Trivelle, Consiglio di Stato boccia ricorsi. Legambiente: ‘Basta a questa inutile e dannosa corsa al petrolio’

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“E’  ora di avere il coraggio di dire basta a questa dannosa corsa al petrolio e all’utilizzo dell’airgun per la ricerca di idrocarburi – dichiara Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – È assurdo quando deciso dal Consiglio di Stato che, nel bocciare i due ricorsi presentati in appello dalla Regione Puglia e dalla Regione Abruzzo, ha sottovalutato gli enormi  impatti negativi che l’utilizzo massiccio di questa tecnica di indagine ha nei confronti delle specie marine e sull’intero ecosistema marino. Per questo al futuro governo e alla maggioranza che lo sosterrà chiediamo di dare attuazione agli impegni presi nella precedente legislatura, in sede di dibattito parlamentare e ai diversi ordini del giorno approvati in materia al Senato e alla Camera negli anni passati – ma a cui fino ad oggi non è stato dato seguito –  e di vietare l’utilizzo di questo metodo per la ricerca di idrocarburi in mare che non porta vantaggi in termini economici alla collettività, di conoscenza scientifica e ambientale, ed è a favore esclusivamente delle compagnie che detengono i titoli e le concessioni minerarie”.

La tecnica dell’airgun – il metodo di ricerca più utilizzato nel settore delle attività estrattive – prevede il rapido rilascio di aria compressa nell’acqua, generando onde a bassa frequenza e rappresenta un’importante fonte di inquinamento acustico dell’ambiente marino. Sono numerosi gli studi internazionali e nazionali che confermano la dannosità dell’utilizzo di questa tecnica che può avere ripercussioni sulla fauna marina anche a diversi chilometri di distanza dal punto di effettiva esplosione. Legambiente sottolinea inoltre che le due istanze di prospezione, che riguardano circa 30mila chilometri quadrati di mare e che coinvolgono le coste adriatiche dall’Emilia alla Puglia, sono solo la punta dell’iceberg del problema. Sono infatti 6 i pareri VIA positivi rilasciati dal Ministero dell’Ambiente nel settembre 2017, in meno di un meseper un totale di 3.860 kmq che prevedono l’autorizzazione a effettuare attività di ricerca sempre nelle stesse aree. “Alla luce di questi dati – conclude Zampetti – riteniamo indispensabile la redazione di un Piano delle Aree che prenda in considerazione le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi, da sottoporre a valutazione ambientale strategica, per avere un quadro degli effetti cumulativi delle attività petrolifere previste in corso”.

Fonte: ecodallecitta.it

Anche il Consiglio di Stato boccia il progetto sul Palazzo del Lavoro di Torino

La Città dovrà rifare da capo il piano di recupero dell’opera di Nervi. Palazzo del Lavoro è da anni abbandonato e in rovina – da La Stampa del 07.05.2013download

Di questi tempi, in Comune, Tar e Consiglio di Stato portano poca fortuna. Dopo la doccia fredda del concorso per dirigenti annullato, ieri il Consiglio di Stato ha dato torto a Palazzo Civico anche sul caso di Palazzo del Lavoro, capolavoro di Pier Luigi Nervi, uno dei simboli di Italia ’61, oggi monumento alla ruggine. Con un investimento di 150 milioni di euro, più altri 15 destinati al Comune, il colosso olandese Corio intendeva trasformarlo in un centro commerciale «no food» capace di dare lavoro a 800 persone. Ma prima il Tar, lo scorso giugno, e ieri il Consiglio di Stato, hanno dato ragione a un altro big del settore, l’8 Gallery del Lingotto, annullando la delibera del Comune che dava l’avvio al progetto, ora da considerarsi carta straccia. Compreso, va da sé, il permesso di costruire atteso dalla società Pentagramma, controllata a metà da Fintecna del ministero del Tesoro e dalla torinese Gefim, proprietaria dello storico edificio. I giudici del Tar avevano bacchettato l’operato degli uffici dell’urbanistica di Palazzo Civico. Per due motivi, soprattutto. Primo: il Comune avrebbe sbagliato procedimento, optando per una variante parziale al piano regolatore (più rapida e con meno vincoli) anziché una variante strutturale, che avrebbe richiesto il coinvolgimento di più enti e diversi accorgimenti: parcheggi, valutazione ambientale strategica, progettazione con la Provincia e il Comune di Moncalieri. Secondo: il Comune aveva approvato la costruzione di un centro commerciale di 13 mila metri quadrati anziché di 6 mila come avrebbe dovuto. Come è stato possibile? Per il Comune, Palazzo del Lavoro sarebbe diventato un centro commerciale naturale. La differenza è che per i centri naturali le autorizzazioni per i vari negozi sono rilasciate autonomamente e quindi le superfici non vengono sommate. I 13 mila metri quadrati erano stati ricavati sommando i singoli negozi, anziché considerandoli come progetto unico. Così era stata raddoppiata la superficie commerciale. Ma il Tar si era opposto.

Fonte: eco dalle città

ACQUA, BOLLETTE ILLEGITTIME DAL LUGLIO 2011

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Il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua ha reso noto che il Consiglio di Stato ha stabilito che è illegittima la remunerazione del 7% sulle bollette dell’acqua e che la nuova tariffa introdotta dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas è illegittimamente gonfiata.

 

Lo scorso anno, L’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrice ed il Gas), incaricata di formulare la nuova tariffa all’indomani dello storico referendum del 12 e 13 giugno 2011, aveva chiesto un parere al Consiglio di Stato circa la remunerazione del capitale investito, cioè il profitto garantito del 7% presente nelle bollette dell’acqua.

Ebbene, il Consiglio di Stato ha risposto confermando quanto già precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data ufficiale della proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta. Pertanto, quello che i cittadini italiani hanno pagato dalla vittoria referendaria ad oggi è illegittimo e i soggetti gestori non hanno più alibi: devono ricalibrare le bollette dell’acqua.

Lo ha reso noto ieri, attraverso un comunicato stampa, il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua: “La sentenza del Consiglio di Stato Nr. 00267 datata 25/01/2013 rafforza la necessità di rispettare il referendum del 2011 e delegittima le scelte che hanno guidato l’AEEG nella formulazione della nuova tariffa, emessa un mese fa, in cui ‘la remunerazione del capitale investito” viene reintrodotta sotto mentite spoglie’.

“Lo ripetiamo ancora una volta”, sottolinea il comunicato stampa, ”abbiamo vinto, non si possono fare profitti sull’acqua. Questa volta a darci ragione è il parere del Consiglio di Stato sulla tariffa: le bollette che i gestori consegnano ai cittadini sono illegittimamente gonfiate e non rispettano la volontà referendaria espressa da 27 milioni di persone”.

Il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua lo va dicendo da oltre un anno e lo ha messo in pratica attraverso la “Campagna di obbedienza civile”, attraverso la quale cui decine e decine di migliaia di persone, in tutta Italia, hanno ridotto le proprie bollette per contrastare la violazione democratica in atto.

La sentenza del Consiglio di Stato non fa che rafforzare le ragioni di chi vuole un servizio idrico ripubblicizzato e fuori dalle logiche di mercato. La mobilitazione contro la ‘nuova’ tariffa AEEG – conclude il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua – è già iniziata e andrà avanti fino a che non verrà ritirata, nel rispetto della volontà degli italiani, nelle strade, nelle piazze e nei tribunali.

Fonte: il cambiamento