Grandi navi via dalla Laguna: la promessa dei Ministeri a Venezia

Riunione a Roma tra il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e il governatore del Veneto, Luca Zaia per trovare il modo di allontanare le grandi navi dal canale di San Marco. “Soluzione definitiva entro la fine di ottobre”. Gli ambientalisti: “Navi fuori dalla laguna senza vie di mezzo”375791

“Entro la fine di ottobre ci sarà, da parte del governo e quindi del ministero dell’Ambiente e delle Infrastrutture, l’assunzione decisiva di una soluzione finale sul passaggio delle grandi navi a Venezia facendo diventare realtà il decreto Passera-Clini che fino a oggi era solo sulla carta”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, al termine di una riunione a Roma con il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, il sindaco di Venezia,Giorgio Orsoni, e il governatore del Veneto, Luca Zaia. Durante l’incontro sono stati presentati dei progetti di percorso alternativi al passaggio delle grandi navi nella Laguna di Venezia. “Quello che a noi importa come governo – ha aggiunto Lupi – è dare un segnale fortissimo che si vogliono prendere le decisioni e fare le cose e il decreto legge prevede che le grandi navi non passino più dal canale di San Marco“. Oggi, ha spiegato Lupi, “abbiamo individuato un percorso certo che vede nel magistrato delle acque e nell’autorità marittima la possibilità di valutare tutti i progetti alternativi al passaggio delle grandi navi in laguna, sottoposti all’attenzione dei due ministri, entro la metà di settembre. Ci sarà poi la convocazione del comitatone anche per coinvolgere tutta la realtà territoriale di Venezia ed entro la fine di ottobre ci sarà la decisone finale”. In attesa della decisione ultima, il ministro Orlando ha assicurato che sono state già assunte alcune misure di sicurezza a riduzione del rischio. “Si è andati avanti con un percorso che era stato disegnato in modo serio. Ci auguriamo che questo porti alla soluzione migliore nei tempi più rapidi possibili” ha commentato il sindaco di Venezia Orsoni aggiungendo che il ministro Orlando ha espresso l’intenzione, se non si dovesse arrivare a una decisione, di assumere un provvedimento il linea con il decreto Clini-Passera sul divieto di transito delle grandi navi a Venezia.

Il commento degli ambientalisti: parla Ambiente Venezia

“L’associazione AmbienteVenezia da sempre promuove e sostiene quelle attività di governo del territorio coerenti con gli obiettivi di tutela e salvaguardia dell’integrità fisica dell’ambiente lagunare contrastando ogni scelta, opera, progetti o interventi ritenuti non compatibili e discordanti con tale finalità. Dopo le tragedie dell’isola del Giglio e di Genova le grandi navi crociera a Venezia sono diventate ormai questione di rilevanza nazionale ed internazionale. Le grandi navi crociera per le loro abnormi dimensioni in termini di stazza, dislocamento e pescaggio relazionati alle sezioni dei canali lagunari di percorrenza, sono incompatibili con il delicato equilibrio lagunare. Oggi siamo in presenza di una serie di proposte progettuali con vari gradi di approfondimento che prefigurano un transito alternativo a quello che attualmente il traffico crocieristico di oltre 40.000 tonn. di stazza attraversa il bacino S. Marco ed il canale della Giudecca , transito che dovrebbe essere vietato dal decreto interministeriale Clini-Passera del marzo 2012.  Riteniamo che tutte le ipotesi presentate vadano da subito selezionate rispetto ad un principio dirimente: il percorso è dentro o fuori della laguna: ferma contrarietà verso tutte quelle ipotesi volte a mantenere il transito all’interno della laguna (salvo un contingentato periodo provvisorio in attesa della avvenuta realizzazione del terminal crocieristico fuori della laguna ). Allo stato attuale l’unica proposta meritevole di attenzione e che meglio interpreta l’obiettivo da sempre sostenuto di estromettere il traffico delle grandi navi crociera dalla laguna è quella che configura un nuovo terminal crocieristico nella bocca di porto del Lido.

Fonte: eco dalle città

 

Bioshopper, Passera e Clini firmano il decreto

E’ stato firmato dai ministri Corrado Passera (sviluppo economico) e Corrado Clini (ambiente) il decreto interministeriale contenente le specifiche tecniche e le caratteristiche dei sacchi per asporto merci: i bioshopper.

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Il decreto, che sarà notificato alla Commissione europea, definisce non solo le caratteristiche tecniche dei nuovi sacchi, ma ne stabilisce specifiche categorie (sia per quelli destinati ad uso alimentare che non) e i criteri di commercializzazione.

L’annuncio è stato dato in una nota del Ministero dell’Ambiente:

Il decreto fa finalmente chiarezza sulla normativa che regola i sacchetti di plastica, incrementando l’uso di quelli ecofriendly, che contribuiscono alla strategia per la decarbonizzazione dell’economia che è stata appena approvata dal Cipe. Il provvedimento normalizza le incertezze che hanno ostacolato lo sviluppo della filiera produttiva, incentiva la chimica verde e mette l’Italia in linea con l’Ue, dando un segnale concreto alle sollecitazioni venute recentemente dalla Commissione sia con l’avvio della consultazione pubblica su come ridurre l’inquinamento generato dalla plastica sia dalla presentazione del ‘Libro verde’ per la promozione dei riciclo dei rifiuti plastici.

Con queste parole il ministro Clini ha dato, a grandi linee, un’idea generale del contenuto del decreto interministeriale. Sui bioshopper si era creato un vuoto amministrativo e legislativo che pareva incolmabile, con tutte le criticità che questo comporta all’atto pratico. La norma, che doveva essere pronta già nel 2011, era letteralmente scomparsa nel Decreto milleproroghe, vede finalmente la tanto agognata luce: tra i nuovi sacchi rientrano quelli monouso biodegradabili e compostabili, conformi alla norma armonizzata Uni En 13432 del 2002, e quelli riutilizzabili in carta, in tessuti di fibre naturali, fibre di poliammide e materiale diversi dai polimeri. Ovviamente i consumatori dovranno essere consapevoli delle caratteristiche dei singoli sacchi, in modo da poter valutare l’idoneità del loro utilizzo (se alimentare o meno): una dicitura, riportata sia sui monouso che sui riutilizzabili, permetterà un facile uso dei bioshopper.

Il decreto regolamenta l’uso delle buste degradabili e compostabili, secondo quanto è previsto dalla normativa europea, e gli usi commerciali delle buste riciclabili di plastica tradizionale. L’obiettivo è fare in modo che le buste biodegradabili e compostabili siano usate soprattutto nel settore alimentare, contribuendo così a ridurre la produzione dei rifiuti. Con queste parole Clini pone indirettamente anche altre questioni, altrettanto importanti: ad esempio la mancanza di una normativa seria sugli imballaggi, sul riuso dei materiali, sulla carenza degli impianti di compostaggio (in particolare nel centro Italia). Ma a tutto c’è un rimedio.

Fonte: Ministero dell’Ambiente

 

Strategia energetica nazionale, Coordinamento FREE: «Napolitano fermi il decreto»

Il Coordinamento che riunisce le associazioni delle rinnovabili e dell’efficienza boccia il provvedimento firmato in extremis da Clini e Passera, giudicandolo una violazione della corrette procedure democratiche. Al presidente Napolitano FREE chiede di fermare l’approvazione del decreto

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Il Coordinamento delle associazioni attive nelle fonti rinnovabili e nell’efficienza energetica(Coordinamento FREE) ha lanciato un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché blocchi il decreto interministeriale sulla Strategia energetica nazionale (Sen), appena firmato dai ministri Clini e Passera.
Secondo le associazioni, infatti, l’approvazione della Sen non può prescindere dal dibattito parlamentare, né dall’approvazione del Cipe. Il provvedimento, scrive pertanto il Coordinamento FREE, rappresenta «un atto ingiustificato non solo per i suoi contenuti, ma anche per la forma, venendo da ministri tecnici di un governo in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, senza il previsto preventivo passaggio parlamentare, senza l’approvazione da parte del Cipe, addirittura privo di una formale approvazione da parte del Consiglio dei ministri».
Di qui la richiesta al presidente Napolitano, a cui le associazioni delle rinnovabili e dell’efficienza energetica chiedono di intervenire per «porre rimedio a questa incresciosa situazione». Il Coordinamento, in particolare, fa appello «alla sensibilità istituzionale del presidente della Repubblica», chiedendogli di non restare indifferente dinanzi a quella che le associazioni ritengono una «manifestazione di dispregio del corretto funzionamento delle procedure democratiche».
Nei giorni scorsi il decreto firmato dai ministri uscenti Clini e Passera (che modifica una precedente bozza della Sen, ndr) era già stato bocciato da Greenpeace, Legambiente e Wwf, che non avevano esitato a definirlo un «colpo di mano da parte di un governo dimissionario». A scontentare gli ambientalisti, in particolare, la convinzione che la Strategia energetica nazionale tuteli principalmente le fonti fossili.

Fonte: eco dalle città

 

Potocnik: Ue pronta a cofinanziare impianti riciclo rifiuti in Italia

Il commissario Ue all’Ambiente, Janez, sulla gestione dei rifiuti in Italia: “Non ci saranno più soldi per le discariche, ma saremo più che felici di cofinanziare strutture per il riciclo, che aiuteranno ad andare nella direzione che stiamo promuovendo oggi”

 

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“Saremo più che felici di cofinanziare impianti per il riciclo” in Italia. Questo il messaggio lanciato oggi a Bruxelles dal commissario Ue all’Ambiente, Janez Potocnik, in occasione della pubblicazione del Libro verde per promuovere il recupero, il riuso e il riciclo dei rifiuti plastici in Europa. Potocnik, che ieri è stato informato brevemente dal ministro italiano dell’Ambiente, Corrado Clini, “sugli ultimi sviluppi anche connessi alla gestione dei “rifiuti a Roma“, ha sottolineato come anche nel Sud Italia ci siano esperienze locali di successo nel campo del riciclo dei rifiuti.
“E’ veramente una questione di organizzazione e volontà – ha spiegato Potocnik – e si lega anche ai finanziamenti: per questo faccio appello ad un chiaro uso dei fondi strutturali e di coesione, specialmente perché in futuro questi fondi saranno concessi in linea con la gerarchia dei rifiuti”. “Non ci saranno più soldi – ha concluso il commissario Ue all’ambiente – per le discariche, ma saremo più che felici di cofinanziare strutture per il riciclo, che aiuteranno ad andare nella direzione che stiamo promuovendo oggi“.

Fonte: eco dalle città