Crescono i ‘Comuni Rifiuti Free’ 2020, ecco i numeri del dossier Legambiente

Sono 598 i Comuni che producono al massimo 75 chili di rifiuto secco pro capite l’anno. Nord-Est sempre in testa alla classifica grazie a porta a porta e tariffazione puntuale, Veneto e Trentino Alto Adige le regioni più virtuose Cresce il Sud, Centro immobile

Sono 598 i Comuni Rifiuti Free,quelli dove ogni cittadino produce al massimo 75 chili di secco residuo all’anno: 51 in più dello scorso anno. E questa è davvero una buona notizia, specialmente se si considera che la crescita maggiore è avvenuta nel Meridione. I comuni rifiuti free del Sud Italia sono passati, infatti, da 84 a 122 e pesano, ora, per il 20,4% sul totale dei comuni in graduatoria. Il merito di questa rimonta va, soprattutto, all’Abruzzo, che porta i comuni virtuosi da 15 a 38 (con un balzo dal 5 al 12% sul totale dei comuni della Regione), alla Campania che sale da 23 a 36 comuni (dal 4 al 7%) e alla Sicilia che passa da uno a otto comuni (da 0 a 2%), tra cui Misilmeri (PA) di oltre 30mila abitanti. I comuni del Centro rappresentano il 6,5% del totale dei Comuni in classifica e il Nord, nonostante l’incremento in numeri assoluti, per la prima volta scende dal 77% al 73,1%. Da segnalare la Lombardia che cresce di 22 comuni (da 85 a 107).

Tra i capoluoghi di provincia sono solo 4 le città che rientrano nei parametri dei Comuni Rifiuti Free: Pordenone, Trento e Treviso in testa, seguiti da Belluno.

Il Veneto si conferma la Regione con il numero più elevato di Comuni rifiuti free: 168 comuni per una percentuale sul totale del 30%, stabile rispetto allo scorso anno. Seguono il Trentino-Alto Adige con 78 comuni (28%), due in più rispetto al 2019 che lo aveva visto in forte crescita, e il Friuli-Venezia Giulia, che con 48 comuni rimane a quota 22%. Poi l’Abruzzo e il Molise che passa da nove a 13 comuni (dal 7% al 10%).

Questi i numeri principali di Comuni Ricicloni 2020, l’indaginepresentata oggi pomeriggio a Roma, durante la seconda giornata del talk show online EcoForum sull’Economia circolare dei rifiuti, organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club. La premiazione dei Comuni rifiuti free – trasmessa in diretta streaming su eco-forum.it e sulle pagine Fb di Legambiente e de La Nuova Ecologia – è stata introdotta da Giorgio Zampetti Direttore Generale Legambiente e moderata da Laura Brambilla Responsabile Premio Comuni ricicloni. Sono intervenuti Alessia Rotta, Presidente Commissione Ambiente Camera dei Deputati, Luca Briziarelli, Vicepresidente Commissione d’Inchiesta sulle Attività Illecite Connesse al Ciclo dei Rifiuti e su Illeciti Ambientali, Maria Alessandra Gallone, Commissione Ambiente Senato della Repubblica, Paola Nugnes, Commissione Ambiente Senato della Repubblica, Enzo Favoino, Scuola Agraria del Parco di Monza e Lorenzo Barucca Responsabile Economia Civile Legambiente e Progetto Ecco.

Secondo gli ultimi dati ISPRA disponibili (2018), nel complesso in Italia la produzione dei rifiuti rimane ancora alta, con 499,7 kg/ab/anno, e se la raccolta differenziata intercetta, mediamente a livello nazionale, oltre la metà dei rifiuti prodotti con il 58,1%, si registra ancora un forte divario tra Nord (67,7%), Sud (46,1%) e Centro Italia (54,1%).

“Con il recepimento del pacchetto delle direttive europee sull’economia circolare – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – si è definito il contesto in cui gli Stati devono muoversi da qui ai prossimi anni. Tra gli obiettivi principali: il limite massimo del 10% di rifiuti conferiti in discarica, percentuali molto ambiziose di riciclo dei rifiuti prodotti e un tetto per abitante di 100 chili di residuo secco (indifferenziato) prodotti annualmente. Come fotografa il nostro rapporto Comuni Ricicloni 2020, ad oggi la produzione dei rifiuti non recuperabili e conferiti in discarica al di sotto dei 75 chili per abitante all’anno è raggiunta solo da 598 Comuni: in aumento rispetto allo scorso anno ma ancora pochi. Proprio per questo è determinante applicare il sistema di tariffazione puntuale su tutto il territorio nazionale, in nome del principio chi inquina paga, supportando le amministrazioni che ce l’hanno fatta”.

Nell’indagine Comuni Rifiuti Free 2020, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto sono le uniche tre regioni che si vedono rappresentate in tutte e quattro le categorie del concorso: i comuni sotto i 5.000 abitanti, tra i 5.000 e i 15.000, oltre i 15.000 e Capoluoghi. Come a dire che nel triveneto la raccolta differenziata è di qualità indipendentemente dalla dimensione demografica, grazie a un sistema di raccolta e gestione efficace basato, nella maggior parte dei casi, su sistemi consortili, raccolta porta a porta e tariffazione puntuale. All’altro capo della classifica, con zero comuni rifiuti free, troviamo la Valle d’Aosta (stazionaria sullo zero), con la Liguria e la Puglia che perdono entrambe i loro due comuni virtuosi. Tra i comuni non capoluogo sopra i 15 mila abitanti, oltre a Misilmeri (PA), i vincitori di quest’anno sono Baronissi (SA), Castelfranco Emilia (MO), Porcia (PN), Porto Mantovano (MN), Castelfidardo (AN), Certaldo (FI), Pergine Valsugana (TN) e Vedelago (TV). Carpi (71mila abitanti) tra i vincitori 2019 passa invece in seconda linea. Nel dossier, i dati accorpati per consorzio indicano ai primi posti quelli al di sotto dei 100mila abitanti.In testa i due consorzi trentini Amnu Spa e Asia (Azienda Speciale per l’Igiene Ambientale), seguiti dal consorzio veneto Unione Montana Agordina. Per quanto riguarda i consorzi più grandi, quelli sopra i 100mila abitanti, troviamo al primo posto il Consorzio di Bacino Priula (TV), al secondo il Consiglio di Bacino Sinistra Piave (TV) e al terzo il consorzio A&T 2000 S.p.A (UD).

Comuni Ricicloni è un concorso volontario (cui concorrono le realtà che inviano i dati di produzione dei rifiuti nei tempi e nei modi stabiliti dagli organizzatori) e un dossier a cura di Legambiente, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in collaborazione con CONAI, Comieco, Corepla, CIAL, CoReVe, RICREA, Rilegno, Consorzio Italiano Compostatori e Assobioplastiche. Partner: FaterSmart e Eurosintex. L’EcoForum è il primo di 7 incontri tematici organizzati da Legambiente con istituzioni, imprese e associazioni per individuare le migliori proposte per il Piano nazionale di ripresa e resilienza che il Governo italiano dovrà presentare in Europa entro aprile 2021. I prossimi appuntamenti in programma saranno: Forum Acqua sul ciclo idrico integrato (28 ottobre), Forum Agroecologia  circolare sulla sostenibilità in agricoltura (12 novembre), Forum Bioeconomia delle Foreste sulla gestione forestale sostenibile (19 novembre), Conferenza Città Clima sull’adattamento climatico in ambito urbano (25 novembre), Forum QualEnergia sulla lotta alla crisi climatica e sulla mobilità sostenibile (2-3 dicembre), Rapporto Ecomafia (11 dicembre)

Fonte: ecodallecitta.it

Comuni ricicloni: il CIC premia le realtà virtuose per la raccolta dell’organico.

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La purezza dell’organico in Sardegna raggiunge il 98,5%

In occasione di Comuni Ricicloni di Legambiente, il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) ha consegnato il premio speciale a due realtà che si sono contraddistinte per la qualità della raccolta differenziata dell’organico e per la promozione del compost di qualità in campo agricolo: il Consorzio Industriale Provinciale (CIP) in Sardegna, che ha registrato una purezza merceologica pari al 98,5%, ed Enomondo in Emilia Romagna

Per l’alta qualità della raccolta differenziata del rifiuto organico e per il costante impegno nella promozione dell’uso del compost: questi i motivi per i quali il Consorzio Industriale Provinciale (CIP) di Oristano ed Enomondo in Emilia Romagna hanno ricevuto, in occasione di Comuni Ricicloni di Legambiente, il premio speciale conferito dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC). Il Consorzio Industriale Provinciale (CIP) di Oristano, il cui ammendante compostato ha ottenuto il marchio Compost di Qualità CIC già nel 2015, ha ricevuto il premio speciale dal CIC per essersi contraddistinto nel 2017 per la qualità della raccolta differenziata del rifiuto organico, con il 98,5% di purezza merceologica, percentuale più alta della media italiana (95%). Un esempio virtuoso che valorizza l’accordo stipulato tra CIC e Regione Autonoma della Sardegna (RAS) per promuovere a livello regionale la raccolta differenziata, il trattamento dell’organico e l’utilizzo degli ammendanti compostati. ”La Sardegna si attesta tra le regioni con i valori più alti per quanto riguarda la quantità raccolta di frazione organica, con 129,6 kg per abitante l’anno”, ricorda Alessandro Canovai, Presidente del CIC, “ben oltre la media nazionali pari a 107 kg per abitante l’anno”.

Enomondo, in Emilia Romagna, è stata premiata dal CIC per il costante impegno nella promozione dell’uso del compost, testimoniato da recenti sperimentazioni in campo agricolo che attestano l’efficacia del compost per incrementare la fertilità dei suoli. Nata dalla positiva esperienza del Gruppo Caviro, cooperativa agricola con la missione di valorizzare il settore vitivinicolo emiliano romagnolo, Enomondo è la società incaricata di gestire l’innovativo impianto di produzione compost della zona industriale di Faenza: l’ammendante compostato misto di Enomondo ha ottenuto il marchio Compost di Qualità CIC già nel lontano 2004, affermandosi come una delle prime 5 aziende a potersi fregiare del riconoscimento; nel 2015 Enomondo ha ottenuto il Marchio CIC anche per l’ammendante compostato verde.

“Nel 2016 in Italia sono state prodotte quasi 2 milioni di tonnellate di compost a partire dai rifiuti organici trattati negli impianti di compostaggio e digestione anaerobica”, ricorda Massimo Centemero, Direttore del CIC. “Questi riconoscimenti sottolineano come le aziende, insieme ai cittadini, stiano lavorando per migliorare la filiera del rifiuto organico. Il recupero della frazione organica è sempre più importante all’interno dell’economia circolare: i rifiuti umidi possono essere trasformati in prezioso fertilizzante, il compost, utilizzato in agricoltura e nel florovivaismo.

“Diffondere l’utilizzo del compost significa promuovere uno strumento efficace contro erosione, impermeabilizzazione, perdita di biodiversità e desertificazione”, prosegue Centemero. Il compost infatti aumenta la porosità, reintegra la sostanza organica e i principali elementi nutritivi, riavvia i cicli biologici favorendo la presenza di microrganismi, veri motori della “bioeconomia circolare”.

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Chi è il CIC

Il CIC (Consorzio Italiano Compostatori) è un’associazione senza fini di lucro che rappresenta più di 130 aziende tra produttori e gestori di impianti di compostaggio e digestione anaerobica, associazioni di categoria, aziende che si occupano di rifiuti organici, costruttori di macchine ed attrezzature, laboratori, enti pubblici e di ricerca. Il CIC promuove e persegue la politica di riduzione dei rifiuti, l’attuazione della raccolta differenziata per la separazione, lavorazione e riciclaggio e valorizzazione delle biomasse ed in genere delle frazioni organiche compostabili. Promuove le iniziative per la valorizzazione e la corretta destinazione dei prodotti ottenuti dal compostaggio e dalla digestione anaerobica svolgendo anche attività di ricerca, studio e divulgazione. Sostiene la produzione di fertilizzanti organici, tutelando e controllando le corrette metodologie e procedure in piena aderenza ai principi dell’economia circolare.

Maggiori informazioni sul sito istituzionale: www.compost.it

Fonte:  agenziapressplay.it

Comuni Ricicloni 2014: ecco i vincitori

C’è almeno un “Riciclone” in ogni regione (salvo la Valle d’Aosta): il primato nel Nord-Est, ma crescono i comuni virtuosi nelle Marche e nel centro sud. Milano unica grande città al 50% di differenziata. 1328 comuni (quasi 8 milioni di italiani) hanno raggiunto l’eccellenza superando il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti ma le grandi città stanno a guardare379743

Consegnati a Roma i premi della XXI edizione di “Comuni Ricicloni”: sono 1.328 i campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, il 16 per cento dei comuni d’Italia per un totale di 7,8 milioni di cittadini che hanno detto addio al cassonetto, pari al 13,7 per cento della popolazione nazionale che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l’industria del riciclo e quindi la Green Economy(150 mila posti di lavoro). Per accedere alle classifiche i comuni devono aver raggiunto l’obiettivo di legge del 65 per cento di raccolta differenziata. La classifica è poi costruita attraverso un indice di buona gestione dei rifiuti urbani: quest’anno per la prima volta i “primi della classe” sono almeno uno per ogni Regione d’Italia, con l’unica eccezione della Valle d’Aosta, che non ha neanche un comune virtuoso.
“La prima novità della classifica di quest’anno -ricorda Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente che ha coordinato la giuria- è il lento spostamento al centro sud della distribuzione geografica dei “ricicloni”, ancora saldamente insediata nel Nord Est, con metà dei comuni virtuosi. In particolare grazie alla crescita dei comuni marchigiani, che hanno applicato un sistema moderno di raccolta (porta a porta) e che usufruiscono degli sconti per lo smaltimento in discarica in base alle performance di differenziata. La seconda novità è la crescita del Comune di Milano: sfiora nel 2013 il 50 per cento di differenziata. Con oltre un milione di abitanti serviti dal porta a porta, Milano è così la prima in Italia e la seconda in Europa dopo Vienna. Insomma, in una Italia bloccata, da riformare nella gestione dei rifiuti, anche questi comuni virtuosi crescono ed evidenziano chiaramente una virtuosa direzione di marcia per tutti gli altri, grandi e piccoli, comuni d’Italia”. “I 300 comuni “Rifiuti free”, dove cioè la popolazione riduce e ricicla più del 90% dei rifiuti che si producono mediamente per ogni italiano, dimostrano chiaramente che è possibile trasformare una vergogna in una eccellenza nazionale, anche nel ciclo dei prodotti e dei rifiuti –dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente-. Un bel messaggio per il semestre italiano di guida europea. Ma dobbiamo decidere di intraprendere la strada anche di questa riforma nazionale e lasciare quella dell’ennesimo “condono”: chiediamo al Parlamento di abbandonare la strada che posticipa gli obiettivi di raccolta differenziata presente nel disegno di legge del collegato alla legge di stabilità e al Ministero dell’Ambiente di approvare il decreto della tariffazione puntuale. L’Italia virtuosa del semestre italiano dovrebbe, a nostro parere, da quest’anno avere una riduzione della Tari per le famiglie e le aziende, in proporzione ai rifiuti prodotti, in tutti i comuni e aumentare la tassa sulla discarica ai comuni che non raggiungono gli obiettivi di legge”. Le Regioni. Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono le Regioni con la più alta concentrazione di Comuni Ricicloni. Ma la novità dell’anno è la crescita dei ricicloni nel centro sud che passano dal 15 al 20 per cento del totale nazionale. Crescono in particolare i comuni virtuosi nelle Marche (+15 per cento in un anno): qui, semplicemente, è stata applicata in maniera intelligente la legge nazionale, prevedendo un tributo di 20 €/tonnellata per i rifiuti urbani che finiscono in discarica, importo che viene modulato in base alle performance di raccolta differenziata raggiunte dai Comuni. Premi e penalità che i comuni sono invitati (applicando tariffe differenziate in funzione dei rifiuti prodotti da ciascuna famiglia) a trasferire ai cittadini, riducendo drasticamente le tariffe da pagare ai più virtuosi.  Le nuove tecnologie dell’informazione (non solo sistemi automatici di pesata e controllo nella raccolta, ma anche App scaricabili anche su smartphone e tablet di ciascuno) fanno il loro ingresso in centinaia di comuni d’Italia e fanno prefigurare alla futura smart comunity che popolerà le città e i quartieri una amministrazione dei flussi di rifiuti che arriva a ricordare il giorno prima la frazione di rifiuto differenziata da preparare davanti alla porta di casa, la pesata del proprio condominio e i premi (riduzione di tasse) che si possono ottenere per chi riduce all’indispensabile i rifiuti non riciclabili. Dopo i Ricicloni i Comuni rifiuti free ovvero quei comuni che sono riusciti a ridurre del 90 per cento circa la quantità di rifiuti da smaltire. Sono circa 300 quelli che nel corso del 2013 hanno prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato, mentre la produzione media pro capite nazionale si aggira sui 550 chili annui. E non si tratta di piccoli comuni: il toscano Empoli con i suoi 48 mila abitanti è seguito dai trevisani Castelfranco, Montebelluna, Vittorio Veneto, tutti attorno ai 30 mila abitanti. Le ricette sono diverse, ma con alcune caratteristiche comuni: la raccolta “porta a porta”, la modalità di tariffazione del servizio (due terzi applicano la tariffa puntuale), la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una comunicazione efficace e con politiche di prezzo che premiano il cittadino virtuoso con una riduzione della tassa sui rifiuti se separa bene i materiali, incentivando la pratica del compostaggio domestico, promuovendo il consumo dell’acqua del sindaco riducendo le bottiglie di plastica, bandendo l’usa e getta.  Le grandi città stanno a guardare? Tutte, tranne Milano, che ormai ha superato la soglia del 50 per cento (prima metà del 2014), prima in Italia e seconda in Europa tra le città sopra il milione di abitanti (la prima è Vienna). Il “trucco” di Milano? Una buona e continua informazione (anche multilingue), porta a porta con bidoni condominiali, l’estensione a tre quarti della città della raccolta selettiva del rifiuto umido da cucina (da giugno appena esteso a tutta la città). Per questa ragione viene attribuita a Milano una menzione speciale:Milano non è “riciclona”, perchè non supera ancora il 65 per cento previsto dalla legge, ma è sulla buona strada. Un monito per Torino, che ha da tempo superato il 50 per cento, ma solo nella metà della città dove esiste la raccolta porta a porta, ma soprattutto per Roma non sa ancora scegliere tra raccolta porta/porta spinta e sistemi pasticciati fondati ancora sul cassonetto che impediscono l’indipendenza dall’ennesima discarica.
No al condono dell’ecotassa sulle discariche, sì alla tariffazione puntuale. La legge si deve rispettare e questo vale anche sulla raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio. Proprio per questo Legambiente trova inaccettabile e controproducente l’articolo del disegno di legge collegato alla legge di stabilità in discussione in Commissione ambiente della Camera dei deputati, che prevede di posticipare gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal decreto legislativo 152 del 2006. Con la normativa ancora oggi vigente, infatti, dal 1 gennaio 2013 tutti i Comuni che non hanno raggiunto il 65 per cento di differenziata pagano un’addizionale del 20 per cento al tributo di conferimento in discarica. Con le disposizioni previste dal collegato ambientale alla legge di stabilità, invece, la multa verrebbe pagata solo a partire dal 2015 dai Comuni che non avranno raggiunto il 35 per cento di differenziata nell’anno precedente, nel 2017 sarebbero coinvolti i Comuni che non avranno raggiunto l’obiettivo del 45 per centonell’anno precedente e nel 2021 quelli che non avranno raggiunto l’obiettivo del 65 per cento nell’anno precedente. Un provvedimento di questo tipo rappresenterebbe inoltre un ingiustificato condono a chi ancora non si è attivato per una corretta gestione dei rifiuti, un disincentivo ad impegnarsi su questo fronte per i prossimi anni e una beffa per i “Comuni ricicloni” e che hanno dimostrato come l’obiettivo del 65 per cento fosse raggiungibile. Il Ministero dell’Ambiente, promotore di questo disegno di legge, invece di pensare al condono per le multe sull’ecotassa, dovrebbe approvare al più presto il decreto sulla tariffa puntuale, previsto dalla legge di stabilità 2014. Siamo già in forte ritardo (sono ampiamente trascorsi i sei mesi previsti per la sua approvazione) e nel frattempo le utenze, familiari o produttive, che producono meno rifiuti continuano a pagare nella maggior parte dei Comuni quanto quelle che ne producono di più. Insomma chi inquina purtroppo non paga come dovrebbe.  Cosa succede nelle diverse regioni? Andiamo dunque ad osservare cosa succede nelle nuove graduatorie. Intanto quali sono le regioni a vantare dei comuni in tutte le graduatorie (capoluoghi, sopra e sotto i 10mila abitanti) e fare così l’en plein? Non poteva certo mancare il Veneto, regione che negli ultimi anni è stata testimone di un crescendo che non si è ancora arrestato. Lo accompagnano le altre regioni del triveneto: Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Tra i capoluoghi Belluno, Pordenone, Novara e Salerno si riconfermano delle eccellenze. Non vale lo stesso per Oristano che esce dalla lista dei virtuosi per cedere il posto ad Andria. Tra i nuovi anche il comune diTrento. Il Piemonte mantiene il primato di unica regione ad avere due capoluoghi ricicloni: assieme a Novara c’è anche Verbania. Spulciando tra le prime 100 posizioni della graduatoria generale, troviamo numerosi comuni gestiti efficacemente in forma consortile: dei56 comuni veneti 46 sono trevigiani, la maggior parte appartenenti a 2 consorzi (Priula e TV3), così come i 29 comuni trentini, 8 in Friuli Venezia Giulia. I rimanenti 7 sono casi isolati: 2 in Campania e 1 per Lazio, Lombardia, Toscana, Piemonte e Marche. Sempre tra i primi 100 troviamo 9 comuni oltre i 10mila abitanti (Castelfranco Veneto con quasi 34mila), tutti veneti e trevigiani ad eccezione di Vigodarzere (PD). Difficile trovare comuni che facciano da sé che arrivino a risultati eccellenti, la forza rimane quella dell’unione nei consorzi. Ovviamente c’è sempre l’eccezione che conferma la regola e si chiama Ponte nelle Alpi che, gestendo in autonomia i rifiuti dei cittadini (e dei turisti – siamo nel territorio delle Dolomiti) raggiunge l’indice di gestione più alto.

 

Dossier Comuni Ricicloni 2014 [8,03 MB]

 

Fonte: ecodallecittà.it

Comuni Ricicloni: Ponte nelle Alpi, un esempio per l’Italia

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Il Comune di Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, ha ricevuto per la quarta volta l’Oscar dei Comuni Ricicloni,  iniziativa di Legambiente che premia le comunità locali, amministratori e cittadini, che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti e portata avanti con il patrocinio del ministero dell’ambiente e la collaborazione dell’Anci e di associazioni impegnate nella promozione del rispetto e della difesa dell’ambiente. Si tratta di un riconoscimento per i piccoli gesti quotidiani, dall’attenzione posta fin da quando si fa la spesa, evitando di acquistare imballaggi inutili, alla separazione accurata dei rifiuti in casa fino alla loro consegna al servizio di raccolta domiciliare, al conferimento di ogni materiale all’ecocentro comunale. Il denominatore comune è la responsabilità, che passa di mano in mano dalla bottega del negozio di alimentari, ai cittadini, alla Ponte Servizi Srl che gestisce con grande professionalità il servizio di raccolta, alle piattaforme di selezione che ritirano questi materiali e li riconsegnano alle aziende che li ritrasformano in nuovi beni. “Siamo orgogliosi di ricevere per la quarta volta consecutiva l’Oscar dei Comuni Ricicloni, – ha dichiarato Ezio Orzes l’Assessore all’Ambiente del Comune di Ponte nelle Alpi – premio che riconosce l’impegno dei tanti che hanno contribuito a questo risultato”. “Non ci possiamo più permettere di buttare sottoterra, in una discarica o dentro un inceneritore, materiali preziosi spendendo in smaltimento quantità enormi di denaro”. A Ponte nelle Alpi questo costo è stato abbattuto di oltre 90% (da 450.000 a 40 € l’anno) ed i soldi risparmiati sono stati impegnati per dare lavoro a delle persone che erogano un servizio di grande qualità ai cittadini ad un costo basso. A Ponte nelle Alpi si differenzia quasi tutto e ogni cittadino produce ormai meno di 30Kg di rifiuto indifferenziato all’anno. Obiettivi apparentemente irraggiungibili sono invece alla portata di tutti. Lo dimostra Ponte nelle Alpi che lancia ora una sfida a tutto il Paese: se tutti i Comuni Italiani sotto i 50.000 abitanti facessero la raccolta differenziata come da noi in Italia si potrebbero abbattere dei costi improduttivi, come lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, e si potrebbero creare almeno 200.000 posti di lavoro offrendo ai cittadini servizi di grande qualità ad un costo contenuto. In media una famiglia di quattro persone, se differenzia bene, a Ponte nelle Alpi può spendere meno di 160€ l’anno, tramite l’applicazione di tariffa puntuale che premia con una bolletta leggera le famiglie che differenziano meglio.

Come è riuscito il comune di Ponte nelle Alpi a raggiungere questi risultati?

– Un’amministrazione compatta e decisa che ha tradotto la vaghezza di termini come “Green Economy” in politiche e azioni concrete.

– Una progettazione< e una pianificazione accurata del servizio di raccolta domiciliare porta a porta

– La partecipazione attiva e il coinvolgimento dei cittadini, dei bambini e ragazzi delle scuole, veri protagonisti del cambiamento.

– Una gestione di grande qualità, affidata alla Ponte Servizi Srl, società pubblica del Comune di Ponte nelle Alpi, esempio di assoluta eccellenza nella gestione del servizio. Puntualità, professionalità, competenza, cortesia: il gestore ideale che tutti vorremmo trovare a gestire un servizio pubblico!

“Questo traguardo è dedicato ai Pontalpini – dichiara infine l’Assessore Ezio Orzes – noi amministratori siamo orgogliosi di una comunità così attenta ai valori ambientali e corresponsabile nella gestione dei beni comuni”.

Fonte: il cambiamento

Legambiente, Comuni Ricicloni 2013: Ponte nelle Alpi il migliore. 330 realtà sono rifiuti-free

Ermete Realacci avverte: “La Tares va cambiata, deve essere modulata sull’efficienza della raccolta”.Comuni-Ricicloni-2013-I-vincitori

Il 16% dei Comuni italiani supera il 65% di raccolta differenziata per un totale di 7,8 milioni di persone distribuite in 1293 centri cittadini. Sono i dati che emergono dal rapporto di Legambiente sui cosiddetti Comuni Ricicloni 2013 che sono stati premiati a Roma nell’ambito della XX edizione di questa iniziativa che è portata avanti con il patrocinio del ministero dell’ambiente e la collaborazione dell’Anci e di associazioni impegnate nella promozione del rispetto e della difesa dell’ambiente. Nel Nord Italia si registra il maggior numero di Comuni Ricicloni, ben l’85,5% del totale, con il Veneto che si distingue tra tutti perché il 65,4% dei suoi Comuni possono essere definiti “ricicloni”, per la gioia del presidente Luca Zaia che definisce i suoi conterranei “un esempio e un modello a livello nazionale”. Il Comune che ha la più alta percentuale di raccolta differenziata è Ponte Nelle Alpi, in provincia di Belluno, che ha ottenuto il riconoscimento di Comune Riciclone per eccellenza anche nelle tre precedenti edizioni del rapporto. E proprio Belluno è il capoluogo del Nord più virtuoso con il 70,4% di raccolta differenziata, mentre a Sud i più diligenti sono i salernitani che possono vantarsi di aver raggiunto una percentuale di raccolta differenziata del 68,5%. Per quanto riguarda i comuni con meno di 10mila abitanti, a Nord il migliore e Zero Branco (in provincia di Treviso), al Centro Serravalle Pistoiese (Pistoia) e al Sud Monte di Procida (Napoli). Tra i centri con più di 10mila abitanti il plauso va a S. Orsola Terme (in provincia di Trento), Montelupone (Macerata) e Casal Velino (Salerno). Una bella novità del dossier sui Comuni Ricicloni del 2013 è il fatto che esistono anche realtà che riescono a raggiungere percentuali di raccolta differenziata superiore addirittura al 90% e che vengono definiti Comuni rifiuti free. In totale sono 330 e hanno drasticamente ridotto la quantità di rifiuto secco indifferenziato (meno di 75 kg all’anno per abitante) grazie a iniziative come la raccolta porta a porta, la tassazione del servizio, efficaci campagne di comunicazione per sensibilizzare i cittadini, la promozione del compostaggio domestico, utilizzo dell’acqua del Sindaco per ridurre l’uso di bottiglie di plastica, applicazione di politiche del “chi inquina paga”, in base alle quali la tassa sui rifiuti viene ridotta al cittadino virtuoso. E proprio la Tares è un argomento su cui il presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, Ermete Realacci, vuole porre l’attenzione, ritenendo che questa imposta andrebbe modulata sull’efficienza della raccolta e non sui metri quadri. Un altro dato interessante che emerge dal dossier di Legambiente è che le migliori esperienze sono quelle consortili su scala territoriale più ampia, infatti più della metà del totale dei cittadini dei Comuni Ricicloni (che abbiamo detto essere 7,8 milioni) sono serviti da sistemi omogenei e collaudati garantiti dai consorzi (per esempio Fiemme Servizi in Trentino, Cosmari nelle Marche, Publiambiente in Toscana) che raccolgono con il porta a porta i rifiuti di 4,5 milioni di persone permettendo di riciclare a un costo più basso.

Fonte e infografiche: Legambiente (seguendo il link si può scaricare l’intero dossier)

Tratto: ecoblog

Legambiente, Comuni Ricicloni 2013: Castelnuovo di Porto sul podio

Castelnuovo di Porto, Cave e Allumiere Comuni Ricicloni 2013 di Legambiente per la Provincia di Roma: la loro raccolta differenziata supera il 65%. Ma c’è ancora da fare, serve molto impegno da parte della Regione e dalla Capitale. Il porta a porta è, secondo Legambiente, il modello vincente da estendere in tutto il territorio.

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Castelnuovo di Porto, Cave e Allumiere: sono questi i tre Comuni “Ricicloni” dell’ambito provinciale di Roma a superare nel 2012 l’obiettivo minimo del 65% di raccolta differenziata fissato dalla legge. Nel dettaglio, Castelnuovo di Porto guadagna il podio con una percentuale di raccolta differenziata pari al 79,42%, seguito da Cave con il 66,02% e da Allumiere con il 65,4%. Premio “Start Up” per aver implementato un nuovo sistema di raccolta di rifiuti urbani nel corso del 2012 con ottimi risultati fin da subito a Castel Madama (passato in 3 mesi dal 51 al 73%) e Morlupo (passato in 3 mesi dal 17,4 al 74,02%). È quanto rende noto Legambiente che ha condotto l’indagine su circa un quarto dei Comuni (23,14%, ossia 28 amministrazioni su 121), di un territorio nel quale vive la maggior parte della popolazione residente in provincia (3.392.651 abitanti sui complessivi 4.194.068, l’80,9%), e si producono complessivamente ben 1.990.589 tonnellate di rifiuti urbani, il 75% sulla produzione dell’intero territorio provinciale e il 58% di quello regionale. Si tratta dunque di una produzione pro capite media di 586,74 kg per abitante di immondizia, al di sopra della produzione nazionale. I Comuni partecipanti all’indagine nel 2012, che hanno fornito i dati su base volontaria, hanno avviato a riciclaggio 512.154 tonnellate di materiali, nella maggior parte dei casi attraverso il sistema domiciliare. “Si moltiplicano le esperienze di buona gestione dei rifiuti, di porta a porta per la differenziata con risultati ottimi, ma c’è davvero ancora molto da fare, serve molto impegno da parte della Regione, ma soprattutto nella Capitale con la nuova amministrazione”, ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio. “Il nuovo governo della Regione Lazio può fare molto esportando il modello virtuoso maturato in questi anni nella Provincia di Roma, investendo i 130 milioni di euro fermi nelle casse regionali su progetti mirati con i Comuni e le province. Il porta a porta – ha continuato – è il modello vincente e va esteso in tutto il territorio, fondando un nuovo ciclo virtuoso che batta discariche e inceneritori, rimettendo mano al piano rifiuti regionale e puntando su impianti per gestire la raccolta differenziata. Non devono poi mancare sistemi di riduzione dei rifiuti”. Legambiente inoltre ha assegnato il riconoscimento “Sulla strada giusta!” ad altri 13 Comuni che, pur non rispettando gli obiettivi di legge, hanno intrapreso una buona strada attestandosi attorno al 50% di raccolta differenziata: Sacrofano (63,9%), Anguillara Sabazia (59,8%), Ariccia (59,13%), Ciampino (58,56%), Canale Monterano (57,4%), Monte Porzio Catone (56,5%), Campagnano di Roma (55,13%), Trevignano Romano (54,62%), Zagarolo (52,73%), Castel Madama (52,07%), Guidonia Montecelio (50,75%), Formello (50,36%) e Montelanico appena sotto (49,11%).

Fonte: eco dalle città

 

Festival Ambiente, Comuni “ricicloni”: i premiati dalla Provincia di Milano

La Provincia di Milano premia i Comuni di Calvignasco (75,33%), Motta Visconti (74,53%), Trezzo D’Adda (73,73%) e Bubbiano (minor massa rifiuti/abitante, 310 kg/anno). Menzioni speciali a Segrate, Zelo Surrigone, Cassano D’Adda, Nosate, Pantigliate, Basiano, Rho e Dairago (40,3 kg/anno/ab di raccolta legno)374967

Nell’ambito della seconda edizione del Festival dell’Ambiente, organizzato dall’assessorato all’Ambiente della Provincia di Milano e da Infoenergia all’Idroscalo, alla fine del convegno “Chi ben raccoglie è a metà dell’opera”, sono stati premiati i Comuni della provincia che si sono distinti per la migliore raccolta differenziata. Le Amministrazioni premiate sono state: Calvignasco(Comune sotto i 5.000 abitanti) che ha raggiunto il 75,33%; Motta Visconti (Comune da 5.000 a 10.000 abitanti) con il 74,53%; Trezzo D’Adda (Comune dai 10.000 ai 20.000 abitanti) con il 73,73% e Bubbiano, Comune che si è distinto per la minore produzione di rifiuti con 310 kg per abitante all’anno. Sono inoltre state consegnate menzioni speciali ai Comuni di: Segrate per la raccolta della carta e del cartone; Zelo Surrigone e Cassano D’Adda per la raccolta del vetro; Nosate per la raccolta della plastica; Pantigliate per la raccolta dei rifiuti organici; Basiano per la raccolta dei metalli; Rho per la raccolta del legno rivolta ai cittadini residenti e al polo fieristico e Dairago per la raccolta del legno rivolta ai cittadini residenti (40,3 Kg/ab/anno). “Nella provincia di Milano abbiamo raggiunto livelli eccellenti di raccolta differenziata. Il premio che oggi abbiamo dato ai Comuni è soprattutto un premio che va ai cittadini per il loro impegno quotidiano nella raccolta differenziata”, ha commentato l’assessore all’Ambiente della Provincia di Milano, Cristina Stancari.

In allegato tutti i dati dei Comuni partecipanti

Dettaglio dati Comuni premiati Provincia Milano_Festival Ambiente [0,05 MB]

Fonte. Eco dalle città