Colori da piante e minerali dalle mani dell’artigiano

Prepara colori naturali utilizzando principalmente le piante e lavora pigmenti minerali naturali, poi da questi prepara acquerelli. Lui è Carlo Ferrara e ha messo in piedi un’attività per fornire a chiunque voglia avvicinarsi alla pittura e all’arte una scelta di materie prime completamente naturali. «Per ricollegarsi alla natura» spiega.9643-10415

Carlo Ferrara lavora a Seregno, provincia di Monza e Brianza, e con la sua attività, “Nila Colori”, produce  acquerelli e pigmenti completamente naturali.

In che modo i prodotti che forniti sono differenti dagli altri che si trovano in commercio?
Si distinguono per il fatto di essere prodotti mediante una lavorazione completamente artigianale, in cui la stessa persona si occupa di tutte la fasi del processo, dall’ideazione allo sviluppo alla realizzazione del prodotto finale. I pigmenti di origine vegetale sono preparati a partire dalle piante essiccate da cui viene estratto il colore, che poi viene fissato su di un supporto minerale fino ad avere così la polvere colorata che è il pigmento stesso, materia prima da cui si può preparare qualsiasi forma di pittura (acquerello, ad olio, tempera), diversa a seconda del tipo di legante con cui il pigmento viene unito. I pigmenti minerali vengono invece acquistati da fornitori che ci offrono la sicurezza di avere delle tecompletamente naturali estratte da cave. Gli acquerelli vengono preparati esclusivamente con questi pigmenti, triturati con una miscela di gomme vegetali, di cui la più importante è la gomma arabica di tipologia Kordofan, la più pregiata, e glicerina, anch’essa vegetale, che consente di avere, in seguito all’essiccazione, un cubetto che non si crepa e che allo stesso tempo si mantiene sufficientemente elastico e mai eccessivamente secco. La peculiarità di Nila Colori sta quindi nel fornire all’artista o al semplice appassionato acquerelli di fascia alta in cui le materie prime siano completamente identificabili nella loro origine, non solo vegetale e animale (avendo tra i nostri colori anche quello proveniente dalla cocciniglia), ma anche minerale.

Qual è il messaggio che volete mandare al consumatore con la vostra scelta ecologica?

Nila Colori è interessata a proporre un modello di impresa che si basa completamente sul lavoro artigianale, in cui l’artigiano stesso, eventualmente aiutato da collaboratori, si occupa di tutte le fasi del lavoro, adoperando così contemporaneamente mani, testa e cuore per giungere al prodotto finale. Questo giungerà nelle mani dell’artista, che analogamente utilizzerà i suoi tre centri per la realizzazione di un’opera, come già farebbe con altri strumenti. Quello che si è perso negli ultimi anni (si potrebbe dire che ciò sia accaduto lentamente nel corso di tutto il ‘900), è il collegamento tra l’artista e la Natura da cui proviene il colore che utilizza. Se infatti è vero che anche il petrolio, materia prima per diverse molecole di partenza per l’ottenimento dei colori organici moderni, è naturale, è anche vero che l’artista non ha un legame cosciente dentro di sé tra lo strumento che sta utilizzando e il ruolo che possedeva in natura prima di essere trasformato. Sta in questa riflessione quello che noi intendiamo con “naturale” quando parliamo dei nostri colori. Infatti per ciascuno di essi può essere individuata una chiara origine: si può avere cioè una chiara immagine di ciò che era prima che venisse sottratto dal suo luogo di sviluppo per entrare a far parte del ciclo dell’arte. Perciò, se si utilizzerà un rosso proveniente dalla robbia (Rubia tinctorum), una radice di una pianta diffusa in varie parti del mondo, è possibile, desiderandolo, acquisire un certo grado di coscienza di ciò che si sta utilizzando. Si può fare un discorso analogo se si utilizza un’ocra gialla naturale proveniente dalla miniere della Provenza. In questo modo è possibile chiudere il ciclo dell’Arte, che parte dalla Natura per tornare alla Natura, in ogni aspetto di essa, anche negli strumenti utilizzati. Tutto ciò senza rinunciare alla qualità di essi.

C’è mercato? C’è sensibilità per apprezzare la vostra proposta?

Il lavoro di promozione che abbiamo svolto finora tramite i social network ha ricevuto un feedback molto positivo ed entusiastico. Crediamo quindi che un gran numero di persone abbia sviluppato una certa sensibilità e senta la necessità di sentirsi di nuovo parte dell’Universo in cui vive, non solo a livello puramente mentale, poiché la vera filosofia richiede l’esperienza del corpo.

Come vi è venuta l’idea di mettere in piedi questa attività?

I meccanismi con cui un’idea viene alla nascita non riescono ad essere completamente spiegati con le parole. E’ come passeggiare in un bosco per godersi la sua aria ed i suoi canti, perdersi nei suoi sentieri e trovare un gran numero di funghi porcini. Quello che è certo è che alla base di Nila Colori ci sia stato il mio desiderio di svolgere un’attività artigianale che mi consentisse di lavorare materie di origine naturale per ottenere da esse qualcosa che potesse essere utile all’essere umano. Storicamente da ciò che è disponibile in natura si sono preparati principalmente medicine e colori: essendo l’ambito della produzione di fitoterapici piuttosto saturo, mi sono diretto verso i colori. Un’altra esigenza a cui Nila Colori risponde è anche quella di nutrire il desiderio di bellezza presente in tutti noi.01_10b

Fonte: ilcambiamento.it

Foliage, quando le foglie ne combinano di tutti i colori

L’Autunno fa venire in mente nebbia, pioggia e altri fattori meteo nefasti? Non è detto che questi siano gli unici risvolti di una stagione autunnale ormai in pieno svolgimento. Uno dei suoi aspetti migliori è il ‘cambio d’abito’ che le piante ci regalano.DSCN1212_500x300-400x250

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Così, insieme alle caldarroste e ai primi caminetti accesi, in molti si accorgono che la Natura cambia gradualmente colore, anche in città. Il momento è magico: alberi e cespugli di tante specie assumono tinte che vanno dal giallo a tutta la scala cromatica dei rossi, dal marrone all’arancione, fino ad arrivare addirittura al viola. Il fenomeno è ben visibile in molte zone collinari e rurali. E c’è chi ha reso questo momento magico un vero e proprio richiamo per il turismo, nostrano e non. Ci sono alcuni luoghi dove il fenomeno attira gli appassionati, i semplici curiosi e i fotografi, che possono osservare di persona questa spettacolare fase di transizione. Ecco alcune mete dove si può guardare da vicino il meraviglioso fenomeno di fall foliage, detto anche, con un’espressione inglese che indica l’estate di San Martino, indian summer.

In Italia: 

  • lungo la strada tra San Marcello Pistoiese e l’Abetone, nell’Appennino Tosco-Emiliano, le tonalità dei boschi vanno dal giallo all’arancione intenso. Anche sulle colline del modenesegli occhi rimarranno appagati dalla vista delle vigne, che in questo periodo si tingono di giallo, arancio e persino di viola.
  • tra la Valle Aurina e la Val di Tures, i boschi che costeggiano il torrente Aurino, tra San Giovanni e Campo Tures, regalano spettacolari riflessi di luce e colore, da ammirare per tutti gli appassionati di trekking e fotografia.
  • i giardini di Trauttmansdorff a Merano: i giardini di Sissi, i Boschi del Mondo e l’orto botanico offrono una panoramica notevole, tra latifoglie nordamericane eaceri giapponesi. 

All’estero: 

  • le mete più famose per ammirare il foliagesono gli Stati nord americani del New England, del Vermont, del Maine e il Québec. Sono molti i tour operator che organizzano viaggi ed escursioni nei boschi nordamericani, dove si possono ammirare i forti contrasti e le variazioni cromatiche degli aceri, dall’intenso rosso scuro, dei pioppi dorati e delle betulle che, nel periodo tra Ottobre e Novembre, diventano di un porpora intenso. Alcuni turisti seguono persino il corso della stagione dal Sud al Nord della costa atlantica, via via che il foliage ‘sale’ dalle zone più temperate al clima rigido delle zone più al settentrione, che ovviamente arrivano a cambiare colore più tardi.

Una meraviglia della Natura che si trasforma in risorsa turistica, pur rispettando i tempi e i ritmi legati all’alternarsi delle stagioni, è un bellissimo esempio di turismo eco-sostenibile.

Fonte: tuttogreen.it

Come coltivare le orchidee

Il fascino intramontabile delle orchidee resta uno dei doni più preziosi che la Natura sia in grado di offrire. Ogni fiore è un favoloso mix di colori, di eleganti geometrie e morbide forme che vive nella perfezione di una bellezza difficilmente eguagliabile. Non a caso, il nome della più conosciuta e diffusa orchidea al mondo, la ‘Phalaenopsis’, deriva dalla caratteristica forma ‘a farfalla’ del fiore (‘Phalaena= farfalla e ‘Opsis= simile) ed è stato coniato nel 1752 dal botanico Carl Ludwig Blumead che ammirò un esemplare di orchidea nell’isola di Giava, in Indonesia.orchidea-400x250

La scoperta della pianta, però, risale al 1600 per merito di George E. Rumphis, un botanico tedesco che per primo descrisse e disegnò la bellissima pianta dell’Herbarium Amoinense’ assegnandole il nome di ‘Angraecum album majus’.,

La bellezza esotica delle orchidee è di origine equatoriale: sono piante dei tropici che però riescono ad adattarsi anche ad altri climi e ambienti molto diversi da quello di provenienza. Nonostante l’intrinseca delicatezza del fiore e della pianta in generale, riuscire a coltivare un’orchidea anche tra le mura domestiche non è affatto impossibile: basta adottare gli accorgimenti giusti e dedicarle tutta la cura e la dedizione che merita.orchid

Vediamo dunque come coltivare un’orchidea in vaso e quali sono le tecniche fondamentali che occorre padroneggiare.

Per prima cosa bisogna tenere presente che le foglie (in genere 2-6 grandi, carnose e di colore verde scuro) sono importantissime per la vita della pianta: non avendo un vero bulbo sfrutta il fogliame per immagazzinare l’acqua. L’apparato radicale è molto fitto e ramificato, tale da consentire un’adesione perfetta al substrato, ma anche estremamente vulnerabile. Per questo motivo, quando si esegue un trapianto, bisogna fare molta attenzione a non danneggiar le radici.

Preparazione del vaso e del substrato. Dal momento che l’ambiente ottimale per l’orchidea è umido (70%) e tendenzialmente caldo, l’ideale sarebbe sistemare il vaso su un sottovaso con dell’argilla espansa o ghiaia che avremo cura di bagnare periodicamente per evitare che le radici entrino a diretto contatto con l’acqua, evitando pericolosi ristagni che potrebbero dar vita a marciumi.

  1.  I materiali da utilizzare per il rinvaso delle orchidee possono essere diversi ma con caratteristiche comuni: non devono trattenere eccessivamente l’acqua fino ad inzupparsi e devono asciugare rapidamente. Sono indicati sia materiali di origine vegetale (sfagno, torba si sfagno, osmunda, foglie di faggio, corteccia di sughero, ecc) o di origine minerale (pomice, argilla espansa, perlite, ecc). La scelta varia in funzione della specie e della tecnica di coltivazione adottata (sospesa o a terra).

Esposizione e temperatura. Come detto, le orchidee sono piante tropicali, quindi amano la luce ma non l’esposizione diretta ai raggi del sole. La posizione migliore è a sud o a est, dietro una tenda che filtri i raggi del sole senza oscurare. In genere la temperatura degli appartamenti (22-23°), soprattutto d’inverno, è ideale per le esigenze della pianta ma l’illuminazione è fondamentale per vedere sbocciare i fiori.orchiedea-250x150

A temperature superiori ai 35°, le orchidee possono prosperare purché posizionate in una zona d’ombra ventilata,sufficientemente umida e non soggetta ad escursioni termiche o correnti d’aria che potrebbero danneggiare la pianta. Una volta individuato il posto giusto della casa per la vostra orchidea, desistete dal trasferirla all’aperto con l’inizio della bella stagione. Innaffiatura. La quantità d’acqua deve essere strettamente necessaria a mantenere il substrato sempre umido. Dopo la fioritura è necessario ridurre ulteriormente l’innaffiatura per permettere alla pianta di vivere il suo fisiologico ‘riposo’. In estate o in zone climatiche particolarmente calde, le innaffiature devono avvenire 2-4 volte a settimana, mentre in inverno è sufficiente 1 sola volta (tranne per quelle sospese). Il consiglio è di innaffiare la mattina ed evitare i ristagni vaporizzando l’acqua (meglio se piovana) sulle foglie.

Concimazione. La soluzione nutritiva ottimale deve essere composta dal doppio dell’azoto rispetto a fosforo e potassio, cambiata con una frequenza che va dai 7-15 giorni alle 3-4 settimane, a seconda della specie e della stagione. Se le condizioni di umidità, luce e temperatura risulteranno idonee allo sviluppo, la pianta vi regalerà fioriture durature e colorate per diverse settimane, anche 2 – 3 volte all’anno e soprattutto nei mesi invernali (da dicembre ad aprile). Per stimolare la fioritura l’orchidea ha bisogno di ‘sentire’ un leggero sbalzo termico notturno per almeno due settimane (intorno ai 16 C°) e una luce leggermente meno intensa del solito. Siete pronti per cimentarvi in questa affascinante sfida?

Fonte: tuttogreen.it

8. Sana motivazione e relax

18:00 – SPORT10

Quasi il 60% della popolazione pratica dello sport almeno una volta la settimana, mentre molti europei ricaricano le proprie energie con dei trattamenti di benessere. Un’illuminazione appropriata assicura un senso di benessere – anche la notte, quando numerosi atleti amatoriali amano allenarsi o rilassarsi. L’illuminazione artificiale deve essere progettata con cura e considerare la natura dello sport, la velocità di movimento e la localizzazione di atleti e spettatori. Lo sport rappresenta una forma di intrattenimento popolare anche coloro che non lo praticano. Un numero sempre maggiore di eventi sportivi sono trasmessi in televisione, richiedendo livelli di luce altamente direzionali con basso riflesso e privi di emissioni di luce fastidiose.

Gli effetti più significativi dell’illuminazione sono:

> Orientamento degli apparecchi di illuminazione ed indirizzamento della luce per consentire un’attività sportiva ed una trasmissione televisiva adeguate

> Livelli di luce e colore appropriati anche per gli sport più veloci

> Illuminazione d’atmosfera in grado di motivare e di rilassare

Fonte: CELMA-ELC

 

Foliage, quando le foglie ne combinano di tutti i colori

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L’Autunno fa venire in mente nebbia, pioggia e altri fattori meteo nefasti? Non è detto che questi siano gli unici risvolti di una stagione autunnale ormai in pieno svolgimento. Uno dei suoi aspetti migliori è il ‘cambio d’abito’ che le piante ci regalano. Così, insieme alle caldarroste e ai primi caminetti accesi, in molti si accorgono che la Natura cambia gradualmente colore, anche in città. Il momento è magico: alberi e cespugli di tante specie assumono tinte che vanno dal giallo a tutta la scala cromatica dei rossi, dal marrone all’arancione, fino ad arrivare addirittura al viola. Il fenomeno è ben visibile in molte zone collinari e rurali. E c’è chi ha reso questo momento magico un vero e proprio richiamo per il turismo, nostrano e non. Ci sono alcuni luoghi dove il fenomeno attira gli appassionati, i semplici curiosi e i fotografi, che possono osservare di persona questa spettacolare fase di transizione. Ecco alcune mete dove si può guardare da vicino il meraviglioso fenomeno di fall foliage, detto anche, con un’espressione inglese che indica l’estate di San Martino, indian summer.

In Italia: 

  • lungo la strada tra San Marcello Pistoiese e l’Abetone, nell’Appennino Tosco-Emiliano, le tonalità dei boschi vanno dal giallo all’arancione intenso. Anche sulle colline del modenese gli occhi rimarranno appagati dalla vista delle vigne, che in questo periodo si tingono di giallo, arancio e persino di viola.
  • tra la Valle Aurina e la Val di Tures, i boschi che costeggiano il torrente Aurino, tra San Giovanni e Campo Tures, regalano spettacolari riflessi di luce e colore, da ammirare per tutti gli appassionati di trekking e fotografia.
  • i giardini di Trauttmansdorff a Merano: i giardini di Sissi, i Boschi del Mondo e l’orto botanico offrono una panoramica notevole, tra latifoglie nordamericane e aceri giapponesi. fall-foliage-vermont

All’estero: 

  • le mete più famose per ammirare il foliage sono gli Stati nord americani del New England, del Vermont, delMaine e il Québec. Sono molti i tour operator che organizzano viaggi ed escursioni nei boschi nordamericani, dove si possono ammirare i forti contrasti e le variazioni cromatiche degli aceri, dall’intenso rosso scuro, dei pioppi dorati e delle betulle che, nel periodo tra Ottobre e Novembre, diventano di un porpora intenso. Alcuni turisti seguono persino il corso della stagione dal Sud al Nord della costa atlantica, via via che il foliage‘sale’ dalle zone più temperate al clima rigido delle zone più al settentrione, che ovviamente arrivano a cambiare colore più tardi.

Una meraviglia della Natura che si trasforma in risorsa turistica, pur rispettando i tempi e i ritmi legati all’alternarsi delle stagioni, è un bellissimo esempio di turismo eco-sostenibileautumn_foliage

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Fonte: tuttogreen