Vota la peggiore multinazionale del 2015

Trivelle nell’Artico; produzione massiva di sostanze chimiche tossiche; compravendita di voti. Ogni giorno le multinazionali fanno male all’ambiente, alla salute pubblica e alla democrazia. Vota la peggiore del 2015.multinazionali_votalapeggiore

Nel 2014 aveva “vinto” la Bayer, per la produzione massiccia di pesticidi in grado di uccidere le api e per i tentativi di negare sempre ogni responsabilità. Nel 2015 la rosa dei candidati è illuminante. L’iniziativa “Vote in the corporate hall of shame” è promossa da Corporate Accountability International, l’organizzazione americana che da 35 anni porta avanti campagne di sensibilizzazione contro gli abusi delle multinazionali nel mondo. E quest’anno ha scelto, grazie anche alle segnalazioni dei cittadini e consumatori, i candidati che si contenderanno il titolo di peggiore corporation del mondo. Shell. Segnalata per le perforazioni nell’Artico e in altre zone del mondo particolarmente a rischio e sensibili e per le continue pressioni per rallentare gli sforzi diretti a contrastare i cambiamenti climatici. McDonald’s. Segnalata per le discusse politiche alimentari che danneggiano la salute pubblica, per l’utilizzo di ingredienti dall’elevato tenore di pesticidi e altre sostanze non salubri e per il trattamento che riserva ai propri dipendenti. Monsanto. Segnalata per la produzione massiva di pesticidi tossici, per le politiche di impoverimento dei piccoli agricoltori e per le cause intentate a stati, gruppi e individui che tentano di esigere o imporre una regolamentazione sugli ogm. Koch Industries. Segnalata per avere influenzato con milioni di dollari le elezioni americane allo scopo di indebolire la legislazione a tutela dell’ambiente e per la politica di negazione dei cambiamenti climatici.

Nestlè. Per avere prelavato quantità enormi di acqua in California a permessi ormai scaduti, mentre la popolazione stava soffrendo le conseguenze di una delle più grosse siccità che si ricordi.

Chevron. Segnalata per le intimidazioni e le cause intentate contro chiunque sveli gli inquinamenti prodotti nell’Amazzonia ecuadoriana e per i soldi pagati per far eleggere in enti chiave personaggi compiacenti.

Halliburton. Per le manovre messe in atto per continuare a praticare il fracking, provocando inquinamento delle falde e nuovi terremoti.

Nike. Per il sostegno e la pressione esercitata affinché passi il TTIP per poter continuare a sfruttare i lavoratori nei paesi dove ha le produzioni.

Dow Chemical. Segnalata per le pressioni enormi esercitate affinché potessero continuare a essere commercializzati prodotti chimici tossici e per la guerra mossa alle leggi che aspirano a regolamentare gli ogm.

Citigroup. Segnalata per le operazioni finanziarie eccessivamente “disinibite” e poco trasparenti.

I cittadini possono proporre altri candidati ed è bene ricordare che è importante il voto di tutti per far sentire la voce della gente e per dimostrare che le popolazioni non accettano passivamente abusi e soprusi. Dopo avere votato, potete anche agire concretamente. Potete smettere di acquistare tutti i prodotti di una multinazionale, potete informare amici e conoscenti di quanto siete venuti a sapere, potete fare la differenza. E se tutti decidiamo di agire, la differenza sarà enorme. Ricordiamocelo: i piccoli da soli sono piccoli, ma uniti insieme sono la più grande forza che possa esistere.

QUI PUOI VOTARE

Fonti utili per informarsi:

http://www.desertsun.com/story/news/2015/03/05/bottling-water-california-drought/24389417/

http://www.huffingtonpost.com/andrew-kimbrell/dow-chemical-and-monsanto_b_6041802.html

http://www.greenpeace.org/usa/global-warming/climate-deniers/koch-industries

http://www.washingtonpost.com/news/wonkblog/wp/2014/03/20/the-biggest-land-owner-in-canadas-oil-sands-isnt-exxon-mobil-or-conoco-phillips-its-the-koch-brothers/

Fonte: ilcambiamento.it

E’ iniziata l’era delle rinnovabili, parola di Citigroup

Nei prossimi anni il costo del fotovoltaico dovrebbe diventare più basso di quello del gas per le ore di picco, mentre le altre rinnovabili saranno competitive per il carico di base.

E’ iniziata l’era delle rinnovabili negli USA. Non lo dicono i contestatori ambientalisti, ma lo afferma il colosso finanziario Citigroup, terza banca USA con un fatturato di 76 miliardi di dollari (superiore al PIL di Cuba). Citigroup sostiene che la decisione cruciale all’interno dell’industria energetica USA è focalizzata sull’assicurare energia a basso costo, diversificata e affidabile e questo sta portando a considerare sempre di più l’energia eolica e fotovoltaica. Con buona pace di tutte le mitologie diffuse dalle lobby del petrolio sulla nuova era del fracking, il prezzo del gas sta crescendo e diventando sempre più volatile. Il costo dell’energia elettrica da gas (ore di punta) dovrebbe crescere da 10 a 12 cent al kWh, mentre il solare dovrebbe calare da 13 a 10. Per questo il fotovoltaico sta diventando sempre più attrattivo rispetto al gas per rispondere alla domanda di picco, mentre vento, biomasse, geotermico e idroelettrico sono sempre più interessanti per assicurare il carico di base. I finanzieri non sono quindi particolarmente preoccupati per l’intermittenza della generazione, visto che sistemi di accumulo e smart grid possono risolvere il problema. Citigroup ritiene inoltre che il nucleare e il carbone siano strutturalmente svantaggiati, non competitivi e troppo costosi. Le regolamentazioni ambientali stanno infatti rendendo il carbone sempre più caro, mentre il parco di reattori nucleari è sempre più vecchio e rischia malfunzionamenti e shutdown. “La nostra predizione è che solare, vento e biomasse nel futuro continueranno a guadagnare quote di mercato a spese di carbone e nucleare.” Investire nelle rinnovabili sta diventando il consiglio della finanza. Tutti i cittadini dovrebbero rendersene conto e magari anche i nostri dinosauri ENEL ed ENI. Alba-rinnovabili2

Fonte: ecoblog.it