Economia Circolare, CIC: approvazione pacchetto EU porterà nuovi posti di lavoro e aumenterà purezza del compost

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“Un passo importante che potrebbe portare allo sblocco di 50.000 nuovi posti di lavoro in tutta Europa nel settore della gestione dei rifiuti organici, aiuterà a raggiungere importanti obiettivi di riciclaggio e permetterà all’Italia di valorizzare quanto già fatto per posizionarsi come esempio dell’Economia Circolare in Europa. Un’ottima notizia da festeggiare in occasione dell’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra”. Così Massimo Centemero, Direttore del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) commentando l’approvazione da parte del Parlamento Europeo del pacchetto sull’Economia Circolare avvenuta nel corso della settimana.

“Come CIC e in quanto rappresentanti dell’Italia all’interno dell’ECN (European Compost Network) – sottolinea Centemero vice chair di ECN – abbiamo seguito da vicino i lavori sulla Circular Economy promossi dalla Commissione Europea, portando la nostra esperienza e ponendo l’Italia come esempio per molti Paesi per quanto riguarda l’organizzazione della raccolta e la trasformazione e la valorizzazione dei rifiuti organici”. Ora l’Italia dovrà lavorare per l’attuazione del pacchetto, ad esempio promuovendo il riciclo e attuando politiche di incentivazione dell’intera filiera e soprattutto dei prodotti della trasformazione del biowaste.

Tra gli obiettivi previsti dall’accordo, c’è l’obbligo dal 2023 della raccolta differenziata dei rifiuti di materiali organici (“bio-waste”) da avviare al compostaggio e dal 2030 è previsto che vi sia un dimezzamento degli sprechi alimentari lungo la catena di produzione, distribuzione e consumo, con obiettivi di riduzione obbligatori che saranno fissati nel 2023.

“I rifiuti organici costituiscono oltre un terzo dei rifiuti urbani in tutta Europa e sono una componente essenziale per raggiungere gli obiettivi di riciclaggio e messa in discarica di nuova adozione. In particolare – aggiunge Centemero – compostaggio e digestione anaerobica dei rifiuti organici producono materie prime seconde che la direttiva quadro sui rifiuti definisce come un’opportunità di innovazione e crescita”.

La trasformazione dei rifiuti organici in compost in Italia ha contribuito a stoccare nel terreno 600.000 t di sostanza organica e ha permesso di risparmiare 3,8 milioni di CO2 equivalente/anno rispetto all’avvio in discarica (dati 2016). “Grazie ad una buona raccolta dell’organico e agli impianti di compostaggio facciamo sì che scarti organici e materiali biodegradabili tornino alla terra sotto forma di compost, fertilizzante e ammendante di origine naturale in grado di nutrire la terra in maniera sana ed ecosostenibile”, aggiunge Centemero. “È bene sempre sottolineare come la filiera di valorizzazione del biowaste creata in Italia sia presa ad esempio da diversi paesi europei e extraeuropei. L’elevata purezza merceologica (nelle città italiane è superiore al 95%), l’introduzione – primi in Europa – dei manufatti compostabili, l’efficienza impiantistica e la qualità del compost sono i principali elementi dell’eccellenza italiana in questo settore”.

Oltre al compost, si aggiungerà a breve anche la produzione di biometano, biocarburante avanzato realizzato con tecnologie e biomasse nazionali ottenuto dagli scarti organici, destinato all’autotrazione. “Grazie al nuovo pacchetto europeo e ai decreti firmati di recente in Italia dal Ministero dello Sviluppo Economico, avremo modo di valorizzare pienamente il rifiuto organico in Italia”, conclude Alessandro Canovai, presidente del Consorzio Italiano Compostatori.

Chi è il CIC

Il CIC (Consorzio Italiano Compostatori) è l’associazione italiana per la produzione di compost e biogas. Il Consorzio, che conta più di 130 soci, riunisce imprese pubbliche e private produttrici di fertilizzanti organici e altre organizzazioni ed imprese che, pur non essendo produttori di compost, sono comunque interessate alle attività di compostaggio (produttori di macchine e attrezzature, di fertilizzanti, enti di ricerca, ecc.). Il CIC promuove la produzione di materiali compostati, tutelando e controllando le corrette metodologie e procedure. Promuove le iniziative per la valorizzazione e la corretta destinazione dei prodotti ottenuti dal compostaggio e svolge attività di ricerca, studio e divulgazione relative a metodologie e tecniche per la produzione e utilizzazione dei prodotti compostati.
Maggiori informazioni sul sito istituzionale: www.compost.it

Fonte: agenziapressplay.it

 

Torino, ottava città in Italia per raccolta rifiuti organici

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I dati emergono dal Rapporto Annuale del CIC, il Consorzio Italiano Compostatori che ha festeggiato a Roma i primi 25 anni di attività. Una filiera che ad oggi conta 9.000 addetti e 1,7 miliardi di euro di fatturato.

La città di Torino si colloca all’ottavo posto in Italia, tra quelle con più di 200.000 abitanti, nella raccolta di rifiuti organici: con 59 kg per abitante l’anno recuperati nel 2015, la città contribuisce in misura importante alla raccolta in Piemonte, che con oltre 400.000 tonnellate, si colloca al settimo posto fra le Regioni dopo la Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Veneto, la Campania, la Toscana e il Lazio. Sono i dati che emergono dal Rapporto Annuale del CIC, il Consorzio Italiano Compostatori che ha festeggiato a Roma i primi 25 anni di attività. La raccolta della frazione organica (frazione umida + frazione verde) rappresenta oggi il primo settore di recupero in Italia con il 43% dei rifiuti urbani raccolti in maniera differenziata: un comparto in crescita costante (+10% l’anno in media dal 2007 a oggi) e totalmente autosufficiente che ha registrato una continua evoluzione industriale, tecnologica e ambientale: oggi la filiera conta 9.000 addetti e 1,7 miliardi di euro di fatturato.387545_2

La filiera di valorizzazione del biorifiuto – spiega il presidente del cic, Alessandro Canovaiè strategica, oltre che per le grandi potenzialità industriali derivanti dallo sfruttamento del biometano, soprattutto per l’importanza vitale della restituzione ai suoli della sostanza organica attraverso l’utilizzo del compost. E’ ormai improcrastinabile un serio piano di infrastrutturazione impiantistica che preveda la realizzazione di almeno 20 nuovi impianti nei prossimi 5 anni per le aree cronicamente carenti (parte del Centro e Sud del paese) e in alcune grandi città, a partire da Roma. In questi 25 anni a investire nell’impiantistica sono stati soprattutto imprenditori privati (molti afferenti ad Assoambiente), che hanno garantito lo sviluppo del settore in condizioni di libero mercato e che sono pronti a cogliere le nuove opportunità di crescita, unitamente alle imprese pubbliche di settore che negli ultimi anni hanno manifestato un crescente interesse ad investimenti in impianti di digestione anaerobica e compostaggio”.

Nei 25 anni di attività, il Cic ha raccolto e sottratto alle discariche oltre 65 milioni di tonnellate di rifiuti, che avrebbero occupato un volume di oltre 100 milioni di metri cubi; questa enorme mole di rifiuti è stata trasformata in 23,5 milioni di tonnellate di compost, contribuendo a stoccare nel terreno oltre 7 milioni di tonnellate di sostanza organica. Dal momento che per ogni chilogrammo di rifiuto organico non smaltito si evitano 0,68 kg di CO2 equivalente, il settore del trattamento biologico (compostaggio e digestione anaerobica) ha evitato 44 milioni di tonnellate di Co2 equivalente.

Dal 1992 ad oggi, l’utilizzo del compost in sostituzione di altri prodotti per la fertilizzazione, come i concimi minerali e di sintesi, ha portato ad una riduzione dei costi di circa 650 milioni di euro nel settore agricolo; il 33% del compost prodotto in Italia, inoltre, è a marchio “Cic” il che ne garantisce un elevato standard di qualità. Il CIC ha anche stimato che basterebbe aumentare dello 0,1% la sostanza organica nei suoli, tramite l’utilizzo di compost, per azzerare la co2 del sistema dei trasporti nazionale; il compost è inoltre fondamentale per scongiurare il depauperamento dei suoli e il rischio di desertificazione.

Il nostro auspicio – conclude Canovai- è che si intervenga per sostenere questa filiera, anche attraverso i meccanismi economici previsti in sede europea per l’EPR e che hanno garantito lo sviluppo di altre filiere, e favorendo l’utilizzo del compost in agricoltura, riconoscendone il valore intrinseco legato alla capacità di stoccare carbonio nei suoli“.

Fonte: ecodallecitta.it

Stati Generali del Biogas, CIC: “Definire in fretta regole tecniche per biometano”

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I rifiuti organici rappresentano una miniera per ottenere biometano per autotrazione. A ribadirlo è il Consorzio Italiano Compostatori, intervenendo a Roma nel corso degli Stati Generali del Biogas. “Le aziende italiane sono pronte a produrlo e commercializzarlo, ma mancano ancora le regole tecniche adeguate”, ha sottolineato il direttore del CIC Massimo Centemero.  “Il biometano è un prodotto innovativo, che le aziende italiane sono già pronte a produrre e commercializzare”. Così Massimo Centemero, direttore del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) intervenendo a Roma nel corso degli Stati Generali del Biogas alla tavola rotonda dedicata a “Il ruolo fondamentale del biometano nella transizione energetica italiana”.

“Il biometano, combustibile rinnovabile che si ottiene raffinando il biogas generato dalla digestione anaerobica, rappresenta una nuova frontiera legata all’economia circolare, soprattutto nel settore dei trasporti. Il biometano si potrà affiancare al compost per completare il paradigma dell’economia circolare. Dobbiamo purtroppo rilevare che, nonostante gli impianti siano pronti e gli investimenti siano sulla linea di partenza,mancano le norme tecniche di attuazione per la produzione e l’utilizzo del biometano. Per questo – ha aggiunto Massimo Centemero – sollecitiamo nuovamente, dopo due anni e mezzo dall’emanazione della norma che regola l’immissione del biometano in rete, la creazione di codici di rete e le caratteristiche standard tecniche che definiscano la qualità del biometano, sia per l’immissione in rete sia per l’autotrazione”.  Proprio il biogas e le sue nuove prospettive di crescita e sviluppo nel mondo agricolo e nel resto del Pianeta, nel rispetto e in ottemperanza alle recenti direttive di Cop21, sono stati i temi al centro della seconda edizione di Biogas Italy, organizzato dal CIB – Consorzio Italiano Biogas. In particolare, nel corso degli Stati Generali del Biogas 2016 che si sono svolti nella giornata del 25 febbraio, sono stati coinvolti i massimi esperti nazionali ed internazionali in materia, tra cui il Consorzio Italiano Compostatori.  L’Italia, ha ricordato il CIC nel corso dell’intervento, è seconda in Europa dopo la Germania per rifiuti organici trattati e per la produzione di compost: l’Italia potrebbe primeggiare in Europa dopo la Cop21 per la decarbonizzazione nel settore trasporti con la produzione di biometano quale combustibile avanzato.

Chi è il Consorzio Italiano Compostatori

Il CIC (Consorzio Italiano Compostatori) è l’associazione italiana per la produzione di compost e biogas. Il Consorzio, che conta più di 130 soci, riunisce imprese e enti pubblici e privati produttori di fertilizzanti organici e altre organizzazioni che, pur non essendo produttori di compost, sono comunque interessate alle attività di compostaggio (produttori di macchine e attrezzature, di fertilizzanti, enti di ricerca, ecc.). Il CIC promuove la produzione di materiali compostati, tutelando e controllando le corrette metodologie e procedure. Promuove le iniziative per la commercializzazione e la corretta destinazione dei prodotti ottenuti dal compostaggio e svolge attività di ricerca, studio e divulgazione relative a metodologie e tecniche per la produzione e utilizzazione dei prodotti compostati.
Maggiori informazioni sul sito istituzionale: www.compost.it

Fonte: agenziapressplay.it

Il Consorzio Italiano Compostatori ad Expo 2015: nutrire il terreno con il recupero degli scarti organici

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Il Consorzio Italiano Compostatori partecipa ad Expo Milano 2015 con una serie di iniziative nell’ambito della Fattoria Globale, il nuovo spazio della l’Associazione Mondiale degli Agronomi.
Centemero (CIC): “Saremo ad Expo per far conoscere l’importanza del compost, un fertilizzante naturale che oltre a restituire sostanza organica alla terra gioca un ruolo fondamentale nel contenimento delle emissioni”.

Per il press kit del CIC, con dati e approfondimenti, clicca qui

“Unità di misura per la valutazione del benessere del Pianeta”. È stata definita così laFattoria Globale 2.0, la nuova area inaugurata ad Expo Milano 2015 dalla World Association of Agronomists (WAAforEXPO2015) e da CONAF (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali). Sponsor dell’iniziativa il CIC(Consorzio Italiano Compostatori), che organizzerà una serie di 12 eventi all’interno dello spazio, affrontando altrettanti temi come il cibo, gli scarti, il suolo, il riciclo, il biometano e le bioplastiche.

La Fattoria Globale a Expo, tra cambiamenti climatici e identità locale

La Fattoria Globale, progettata dall’architetto Enzo Eusebi, occupa una superficie di 350 mq ed è collocata nell’area Nord Est 12 di Expo. Un noce piantato a terra è il segno di riconoscimento del padiglione: quest’albero rappresenta simbolicamente lo “spazio” della fattoria dove si svolgevano le pratiche di comunità: il riposo, la riflessione, la meditazione, la progettazione, la discussione, il futuro.

Tanti i temi al centro degli eventi che animeranno la Fattoria Globale: si parlerà di biodiversità e miglioramento genetico, di sostenibilità e produttività, di sviluppo e identità locale, di cambiamenti climatici e territori di produzione. Ma i riflettori saranno puntati anche sull’alimentazione e gli scarti alimentari. Proprio in questo ambito si inserisce il CIC, che forte della sua esperienza nel campo del compostaggio, porterà il suo contributo alla “fattoria del futuro”.

Nutrire il suolo e contenere le emissioni con il compost

Trasformare gli scarti organici in compost può essere uno dei modi per contribuire in modo significativo all’uso sostenibile delle risorse. L’impiego del compost come ammendante sui terreni, oltre a mantenerne la fertilità, permette di ridurre l’impiego di risorse non rinnovabili utilizzate per produrre fertilizzanti chimici, riducendo allo stesso tempo la quantità di scarti organici da avviare alle operazioni di smaltimento. Come per tutti gli ammendanti l’impiego del compost ha la funzione di migliorare la qualità del suolo, consentendo di conservarne nel lungo periodo la fertilità, il suo stato strutturale, la capacità di assorbire e rilasciare acqua e di trattenere gli elementi nutritivi in forma facilmente assimilabile da parte della pianta, promuovendo tutte le attività biologiche del suolo. “Saremo ad Expo per far conoscere l’importanza del compost, un fertilizzante naturale che oltre a restituire sostanza organica alla terra gioca un ruolo fondamentale nelcontenimento delle emissioni” ha sottolineato Massimo Centemero, direttore del CIC. “Secondo l’Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante, uno 0,15% di sostanza organica in più nel suolo, equivale a fissare nello stesso una quantità di CO2 corrispondente alle emissioni complessive dell’intera nazione italiana per un anno”.
Chi è il Consorzio Italiano Compostatori

Il CIC (Consorzio Italiano Compostatori) è l’associazione italiana per la produzione di compost e biogas. Il Consorzio, che conta più di 130 soci, riunisce imprese e enti pubblici e privati produttori di fertilizzanti organici e altre organizzazioni che, pur non essendo produttori di compost, sono comunque interessate alle attività di compostaggio (produttori di macchine e attrezzature, di fertilizzanti, enti di ricerca, ecc.). Il CIC promuove la produzione di materiali compostati, tutelando e controllando le corrette metodologie e procedure. Promuove le iniziative per la commercializzazione e la corretta destinazione dei prodotti ottenuti dal compostaggio e svolge attività di ricerca, studio e divulgazione relative a metodologie e tecniche per la produzione e utilizzazione dei prodotti compostati.

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Fonte:  agenziapressplay.it

Rinnovato ad Ecomondo il protocollo d’intesa per il riciclo delle capsule del caffè in alluminio

E’ stato firmato oggi, alla presenza del Sottosegretario di Stato all’Ambiente Barbara Degani, l’accordo valido per i prossimi tre anni che vede: Nespresso, CIAL – Consorzio Imballaggi Alluminio, Federambiente e il CIC – Consorzio Italiano Compostatori, lavorare insieme per la raccolta, il recupero e l’avvio al riciclo delle capsule del caffè Nespresso realizzate esclusivamente in alluminio. Il progetto, denominato EcolaborationTM, s’inscrive nel più ampio programma di sostenibilità promosso da Nespresso a livello globale, volto a garantire l’adozione di pratiche sostenibili lungo tutta la catena del valore, dall’approvvigionamento responsabile delle risorse fino alla riduzione dell’impronta ecologica dell’azienda.

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Avviato in Italia nel 2011 ed oggi rinnovato attraverso la sottoscrizione del Protocollo di Intesa,EcolaborationTM persegue l’obiettivo di organizzare le modalità di gestione dei rifiuti costituiti dalle capsule in alluminio contenenti caffè, conferite dai cittadini presso i punti vendita Nespresso, appositamente attrezzati, nonché presso i Centri di Raccolta/Isole Ecologiche dei rifiuti urbani gestiti dalle aziende responsabili dei servizi di raccolta differenziata. Le capsule in alluminio contenenti caffè post-consumo vengono così opportunamente avviate a riciclo presso impianti che trattano imballaggi in alluminio con successivo recupero anche della frazione organica e produzione di compost. Attualmente sono 44 i punti di raccolta, distribuiti in 23 città italiane: Torino, Genova, Milano, Assago, Monza, Bergamo, Brescia, Como, Varese, Padova, Verona, Bovolone, Vicenza, Treviso, Bolzano, Bologna, Modena, Parma, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Catania. Si tratta di un sistema capillare che offre ai clienti Nespresso la possibilità di partecipare ad un grande progetto di tutela ambientale in grado di garantire il recupero di risorse importanti, altrimenti destinate allo smaltimento in discarica:

  • da un lato l’alluminio, materiale con cui le capsule sono fatte le capsule, che può essere riciclato al 100% e infinite volte, consentendo un enorme risparmio di energia e materia: fino al 95%.
  • dall’altro il caffè residuo che viene avviato a compostaggio per le coltivazioni di riso, poi riacquistato e donato da Nespressoalla onlus Banco Alimentare.

 

Nei primi tre anni di operatività di EcolaborationTM in Italia (novembre 2011 – novembre 2014) sono state raccolte 775 tonnellate di capsule usate, conferite dai cittadini e avviate a riciclo.

In ognuna delle 23 città coinvolte, in base all’ accordo siglato fra Nespresso, CIAL, Federambiente e il CIC, il progetto prevede che il servizio di ritiro delle capsule conferite dai cittadini sia a cura dell’amministrazione e/o della società che sul territorio gestisce i rifiuti urbani. Successivamente il Consorzio CIAL garantisce l’avvio al riciclo in fonderia dell’alluminio, mentre l’avvio a compostaggio del caffè residuo è gestito con il supporto del Consorzio CIC. Per il prossimo triennio, periodo interessato dal rinnovo dell’accordo siglato quest’oggi a Rimini, si prevede una crescita esponenziale delle quantità raccolte, grazie alla presenza sempre più capillare diNespresso sul territorio italiano, e a nuovi accordi stipulati con le amministrazioni locali.

Di seguito le dichiarazioni rilasciate dai soggetti coinvolti nel rinnovo del Protocollo di Intesa.

Barbara Degani – Sottosegretario di Stato all’Ambiente: “Responsabilità del produttore, flessibilità ed efficienza del sistema associativo e consortile nazionale per il recupero di materia ed energia, sono gli elementi chiave alla base del protocollo d’intesa tra Nespresso, CIAL, Federambiente e CIC, siglato oggi a Ecomondo. Si tratta di un accordo molto importante che individua soluzioni efficaci e innovative per la gestione dedicata di un rifiuto particolare come quello delle capsule, favorendo la raccolta, il trattamento e il riciclo di alluminio e caffè e coniugando al meglio lo sviluppo di nuovi mercati e nuove forme di consumo con quelle di un’economia sostenibile”.

Fabio Degli Esposti – Direttore Generale di Nespresso Italia: “Ecolaboration rappresenta oggi un modello di cooperazione unico nel suo genere in Italia, grazie al quale Nespresso si impegna a limitare l’impatto ambientale del consumo di caffè in capsule in ogni fase del processo. Per i prossimi anni ci siamo posti obiettivi ambiziosi, nell’ottica di estendere in maniera ancor più efficace e capillare la possibilità per i consumatori italiani di aderire all’iniziativa; per questo siamo entusiasti di proseguire l’importante lavoro svolto ad oggi con il supporto di CIAL, Federambiente e CIC, certi che questo progetto contribuirà in maniera sempre più rilevante al riciclo di alluminio nel nostro Paese”.

 

Gino Schiona – Direttore Generale del Consorzio CIAL: “Siamo particolarmente lieti di fare parte del progetto Ecolaboration in Italia e contribuire al suo successo. Grazie a questo programma e al rinnovo dell’accordo per il recupero delle capsule di caffè, avviato tre anni fa con ottimi risultati, si amplia la collaborazione alla raccolta differenziata e al riciclo dell’alluminio, un grande impegno di responsabilità, in grado di generare crescenti e importanti benefici ambientali, sociali ed economici”.

Filippo Brandolini, presidente di Federambiente: “Il rinnovo del protocollo d’intesa per la raccolta, il recupero e l’avvio al riciclo delle capsule di caffè in alluminio è innanzitutto una buona notizia per la tutela dell’ambiente. Questo accordo, che già ha dato buoni frutti nel suo primo triennio, rappresenta un passo sulla strada di un sempre più forte coinvolgimento dei produttori sul fronte della riduzione dei rifiuti, rafforzando l’accordo e la collaborazione fra tutte le parti coinvolte, dai produttori stessi ai distributori, dai cittadini alle imprese di gestione del ciclo dei rifiuti. Federambiente e le imprese associate sostengono con convinzione questa iniziativa, augurandosi che possa trovare sempre più vasta applicazione anche in altri settori merceologici”.

Massimo Centemero – Direttore Generale Consorzio Italiano Compostatori: “I risultati finora ottenuti, da questo che potremmo definire un progetto innovativo e sperimentale, sono incoraggianti. Il caffè rappresenta un materiale pulito, senza contaminazioni, e soprattutto abbondante, visto l’alto consumo che se ne fa nel nostro Paese. Per questo è importante che possa essere compostato e ritornare nel ciclo virtuoso della nostra economia”.

Il CIC (Consorzio Italiano Compostatori) è l’associazione italiana per la produzione di compost e biogas. Il Consorzio, che conta più di 130 soci, riunisce imprese e enti pubblici e privati produttori di fertilizzanti organici e altre organizzazioni che, pur non essendo produttori di compost, sono comunque interessate alle attività di compostaggio (produttori di macchine e attrezzature, di fertilizzanti, enti di ricerca, ecc.). Il CIC promuove la produzione di materiali compostati, tutelando e controllando le corrette metodologie e procedure. Promuove le iniziative per la commercializzazione e la corretta destinazione dei prodotti ottenuti dal compostaggio e svolge attività di ricerca, studio e divulgazione relative a metodologie e tecniche per la produzione e utilizzazione dei prodotti compostati.

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Fonte: agenziapressplay.it

Ad Ecomondo “scende in piazza” il compost

Il Consorzio Italiano Compostatori torna ad Ecomondo, fiera dello sviluppo sostenibile che si terrà a Rimini dal 5 all’8 Novembre. I temi al centro degli appuntamenti che vedranno la partecipazione del CIC saranno il trattamento dell’organico, l’economia del riciclo dei rifiuti e il biogas380734

Dal 5 all’8 novembre, la Fiera di Rimini sarà il centro nevralgico della green economy. In quei giorni, infatti, si svolgerà l’edizione 2014 di Ecomondo, la fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile. Il Consorzio Italiano Compostatori sarà presente all’evento con un programma ricco di iniziative. Al centro degli appuntamenti che vedranno la partecipazione del CIC, oltre al trattamento dell’organico, spazio all’economia del riciclo dei rifiuti, alla filiera del biogas e alle aziende che animeranno la “Piazza del Compost”.
L’evento d’inaugurazione della fiera, mercoledì 5 Novembre alle 10.30 saranno, come di consueto gli Stati Generali della Green Economy. Il tema scelto quest’anno dagli organizzatori riguarda lo “sviluppo delle imprese della green economy per uscire dalla crisi italiana”. Tra i settori cardine per vincere questa sfida c’è anche “l’economia del riciclo dei rifiuti” di cui affrontate dimensioni economiche, problematiche e proposte di sviluppo del settore. Il direttore del CIC, Massimo Centemero affronterà la tematica del riutilizzo della frazione organica.
Il 6 Novembre, alle 9.30 si svolgerà invece la XVI Conferenza nazionale su compostaggio e digestione anaerobica a cura di ISPRA e CIC. Ad aprire il dibattito, un intervento di ISPRA sull’evoluzione del settore dei rifiuti. A seguire, un aggiornamento sulla normativa europea sul compost da parte di CIC ed European Compost Network. Verrà presentato il ruolo chiave della filiera del rifiuto organico nel nuovo Programma regionale di gestione rifiuti della Lombardia, la più popolosa Regione d’Italia, quindi spazio ad alcuni casi di studio per confrontare a livello pratico come funziona la raccolta differenziata dell’umido nelle grandi città e nei piccoli centri urbani.
Il 7 Novembre, infine, si svolgerà il seminario “La filiera del biogas: un giacimento verde da esplorare”, promosso da CIC e Consorzio Italiano Biogas. Per la prima volta verranno messe a confronto le due “anime” della produzione di biogas, quella che fa capo al reimpiego degli scarti agricoli e quella dei rifiuti organici da raccolta differenziata. “In questo ottica, il CIC – fa sapere il direttore Centemero – si propone come piattaforma di discussione per valorizzare il digestato come fertilizzante organico utile alle filiere agricole, e il biogas come elemento innovativo per la produzione di biometano”.  Ma a caratterizzare Ecomondo non ci solamente i dibattiti. Il CIC darà anche modo di toccare con mano la nuova vita dei rifiuti. Presso il padigione D1, lo stand collettivo del Consorzio ospiterà la “Piazza del Compost”: qui i visitatori potranno conoscere il processo del compostaggio, toccare con mano il prodotto finale – il compost – e portarne a casa un campione per sperimentarne la sua utilità come fertilizzante. Ad animare la “Piazza del Compost”, oltre al CIC, ci saranno dieci aziende che fanno parte del Consorzio: ARS Ambiente, Bioman, Gaia e Acea Pinerolese, Green Methane, GTM, Montello, Progeva, Sesa e Sogesvi. “La Piazza del Compost sarà uno spazio di incontro e conoscenza” ha sottolineato Alessandro Canovai, presidente del CIC. “A disposizione dei visitatori ci saranno compost, palette e sacchetti in bioplastica. Chi lo desidera potrà infatti uscire dalla fiera e sperimentare a casa l’utilità del risultato del processo di compostaggio. A dimostrazione che separare l’organico dal resto dei rifiuti rappresenta un’azione virtuosa che permette alla materia organica di rinascere”.  Da segnalare, inoltre, la presenza del CIC ad altri appuntamenti di Ecomondo. Mercoledì 5 novembre ore 14 un appuntamento a cura di ATIA-ISWA dal titolo “Proposta metodologica: analisi dell’efficacia delle filiere di recupero di materia dai rifiuti”. Giovedì 6 novembre ore 14 una sessione sul “biorifiuto” a cura del Comitato Tecnico CIC. Venerdì 7 ore 16, infine, la tavola rotonda dal titolo “I nuovi obiettivi europei per la gestione dei rifiuti: verso un’economia circolare”.

Fonte:ecodallecitta.it