Come costruire una casa passiva

Una casa passiva è un edificio costruito o trasformato in modo tale da non necessitare né del riscaldamento d’inverno né dell’aria condizionata in estate, con notevoli benefici per la nostra salute e per l’ambiente. Con un’accurata pianificazione e un’attenta scelta dei materiali è possibile ottenere un edificio di questo tipo con costi ragionevoli

La coibentazione, l’isolamento termoacustico per ottenere un casa passiva

Il concetto non è nuovo, è ormai dalla fine degli anni ottanta che i criteri per ottenere edifici passivi sono ben definiti, questi consentono di costruire case che siano ottimizzate al punto da non richiedere quasi di essere riscaldate, anche nei freddi inverni del nord Europa, o raffreddate nelle calde estati mediterranee. I metodi e materiali per coibentare un edificio sono molti, anche se intervenire su un edificio esistente limita di molto le opzioni e incrementa i costi, costringendo a compromessi e richiedendo di costruire un ‘cappotto’ sull’esistente. Nel caso di un edificio di nuova costruzione, che è quello che stiamo considerando, il tipo di coibentazione è parte integrale della progettazione e la sua corretta pianificazione è essenziale per il successo del progetto. Molte delle opzioni disponibili sono equivalenti in quanto a qualità e risultati, ma il tipo di casa, il clima locale e l’esposizione suggeriscono di volta in volta quale sistema e materiale siano più adatti. Oltre a metodo e materiali, il sistema di circolazione dell’aria deve essere studiato con estrema cura. Utilizzando coibentazioni efficienti si corre il rischio di avere case completamente sigillate nelle quali il ricambio d’aria è insufficiente, oppure, come con i muri in paglia, ci si può ritrovare con una casa che è piacevolmente calda d’inverno senza necessitare riscaldamento, ma diventa insopportabilmente calda d’estate.

Esempi di materiali naturali per l’isolamento termo-acustico di case ecologiche. Immagini da web, copyright con gli autori delle singole immagini

La pianificazione e la scelta dei materiali

La progettazione iniziale fatta da un professionista è essenziale, è facile immaginare i costi e le problematiche del dover correggere errori che coinvolgono tutta la trama dell’edificio e che si rivelano solo a lavori terminati quando si va a vivere nella casa.

L’obiettivo è di avere un ambiente che sia caldo d’inverno senza necessitare riscaldamento, fresco d’estate senza necessitare condizionamento d’aria, sano nell’aver muri traspiranti e un sistema di circolazione dell’aria che consenta sia il ricambio con l’esterno che una distribuzione uniforme della temperatura in tutto l’edificio. La cosa è possibile e con un’accurata pianificazione e scelta di materiali si possono contenere i costi entro limiti ragionevoli. Si deve comunque ricordare che l’investimento per la coibentazione di una casa passiva ed ecologica è necessariamente più alto di quello di una costruzione convenzionale, ma il risparmio in costi di riscaldamento e climatizzazione, il guadagno in salute e la riduzione di impatto ambientale compensano ampiamente questi costi.

I metodi più diffusi per isolare termicamente ed acusticamente pareti e tetti di una casa passiva ecologica includono: la paglia, la lana, la canapa, la fibra di legno, la carta riciclata, il sughero; chiaramente infissi e vetri sono un discorso collegato ma a parte. Questi materiali vengono forniti in una varietà di formati: a pannelli rigidi, tappeti, materassi, blocchi, sfusi, ciascuno adatto a diverse applicazioni all’interno dell’edificio. Nello scegliere i materiali si deve fare attenzione ai componenti e i metodi di produzione. Ci sono materiali compositi (come i pannelli di fibra di legno) che a volte vengono prodotti usando collanti che non sono ecologici e sani, oppure altri che lo sono ma richiedono lavorazioni nocive per l’ambiente. I criteri che devono informare le decisioni su tecniche e materiali sono tanti, ma la scelta è ormai ampia e le informazioni accessibili, quindi basta un po’ di pazienza per fare delle scelte appropriate, con l’assistenza di personale esperto.casa-passiva3

Nella costruzione di una casa di legno e paglia la scelta quasi ovvia è di isolare anche il tetto con la paglia. La controindicazione può essere che, come per i muri, lo spessore del tetto è notevole, quindi aumenta il volume totale dell’edificio (o ne riduce il volume interno), l’altro problema possibile è il surriscaldamento della casa, per evitare il quale occorre massima attenzione nel progettarne la ventilazione.

La lana è un materiale piacevole e semplice da utilizzare, imbottire un tetto o delle intercapedini con materassini di lana è un lavoro rapido, pulito e semplice che produce risultati di efficienza termica ed acustica eccellenti. La lana è disponibile in materassini, tappeti e sfusa per applicazioni diverse, è sana, è un prodotto tipico italiano che era paradossalmente divenuto un rifiuto speciale, quindi una buona scelta sotto molti punti di vista.

La canapa è disponibile in una gran varietà di formati che includono tappetini ideali per sottopavimenti, materassini adatti a intercapedini e tetti, pannelli rigidi da utilizzare al posto di quelli di cartongesso, fibra sfusa di varie densità da essere iniettata in spazi poco accessibili o mescolata con la calce per lavori di riempimento e superficie. Tra i vari materiali la canapa è tra i più sani, flessibili, durevoli, facili da usare e la cui produzione, un tempo diffusissima in Italia, potrebbe avere una ricaduta positiva sull’ambiente e la creazione di nuovi lavori. Esiste una gran varietà di pannelli e blocchi da costruzione e coibentazione in fibra di legno. Questi generalmente utilizzano scarti di lavorazione e vengono compattati a pressione. Nella scelta di questi materiali è necessario accertarsi del tipo di legno che è stato usato e che non vi siano collanti o altri componenti chimici potenzialmente dannosi alla salute o l’ambiente. La gamma di formati disponibili rende la fibra di legno adatta a molte applicazioni e rapida da mettere in opera.casa-passiva2

La carta riciclata, sia sfusa che in pannelli, è un’alternativa interessante che in certe situazioni si può rivelare adatta e più economica di altri sistemi.

Il sughero è un ottimo materiale naturale, ma è costoso e ci sono obiezioni per quanto riguarda la sua raccolta.

Per quanto riguarda le specifiche tecniche, i vari coefficienti di assorbimento termico e acustico, i comportamenti riguardo umidità e traspirazione, troverete indicazioni in alcuni dei siti indicati qui di seguito. Includiamo alcuni links per ciascuno dei materiali citati che vi possono aiutare in una prima esplorazione. Come sempre questi sono solo un punto di partenza per aiutarvi nei primi passi in un mondo tutto da scoprire.

Lana di pecora
http://www.edilana.com/prodotti.asp
http://www.maiano.it/edilizia/naturtherm-wo-isolante-termoacustico-in-lana-di-pecora.html
http://www.isolantelanadipecora.it/pannelli-isolanti-in-lana-di-pecora.html
http://www.edilportale.com/prodotti/nordtex/rotoli-in-lana-di-pecora/klimalan-plus_71650.html
http://www.infobuildenergia.it/notizie/isolamento-termico-e-acustico-in-lana-di-pecora-5077.html
http://www.centrodellisolante.com/lanadipecora.htm
http://online.artimestieri.com/it/6-pannelli-morbidi-in-lana-di-pecora

Canapa
http://www.maiano.it/edilizia/naturtherm-ca-isolante-termoacustico-in-fibra-di-canapa.html
http://www.equilibrium-bioedilizia.it/it/prodotto/canabium-truciolato-di-canapa
http://www.masacoustics.it/shop/pannelli-fonoassorbenti-2/fonoassorbenti-non-rifiniti/panelli-fonoisolanti-in-fibra-di-canapa-isolkenaf/
http://www.vicariuscanapa.it/it/prodotti/vicarius-canna-flex-7/
http://www.centrodellisolante.com/canapa.htm
http://www.archiexpo.it/fabbricante-architettura-design/isolante-canapa-4897.html

Fibra di legno
http://naturalia-bau.it/it/prodotti/coibentazione-parete/
http://naturalia-bau.it/it/prodotti/coibentazione-tetto/pavatherm/
http://www.homatherm.com/it/materiali-isolanti/pannelli-isolanti-pressurizzati/
https://www.celenit.com/it/celenit-fl-150.php
http://www.3therm.it/Prodotti/3therm-INSULATION/Isolanti-termici-in-fibra-di-legno/MULTITHERM-110.aspx
http://www.fibradilegno.com/
http://www.nordtex.it/f.asp?id_famiglia=7

Carta riciclata
http://www.infobuild.it/approfondimenti/isolante-in-carta-riciclata/
http://isofloc.ch/it/i-nostri-prodotti-isolanti/
http://www.geatec.it/isolamento-termico
http://www.kenaf-fiber.com/it/isolcell.html

Sughero
https://www.tecnosugheri.it/cappotto/
http://online.artimestieri.com/it/pannelli-sughero-termico-naturale/21-sughero-pannelli-da-1-a-10cm-di-spessore-isolamento-termico-acustico-per-tetti-cappotti-e-pavimenti.html
https://www.architetturaecosostenibile.it/materiali/isolanti/sughero-isolante-termico-vantaggi-materiale-naturale-008/
http://www.lis.it/
https://www.coverd.it/cappotto-con-pannelli-di-sughero-bioverd/
http://biosughero.it/30-sughero-isolante

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2017/05/ripensare-abitare-3-come-costruire-una-casa-passiva/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

 

 

La coibentazione dei tubi del riscaldamento: come fare l’isolamento per evitare la dispersione di calore

La coibentazione dei tubi del riscaldamento previene la dispersione del calore. E grazie a una guaina isolante si può risparmiare sui consumi energeticicoibentareitubi

La coibentazione dei tubi del riscaldamento, prevenendo la dispersione del calore, consente di risparmiare sui consumi energetici. Una guaina isolante sui tubi dell’acqua permette di isolarli ottimizzando il flusso proveniente dalla caldaia e diretto verso i termosifoni.  Ogni inverno ci si chiede come poter risparmiare qualcosa dall’accensione del riscaldamento e dall’uso di acqua calda. Un consiglio allora è quello di evitare la dispersione di calore e il conseguente spreco di energia isolando termicamente i tubi che portano l’acqua calda nelle nostre case. La maggior parte di questi passano all’interno dei muri o sotto i pavimenti, ma quelli all’esterno sono sempre più soggetti alla dispersione termica. Usando delle apposite guaine isolanti, reperibili ovunque e a basso costo, si può riuscire a ridurre di una buona percentuale lo spreco di energia. Le guaine per l’isolamento dei tubi si possono trovare nei reparti specializzati dei centri fai da te e sono di tre differenti tipi:

1) nastri di spugna autoadesivi,

2) tubi flessibili di spugna rivestita di plastica

3) tubi rigidi di poliuretano espanso con una fessura laterale che si può chiudere con il nastro isolante.

Le guaine dovrebbero avere uno spessore adeguato, calcolato in base alle temperature e all’umidità dell’ambiente circostante, spiega Manualino:

In sede di realizzazione dell’impianto le guaine devono essere infilate nei tubi, facendo solo attenzione a lasciare scoperti i tratti ove si devono eseguire saldature o giunzioni.Sugli impianti gia’ esistenti invece e’ necessario procedere ad un taglio longitudinale delle guaine, spalmando un leggero strato di colla sui due lembi, attendere qualche minuto per far evaporare i solventi della colla e quindi congiungere le due superfici da incollare esercitando una giusta pressione al fine di ottenere una chiusura sigillata. Per quanto riguarda il montaggio il procedimento prevede il taglio dei pezzi a seconda della lunghezza dei tubi e tagli a 45° per i raccordi a T. Oltre ad acquistare l’isolante per i tubi è necessario essere provvisti di un seghetto per tagliarli. Queste guaine sono disponibili in differenti colori e con caratteristiche diverse, per dare la possibilità di coibentare diverse tipologie di tubi. Per qualcuno potrà anche essere ovvio, ma per altri si tratta di un piccolo investimento, semplice e rapido, che può aiutare a ridurre la spesa in bolletta.

Fonte:  Manualino

 

Risparmio energetico: come isolare le finestre col fai-da-te e pagare meno nella bolletta

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Non è solo un fatto di sostenibilità ambientale: isolamento, coibentazione e altre forme di risparmio energetico offrono tutta una serie di benefici in termini fisici e psichici, oltre che un alleggerimento notevole delle nostre bollette. Secondo alcune ricerche, infatti, circa la metà dell’energia che consumiamo per raffreddare o riscaldare una casa viene semplicemente persa perché le nostre abitazioni non sono ben isolate. Alcune tecniche di isolamento ci possono infatti aiutare a ridurre le nostre spese energetiche di circa il 40%, rendendo i nostri ambienti più freschi d’estate e più caldi d’inverno. Non solo: coibentazione e isolamento ci aiutano a ridurre muffa e umidità, apportando benefici alla nostra salute. Tra l’altro, un immobile con classe energetica migliore aumenterà il proprio valore nel tempo. Avevamo già visto insieme qualche tempo fa (a questo link) alcune tecniche che possono aiutarci a raggiungere un forte risparmio energetico. Oggi, vedremo com’è possibile isolare termicamente le nostre finestre di casa, con il fai-da-te e spendendo una cifra relativamente bassa. La dimostrazione di come questo sia possibile, viene dall’esperienza di Ivan Piga, ex elettricista che si è messo in testa di rendere la propria abitazione completamente autonoma dal punto di vista energetico ed economico.

Ecco il video in cui spiega il procedimento che ha utilizzato per l’isolamento delle sue finestre:

Dopo aver rimosso dagli infissi la vernice vecchia con dei pezzi di vetro, la superficie è stata levigata a mano con della carta vetrata a diverse grane (40-60-100-150). Successivamente, è stato passato dell’olio paglierino e infine dell’impregnante color palissandro. Ultimo passaggio: due verniciate di flatting lucido trasparente. Si passa poi ai perni della finestra, trattati anch’essi con della carta abrasiva, prima a grana 40 e successivamente a 100 per la rifinitura. I perni sono stati ridipinti con della vernice acrilica. Il passaggio principale riguarda ovviamente le finestre vere e proprie. Il procedimento è simile a quello degli infissi: rimozione della vernice con pezzetti di vetro, passaggio successivo con carta vetrata a diverse grane (sempre da 40 a 150). Lavate le superfici con acqua e sapone, vi è stata poi applicata una soluzione antitarlo: tutte le operazioni vanno effettuate all’aria aperta, per sicurezza. Anche in questo caso, effettuare una passata di olio paglierino e impregnante di color palissandro, applicato con un tampone (un semplice fazzoletto riempito di cotone) per evitare lo spiacevole effetto delle strisce dovute all’utilizzo del pennello. Per proteggere le superfici dalla pioggia e dal sole, si applicano poi tre strati di flatting trasparente lucido: la prima col pennello, le successive con il tampone. Occorre poi procurarsi i vetri, stando attenti alle misure e al materiale delle finestre a cui vogliamo applicarli. Nel caso di Ivan, lo spessore ottimale è risultato essere 1 cm a vetro, dal momento che il telaio non era molto resistente. In base alle proprie esigenze specifiche, si possono prevedere spessori diversi. Per fissare i vetri e permettere l’isolamento è necessario passare accuratamente del silicone per tutta la lunghezza della finestra. Una vecchia cornice per quadri è stata poi riutilizzata come ulteriore fissaggio, insieme al posizionamento strategico di alcuni chiodini, in punti particolarmente delicati. Guarnizioni in gomma sono state infine applicate lungo tutti gli angoli della finestra e incollate con un adesivo specifico per il legno: questo eviterà la fuoriuscita del calore dalla casa. La spesa finale, secondo i calcoli di Ivan, è stata di circa 104 euro, anche se bisogna dire che una parte del materiale è avanzato per le altre finestre dell’abitazione. Tra l’altro, nelle foto che mostra, sembrano ancora in perfette condizioni, dopo due anni di utilizzo. C’è chi potrebbe obiettare che prodotti come ad esempio il flatting non sono esattamente sostenibili o ecologici. In commercio esistono delle varianti, a base di acqua, ugualmente efficaci e meno tossiche. La storia di Ivan ha davvero qualcosa di unico nel suo genere. Rimasto disoccupato, fa di necessità virtù: dopo aver venduto la sua vecchia casa, decide di comprarne una a basso costo ristrutturandola completamente. E decide di farlo, puntando tutto sul, la coibentazione delle superfici e l’isolamento termico. Grazie al suo lavoro costante è riuscito a eliminare quasi del tutto i propri costi in bolletta: sostiene, infatti, di spendere circa 800 euro annui in risparmio energetico elettricità, ma grazie ai suoi pannelli fotovoltaici, ne guadagna circa 700. Il suo obiettivo è quello di realizzare una casa “che si mantiene da sola”. La sua storia è stata raccontata di recente in un programma radio: al link, l’intervista a Ivan.

(Foto: www.yourhomeand.com)

Fonte: ambientebio.it

5 consigli per risparmiare e rendere la casa ecologica

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Rendere la propria casa ecologica è un dovere che ognuno di noi dovrebbe rispettare: una casa eco-friendly, infatti, non solo fa risparmiare sugli sprechi energetici, ma fa anche un favore al pianeta, limitando di molto lo spreco delle sue preziosissime risorse. Inoltre, è assolutamente il caso di approfittare della Legge di Stabilità per apportare le giuste modifiche alla propria casa, usufruendo delle convenienti detrazioni fiscali. Ecco 5 consigli per rendere la vostra casa ecologica.

Scegliere il piano energetico

Il primo passo per limitare i consumi superflui di energia è optare per un piano energetico pensato appositamente per voi.  Questo significa scegliere i fornitori di energia più convenienti per la vostra situazione e per i vostri consumi. Consultate indirizzi web come questo www.facile.it/energia-luce-gas/compagnie.html  che raccolgono tutti i prezzi e le offerte di diversi fornitori di energia e rendono più facile la scelta della tariffa migliore. La caduta del monopolio Enel ha  abbassato i costi energetici, creando un mercato concorrenziale attraverso il quale è possibile risparmiare molto sulla bolletta.
Installare i pannelli fotovoltaici

Una delle soluzioni migliori per risparmiare le risorse del pianeta, utilizzando energia pulita, è senza dubbio l’installazione dei pannelli fotovoltaici: questi strumenti consentono di immagazzinare l’energia del sole e di sfruttarla per la luce elettrica e per il riscaldamento dell’acqua. Utilizzando i pannelli solari, non solo coprirete i vostri consumi, ma potrete anche vendere l’energia in esubero e metterla a disposizione degli altri. Gli impianti fotovoltaici costano, ma sarà una spesa che si ripagherà molto velocemente.

 

Sfruttare il calore geotermico

I raggi solari diretti non sono l’unica fonte di energia pulita che potete sfruttare per risparmiare sugli sprechi energetici. Anche il sottosuolo, infatti, fornisce un grande quantitativo di calore: ancora una volta merito dei raggi solari, il cui calore viene immagazzinato dal terreno. Il segreto sta nel saperlo sfruttare: in commercio è possibile trovare numerosi impianti in grado di sfruttare la geotermia per riscaldare gli ambienti della casa, e per risparmiare tanti soldi.

Utilizzare i doppi vetri

Una delle cause maggiori degli sprechi energetici è rappresentata dalla dispersione del calore dell’abitazione verso l’esterno: colpa dei vetri e degli infissi, normalmente non in grado di mantenere costante il calore all’interno dell’abitazione. Per questo motivo, il consiglio è di procedere all’acquisto e all’installazione dei doppi vetri, in grado di proteggere la vostra casa dalle fughe di calore. Utilizzare i doppi vetri può portare anche al risparmio di svariate centinaia di euro ogni anno, sempre che li utilizziate nel modo corretto: lasciare aperte le finestre, infatti, vanificherebbe tutto.

Proteggere le mura esterne dell’abitazione

Un altro metodo per risparmiare sui consumi è dotare la propria abitazione di una struttura in grado di mantenere il calore all’interno della casa: la logica è la stessa alla base dei doppi vetri, ma i vantaggi sono decisamente maggiori. Si può proteggere la propria casa ricoprendola con un cappotto, una sorta di fodera esterna montata al di fuori dell’abitazione, oppure procedere alla coibentazione interna delle pareti con la tecnica dell’insufflaggio.

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L.P.

COIBENTAZIONE DEL TETTO

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La coibentazione del tetto consiste nell’isolamento termico del tetto al fine di contenere le perdite di calore che si disperde al di fuori di un edificio attraverso la copertura esterna. Gli interventi volti al miglioramento dell’isolamento termico delle coperture sono generalmente affidati ad un materiale isolante o ad un sistema aggiuntivo. Gli interventi per la coibentazione del tetto si distinguono in due categorie: copertura a falde inclinate oppure copertura piana.

Vantaggi della coibentazione del tetto

Il tetto è un elemento che potenzialmente può disperdere molto calore. Tuttavia isolarlo è un’operazione semplice che può essere realizzata contestualmente agli interventi di manutenzione, oppure quando si installano pannelli solari termici o fotovoltaici. Un intervento di isolamento del tetto accompagnato da un’adeguata regolazione dell’impianto di riscaldamento conduce a risparmi energetici ed economici ancora maggiori.

Opzioni tecniche alternative

Ecco di seguito la descrizione degli interventi più comuni per l’isolamento del tetto:

copertura a falde inclinate sottotetto abitabile:

l’isolante (polistirene espanso o poliuretano) viene applicato direttamente sulla struttura delle falde del tetto (che può essere in listelli di legno, ferro, o travetti prefabbricati);

copertura a falde inclinate sottotetto non abitabile:

l’intervento consiste nell’isolamento termico dell’ultima soletta, effettuato sul lato esterno. Il sistema consiste nella posa in opera “a secco”, sull’esterno della soletta pulita, di uno strato di barriera al vapore, costituita da fogli di polietilene. Successivamente è collocato lo strato isolante, senza alcuna protezione superiore. Sono usati isolanti in granuli e fibre minerali in feltro;

copertura piana con isolante interno:

l’intervento prevede la coibentazione del solaio dall’interno tramite la posa in opera di pannelli isolanti, in genere già finiti e solo da tinteggiare, da incollare sull’intradosso della soletta. In altri casi si utilizza un pacchetto costituito da componente isolante e gesso rivestito con alluminio. Lo spessore dei pannelli è definito in base alle dispersioni termiche della copertura, ma comunque non è mai inferiore a 2 cm;

copertura piana con isolante esterno:

l’intervento prevede l’applicazione al di sopra della struttura esistente di un nuovo strato isolante, di un nuovo manto impermeabile e, infine, di una protezione del manto stesso (che può essere in ghiaia ed argilla espansa se il manto non è praticabile, oppure pavimentazione se è praticabile). L’isolante impiegato deve essere impermeabile all’acqua, avere un basso coefficiente di dilatazione al calore e una buona resistenza meccanica. Possono essere impiegati isolanti quali polistirene estruso e vetro cellulare.

Serramenti

Verifica della tenuta dei serramenti

Le infiltrazioni provenienti dalle finestre comportano degli eccessivi rinnovi d’aria, con le relative dispersioni di calore. E’ poi buona norma controllare le guarnizioni che si trovano sulle battute delle ante e se si hanno vecchi modelli di serramenti che non hanno guarnizioni è consigliato provvedere all’installazione. Piccole infiltrazioni d’aria dal telaio possono essere eliminate attraverso l’uso del silicone.

Isolamento delle superfici vetrate

Se le finestre hanno un solo vetro si può sostituire il singolo vetro con un doppio vetro (se risulta possibile), aggiungere un secondo serramento (dietro o davanti a quello vecchio), sostituire tutto il serramento con uno nuovo (con vetrocamera), applicare tendaggi pesanti davanti alle finestre (non davanti ai termosifoni), installare una pellicola solare riflettente sulle superfici dei vetri delle finestre. La pellicola oltre a consentire di stare più caldi in inverno e più freschi in estate, permette anche di avere privacy durante le ore diurne, trattiene le schegge in caso di frantumazione del vetro ed evita anche il passaggio della radiazione ultravioletta.

Cassonetto

Bisogna controllare anche le dispersioni di calore dal cassonetto e questo perchè è uno dei punti di notevole dispersione di calore (anche perchè molto spesso non è isolato). Aggiungere isolante è un intervento molto semplice e poco costoso, dove c’è spazio sufficiente si può applicare almeno 2cm di pannello isolante.

Fonte: web

IL TERZO RESPONSABILE

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La legge prevede la possibilità di delegare la responsabilità dell’esercizio e della manutenzione dell’impianto ad un altro soggetto, il terzo responsabile, purché questi sia dotato di sufficienti competenze tecniche ed organizzative. Il terzo responsabile deve essere, infatti, una ditta che possieda almeno l’abilitazione, rilasciata dalla Camera di Commercio o dall’Albo delle Imprese Artigiane, ai sensi della legge n. 46 del 1990. Per gli impianti individuali, l’occupante dell’alloggio rimane responsabile del rispetto delle norme relative alle temperature interne dell’alloggio e ai periodi di accensione dell’impianto, anche se decide di affidare le altre responsabilità ad un terzo responsabile.

DELEGA

L’Amministratore o l’occupante dell’alloggio può quindi scegliere tra:

  • • delegare una ditta (almeno qualificata ai sensi della legge n. 46 del 1990) nominandola terzo responsabile dell’esercizio e della manutenzione dell’impianto; in questo caso è obbligatorio redarre e sottoscrivere, da parte del terzo responsabile, un atto di assunzione delle responsabilità e consegnarne copia all’amministratore o all’occupante l’alloggio; il terzo responsabile è tenuto a comunicare all’Ente Locale competente la propria nomina e anche le eventuali revoche o dimissioni dall’incarico;
  • • mantenere la responsabilità dell’impianto ed affidare ad una ditta (almeno qualificata ai sensi della legge n. 46 del 1990) il controllo la manutenzione e le verifiche strumentali periodiche. In questo caso l’amministratore o l’occupante dell’alloggio provvederà a riportare sul libretto di centrale (di impianto) i risultati delle verifiche eseguite dalla ditta.

VERIFICA DEL RENDIMENTO

Le verifiche strumentali che la legge impone di fare periodicamente consistono nella misura della temperatura dei fumi che fuoriescono dalla caldaia, del loro contenuto di ossigeno o di anidride carbonica (CO2), di monossido di carbonio (CO), di particelle incombuste. I valori rilevati servono per calcolare il rendimento di combustione della caldaia, cioè il suo grado di efficienza.

È evidente che una caldaia poco efficiente spreca energia ed è per questo che sono stati fissati, in base alla potenza della caldaia, dei limiti minimi di rendimento. Se il rendimento della caldaia, misurato con le analisi strumentali, scende al di sotto di tali limiti si deve intervenire con la manutenzione oppure, in ultima analisi, si deve procedere alla sostituzione della caldaia stessa. Le caldaie, che non rispondano ai valori minimi di rendimento neanche in seguito agli interventi di manutenzione, devono essere sostituite entro 300 giorni.

CONTROLLO E MANUTENZIONE

Per sfruttare al meglio l’energia contenuta nel combustibile, per garantire la sicurezza e proteggere l’ambiente, l’impianto di riscaldamento deve essere ben tenuto e correttamente regolato. Proprio per questo la legge impone che su tutti gli impianti, almeno una volta all’anno, venga  effettuato un intervento di controllo e manutenzione eseguito secondo quanto richiesto dalle norme UNI e CEI e secondo le indicazioni fornite dal costruttore nel libretto di uso e manutenzione della caldaia.

REQUISITI

L’incaricato della manutenzione deve avere i requisiti di legge per poter intervenire sull’impianto e riparare tutti gli eventuali malfunzionamenti. Deve quindi essere una ditta abilitata ai sensi della legge n. 46 del 1990.

OPERAZIONI

Il manutentore deve eseguire il controllo e la eventuale manutenzione dell’impianto (e non della sola caldaia) conformemente alle istruzioni tecniche fornite dal costruttore l’impianto, o in mancanza di queste, secondo le istruzioni dei fabbricanti i componenti dell’impianto termico e, se anche queste non disponibili, secondo le prescrizioni delle normative UNI e CEI vigenti. La nuova normativa (D.P.R. 551/99) fornisce un modulo di rapporto di controllo tecnico (allegato H) nel quale sono riportate le principali operazioni che, almeno una volta l’anno, il manutentore deve compiere in mancanza di specifiche indicazioni. Al termine dell’intervento, il manutentore deve compilare e sottoscrivere un rapporto che anche il responsabile dovrà sottoscrivere per ricevuta e conservarne copia insieme alla documentazione di impianto. Nel caso di impianti autonomi questo rapporto di controllo e manutenzione, si identifica con l’allegato H al D.P.R. 551/99. I principali riferimenti normativi sulle operazioni di manutenzione sono i seguenti:

  • • Impianti autonomi: UNI 7129, UNI 7131, UNI 10436;
  • • Impianti centralizzati: UNI 9317, UNI 8364, UNI 10435.

CHI VERIFICA?

LE PROVINCE

I compiti di verifica sull’osservanza delle norme per il contenimento dei consumi energetici negli edifici sono stati affidati alle Province dal decreto legislativo “Bassanini” (D. L. 112/98). Tuttavia, le leggi regionali attuative del decreto e i Piani Energetici Regionali, possono disporre diversamente, attribuendo le verifiche anche ai Comuni (se superano i 40.000 abitanti). Per questo motivo, per ulteriori informazioni è opportuno rivolgersi presso l’ufficio competente della propria Provincia o del proprio Comune.

L’ENEA

Le ditte convenzionate con gli Enti locali ed incaricate dei controlli non possono, nel contempo svolgere la funzione di responsabili di impianto e devono essere tecnicamente idonee a svolgere il compito affidato. L’ENEA svolge corsi di formazione per l’aggiornamento professionale di tali tecnici, e, su richiesta degli Enti locali ne accerta l’idoneità tecnica.

DICHIARAZIONE

L’impegno richiesto agli Enti Locali per questi controlli è sicuramente gravoso. Pertanto la legge consente che, per gli impianti autonomi, sia possibile inviare all’ente locale competente il rapporto di controllo tecnico (allegato H) debitamente compilato. In questo caso i controlli saranno effettuati con cadenza biennale solo ad un campione degli impianti corrispondenti ai rapporti di controllo pervenuti. Saranno comunque controllati tutti gli impianti centralizzati e gli impianti autonomi di cui non sia pervenuto il rapporto di controllo tecnico.

SANZIONI

Le sanzioni a carico del responsabile dell’impianto che non rispetti il D.P.R. n. 412 del 1993 sono elevate: da 516‐2.600,00 Euro.

 

Fonte: web

I VARI SISTEMI,ADEMPIMENTI,LIBRETTO MANUTENZIONE

VALV TERMOST

Negli impianti a colonne montanti è necessario misurare quanta energia consumano, singolarmente, tutti i radiatori e quindi installare un contabilizzatore di calore su ogni radiatore. Il sistema più semplice per gestire l’impianto secondo le proprie esigenze e avere anche la possibilità di consumare meno, consiste nel sostituire le valvole manuali dei radiatori con valvole termostatiche in modo da regolare, stanza per stanza, la temperatura desiderata. Con qualche lavoro in casa si possono installare valvole termostatiche motorizzate sui radiatori ed un interruttore orario (timer). Collegando elettricamente le valvole al timer si potranno aprire o chiudere i radiatori in base agli orari scelti. La regolazione delle valvole termostatiche assicurerà poi la temperatura desiderata stanza per stanza. La quantità di calore consumata da ogni radiatore e registrata dai contabilizzatori deve essere letta, periodicamente, da un tecnico incaricato all’Amministratore  Tuttavia, alcuni tra i sistemi di contabilizzazione più recenti permettono di evitare che la lettura dei consumi sia fatta all’interno dell’appartamento, radiatore per radiatore: ogni contabilizzatore, infatti può trasmettere via radio i dati ad una centralina, installata ad esempio nell’androne, dalla quale l’incaricato della lettura potrà prelevare i dati relativi ai consumi di tutti gli appartamenti. Negli impianti a zone, basterà installare un solo contabilizzatore di calore per ogni appartamento. Con un cronotermostato (collegato ad una elettrovalvola sulla tubazione di mandata dell’acqua calda all’appartamento  si potrà poi gestire autonomamente il calore. Normalmente sia l’elettrovalvola che il contabilizzatore vengono installati in una cassetta di distribuzione posta sul pianerottolo (da dove partono e arrivano i tubi di mandata e di ritorno). I contabilizzatori calcolano il calore consumato dall’appartamento misurando la portata e la temperatura dell’acqua di mandata e la temperatura di quella di ritorno (contabilizzatori entalpico).

COSTI

È bene tenere in considerazione che l’installazione di un sistema di contabilizzazione del calore, specialmente in edifici esistenti, deve essere affidata a ditte specializzate che, prima di procedere, devono verificare l’adeguatezza della caldaia dei radiatori e della rete di distribuzione. In linea generale si può dire che per un appartamento con 8‐10 radiatori, in un immobile di 20 alloggi il costo dell’installazione di un sistema di contabilizzazione si aggira intorno ai 1.500,00‐ 1.800,00 Euro ad appartamento. Il servizio di lettura e di ripartizione delle spese costa circa 5,00‐ 6,00 Euro all’anno per ogni radiatore.

PER ESSERE IN REGOLA…

TEMPERATURA MASSIMA

Durante la stagione di riscaldamento, la temperatura media degli ambienti delle abitazioni non deve superare i 20°C (con una tolleranza di 2°C).

PERIODO E NUMERO DI ORE

Il periodo dell’anno nel quale è consentito tenere in funzione gli impianti di riscaldamento e il numero massimo giornaliero di ore di accensione dipendono dal clima della località dov’è ubicato l’edificio. L’Italia è stata suddivisa in 5 zone climatiche dalla A, la più calda, alla F, la più fredda in funzione del numero dei “Gradi Giorno”: quanto più alto è il valore dei Gradi Giorno (GG) tanto più il clima è rigido. Ad esempio: nella zona climatica A si trovano poche località molto calde, come le isole di Salina e Lampedusa; Palermo e Reggio Calabria appartengono alla fascia B; Napoli, Bari, Imperia alla C; Roma, Firenze, Ancona alla D; in fascia E si trovano Milano, Torino, Venezia, L’Aquila; nella F solo località montane come Cortina D’Ampezzo e Abetone. Per conoscere con esattezza in quale zona climatica è situato un immobile, e quindi in quale periodo dell’anno si possono accendere gli impianti di riscaldamento e per quante ore al giorno, basterà rivolgersi al Comune. In caso di condizioni atmosferiche eccezionalmente avverse, si possono accendere gli impianti di riscaldamento, anche al di fuori dei periodi previsti, per non oltre la metà delle ore massime giornaliere normalmente consentite: non è necessario richiedere alcuna autorizzazione.

INTERRUZIONE NOTTURNA

L’orario giornaliero di riscaldamento può essere frazionato in due o più periodi ma, comunemente, l’impianto deve essere spento, di notte, tra le 23 e le 5. In alcuni casi è possibile mantenere sempre acceso l’impianto. Le limitazioni alla durata giornaliera del riscaldamento, spesso causa di disaccordo tra i condomini, non si applicano, tra gli altri:

  • • agli impianti a pannelli radianti (generalmente a pavimento);
  • • agli impianti centralizzati dotati di una sonda di temperatura esterna e di un programmatore sigillato che regoli la temperatura interna almeno su due livelli: a 20° nelle ore previste dalla tabella precedente e a 16° per quelle eccedenti (attenuazione notturna);
  • • agli impianti centralizzati in edifici dotati di un sistema di contabilizzazione del calore e di un programmatore per ogni appartamento mediante il quale si possa regolare la temperatura interna su almeno due livelli;
  • • agli impianti individuali regolati da un programmatore con le caratteristiche del caso precedente
  • • agli impianti condotti mediante contratti di servizio energia.

Nei casi 2, 3, e 4 inoltre, la caldaia deve avere un buon rendimento, non inferiore a valori limite prefissati per le caldaie di nuova installazione.

RESPONSABILITÀ

In passato, la gestione degli impianti di riscaldamento centralizzati era affidata all’Amministratore del condominio che, a sua volta, incaricava un tecnico o una ditta di fiducia. Per gli impianti individuali era il proprietario stesso, o l’affittuario, a spegnere e accendere, a regolare temperature ed orari, a decidere se e come fare la manutenzione. Dall’entrata in vigore del D.P.R. n. 412 del 1993 la normativa è diventata molto più precisa attribuendo la responsabilità dell’esercizio e della manutenzione dell’impianto ad un unico soggetto. Per gli impianti condominiali la responsabilità è dell’Amministratore; nel caso di impianti individuali, è di chi occupa l’alloggio a qualsiasi titolo, quindi non solo del proprietario ma, a seconda dei casi, dell’inquilino, dell’usufruttuario ecc. Il responsabile deve conoscere quali sono gli adempimenti di carattere amministrativo e tecnico che regolano gli aspetti della sicurezza e del risparmio di energia e deve disporre affinché questi vengano rispettati.

GLI ADEMPIMENTI

Cosa deve fare, in concreto, il responsabile di un impianto di riscaldamento?

Sicurezza

  • • Deve accertare che sia stata rilasciata la “dichiarazione di conformità” dell’impianto che ne attesti la rispondenza alle norme di sicurezza. Per gli impianti costruiti dopo il 13.3.90, questa dichiarazione deve essere stata rilasciata al proprietario dall’installatore.
  • • Per gli impianti più vecchi è necessario controllare che essi siano in regola avvalendosi,se necessario, dell’aiuto di un professionista. Questi, o lo stesso proprietario, compilerà una dichiarazione sostitutiva di conformità. Tutti gli impianti avrebbero dovuto essere adeguati entro il 31 dicembre 1998. L’accertamento della rispondenza alle norme di sicurezza deve, tra l’altro, riguardare l’integrità ed il corretto posizionamento dei tubi di adduzione del combustibile (metano, gasolio ecc…) e degli eventuali serbatoi, l’esistenza di un’adeguata apertura per l’ingresso dell’aria, che il camino non sia ostruito, ecc…

Efficienza

  • • Deve mantenere la caldaia in buona efficienza per non sprecare energia e inquinare quanto meno possibile. A tale proposito deve fare in modo che sia effettuato un intervento di manutenzione almeno una volta all’anno e, con cadenze diverse in relazione alla potenza, la verifica strumentale delle prestazioni della caldaia (analisi dei fumi).

Libretto di centrale o di impianto

  • • Deve compilare e conservare il libretto di centrale (per gli impianti di potenza superiore ai 35 kW), o il libretto di impianto (per quelli di potenza inferiore), una vera e propria carta di identità dell’impianto che contiene, oltre ai dati del proprietario, dell’installatore e del responsabile della manutenzione, la descrizione dei principali componenti dell’impianto, delle operazioni di manutenzione, delle verifiche strumentali e dei controlli effettuati da parte degli Enti Locali. Questo libretto deve essere compilato inizialmente dall’installatore nel caso di caldaie nuove, mentre nel caso di impianti già esistenti dovrà essere preparato dal responsabile dell’impianto stesso, per esempio fotocopiando il modello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale o acquistandolo nelle librerie specializzate. Nel caso di impianti individuali, quando l’occupante lascia l’appartamento, il libretto deve essere riconsegnato al proprietario o a colui che subentra nell’alloggio. Il libretto di impianto e di centrale deve essere conservato presso l’appartamento o l’edificio in cui è installato l’impianto.

Tabella

Deve esporre, nel caso di impianto termico centralizzato, una tabella con l’indicazione del periodo annuale di esercizio dell’impianto, dell’orario giornaliero di attivazione prescelto, delle generalità e

domicilio del responsabile dell’esercizio e della manutenzione dell’impianto.

fonte: blog

COME AVERE SEMPRE LA TEMPERATURA GIUSTA

TERMOREGOLAZIONE

I SISTEMI DI REGOLAZIONE

COSA SONO

La progettazione dell’impianto e la scelta della potenza della caldaia, si basano sul calcolo delle dispersioni termiche dell’edificio, in presenza di determinate condizioni climatiche e di esposizione. L’impianto, infatti, deve essere dimensionato per assicurare il comfort interno anche in presenza di punte eccezionali di freddo e, comunque alle temperature minime medie della zona. In pratica queste condizioni climatiche si verificano per un periodo di tempo relativamente breve durante tutta la stagione di riscaldamento. Se si continuasse a fornire all’edificio la stessa quantità di calore, indipendentemente dal valore della temperatura esterna, si avrebbe un surriscaldamento degli ambienti interni e, di conseguenza, un notevole spreco di energia. I sistemi di regolazione hanno quindi lo scopo di mantenere la temperatura all’incirca costante negli ambienti interni, indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne. La regolazione può essere effettuata in modi diversi, in relazione al tipo di impianto, al grado di precisione e di automatismo che si vuole raggiungere.

IMPIANTI CENTRALIZZATI

Generalmente gli impianti centralizzati sono dotati di una centralina di controllo (programmatore)

con la quale:

  • • vengono impostatati i tempi di accensione dell’impianto;
  • • viene regolata automaticamente la temperatura di mandata dell’acqua ai radiatori sulla base della temperatura esterna, rilevata con una sonda di temperatura. La centralina agisce su una valvola (a 3 o 4 vie) che miscela l’acqua calda di mandata con quella fredda di ritorno. In questo modo, al variare della temperatura esterna, si riesce con una certa approssimazione, a mantenere costante la temperatura dell’edificio (per esempio a 20°C). Nel caso di edifici nuovi o di ristrutturazione di impianti termici, è prescritta l’installazione di centraline che diano la possibilità di regolare la temperatura ambiente, almeno su due livelli sigillabili nell’arco delle 24 ore (per esempio 20°C di giorno e 16°C di notte). La regolazione degli impianti centralizzati, intervenendo esclusivamente sulla temperatura dell’acqua dei radiatori, non tiene conto che, se l’impianto non è ben progettato ed equilibrato, nelle diverse zone dell’edificio spesso si stabiliscono temperature diverse come succede tra il primo piano e l’ultimo, tra le facciate esposte a sud e quelle a nord, tra gli appartamenti d’angolo e quelli interni, e così via. Spesso, per assicurare un buon comfort agli alloggi più freddi si aumenta la temperatura dell’acqua di mandata, con il risultato di surriscaldare quelli più caldi e di sprecare energia.

IMPIANTI INDIVIDUALI

Negli impianti individuali a servizio di una sola unità immobiliare è frequente e consigliabile l’installazione di un programmatore che accende e spenge automaticamente la caldaia:

  • • in base alla temperatura ambiente scelta (termostato);
  • • in base alla temperatura ambiente e ad orari prefissati (cronotermostato).

Con questo sistema di regolazione, si realizza, con migliore approssimazione, l’obiettivo di mantenere la temperatura costante al variare delle condizioni climatiche esterne. Inoltre, è possibile scegliere orari di accensione più adatti alle esigenze di chi occupa l’alloggio, sempre nel rispetto degli orari e delle temperature fissate dalla legge. Anche negli impianti individuali, negli edifici nuovi o nel caso di ristrutturazioni, è obbligatorio l’uso di un cronotermostato regolabile su due livelli di temperatura.

VALVOLE TERMOSTATICHE

Sia negli impianti centralizzati che in quelli individuali si sono fatti grandi passi nella direzione di consumare l’energia solo dove e quando serve.

Ma si può fare di più.

Si può regolare la temperatura di ogni singolo ambiente per sfruttare anche gli apporti gratuiti di energia, cioè quelli dovuti, ad esempio, alla presenza di molte persone, ai raggi del sole attraverso le finestre, agli elettrodomestici. Per ogni radiatore, al posto della valvola manuale, si può installare una valvola termostatica per regolare automaticamente l’afflusso di acqua calda in base alla temperatura scelta ed impostata su una apposita manopola graduata. La valvola si chiude mano a mano che la temperatura ambiente, misurata da un sensore, si avvicina a quella desiderata, consentendo di dirottare ulteriore acqua calda verso gli altri radiatori, ancora aperti. In questo modo si può consumare meno energia nelle giornate più serene, quando il sole è sufficiente per riscaldare alcune stanze, oppure, ad esempio, impostare una temperatura più bassa nelle stanze da letto e una più alta in bagno o anche lasciare i radiatori aperti al minimo quando si esce da casa. Le valvole termostatiche, installate degli impianti centralizzati hanno anche una buona influenza sull’equilibrio termico delle diverse zone dell’edificio. Quando i piani più caldi arrivano a 20°C le valvole chiudono i radiatori consentendo un maggiore afflusso di acqua calda ai piani freddi. Per l’installazione delle valvole termostatiche è consigliabile rivolgersi ad un professionista o a una ditta qualificata.

IL RISPARMIO

Il risparmio di energia indotto dall’uso delle valvole termostatiche può arrivare fino al 20%. Proprio per questa ragione, è spesso obbligatoria l’installazione negli edifici di nuova costruzione e nelle ristrutturazioni.

I COSTI

Nei modelli più recenti di radiatori, la valvola è già predisposta per ricevere una “testa” termostatica. In questo caso l’installazione è più semplice e costa circa 26,00 Euro a radiatore. Se invece è necessario sostituire l’intera valvola, il costo si aggira sulle 62,00 Euro, mano d’opera compresa.

CENTRALIZZATO, INDIVIDUALE, O… ?

LA CONTABILIZZAZIONE

Negli ultimi anni, anche per la maggiore diffusione del metano, molti hanno scelto di sostituire l’impianto centralizzato con impianti individuali. Questa tendenza è stata anche facilitata dalla legge n. 10 del 1991 che ha stabilito che questa trasformazione, se finalizzata al risparmio energetico, può essere decisa dalla semplice maggioranza millesimale e non più dalla unanimità dei condomini. Le ragioni di questa tendenza sono note a tutti: con un impianto autonomo si ha maggiore libertà nella gestione del riscaldamento, cioè nella scelta dei tempi e delle temperature. Facendo un pò di attenzione, inoltre, si riesce a risparmiare sensibilmente. Ma esistono anche alcuni svantaggi degli impianti autonomi: non si possono dividere con nessuno le spese obbligatorie di manutenzione annuale; il rendimento delle caldaie individuali è, in generale, minore di quello di una caldaia centralizzata, per cui, se la si tiene accesa per lo stesso numero di ore, si rischia di consumare più combustibile; i lavori di trasformazione sono spesso molto onerosi; ed infine, la sicurezza, che nel caso di impianti autonomi non dipende solo dalla diligenza del singolo, ma anche da quella dei suoi vicini…

TRASFORMAZIONE

È bene ricordare che la trasformazione da impianto centralizzato ad autonomo, anche nel caso di un solo distacco, è considerata, una ristrutturazione dell’impianto termico e quindi soggetta, al rispetto delle nuove norme e a molti più vincoli che in passato:

  • • ogni caldaia individuale deve essere dotata di canna fumaria con sbocco oltre il colmo del tetto;
  • • prima della trasformazione va presentato un progetto ed una relazione tecnica al Comune.

LA CONTABILIZZAZIONE

Queste ragioni rendono sempre più conveniente la scelta di mantenere l’impianto condominiale centralizzato installando un sistema di contabilizzazione del calore e applicando la ripartizione delle spese. Con la contabilizzazione è possibile mantenere i vantaggi di un impianto centralizzato e contemporaneamente avere la libertà di scegliere le temperature e gli orari che più soddisfano le esigenze del singolo utente. Si potrà infatti gestire autonomamente il riscaldamento senza avere la caldaia in casa. Si tratta di installare un sistema di apparecchiature che misurano (contabilizzano) la quantità di calore effettivamente consumata in ogni appartamento e consentono di regolare la parte di impianto che è al servizio di ogni alloggio. Oltre ad una quota fissa, stabilita dall’assemblea condominiale (variabile dal 20 al 50%), ogni utente pagherà solo il calore che realmente avrà consumato. In questo modo, il condomino che apporterà migliorie all’isolamento termico di pareti e finestre sarà immediatamente ricompensato: il suo appartamento, infatti, consumerà e pagherà meno degli altri.

I VANTAGGI

I vantaggi della contabilizzazione del calore, dal punto vista energetico, sono notevoli. È per questo che dal 30 giugno 2000 nei nuovi impianti centralizzati, realizzati in nuovi edifici, è obbligatorio installare sistemi di contabilizzazione del calore. Il tipo di apparecchiature da installare ed i relativi costi dipendono molto dal sistema di distribuzione dell’impianto e dal grado di automatismo nella gestione che si vuole realizzare. Va detto inoltre che, nella maggior parte dei casi, le ditte che installano i sistemi di contabilizzazione offrono anche il servizio completo di assistenza e di lettura dei risultati della contabilizzazione fino alla consegna all’Amministratore delle tabelle con la ripartizione delle spese appartamento per appartamento.

Fonte: web

CALDAIE INDIVIDUALI

caldaia ind

Le caldaie individuali di nuova installazione possono essere di tipo stagno o atmosferiche (dette anche a fiamma libera). Le caldaie di tipo stagno sono costruite in modo che l’aria necessaria alla combustione viene presa dall’esterno tramite un tubo e i fumi vengono evacuati sempre all’esterno  per questo motivo non ci sono preclusioni sul locale di installazione. Le caldaie atmosferiche, invece, per la combustione utilizzano l’aria del locale in cui sono poste ed è per questo motivo che il locale deve essere adeguatamente ventilato e, se poste all’interno dell’abitazione, non possono essere installate in bagno o in camera da letto.

PRESE D’ARIA

Le caldaie atmosferiche individuali a gas già esistenti possono rimanere installate all’interno dell’abitazione, purché nella stanza ci siano prese d’aria, non ostruibili, praticate in una parete esterna o verso locali adiacenti dotati, a loro volta, di prese d’aria esterna (escluse le camere da letto e i garage). Le dimensioni di queste prese d’aria devono essere calcolate da un tecnico tenendo conto di tutti gli altri eventuali apparecchi di combustione installati nel locale. In caso di nuova installazione di caldaie atmosferiche in locali abitati, dovrà essere realizzata, nelle modalità previste dalle norme tecniche, un’apertura di sezione libera non inferiore a 0,4 m2 (es. 40×100 cm).

SCARICO DEI FUMI

Tutti i combustibili, bruciando, rilasciano nell’aria una certa quantità di sostanze inquinanti, ed è per questo che le caldaie installate in edifici plurifamiliari, sia centralizzate che individuali, devono essere collegate ad una canna fumaria che arrivi fin sopra il colmo del tetto. Nel caso di impianti individuali è possibile evacuare i fumi di più caldaie con la stessa canna fumaria, ma questa deve essere adeguatamente progettata e le caldaie allacciate devono avere caratteristiche simili. Negli impianti individuali già esistenti e negli edifici monofamiliare anche nuovi è consentito mantenere lo scarico individuale a parete. Lo scarico a parete può essere utilizzato nei tre casi seguenti:

  • • nella sostituzione di generatori di calore individuali;
  • • nelle singole ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, siti in stabili plurifamiliari,
  • • qualora nella versione iniziale non dispongano già di camini o canne fumarie o sistemi di evacuazione dei fumi con sbocco sopra il tetto dell’edificio;
  • • nuove installazioni di impianti termici individuali in edifici “storici”, in precedenza mai dotati di alcun tipo di impianto termico, a condizione che non esista camino, canna fumaria o sistema di evacuazione dei fumi. Negli ultimi due casi è comunque obbligatorio installare generatori di calore individuali con basse emissioni inquinanti (norma tecnica UNI EN 297).

LIBRETTO DI USO E MANUTENZIONE

È un documento importante che va conservato con cura. È diviso in due parti, una per l’utilizzatore, l’altra per l’installatore e il manutentore e fornisce molte utili indicazioni quali i valori di rendimento della caldaia, le specifiche elettriche per il collegamento di termostati ambiente, le principali operazioni di manutenzione. È altresì importante conservare i libretti di uso e manutenzione degli altri componenti l’impianto termico come ad esempio: cronotermostati, valvole termostatiche, valvole a tre vie motorizzate, addolcitori ecc….

LA RETE DI DISTRIBUZIONE

COS’È

È costituita essenzialmente dall’insieme delle tubazioni di mandata e di ritorno che collegano la caldaia ai termosifoni. Generalmente, negli impianti di riscaldamento di edifici civili, l’acqua calda (tra i 50 ed i 90°C) partendo dalla caldaia, percorre le tubazioni di mandata, riscalda i radiatori e quindi l’ambiente, e ritorna a temperatura più fredda alla caldaia stessa.

IMPIANTI A COLONNE MONTANTI (A DISTRIBUZIONE VERTICALE)

Gli impianti a colonne montanti sono costituiti da un anello, formato da una tubazione di mandata e una di ritorno, che percorre la base dell’edificio. Dall’anello si dipartono delle colonne montanti che alimentano i vari radiatori posti sulla stessa verticale ai vari piani dell’edificio. Fino a pochi anni fa tale tipologia era molto diffusa perché consentiva di realizzare economie in fase di costruzione; più difficilmente però permette di ottimizzare la gestione dell’impianto specialmente quando si hanno diverse utilizzazioni delle varie zone dell’edificio.

IMPIANTI A ZONE (A DISTRIBUZIONE ORIZZONTALE)

Gli impianti a zone sono realizzati in modo che ad ogni zona dell’edificio, ad ogni piano o ad ogni singolo appartamento è dedicata una parte della rete di distribuzione. Con questo tipo di impianto è possibile gestire in maniera diversificata le varie zone, non riscaldando, ad esempio, quelle che in un dato periodo, non sono occupate. Per questo tale tipologia impiantistica è consigliabile in tutti gli edifici nuovi o nelle ristrutturazioni, laddove esistono zone con diverse utilizzazioni come, ad esempio, nel caso di edifici destinati in parte ad uffici o negozi ed in parte a residenze.

COIBENTAZIONE

Per limitare le dispersioni, le tubazioni della rete di distribuzione debbono essere protette da un adeguato strato di materiale isolante, il cui spessore, fissato dalla normativa, dipende dal diametro della tubazione, dal tipo di isolante, e dalla parete che attraversa.

I RADIATORI

COSA SONO

Sono i terminali dell’impianto, attraverso i quali il calore contenuto nell’acqua viene ceduto all’ambiente da riscaldare. Sono chiamati comunemente termosifoni o piastre e costituiscono la parte più visibile ed accessibile dell’impianto. Possono essere costruiti in ghisa, in acciaio o in alluminio. I radiatori in ghisa mantengono più a lungo il calore e continuano ad emetterlo anche quando, ad esempio, l’impianto è spento; di contro sono più ingombranti e impiegano più tempo a diventare caldi. Quelli in alluminio e in acciaio hanno il pregio di scaldarsi rapidamente e di avere un minore ingombro ma tendono a raffreddarsi piuttosto in fretta.

SUPERFICIE RADIANTE

La caratteristica fondamentale di ogni radiatore è la superficie di scambio termico con l’ambiente, detta anche impropriamente, superficie radiante: più è grande, maggiore è la quantità di calore che il radiatore può cedere all’ambiente  I modelli più recenti sono dotati di alette e di setti interni che ne aumentano la superficie di scambio. A seconda del tipo, quindi, radiatori con uguali dimensioni esterne possono avere prestazioni diverse.

CONVETTORI VENTILATI

Nel caso di alloggi abitati saltuariamente, invece dei radiatori, sono più indicati i convettori ventilati (o ventilconvettori), nei quali l’aria che si scalda a contatto con le superfici calde viene mossa da un ventilatore azionato elettricamente. Questo fa si che aumenti la rapidità con la quale si scalda l’aria ambiente.

VALVOLA TERMOSIFONE, VALVOLA DI SFIATO E DETENTORE

Quasi tutti i radiatori sono dotati, generalmente nella parte superiore, di una valvola termosifone e, talvolta, di una valvola per la fuoriuscita dell’aria. La valvola termosifone può essere utilizzata per chiudere il radiatore, e non sprecare energia, quando non si abita una stanza, oppure quando si aprono le finestre con il riscaldamento acceso. Se i radiatori non si scaldano può darsi che si sia formata una bolla d’aria all’interno che non permette all’acqua di circolare. In questo caso basta aprire la valvola di sfiato dell’aria fino a quando non esce un pò d’acqua. I modelli più recenti sono dotati di un’altra valvola, posta normalmente nella parte inferiore in corrispondenza della tubazione di ritorno, chiamata detentore. Su di essa si agisce quando si vuole equilibrare l’impianto consentendo, ad esempio, un maggiore afflusso d’acqua calda ai radiatori dei piani più alti.

SUGGERIMENTI

Due semplici consigli per non sprecare energia:

  • • qualunque sia il tipo di radiatore è importante non ostacolare la circolazione dell’aria (è sbagliato quindi mascherare i radiatori con copritermosifoni o nasconderli dietro le tende);
  • • se il radiatore è posto su una parete che dà verso l’esterno, ad esempio nel vano sottofinestra, è consigliabile inserire tra questo e il muro un pannello di materiale isolante con la faccia riflettente rivolta verso l’interno.