Colorado, il fiume Animas contaminato dopo un incidente in una miniera d’oro

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Quasi quattro milioni di litri di liquido provenienti da una miniera d’oro hanno tinto di un anomalo color senape il fiume Animas che scorre in Colorado, nei pressi di Durango. Lo sversamento del liquido contaminato è avvenuto a una velocità di 548 litri al minuto: i residui metallici di cadmio, arsenico, rame, piombo e zinco hanno contaminato il corso d’acqua alcuni giorni fa mentre gli uomini dell’EPA (l’agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti) erano impegnati nei lavori di pulizia per trattare le acque reflue. L’incidente ha avuto gravissime conseguenze sulle città che alimentano il proprio sistema idrico grazie al fiume Animas e che si sono viste costrette a chiudere i propri impianti. Il colore giallo sta progressivamente svanendo, ma i tossicologi sostengono che ci potranno essere effetti sulla salute per molti anni a venire. “Si tratta di un vero e proprio disastro. Questi livelli sono scioccanti” ha detto Max Costa, presidente del dipartimento di medicina ambientale presso la New York University School of Medicine.L’esposizione a livelli elevati di questi metalli può causare una serie di problemi alla salute fra cui il cancropatologie renali e problemi nello sviluppo dei bambini. Il livello di piombo nel fiume Animas è 12mila volte superiore a quello consentito dall’EPA, mentre l’arsenico è presente in quantità 800 volte superiori ai livelli consentiti.

Fonte:  CNN

Foto | Youtube

Colorado, norme più severe per le perdite di metano da fracking

Per la prima volta viene definita una regolamentazione pubblica del settore, che ridurrà inquinamento e emissioni di gas serra

Il Colorado, primo negli USA, sta per approvare una legge che regolamenterà in modo più stringente le perdite di metano legate all’estrazione dello shale gas. Le lobby del petrolio hanno cercato inutilmente di contrastare queste norme che imporranno controlli più severi e standard più alti per ridurre l’inquinamento ed evitare perdite di gas nel sistema. Secondo il Governatore democratico dello Stato, l’effetto delle nuove norme sarà equivalente a rimuovere tutte le auto dalle strade. Le aziende del settore propagandano il metano ottenuto con il fracking come un’alternativa più ecologica del carbone, dal momento che 1 kWh prodotto dalla combustione del gas produce il 40% in meno di emissioni di CO2; tuttavia, poichè il metano ha un global warming potential pari a 34 volte quello della CO2 su un arco di 100 anni, le perdite di gas di fatto vanificano i vantaggi rispetto al carbone.Anti-Fracking Protest March

Il problema è serio, perchè si stima che in tutti gli USA le emissioni di metano siano dal 50 al70% in più di quelle dichiarate, mentre lo stato più frakerato dell’Unione, il North Dakota, perde il 30% del suo metano in operazioni di venting e flaring. La regolamentazione del Colorado, che impone di ridurre le perdite del 95%, può rappresentare dal punto di vista politico la fine del laissez-faire per l’industria petrolifera e il ritorno all’iniziativa pubblica. Quattro città dello Stato si sono espresse contro il fracking sul proprio territorio, preoccupate per il consumo di acqua  e l’impatto ambientale, che si è già manifestato durante il fenomenale alluvione dello scorso settembre, che ha allagato centinaia di pozzi da fracking e vasche di raccolta dei fanghi di trivellazione, contaminando le acque superficiali e di falda su un’area molto vasta.

 

Fonte: ecoblog

Fracking e terremoti: per i sismologi statunitensi c’è rapporto di causa-effetto

Secondo i geologi americani il terremoto di magnitudo 5,3 del 22 agosto 2011 a Trinidad fu provocato dal metodo estrattivo che sfrutta la pressione idrica nelle faglie sotterranee162832115-594x350

Quello che era solo un sospetto ora ha legittimazione scientifica: i terremoti che si stanno verificando tra New Mexico e Colorado sono provocati dal fracking ovvero dai pozzi di iniezione dell’acqua. A denunciarlo non sono la stampa o le associazioni ambientaliste statunitensi, ma un gruppo di ricercatori dello U.S. Geological Survey  che è intervenuto qualche giorno fa alla convention annuale del Seismological Society of America, tenutasi a Salt Lake City. Per Justin Rubinstein, uno degli artefici assoluti della ricerca, è il fracking la causa dell’aumento del numero e dell’intensità dei terremoti. Alla pericolosità sismica che fino a qualche tempo fa si basava solo e soltanto sui rischi tettonici naturali, si aggiungono ora le cause dell’intervento umano. Secondo il rapporto del gruppo di lavoro di Rubinstein uno dei più grandi terremoti connessi all’iniezione artificiale di acqua nel sottosuolo è stato quello registrato il 22 agosto 2011 a Trinidad, in Colorado. Quel giorno la scossa di magnitudo 5,3 provocò la frattura di alcuni muri, la caduta di comignoli nel centro storico e l’evacuazione di numerose persone. Nella regione interessata dallo studio i terremoti hanno avuto un brusco aumento dopo il 2001, cioè due anni dopo l’inizio delle prime pratiche di fracking nella zona. Nel decennio 2001-2011 i terremoti di magnitudo 3 sono stati 20 volte più numerosi rispetto al periodo 1970-2001. Una cifra che evidenzia il peso dell’attività umana e che ha convinto l’USGS ad approfondire le proprie indagini. Anche perché il Governo americano non ha nessuna intenzione di porre fine a questo tipo di pratica, anzi. Per Barack Obama il fracking è una delle strade da percorrere per rendere il proprio Paese indipendente dal punto di vista energetico.

Fonte:  Live Science