L’Unione Europea è in procinto di rivedere le norme sulle etichette in merito alla scadenza dei prodotti alimentari. Questo quanto si apprende dai quotidiani italiani, all’indomani della riunione del Consiglio Agricoltura del 19 maggio a Bruxelles. Secondo fonti certe, tra i punti all’ordine del giorno della discussione di ieri, c’era anche quello di eliminare la scadenza di particolari prodotti alimentari, per evitare ulteriori sprechi. Sono 89 milioni le tonnellate di cibo che, ogni anno, i cittadini europei buttano nella spazzatura. In Italia, ogni famiglia spende mediamente 515 euro di prodotti alimentari che non consumerà mai e che andranno a finire in discarica. Sono messi peggio di noi i cittadini di Gran Bretagna e Svezia. A questo problema, la Comunità Europea avrebbe deciso di porre rimedio attraverso una modifica delle norme di etichettatura degli alimenti. Secondo alcune indiscrezioni apparse sui giornali tedeschi, diversi stati membri, tra cui Olanda e Svezia, starebbero spingendo per ampliare l’elenco di alimenti il cui termine minimo di conservazione non deve essere esplicitato in etichetta. Nella pratica, pasta, riso, tè, caffè e formaggio duro potrebbero vedere sparire la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” presente di norma nelle etichette e già non obbligatoria per aceto, sale e zucchero. Secondo gli esperti, se intrapreso, questo passo potrebbe evitare che i cibi vengano buttati via a causa della paura, da parte del consumatore, che non siano più buoni. Esiste infatti una confusione generalizzata relativa al “Termine Minimo di Conservazione”. Il Termine Minimo di Conservazione, quello che nelle confezioni è indicato con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” indica infatti la data fino alla quale il prodotto conserva intatte le sue proprietà specifiche, organolettiche, gustative o nutrizionali. Non significa che oltre quella data sia pericoloso consumare l’alimento, ma che più ci si allontana dal termine, meno il prodotto mantiene intatti i suoi requisiti di qualità. La data di scadenza vera e propria riguarda invece quei prodotti, come i prodotti lattieri o caseari, che possono generare problemi se consumati oltre la scadenza indicata in etichetta. Qui la scritta riporta la dicitura “da consumarsi entro”. Decisamente contraria alla proposta Europea la Coldiretti che lamenta le possibili ripercussioni che una modifica del genere potrebbe comportare sulla qualità degli alimenti. Dichiara infatti: “Si tratta del solito tentativo dei paesi del Nord Europa di livellare il cibo sulle tavole europee a uno standard di qualità inferiore al nostro con la scusa di tagliare gli sprechi alimentari che nell’Unione europea hanno raggiunto il quantitativo record di 89 milioni di tonnellate di cibo”. Aggiungendo che, con la crisi, si è invece registrata una storica inversione di tendenza e quasi tre italiani su quattro (73%) hanno tagliato gli sprechi a tavola nel 2013, portando i consumatori a valutare meglio la qualità degli alimenti, prima di stabilire se buttarli o meno. Alla riunione del Consiglio Agricoltura siedono i ministri di tutti e 28 gli stati membri dell’Unione Europea. Sembra che a favore della proposta siano soprattutto Olanda e Svezia, con l’appoggio di Austria, Germania, Danimarca e Lussemburgo. Altri sarebbero schierati sul fronte opposto, o neutrali. Considerate le procedure e i tempi dell’Ue, oltre alla complessità della materia trattata, difficilmente si riuscirà a prendere una decisione nel breve termine. Tuttavia, è già qualcosa che l’argomento sia affrontato apertamente. Sul nostro blog abbiamo parlato abbondantemente di sprechi alimentari e scadenze degli alimenti. Se volete sapere entro quando gli alimenti possono essere consumati oltre la loro data di scadenza, potete leggere il nostro articolo: http://ambientebio.it/ecco-fino-a-quando-puoi-mangiare-i-cibi-scaduti/
(Foto: CarlMilner)
Fonte: ambientebio.it