I 10 cibi più contaminati nella classifica di Coldiretti sono tutti esteri

Coldiretti ha presentato oggi a Napoli il dossier La crisi nel piatto degli italiani nel 2014 dove ha svelato la Classifica dei cibi più contaminati che però sono tutti di provenienza estera

Secondo la Classifica dei cibi più contaminati presentata oggi da Coldiretti a Napoli nell’ambito del dossier La Crisi nel Piatto 2014 ci sono molti alimenti che consumiamo convinti che siano sani ma che risultano inquinati da pesticidi. La lista presentata da Coldiretti prende spunto dalle analisi effettuate nel 2011 su 79.035 campioni di 647 tipi differenti di alimenti per cui si sono ricercati 900 i pesticidi e ne sono stati rilevati 400 in quantità misurabili.

Per EFSA il monitoraggio ha dato risultati più che positivi, come rileva Teatro Naturale:

Sulla base dei risultati dei programmi di monitoraggio 2011, l’EFSA ha concluso che non esiste alcun rischio a lungo termine per la salute dei consumatori tramite la dieta per il 99% dei 171 pesticidi valutati.

Restano fuori due pesticidi il dieldrin e eptacloro il cui uso è stato vietato da tempo ma la cui presenza è rilevata ancora a causa dell’uso storico, dell’elevata persistenza delle molecole e della loro capacità di bioaccumulo, per cui risultano ancora presenti nella catena alimentare. I paesi più virtuosi sono stati Cipro, Malta, Bulgaria, Portogallo, Slovenia, Islanda, Lussemburgo, Francia, Belgio, Regno Unito, Estonia, Repubblica Ceca, Austria , Grecia e Spagna per cui il tasso medio di contaminazione riscontrato è stato dello 0,9%. Per Coldiretti l’arma di difesa principale del consumatore consiste nell’etichetta e perciò chiedono al ministro della Salute Lorenzin di accelerare le norme sulla tracciabilità in etichetta così da mostrare in trasparenza l’intera filiera produttiva e distinguere cos’è che è tipico dell’Italia e ciò che non lo è.

  1. Peperoncino dal Vietnam il cui 61,5% di campioni analizzati è risultato contaminato da residui di esaconazolo, carbendazim e difenoconazolo. In Italia ne sono arrivati 273.800 chili usati nella preparazione dei sughi
  2. Basilico Vietnamita riscontrate irregolarità nel 59,5 % di campioni analizzati a causa di residui di clorpirifos, carbendazim e esaconazolo
  3. Okra dall’ India irregolare per il 43,3% a causa di residui di acefato, monocrotophos e endosulfan
  4. riso dall’India 12,9% di irregolarità nei campioni
  5. fagioli dal Kenya 10,8% di irregolarità
  6. i cachi da Israele (10,7% di irregolarità
  7. melagrana dalla Turchia 40,5%
  8. fichi dal Brasile 30,4%
  9. Ananas dal Ghana (15,6%)
  10. foglie di te dalla Cina 15,1% di irregolarità

Coldiretti però omette che gli alimenti in cui è stato riscontrato il più alto tasso di LMR Livelli massimi di residui sono:

spinaci (6,5%), i fagioli con baccello (4,1%), le arance (2,5%), i cetrioli (2,1%) e il riso (2%) riso, carote (1,6 %) , mandarini (1,4 %) e pere (1,1%) Gli alimenti con le più basse percentuali di eccedenza degli LRM sono la farina di frumento (0,3%) e le patate (0,6%).

Jose Tarazona che dirige l’unità Pesticidi dell’EFSA ha detto:

La relazione dell’Unione europea sui residui di pesticidi negli alimenti dimostra che le percentuali di conformità ai limiti rimangono estremamente alte, ossia al di sopra del 97% per il terzo anno consecutivo. Il ruolo che l’EFSA svolge in questo programma costituisce una parte fondamentale delle attività su base continua dell’Autorità nel settore dei pesticidi per salvaguardare la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. È peraltro importante riconoscere il contributo significativo dato dalle autorità nazionali, che ogni anno raccolgono e analizzano decine di migliaia di campioni alimentari.

Fonte: Efsa, Teatro naturale
Foto | Coldiretti @ facebook

Pomodori ciliegini contaminati da E.Coli via Francia anche in Italia, ma l’alert è Ceco

Una partita di pomodori ciliegino provenienti dal Marocco sono contaminati da E.Coli: sono distribuiti dalla Francia anche in Italia, Germania, Romania, Regno Unito, Slovacchia, Repubblica Ceca e Francia. La segnalazione RASFF arriva dalla Repubblica Ceca mentre 26 persone sono state contagiate in Francia

La strada dei prodotti agroalimentari è lunga e complicata (un pomodoro viaggia per migliaia di Km prima di giungere sulle nostre tavole) anche dalla comunicazione via web poiché prende strade tortuose come dimostra l’information for attention emanato dalla Repubblica Ceca su una partita di pomodori ciliegino provenienti dal Marocco e contaminati da germi patogeni quali la tossina di Shiga (almeno nei lotti della Repubblica Ceca) e si sospetta E.Coli, confezionati in Francia e distribuiti in Francia, Italia, Germania, Romania, Slovacchia, Repubblica Ceca e Regno Unito. Il ritiro dal mercato è stato disposto in Francia a causa dei 26 casi di contagio da E.Coli su denuncia retroattiva che si sono verificati dal gennaio 2014 allo scorso 10 aprile così come diffuso con un comunicato pubblicato dai francesi il 30 aprile dall’ARS, l’Agence Regionale de la Santé:

Tutti i casi riferivano di aver consumato pomodori provenienti dal Marocco. Questi pomodori sono importati e commercializzati da IDYL e sono distribuiti da numerosi rivenditori nazionali, tra cui Auchan, FRANPRIX, ALDI. I sintomi sono gastrointestinali (vomito, crampi addominali) e si verificano molto rapidamente dopo il consumo dei pomodori, ma sono di breve durata. Inoltre è stato segnalato un gusto sgradevole ed amaro.Aspects Of The Mediterranean Diet

In sostanza i pomodori provenienti dal Marocco e contaminati da germi patogeni erano circa 50 mila Kg e al 18 maggio i lotti contaminati sono stati ritirati anche nella Repubblica Ceca dove però non sembra si siano verificati casi di contagio. Ma al 21 maggio il Ministero per l’agricoltura del Marocco ha pubblicato un comunicato in cui spiegano che non è stato trovato il nesso tra le contaminazioni di pomodori e i casi di contagio, per cui non sono stare rilevate non conformità.Detto ciò in Italia sono montate le polemiche circa il silenzio del ministero della Salute in merito che non ha né spiegato né rassicurato i consumatori italiani circa il consumo degli eventuali lotti commercializzati in Italia come hanno sottolineato Sportello dei diritti o Altroconsumo con un articolo uscito proprio oggi, a distanza di quasi due mesi che ripropone la questione, ma di risposte non ve ne sono ancora state.

Fonte : H24