Alluvione Genova, che fine ha fatto il progetto Io Non rischio?

Appena il 2 ottobre, Genova con Torino e Milano ribadiva il suo impegno a presentarsi a Bruxelles e a Barcellona come città capofila nel progetto delle Smart City

Proprio ieri Francesco Oddone assessore genovese allo Sviluppo economico era a Bruxelles al Kick-off meeting Action Clusters su Smart City dove ha presentato i passi avanti fatti dalla città di Genova nell’ambito del progetto europeo CloudT. Ovvero potenziare la comunicazione con i cittadini attraverso internet e i devices elettronici, primi su tutti gli smartphone. Oddone presenterà il medesimo progetto, ma con qualche dato in più dal 18 al 20 novembre allo Smart City Expo World Congress di Barcellona. E sapete di quali dati in più disporrà? Dei risultati finali del test IoNonRischio, piattaforma sviluppata per l’Ufficio di Protezione civile e adottata dal Comune di Genova per coinvolgere i genovesi nella gestione delle emergenze. I risultati che derivano dalla consultazione on line saranno resi disponibili dal 13 ottobre al 15 ottobre 2014 nel corso del prossimo meeting Clout. Sarà quella l’occasione per tirare le somme su come e se ha funzionato il progetto IoNonRischio adottato dalla città di Genova per proteggere i cittadini proprio dagli eventi come le alluvioni.piogge-genova

A Genova si sa quanto piove e si conoscono bene i punti di forza e di debolezza del territorio e questi rappresentano i primi dati utili per organizzare un efficiente servizio di prevenzione dei disastri naturali. Peraltro si legge sul sito del Comune di Genova:

Anche il Comune di Genova aderisce alla campagna nazionale IO NON RISCHIO, adottandone l’identità visiva. Questa applicazione si aggiunge agli strumenti della campagna nazionale, offrendo contenuti e servizi pensati dal Comune di Genova per il proprio territorio. I volontari di protezione civile sono presenti in piazza a Genova durante le giornate della campagna nazionale per parlare con i propri concittadini di terremoto e alluvione.

Il Comune ha poi annullato la presenza dei volontari della Protezione civile per sabato e domenica 11 e 12 ottobre.

Questa la descrizione della APP:

IoNonRischio fornisce sia informazioni sulle norme comportamentali di autotutela in caso di emergenza, sia alcuni servizi real-time, quali esposizione dei dati delle centraline meteo del Comune di Genova, i contenuti dei pannelli a messaggio variabile dislocati sul territorio cittadino, le webcam del Mobility Point genovese, in più collegamenti al sito Arpal di previsioni Meteo e al Centro funzionale di Protezione Civile della Regione Liguria.

Inoltre l’applicazione offre la possibilità di navigare sulla mappatura delle aree potenzialmente allagabili pubblicate anche sul sito del Comune di Genova. Permette di visualizzare se l’utente si trova all’interno delle stesse o se un indirizzo da lui digitato corrisponde a quelli pubblicati on line e definiti come “Civici ricadenti nelle aree a rischio inondazione”.
Dall’applicazione è infine possibile collegarsi alle pagine social del Comune di Genova, facebook e twitter. IoNonRischio presenta in homepage l’informativa del Comune riguardante la connettività FreeWifiGenova, con pagine dedicate all’interno dell’applicazione.
analisi-swot

Marco Doria il sindaco di Genova, ha detto:

Noi ci muoviamo sulla base delle previsioni Arpal che non ci davano nessun picco di allerta. E in assenza di Allerta la nostra attenzione si è concentrata sulle scuole che ieri hanno potuto svolgere normalmente il loro orario scolastico. C’era stata anche una attenuazione della criticità. Poi, senza alcuna previsione che ce lo dicesse, abbiamo dovuto registrare un aumento repentino della perturbazione. Alle 21 e 25 abbiamo ricevuto la prima segnalazione per allagamento in via Adamoli. Dopo le 22 le segnalazioni erano insistenti e abbiamo capito che dovevamo intervenire. Alle 23.02 sui social media della protezione civile abbiamo mandato i primi messaggi per massima attenzione nella valle del Bisagno. Abbiamo deciso dopo mezzanotte di chiudere scuole e mercati per il giorno dopo.

Stamane l’avviso di Allerta 2, ovvero quello che invita alla maggiore cautela. Ma come ha avuto modo di ricordare il prof. Franco Ortolani a fare la differenza in queste circostanze è la prevenzione ossia il mettere in sicurezza la città e il territorio circostante anche con piccoli lavori di manutenzione ordinaria. Ma probabilmente a prevalere nella maggior parte delle amministrazioni (e non solo italiane) è la Shock economy, come la definisce Naomi Klein, ovvero l’economia fondata sui disastri che distribuisce una pioggia di soldi ai soliti noti.

Fonte: I dati delle immagini sono tratti dal Patto dei Sindaci SEAP

EDIFICI A BASSO REDDITO: COME EFFICIENTARLI?

Il 30 aprile si è tenuto presso la sala convegni Ance a Roma un convegno promosso dall’Enea per presentare il Progetto Elih-Med, che si concentra sull’efficienza energetica nelle abitazioni a basso reddito nel Mediterraneo per il raggiungimento degli obiettivi Ue 2020.

DESTINATARI. I destinatari del progetto sono gli inquilini e i proprietari a basso reddito o famiglie che soffrono povertà energetica (Low Income Houseold), sono considerati come “difficili da raggiungere” attraverso le tradizionali politiche pubbliche e richiedono strategie innovative sia tecniche sia finanziarie per la riduzione del loro consumo energetico. Il progetto dimostra, attraverso una sperimentazione su larga scala, della fattibilità di soluzioni innovative e meccanismi finanziari sostenuti con fondi FESR, che potrebbero poi essere estesi a tutto il Mediterraneo.

6 PAESI COINVOLTI. La sperimentazione è condotta simultaneamente in sei paesi: Spagna, Francia, Italia, Grecia, Cipro e Malta, in diverse aree geografiche (urbane, peri-urbane e rurali), sociali (inquilini, proprietari residenti, famiglie in stato di povertà energetica), e in differenti contesti climatici (il che implica un uso potenzialmente moderato o intensivo di riscaldamento e aria condizionata).

IN ITALIA. Nell’ambito del Progetto Pilota ELIH-MED, in Italia sono stati realizzati tre interventi: nel comune di Genova, nella Provincia di Sassari e nel comune di Frattamaggiore (NA). In totale sono stati riqualificati, dal punto di vista energetico, circa 100 abitazioni. La realizzazione delle opere rientra nelle attività del progetto che prevedono inoltre una fase di monitoraggio pre –intervento, on going e di monitoraggio post-intervento.

ESEMPI DI INTERVENTI IN ITALIA, FRANCIA E SPAGNA

ITALIA, Genova: I 45 edifici selezionati, tutti di proprietà del Comune di Genova, sono situati rispettivamente in Piazzale Adriatico (36 abitazioni su 6 piani) e in via Lungobisagno Dalmazia (9 alloggi su 2 piani). Gli edifici sono stati costruiti nel 1953 e rappresentano la tipa urbanizzazione post Seconda Guerra Mondiale.


download (1)

Sono quindi caratterizzati da: nessun isolamento termico, vetri singoli e caldaie a gas per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria. Tra le misure di efficienza energetica individuate troviamo quindi l’isolamento termico esterno e del tetto, la sostituzione totale delle finestre e la parziale sostituzione di tende/persiane. Dopo l’adeguamento si prevede che la prestazione energetica degli edifici dovrebbe essere migliorata di almeno due classi energetiche, mentre il consumo totale di energia diminuirà del 53%.

SPAGNA, Malaga: L’edificio pilota selezionato prende il nome di “Los Limoneros” e si trova nel quartiere di Ciudad Jardín nella parte settentrionale della città. Si tratta di un edificio di 7 piani (6 fuori terra) in edilizia sociale costruito negli anni ’80. L’edificio è di proprietà del Municipal Institute of Housing (IMV) che affitta gli appartamenti agli inquilini. In totale si tratta di 140 abitazioni di superficie compresa tra 69-90 mq tutte il classe F.  Obiettivo del Progetto Elih-Med è quello di migliorare di ben due livelli la classificazione energetica dell’edificio, passando dagli attuali 64,12 kWh/mq l’anno a 43,28 kWh/mq l’anno

FRANCIA, Arles: Costruiti nel 1970 in un piccolo villaggio a 18 km dal centro di Arles, i 30 appartamenti pilota hanno una superficie inferiore a 90 mq. Attualmente, la prestazione energetica dell’edificio è classificabile con la lettera D, anche se dopo la ristrutturazione si prevede una classificazione addirittura in classe A (48 kWh/mq l’anno).

Tra le misure che verranno adottate per l’adeguamento troviamo: l’isolamento esterno di tetto e pareti, l’installazione di una pompa di calore a terra, la sostituzione delle finestre e l’installazione di schermature solari.edilizia-popolare

LINEE GUIDA. ELIHMED sta ora sviluppando le Linee Guida per diffondere quanto acquisito dalle esperienze pilota e fornire supporto e suggerimenti alle amministrazioni nazionali, regionali e locali, oltre che ad imprenditori, progettisti e agli stessi abitanti degli alloggi a basso reddito. L’obiettivo finale è ridurre il fabbisogno energetico degli edifici a livelli “quasi zero”, in linea con le indicazioni europee del “pacchetto clima-energia 20/20/20”. L’efficientamento energetico delle case a basso reddito, con elevato potenziale di risparmio, rappresenta infatti uno strumento chiave per raggiungere l’obiettivo comunitario del taglio del 20% dei consumi entro il 2020 e può essere considerato un settore trainante per favorire la ripresa dell’economia nazionale.  In più la riqualificazione energetica di questo tipo di patrimonio edilizio ha anche valore sociale. Infatti oggigiorno in Europa alcune decine di milioni di cittadini vivono in regime di “energy poverty”, cioè non sono in grado di pagare i propri consumi di energia e vivono condizioni di disagio. Proprio per questi cittadini dunque lo sforzo da fare è quello di fornire degli alloggi ad energia quasi zero. Tutto ciò che queste fasce di popolazione “risparmieranno” per le bollette, inoltre, potrà essere immesso nel mercato per l’acquisto di beni materiali e quindi, se moltiplicato per milioni di famiglie, diventare un ulteriore volano di ripresa economica.

 

Fonte: casaeclima.com

Allarme amianto a Genova: all’Ansaldo 135 casi di mesotelioma

Fra il 1994 e il 2010 sono stati registrati 135 casi di mesotelioma fra i lavoratori e gli ex lavoratori136193809-586x390

Genova potrebbe scoppiare un nuovo caso amianto. Il processo Eternit ha scoperchiato il vaso di Pandora di un’industria che per anni ha negato l’evidenza per non doversi confrontare con i costi delle bonifiche. Si è fatto finta di niente, come all’Olivetti o alla Solvay, ditte nelle quali non si contano i morti per mesotelioma. Ora è un’intera città, anzi una regione, a confrontarsi con il dramma dell’amianto e del mesotelioma pleurico. Negli ultimi giorni la Regione Liguria e il Comune di Genova hanno ricevuto un dossier che spiega come l’incidenza del mesotelioma pleurico sia quattro volte superiore alla media nazionale. Lo studio effettuato dal Centro operativo regionale del registro mesoteliomi è stato coordinato da Valerio Gennaro e ha analizzato l’impatto di quella malattia suddividendo per le più importanti aziende attive in provincia. I risultati sono inequivocabili: dal 1994 al 2010 sono stati registrati 135 casi di mesotelioma fra lavoratori ed ex lavoratori di Ansaldo, in modo particolare fra coloro che hanno prestato servizio nella caldareria. Ma se si considera il periodo sino al 2012 si contano un centinaio di casi anche nelle acciaierie Ilva, più una decina di ammalati alla Stoppani. Si sta cercando di capire quanti casi siano emersi fra i dipendenti della Fincantieri.

Naturalmente, considerati i lunghi tempi di latenza della malattia (che varia dai 15 ai 45 anni), è probabile che l’incidenza quadrupla rispetto alla media nazionale sia, purtroppo, una statistica in difetto. Il dossier è diventato oggetto di un vertice tenutosi ieri mattina a Palazzo Tursi fra i rappresentanti della giunta, il governatore Claudio Burlando e il deputato genovese del Pd Mario Tullo.

 

fonte: Il Secolo XIX

Funivie Urbane: l’ultima tendenza della mobilità nuova al Citytech di Milano

Economiche, facili da progettare, scenografiche e a impatto zero: sono le funivie urbane. Steven Dale, urban planner canadese fondatore di CUP – Creative Urban Project, e massimo esperto al mondo sul tema, sarà ospite di Citytech (28 e 29 ottobre, Milano – Fabbrica del Vapore)375692

Steven Dale, urban planner canadese fondatore di CUP – Creative Urban Project, massimo esperto al mondo di funivie urbane, sarà ospite di Citytech (28 e 29 ottobre, Milano – Fabbrica del Vapore). Economiche, facili da progettare, scenografiche e a impatto zero: le funivie urbane sono una delle nuove tendenze della mobilità urbana, in grado di collegare punti distanti delle metropoli a costi contenuti e rispettando l’ambiente. Un’alternativa concreta e realistica ai sistemi di trasporto di terra, quando si pianifica la mobilità di una città. A Citytech, Steven Dale presenterà le principali applicazioni di funivie urbane nel mondo e, in partnership con Clickutility On Earth, gli scenari di possibile applicazione in alcune città italiane che potrebbero accogliere la funivia come sistema di trasporto urbano. L’Italia, infatti, che pure è ricca di funivie negli impianti sciistici alpini, non conosce applicazioni in ambito cittadino. Il Comune di Genova ha presentato, nell’ambito di un progetto europeo, una proposta per collegare tramite funivia l’aeroporto con la città. Clickutiliy On Earth, organizzatrice di Citytech, sta svolgendo una prima analisi per individuare altre aree “pilota”. In molte città estere, le funivie sono una realtà. A Londra è in funzione una funivia che attraversa la City da Nord a Sud sorvolando il Tamigi. Completamente elettrica, con impianti fotovoltaici nelle stazioni di arrivo, è stata inaugurata per le Olimpiadi del 2012, finanziata interamente dalle line aeree Emirates, e in poco più di un anno ha trasportato quasi due milioni di passeggeri. Molti gli esempi dall’America: dagli Stati Uniti e soprattutto dall’America del Sud. Di questo e di molto altro, si parlerà a Citytech. A Milano, Fabbrica del Vapore, 28 e 29 ottobre.

Citytech ha il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, della Provincia di Milano, della Regione Lombardia, di AMAT (Agenzia Mobilità Ambiente Territorio) e Aipark. L’evento è realizzato da Clickutility on Earth, in collaborazione con il Comune di Milano. Per informazioni: citytech.eu e per partecipare: info@citytech.eu. Seguiteci anche su Facebook e su Twitter!

Fonte: eco dalle città