono interventi in settori economici diversi; risulta, pertanto, difficile dare una valutazione comparativa che tenga anche conto delle differenti dinamiche di mercato. Si può, comunque, osservare che il meccanismo dei titoli di efficienza energetica, oltre a fornire il contributo maggiore in termini quantitativi di energia risparmiata, risulta anche il più conveniente dal punto di vista dell’efficienza economica per il contributo statale. La tabella 7.2 fornisce la valutazione dell’indicatore “efficienza economica” per lo strumento normativo “D.lg. 192/05 – Standard minimi di prestazione energetica degli edifici”.

Tabella 3 – Efficienza economica dello strumento normativo

tab3

Il valore riportato in tabella deriva da una valutazione di massima dell’extra-costo al 2011 imputabile agli standard più stringenti introdotti dalla normativa. L’andamento di tale indicatore a partire dal 2005 decresce costantemente nel tempo e si va ad allineare con il valore osservato per gli interventi di riqualificazione realizzati nell’ambito del meccanismo delle detrazioni fiscali del 55%. Gli standard stabiliscono i livelli minimi di efficienza energetica che i prodotti devono soddisfare. Essi rappresentano uno strumento chiave per influenzare le prestazioni energetiche degli edifici e delle apparecchiature. Secondo un’analisi condotta dall’Istituto Wuppertal37 questa misura risulta l’opzione preferita nella U.E. per superare le barriere all’efficienza.

37 (Bleischwitzet al., 2009)

Fonte: ENEA

7 Valutazione dell’efficacia e dell’efficienza economica dei principali strumenti nazionali per il miglioramento dell’efficienza energetica

 

In Italia, gli strumenti messi in campo per superare le barriere che impediscono o ritardano il miglioramento dell’efficienza energetica sono molteplici e di varia natura:

– RD & D: misure governative di investimento o agevolazione degli investimenti in ricerca tecnologica, sviluppo, dimostrazione, nonché le attività di distribuzione;

– formazione e sensibilizzazione: misure volte ad aumentare la conoscenza, la sensibilizzazione e la formazione tra i soggetti interessati o gli utenti;

– incentivi finanziari e sovvenzioni: misure che incoraggiano o stimolano determinate attività, comportamenti o investimenti utilizzando strumenti finanziari e fiscali;

– accordi volontari: misure che nascono dall’impegno volontario di agenzie governative o enti del settore, sulla base di accordi formali;

– permessi commerciabili: sistema di scambio di titoli di emissione di gas a effetto serra (Emissions Trading System, ETS), sistemi di titoli di efficienza energetica (certificati bianchi) derivanti da obblighi di risparmio energetico e sistemi di certificati verdi in base ad obblighi di produrre o acquistare energia di origine rinnovabile (in genere energia elettrica);

– strumenti normativi: questa categoria copre una vasta gamma di strumenti con cui un governo obbliga gli operatori ad adottare misure specifiche e/o a relazionare su informazioni specifiche.

In rapporto ai diversi strumenti utilizzati, è opportuno procedere ad una valutazione degli stessi sulla base di specifici indicatori quantitativi che consentano l’individuazione delle misure più efficaci ed efficienti. I principali strumenti di incentivazione e normativi attivati per il miglioramento dell’efficienza energetica sono stati analizzati al fine di valutarne l’efficacia in rapporto al raggiungimento dell’obiettivo di risparmio complessivo e di determinarne l’efficienza economica rispetto all’investimento totale e al contributo dello Stato. La valutazione ha riguardato le principali misure per l’efficienza energetica in vigore nel quinquennio 2007-2011. L’obiettivo è quello di rendere disponibili elementi utili per la valutazione dell’impatto delle politiche e misure energetiche in essere e per l’individuazione delle misure più efficaci ed efficienti.

7.1 Metodologia

Per la valutazione degli strumenti di miglioramento dell’efficienza energetica è stato utilizzato l’approccio bottom-up. I dati relativi ai risparmi energetici conseguiti sono stati desunti dall’attività di monitoraggio del PAEE, condotta da ENEA e riassunti nel precedente capitolo 6. Il quadro temporale e gli strumenti analizzati sono stati scelti tenendo conto della disponibilità dei dati necessari al processo di valutazione. La valutazione è stata effettuata per i seguenti strumenti:

a) recepimento della Direttiva 2002/91/CE e attuazione del D.Lgs. 192/05 con riferimento alla prescrizione di Standard minimi di prestazione energetica degli edifici;

b) riconoscimento delle detrazioni fiscali (55%) per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti;

c) meccanismo per il riconoscimento di titoli di efficienza energetica (o certificati bianchi) ai sensi dei DD.MM. 20/07/04;

d) misure di incentivazione al rinnovo ecosostenibile del parco autovetture ed autocarri fino a 3,5 tonnellate e applicazione del regolamento comunitario CE 443/200936.

 

36 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:140:0063:008:it:PDF

 

A causa dell’esiguità del contributo al risparmio annuale e complessivo e della circostanza che la validità della misura è scaduta nel 2010, tra gli strumenti analizzati non si è tenuto conto della misura “Riconoscimento delle detrazioni fiscali (20%) per l’installazione di motori elettrici ad alta efficienza e di regolatori di frequenza (inverter)”. La valutazione è stata condotta sulla base dei due seguenti indicatori:

– l’efficacia, che quantifica l’effetto concreto di uno strumento di politica, e rappresenta la differenza tra la situazione raggiunta con l’attuazione di uno strumento e il caso di non intervento. Può fare riferimento alla differenza di consumo di energia in termini assoluti nel corso di un periodo di tempo più lungo di un anno oppure, ciò che è più utile, può essere normalizzata con valori annuali; può anche essere espressa in termini relativi (in % per anno);

– l’efficienza economica, che esprime il costo sostenuto per unità di energia risparmiata (ad esempio, euro per kWh risparmiato). L’indicatore può essere riferito all’investimento totale oppure all’entità del contributo pubblico.

7.2 Efficacia

L’efficacia dei singoli strumenti è stata valutata calcolando il contributo fornito da ciascuno di questi al conseguimento dell’obiettivo stabilito nel PAEE 2011 per l’anno 2016 (i.e. 126.540 GWh/anno). Il grafico di figura 7.1 mostra quindi l’efficacia espressa come rapporto tra il valore del risparmio energetico conseguito, nel periodo dal 2007 al 2011, con interventi promossi da ciascuna misura di miglioramento e  il valore dell’obiettivo di risparmio al 2016.

Figura 7.1: Efficacia delle misure espressa in %

7.1

Circa l’80% del risparmio totale conseguito è relativo ad interventi realizzati nell’ambito dei due strumenti: D.lgs. 192/05 (standard minimi di prestazione energetica degli edifici) e titoli di efficienza energetica, che hanno fornito un contributo di entità pari rispettivamente al 37 e 43% del totale.

Gli interventi che hanno maggiormente contribuito al raggiungimento dell’obiettivo sono stati: l’installazione di impianti di riscaldamento efficienti nel settore residenziale, l’adozione di standard minimi di prestazione energetica nel settore terziario, l’installazione di impianti di cogenerazione ad alto rendimento, di motori elettrici ad alta efficienza e l recuperi di calore nel settore industriale, il rinnovo eco-sostenibile del parco autoveicoli nel settore trasporti.

Fonte:ENEA

 

6.4 Sintesi dei risparmi conseguiti

 

I risparmi energetici conseguiti al 31.12.2011 e gli obiettivi indicativi nazionali proposti nel PAEE 2011 per il 2016 sono mostrati nella tabella 6.7. In particolare, la seconda colonna della tabella raccoglie i risparmi energetici complessivi al 31.12.2011. La quarta colonna, che riporta la percentuale dell’obiettivo 2016 conseguita al 31.12.2011, mette in evidenza la difficoltà di ottenere gli obiettivi prefissati nei settori terziario e trasporti e conseguentemente la necessità di introdurre nuove misure, in linea con quanto previsto, per il settore pubblico, dalla nuova Direttiva sull’efficienza energetica.

Tabella 6.7: Risparmio energetico annuale conseguito al 2011 e atteso al 2016

6.7

Anche le disposizioni contenute nei decreti “Conto energia termico” e “Certificati bianchi”, di recente emanazione, mirano in particolare al superamento delle suddette criticità.

Il grafico in figura 6.1 mostra che il 72,5% del risparmio annuale conseguito al 31.12.2011 è relativo ad interventi effettuati nel settore degli edifici (Residenziale+Terziario), mentre gli interventi realizzati nel settore Industria e in quello dei Trasporti rappresentano rispettivamente il 18% e il 9,6% del risparmio complessivo.

Figura 6.1: Risparmio energetico annuale conseguito al 31.12.2011 – Ripartizione per settore di intervento – %

6.1

fonte: ENEA

6.3 Certificati Bianchi

 

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Questo meccanismo, introdotto in Italia con i DD.MM. 20 luglio 200435, prevede che i distributori di energia elettrica e di gas naturale raggiungano annualmente determinati obblighi quantitativi di risparmio di energia primaria.

35 “Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali di energia, ai sensi dell’art. 9, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 e s.m.i.”

Per adempiere a questi obblighi e ottenere il risparmio energetico prefissato i distributori possono:

– attuare progetti a favore dei consumatori finali che migliorino l’efficienza energetica delle tecnologie installate o delle relative pratiche di utilizzo. I progetti possono essere realizzati direttamente, oppure tramite società controllate, o ancora attraverso società operanti nei settori dei servizi energetici (le cosiddette ESCo- Energy Services Companies),

– acquistare da terzi titoli di efficienza energetica” o “certificati bianchi” attestanti il conseguimento di risparmi energetici.

I risparmi energetici certificati conseguiti a livello nazionale sono riportati nella tabella 6.5.

Tabella 6.5: Risparmi energetici conseguiti da Certificati Bianchi al 31/12/2011- Italia

6.5

E’ stata inoltre effettuata anche la valutazione di massima dei risparmi ottenuti e per le macro aree-geografiche Nord- Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Isole (tabella 6.6)

Tabella 6.6: Risparmi energetici conseguiti da Certificati Bianchi al 31/12/2011 per macro-aree geografiche.

6.6

6.6a

La ripartizione per macro-aree geografiche delle attività sviluppate nell’ambito del meccanismo evidenzia un netto predominio delle regioni del centro-nord in termini di risultati quantitativi conseguiti (circa 80% del risparmio totale).

Immagine

Fonte:ENEA

6.2 Riconoscimento delle detrazioni fiscali (55%) per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti

riqualificazione energ

In vigore dal 1° gennaio 2007, si tratta di un incentivo consistente in una detrazione di imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) o delle società (IRES), stabilito in base alla Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Finanziaria 2007) e successive. La tabella 6.3 riporta il risparmio energetico conseguito a livello nazionale , per gli anni 2007-2011, ripartito per tipologia di intervento.

Tabella 6.3: Risparmi energetici conseguiti dal riconoscimento delle detrazioni fiscali (55%) Italia

6.3

E’ stata inoltre effettuata anche la valutazione di massima dei risparmi ottenuti per le macro-aree geografiche Nord- Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Isole (tabella 6.4)

Tabella 6.4: Risparmi energetici conseguiti dal riconoscimento delle detrazioni fiscali (55%) per macro-aree geografiche.

 6.4

6.4a

La ripartizione per macro-aree geografiche delle attività sviluppate nell’ambito del meccanismo evidenzia un netto predominio delle regioni del Nord con una quota del 78% del risparmio complessivo.

Immagine

Fonte:ENEA

6.1 Analisi del raggiungimento degli obiettivi indicativi nazionali di risparmio energetico

omino

Il Piano d’Azione Europeo per l’Efficienza Energetica 2011 ha rimarcato il ruolo dell’efficienza energetica come strumento imprescindibile per ridurre i consumi di energia nell’ambito dei Paesi Membri, per raggiungere l’obiettivo più ambizioso di riduzione dei consumi del 20% al 2020 e al fine di avviare concretamente un’economia efficiente delle risorse. La Direttiva 32/2006/CE sull’efficienza energetica negli usi finali e sui servizi energetici richiede agli Stati Membri di adottare un obiettivo nazionale indicativo di risparmio energetico – al 2016, nono anno di applicazione della stessa Direttiva – pari al 9 % dell’ammontare del consumo di riferimento34. Il Piano d’Azione italiano per l’Efficienza Energetica (PAEE) 2011 prevede programmi e misure per il miglioramento dell’efficienza energetica e dei servizi energetici nei settori di uso finale per un risparmio energetico annuale al 2016 (126.327 GWh/anno) pari al 9,6% del consumo di riferimento. La valutazione quantitativa dei risparmi conseguiti è stata effettuata con riferimento alle seguenti misure di miglioramento dell’efficienza energetica:

a) recepimento della Direttiva 2002/91/CE e attuazione del D.Lgs. 192/05 con riferimento alla prescrizione di standard minimi di prestazione energetica degli edifici (SMPE);

b) riconoscimento delle detrazioni fiscali (55%) per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti;

c) meccanismo dei titoli di efficienza energetica (certificati bianchi);

d) misure di incentivazione al rinnovo ecosostenibile del parco autovetture ed autocarri fino a 3,5 tonnellate.

Non si è, invece, tenuto conto dei risparmi derivanti dalla misura delle detrazioni fiscali (20%) per l’installazione di motori elettrici ad alta efficienza e di regolatori di frequenza (inverter), in ragione della loro esiguità. Per ciascuna delle misure di miglioramento dell’efficienza energetica considerate si riporta di seguito un sintetico quadro descrittivo.

6.1 Recepimento della Direttiva 2002/91/CE e attuazione del D.Lgs. 192/05

La Direttiva 2002/91/CE per l’incremento dell’efficienza energetica degli edifici è stata recepita dal Governo Italiano attraverso il Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192, entrato in vigore l’8 ottobre 2005. Con questo provvedimento è stata costituita una cornice normativa all’interno della quale le Regioni possono esplicare le loro competenze, sviluppare le specificità e cogliere le opportunità proprie dei loro contesti climatici e socio economici. Il Decreto ha apportato forti novità rispetto al quadro legislativo preesistente, in particolare nella metodologia progettuale, nelle prescrizioni minime (Standard minimi di prestazione energetica), nell’ispezione degli impianti, nonché nell’introduzione della certificazione energetica degli edifici. La tabella 6.1 riassume i risparmi energetici per gli anni 2005-2011, ottenuti grazie agli interventi realizzati nell’ambito di questa misura sia per l’intero territorio nazionale.

Tabella 6.1: Risparmi energetici conseguiti dal recepimento della Direttiva 2002/91/CE e attuazione del D.Lgs. 192/05- (GWh/anno) – Italia

6.1

34Media dei consumi nei settori di uso finale nei cinque anni precedenti l’emanazione della Direttiva.

E’ stata inoltre effettuata anche la valutazione di massima dei risparmi ottenuti per le macro-aree geografiche Nord- Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Isole (tabella 6.2)

Tabella 6.2: Risparmi energetici conseguiti dal recepimento della Direttiva 2002/91/CE e attuazione del D.Lgs. 192/05- (GWh/anno) per macro-aree geografiche

6.2

Agli interventi realizzati nelle aree Nord-Est e Nord-Ovest sono associati risparmi per una quota complessiva di oltre il 55% del risparmio totale nazionale.

a

Fonte: ENEA

5.2 Prospettive tecnologiche e R&ST. 5.3 I costi

lampad

 

5.2 Prospettive tecnologiche e R & ST

Il nuovo modello di reti dovrà garantire l’integrazione della GD e per questo motivo il distributore dovrà essere in grado di affrontare una sfida tecnologica importante, gestendo le connessioni delle nuove e sempre maggiori unità produttive distribuite con trasparenza e colmando l’attuale gap tecnologico.

Il potenziamento delle infrastrutture elettriche e la migrazione verso il modello di reti “attive” sono al centro dell’attenzione del quadro regolatorio nazionale, caratterizzato da tre principali livelli33:

33 Smart grid le reti elettriche di domani, 2010 – Energy Lab.

1. Regolazione di accesso e connessione alle reti (delibera ARG/elt 125/10 – Modifiche e integrazioni alla deliberazione ARG/elt 99/08): definisce le condizioni tecniche ed economiche, rivolte all’impresa distributrice (es. ENEL Distribuzione, ACEA, ecc) e al cliente produttore, per la connessione alle reti di distribuzione degli impianti di produzione.

2. Modalità di cessione dell’energia prodotta (delibera 3 giugno 2008 – ARG/elt 74/08: Testo integrato delle modalità e delle condizioni tecnico-economiche per lo scambio sul posto (TISP)): struttura la nuova disciplina dello scambio sul posto e la sua integrazione nel mercato elettrico, prevedendo che lo scambio sul posto sia erogato da un unico soggetto su base nazionale (il Gestore dei Servizi Energetici – GSE).

3. Incentivazione applicabile a determinate forme di produzione e di distribuzione dell’energia elettrica: riveste particolare importanza la delibera dell’AEEG ARG/elt 39/10, con la quale si definiscono le procedure e i criteri di selezione per alcuni progetti pilota (su reti MT), attraverso i quali modernizzare e rendere più flessibili e intelligenti le reti di distribuzione dell’energia elettrica (verso le smart grids). In tale ambito, il D. Lgs. 5 maggio 2011 (Incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici) e il D. Lgs 8 febbraio 2007 n. 20 (Promozione della cogenerazione ad alto rendimento) individuano misure volte a promuovere, a livello nazionale, l’uso estensivo di tali tecnologie. Le unità di carico non programmabili dovranno essere gestite con la supervisione dell’utilizzo dei sistemi di gestione di energia e le caratteristiche tecniche del generatore dovranno essere note al distributore per fornire servizi di rete. I fornitori dei servizi saranno gli operatori delle reti di distribuzione e i fruitori dei benefici saranno produttori, utilizzatori, operatori del bilanciamento. La rinnovata configurazione migliorerà la continuità del servizio elettrico, attraverso la sua funzione self healing, svolgendo quindi funzioni di auto-riconfigurazione ottimale della rete e protezioni che si adattano alla tipologia di rete. Sarà attuato il controllo dei flussi di potenza e delle tensioni ai nodi, e la disponibilità di informazioni aggiornate in tempo reale dei flussi di potenza attiva e reattiva permetterà di gestire tempestivamente le criticità di esercizio, e di programmare in tempi brevi l’adeguamento della rete a nuove connessioni di GD. I fornitori dei servizi saranno gli operatori delle reti di distribuzione e i fornitori di servizi di misura, mentre i beneficiari delle migliorie sul sistema saranno gli utilizzatori, i produttori, i venditori di energia e gli operatori delle reti di distribuzione. L’impiego di metodologie e di strumenti per un esercizio attivo della rete permetterà una gestione ottimizzata a partire dall’infrastruttura disponibile, ritardando l’esigenza di interventi in termini di nuove linee e/o trasformatori. I fornitori dei servizi saranno gli operatori delle reti di distribuzione e i fornitori di servizi di misura, mentre i beneficiari delle migliorie sul sistema saranno gli utilizzatori, i produttori e gli operatori del bilanciamento. L’installazione dei contatori elettronici è stato il primo passo compiuto verso la flessibilizzazione della domanda. Si dovrà sfruttare tale dispositivo per abilitare gli utenti a conoscere tempestivamente consumi e immissioni e adeguarsi al mercato. Ci sarà posto in questo contesto per nuovi soggetti del mercato, gli aggregatori della domanda, che offriranno ai gestori di rete nuovi servizi come l’interrompibilità diffusa, profili di immissione e prelievo prevedibili, aggregando le disponibilità fornite da gruppi di utenti che da soli non possono accedere al mercato. I fornitori dei servizi saranno gli operatori delle reti di distribuzione e i fornitori di servizi di misura, i venditori di energia, i fornitori di applicazioni e servizi, i fornitori di piattaforme per la borsa elettronica, mentre i beneficiari delle migliorie sul sistema saranno gli utilizzatori e i fornitori di tecnologie per la SG. Il coinvolgimento del consumatore finale, che diventa parte attiva (prosumer) attraverso la sua maggiore consapevolezza, e quindi l‘informazione del cliente circa il suo comportamento energetico e la possibilità di modulare la propria domanda e offerta, sono le maggiori sfide delle reti del futuro. L’interfaccia cliente finale/rete elettrica sarà mantenuta attraverso il contatore e gestita da remoto. I fornitori dei servizi saranno gli operatori delle reti di distribuzione, i fornitori di servizi di misura, i venditori di energia e le ESCo, mentre i beneficiari delle migliorie sul sistema saranno gli utilizzatori e i produttori.

5.3 Costi

L’analisi dell’impatto economico della GD sul sistema elettrico è legata principalmente alla sommatoria di diverse voci di costo, quali: costi di incentivazione, di investimento di O&M (operation and maintenance) e di produzione del parco tradizionale. L’incremento dei costi dell’energia, prodotta in un sistema in cui il grado di penetrazione della GD è elevato, è riconducibile alla non programmabilità di gran parte degli impianti di piccola e media taglia, sia che si tratti di impianti che funzionano con fonti energetiche rinnovabili (FER) di tipo intermittente (ad esempio eolico, fotovoltaico, impianti idroelettrici ad acqua fluente), sia di impianti cogenerativi, la cui produzione elettrica è condizionata dalla produzione di calore che essi devono garantire. I costi di produzione crescono in funzione del livello di sicurezza e di flessibilità che il sistema elettrico deve garantire attraverso la produzione da fonte convenzionale, e comprendono:

– i costi d’incentivazione;

– i costi per il mantenimento di un’adeguata capacità programmabile;

– i costi per l’incremento del margine di riserva rotante;

– i costi per lo sbilanciamento.

 

Tale incremento di costi è anche accompagnato da una fase transitoria di mercato, in cui le problematiche più incidenti sono la limitata correlazione tra remunerazione e grado di scarsità dell’offerta registrata nel mercato, l’assenza di penalizzazioni per gli operatori che non rendono effettivamente disponibile la capacità produttiva promessa, la presenza di un incentivo a rendere disponibile la capacità produttiva nei momenti di maggiore criticità, che consiste esclusivamente nel segnale di prezzo fornito dai mercati dell’energia. La somma di queste incertezze e mancanze produce due effetti: l’incremento dei costi di produzione dell’energia, che comporta, per i produttori, l’impossibilità di prevedere con ragionevole certezza la remunerazione su un orizzonte di lungo periodo, e l’aumento del prezzo dell’energia per gli utenti.

Fonte:ENEA

 

5. Le reti energetiche del futuro

 

teleriscaldamento

 

5.1 Descrizione e stato dell’arte

Il D. Lgs. 28/11, in attuazione della direttiva 2009/28/CE, stabilisce che dal 28 Maggio 2012 gli impianti di produzione di energia termica, per edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, devono essere progettati e realizzati in modo da garantire la copertura di almeno il 20% del fabbisogno termico di acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento da fonti rinnovabili; il decreto prevede inoltre un incremento al 50% dal 1° Gennaio 2017.

Gli obiettivi previsti dal decreto potrebbero risultare particolarmente ambiziosi, in particolare per complessi edilizi ad alta densità abitativa, dove l’adozione di tecnologie capaci di produrre la necessaria energia termica da fonte rinnovabile potrebbe trovare difficoltà applicativa, ad esempio per mancanza di spazi o per difficoltà integrative, tali da spingere i progettisti a invocare il vincolo tecnico.

In questo contesto, si ritiene particolarmente importante analizzare le potenzialità delle reti energetiche locali, come possibile soluzione ai vincoli tecnici che contrastano la diffusione delle fonti rinnovabili.

La rete energetica locale è vista come il mix dei due sottosistemi elettrici e termici a servizio di un agglomerato urbano ben definito (centro commerciale, centro direzionale, piccolo quartiere), alla quale possono essere connessi sistemi di poligenerazione distribuita di piccola taglia, combinando fonti rinnovabili elettriche (FV, piccolo eolico) e termiche (collettori solari) con tecnologie per la cogenerazione diffusa.

L’applicazione delle reti energetiche locali combinate con sistemi ICT comporta diversi vantaggi tecnico economici:

– Vantaggi energetici: la vicinanza degli impianti di produzione dell’energia ai punti di consumo finale (utenza) consente un minore trasporto dell’energia elettrica e una minore dispersione nella rete distributiva.

– Vantaggi gestionali: la gestione con sistemi ICT di piccole reti locali facilita l’erogazione, da parte di un unico gestore, dei servizi ancillari di rete come la stabilizzazione della frequenza e della tensione dei nodi o ancora il servizio di “load leveling” delle utenze, livellando il carico elettrico complessivo delle utenze connesse alla micro rete, limitandone in tal modo gli effetti negativi dovuti allo sbilanciamento delle fonti non programmabili.

– Maggiore sicurezza: la generazione locale (in particolare da CHP) garantisce una maggiore continuità del servizio alle utenze prioritarie, come ospedali o centri commerciali.

– Maggiore integrazione con i sistemi di distribuzione elettrica nazionali ed europei.

 

Lo sviluppo capillare sul territorio di impianti per la generazione elettrica e termica di piccola e media taglia impone sia un radicale ripensamento dell’attuale gestione delle reti verso il modello “attive” (Smart Grid, SG), sovrapponendo alla rete di distribuzione l’utilizzo di sistemi ICT (es. smart meter), sia un necessario ammodernamento delle reti di trasmissione e distribuzione.

Nonostante la sempre maggiore attenzione che stati, aziende ed enti di ricerca di tutto il mondo le dedicano, la Generazione distribuita (GD) non ha ancora una definizione universalmente riconosciuta a livello internazionale. Il quadro normativo italiano, secondo quanto affermato dal decreto legislativo 20/07, che modifica quanto riportato nell’articolo 1, comma 85, della legge n.239/04, definisce nel seguente modo il sistema GD e i suoi sottoinsiemi:

Generazione distribuita (GD): l’insieme degli impianti di generazione con potenza nominale inferiore a 10 MVA.

Piccola generazione (PG): l’insieme degli impianti per la produzione di energia elettrica, anche in assetto cogenerativo, con capacità di generazione non superiore a 1 MW (è un sottoinsieme della GD);

Microgenerazione (MG): l’insieme degli impianti per la produzione di energia elettrica, anche in assetto cogenerativo, con capacità di generazione inferiore a 50 kWe (è un sottoinsieme della GD e della PG).

 

La produzione lorda di energia elettrica da impianti di GD è aumentata negli ultimi anni. Nel 2010, in Italia, è stata pari a 19,8 TWh (circa il 6,6% dell’intera produzione nazionale di energia elettrica), con un incremento, rispetto al 2009, di 3,4 TWh.

Tabella 5.1: Impianti di generazione diffusa al 2010

5.1

(all. A, Del. 98/2012/I/eel)

 

I dati riportati nella tabella 5.1 hanno avuto un notevole incremento nell’anno 2011, essenzialmente per effetto del forte sviluppo degli impianti fotovoltaici.

Attualmente le reti energetiche locali di tipo termico presenti sul territorio nazionale sono caratterizzate da classici sistemi di teleriscaldamento urbano la cui estensione32 ha raggiunto i 2.772 km.

Alle reti energetiche locali risultano allacciate 48.568 sottocentrali d’utenza. Dal censimento AIRU 2011 risulta comunque una diffusa presenza, soprattutto nel nord Italia, di reti energetiche di piccole dimensioni, con diversi livelli di densità di carico ed estensione massima entro 6 km, come riportato nella seguente tabella 5.2; tali reti potrebbero rappresentare ottimamente il concetto di rete energetica locale nell’ottica dell’integrazione di sistemi di poligenerazione distribuita.

32 Rapporto AIRU 2011

 

Tabella 5.2: Diffusione reti energetiche termiche locali con estensione inferiore a 6 km 

5.2

(Fonte Annuario AIRU 2011)

 

Fonte: ENEA