Contiamoci: una community per le buone pratiche

In poche settimane oltre 1600 persone hanno aderito alla rete delle buone pratiche.

A metà fra community e social network, Contiamoci mette in rete associazioni e persone che contribuiscono con le loro buone pratiche a una nuova visione del mondo. Fondata da Greta Golia e Silvano Stralla Contiamoci.com si propone di collaudare su larga scala comportamenti che domani saranno normali. Convinti che la conoscenza venga prima delle pratiche Golia e Stralla offrono un’importante vetrina di comportamenti e pratiche, ma anche di prodotti, imprese e progetti che propongono una nuova visione del mondo. Quattro sono gli step per partecipare a questo social network: 1) ci si registra con la propria e-mail, 2) si scoprono le buone pratiche segnalate da altri, 3) collaudarne qualcuna e cliccare su Contami in modo da valutare quanto la pratica è stata condivisa, 4) proporre un’idea nuova alla community che farà la stessa cosa collaudando la buona pratica con te. Molto spesso l’essenza di un’idea è racchiusa in piccoli dettagli. Quando ho conosciuto Greta Golia e Silvano Stralla mi hanno dato un volantino stampato sul lato bianco di un foglio recuperato da una fotocopia. Un piccolo gesto rivelatore di come si possa cominciare dal piccolo a cambiare davvero le cose. In poche settimane la piattaforma ha raggiunto le 611 buone pratiche, dal baratto all’intonaco con l’argilla, dall’autoproduzione di sapone con l’olio di frittura al lavoro agricolo volontario in cambio di ospitalità ed esperienze. Le buone pratiche sono suddivise per sezioni e taggate. Una sezione del sito è dedicata a prodotti, associazioni, organizzazioni e imprese a basso (o nullo) impatto ambientale, da Bla Bla Car ad Altrescarpe, dalle cassette di prodotti agricoli che arrivano a casa alle filastrocche su misura. Per aggiungersi alla community di oltre 1600 utenti è sufficiente registrarsi su Contiamoci.com e seguire le istruzioni.Immagine-620x458

Fonte:  Contiamoci

Eco-vacanze in condivisione: 5 modi di fare eco-turismo a piccoli prezzi

Di anno in anno, le famiglie italiane si vedono costrette a fare tagli sempre più stringenti alle spese che minacciano di svuotare il loro portafogli. Così, shopping e vacanze sono le prime voci ad essere depennate dalla lista dei ‘desideri’.eco

Eppure, il successo della share economy ci mostra come il concetto di ‘condivisione’ possa essere applicato anche alle voci considerate “di lusso”. Insomma, viaggiare a piccoli prezzi è ancora possibile. Ecco allora 5 alternative per non rinunciare a viaggiare, ad essere amici dell’ambiente, ma senza spendere un patrimonio.

1. Condividere l’ospitalità

L’house sharing è una pratica oramai estremamente diffusa in tutto il mondo, che sta dilagando anche in Italia. Vuoi visitare una città, senza spendere cifre da capogiro? Esistono delle community e dei siti specializzati dove poter cercare ospitalità in casa di altre persone. Alcune chiedono il pagamento di cifre non troppo alte altri semplicemente offrono lo scambio della propria ‘magione’ con un’altra, Avere a disposizione un appartamento per i viaggiatori è un ottimo modo per immergersi totalmente nella realtà del posto, vivendo come un locale. Questi i principali siti di riferimento: homexchange.com , homelink.comscambiocasa.it e l’ultra-famoso airbnb.it Se poi l’idea di trovarsi soli in casa di sconosciuti non ci aggrada, è sempre possibile cercare solo un posto letto in qualche casa dislocata sul globo: couchsurfing.org è una community dove gli swapper possono incontrarsi e offrire o cercare un divano dove dormire (il couch del nome, appunto!) durante il proprio viaggio, contenendo di molto i loro budget. Per chi viaggia con famiglia al seguito, invece, è possibile trovare sistemazioni a costo zero o a prezzo molto basso tramite l’aiuto della community Familylink Travel. Infine, per chi non volesse rinunciare al comfort di una struttura turistica e sentirsi coccolato dalle premure dell’albergo, esistono agriturismi e B&B che, attraverso la riscoperta del vero significato di vacanze nella natura, offrono ospitalità in cambio di piccole prestazioni di lavoro (es. giardinaggio, cura dell’orto, servizi fotografici, piccole riparazioni, ecc.). Ci sono anche B&B eco-sostenibili che possono offrire ospitalità in cambio di traduzioni di parte del sito web o piccole riparazioni; B&B D’Eco (a Milano, offre soggiorno in cambio di lavori di tappezzeria); B&B Il Richiamo del Bosco (scambia alloggio con aiuto nella legnaia e nei lavori di giardinaggio) e tanti altri ancora, che anche solo per una settimana offrono un soggiorno in cambio di aiuto.

2. Condividere la barca

Viaggiare in barca a vela può essere un’esperienza entusiasmante, ma non è sempre facile mettere insieme una compagnia per dividere l’affitto e le spese del viaggio. Portali come sailsquare.it consentono agli utenti di incontrarsi e aggregarsi per formare un equipaggio e salpare verso le mete desiderate, condividendo tutto o parte del viaggio.
3. Condividere gli spostamenti

Siamo dubbiosi sulla rete di trasporto pubblico che troveremo arrivati alla nostra meta? Oppure dobbiamo affrontare uno spostamento che non è coperto in maniera adeguata dai mezzi di trasporto, ma noleggiare un auto costerebbe troppo? Cerchiamo un passaggio su portali come  blablacar, che consentono a driver e passeggeri di mettersi in contatto per offrire o cercare passaggi. Oltre a scegliere la tratta desiderata, sarà possibile avere già informazioni sui costi, scegliere il tipo di viaggio e di compagnia che ci attende (fumatori, non fumatori, con animali, autostrade, strade statali, amanti delle chiacchiere, discreti o silenziosi, ecc.), avere informazioni sulla tipologia di mezzo di trasporto e sul comfort a bordo, oltre che individuare i punti di incontro per salire e scendere.

4. Condividere la convivialità

La scelta di un ristorante in cui mangiare cucina tipica del posto è il momento più rischioso per cadere nelle cosiddette “trappole per turisti”, fatte da ristoranti che affermano di offrire cucina locale, che si rivela spesso scadente e dal conto molto salato. Per non incappare in questi tranelli e assaporare una cucina più autentica, contenendone i costi, oggi è possibile cenare addirittura a casa di gente del posto, condividendo il cibo e le abitudini. Alcune community di riferimento attive soprattutto nel mondo anglosassone sono: newgusto.com,cookening.comeatwith.com

5. Condividere gli itinerari

Il tempo per scoprire una città si rivela sempre insufficiente per conoscerne a pieno i luoghi salienti. Così è possibile affidarsi, a costi contenuti, a guide locali che, pianificando assieme ai viaggiatori e in base al tempo a disposizione, potranno costruire un itinerario esplorativo personalizzato, che consentirà di vedere tutti i luoghi caratteristici, uscendo dagli schemi classici proposti dai percorsi standard. Vayable.com è un sito dove poter pianificare il proprio percorso esplorativo. Restando in tema di “esplorazione”, per chi ama camminare in mezzo alla natura, ma vuole condividere questa esperienza con persone esperte del posto, vengono in aiuto portali come socialtrekking.it, dove è possibile, una volta stabilita la meta, trovare compagni di tragitto e affidarsi ad una guida locale esperta che potrà suggerire, oltre a percorsi interessanti, anche eventuali strutture dove alloggiare a costi ridotti. L’economia della condivisione ha aperto nuove frontiere anche ai viaggi, che non sono più un lusso di pochi, ma un privilegio di tutti coloro che sono in grado di esplorare il mondo con nuovi occhi e con una mente più aperta a condividere con gli altri.

Fonte: tuttogreen.it

Decoro Urbano, arriva la community. E funziona!

Un filo diretto tra i cittadini e la pubblica amministrazione che permetta di segnalare disagi, disservizi e degrado nella propria città: da oggi esiste anche in Italia, si chiama Decoro Urbano – WE DU e, ve lo garantisco, funziona davvero.

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Smartphone alla mano, occhio vigile e piglio da “citizen journalist”Decoro Urbano vuole fondere la praticità delle nuove tecnologie alla potenza dei social media per collegare con un filo diretto ed invisibile la pubblica amministrazione locale con i cittadini, un modo per riappropriarsi delle proprie città. Lo diciamo spesso che il decoro urbano e la tutela degli ambienti urbani dovrebbe rappresentare una priorità per ogni sindaco: se il primo ambiente che gli italiani vivono sono le loro splendide città, viene da sè che la vivibilità delle stesse debba essere un elemento di priorità per le pubbliche amministrazioni. Roma, Milano, Torino, Napoli, Decoro Urbano ormai è sempre più capillare, uno strumento per chi ha voglia contribuire attivamente alla cura della propria città, ad incrementare una (co)scienza civica dimenticata tra le brutture delle periferie, l’abbandono dei centri storici, le emergenze rifiuti, il traffico bestiale:

Dopo uno studio delle realtà analoghe nell’ambito dell’e-government (tra tutte, le grandi community di SeeClickFix e MySociety), abbiamo scelto di offrire Decoro Urbano come servizio alla comunità. Lo abbiamo voluto gratuito, per tutti. Con una pagina per ciascuno degli oltre ottomila comuni italiani.

si legge sulla pagina web di Decoro Urbano. Nato, cresciuto, sviluppato e pubblicizzato unicamente in rete, Decoro Urbano ha dato vita ad una community sempre più larga: la linea che ci si è dati, gaberiana per la verità, di “libertà è partecipazione” ha coinvolto in fretta anche molti Comuni Attivi, che vedono in questo nuovo strumento un’occasione per restituire le città agli abitanti:

Le istituzioni hanno risposto positivamente e mentre arrivano le adesioni dei Comuni Attivi, il progetto continua ad essere presentato in tutte le realtà sensibili alle tematiche di e-government. Nel frattempo Decoro Urbano è diventata la prima applicazione offerta alle P.A. attraverso Wikitalia, un grande progetto per favorire l’open data e incoraggiare la partecipazione cittadina. Perchè User Generated Content ci piace, ma Citizen Generated Content ci piace anche di più.
In linea con i principi fondativi di wikitalia, oggi Decoro Urbano si è ulteriormente evoluto in un progetto open source. I dati delle segnalazioni, inoltre, vengono rilasciati con licenza Creative Commons 3.0.

Decoro Urbano è molto semplice: basta scaricare l’applicazione per iOS o Android, iscriversi (per farlo si può anche semplicemente collegare il proprio account Facebook) e girare per la propria città. I propri occhi, la nostra capacità di osservare, faranno il resto:

[…] User Generated Content ci piace, ma Citizen Generated Content ci piace anche di più.

si legge sul sito del progetto. Usare l’applicazione ed inviare segnalazioni è piuttosto semplice, per i meno pratici ci sono comunque le linee guida, e la segnalazione arriverà al Comune Attivo in cui ci si trova: provare per credere, personalmente non mi è ancora capitato di segnalar nulla ma ho avuto feedback entusiastici da numerose persone.

Un Comune Attivo ha accesso ad un pannello di controllo per monitorare costantemente il territorio, ottimizzando la gestione degli interventi. Decoro Urbano è una grande banca dati che mostra in modo completamente trasparente segnalazioni relative all’intera superficie nazionale. Anche un comune non attivo può dunque visualizzare la mappa in tempo reale, così come i cittadini possono portare all’attenzione dell’amministrazione le proprie istanze servendosi degli strumenti offerti gratuitamente da Decoro Urbano.

Attualmente è possibile inviare segnalazioni in merito alla gestione dei rifiuti, alla manutenzione ed alla segnaletica stradale, al degrado delle zone urbane verdi, al vandalismo e alle sempre più odiate affissioni abusive, di cui vi abbiamo parlato proprio pochi giorni fa (oggi le primarie del centrosinistra a Roma).

Oggi ben 4.213.651 cittadini hanno questa opportunità: perchè non sfruttarla?

Fonte: Decoro Urbano – WE DU