Wild Farm Cürnigia, la storia di “restanza” di due ragazzi che recuperano terreni incolti

Wild Farm Cürnigia è un’azienda agricola 2.0 dove la produzione di ortaggi viene combinata al turismo esperienziale, sfruttando tutte le potenzialità delle Cinque Terre. Non solo coltivare, quindi, ma mettere visitatori e territorio al centro dell’esperienza. Siamo stati a Corniglia, dove abbiamo conosciuto Lorenzo e Gianpaolo, gli ideatori di questo progetto che lega agricoltura naturale e turismo responsabile.

La Spezia – Mani nella terra, sguardo deciso e tanta voglia di fare qualcosa di concreto per il proprio territorio. Questo e molto di più è Wild Farm Cürnigia, un’azienda agricola spezzina che vuole far indossare ai borghi verde-azzurri delle Cinque Terre una nuova veste, più autentica e sincera. Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di due ragazzi, amici da sempre, nati e cresciuti tra Corniglia e Monterosso, che hanno fatto della loro determinazione e “cocciutaggine” il proprio cavallo di battaglia. Durante il primo lockdown Lorenzo e Gianpaolo hanno resettato tutti i programmi post-laurea e i progetti di lavoro all’estero, per scoprire che il loro desiderio più grande era proprio sotto il loro naso. Pulendo e recuperando i terreni della mamma di Lorenzo e ricostruendo i tanti muretti a secco crollati, i due amici si sono resi conto di cosa volevano davvero fare “da grandi”: togliere la polvere a quell’immagine “disneyficata” delle Cinque Terre, per destagionalizzarle e farle conoscere per la loro genuinità.

LA WILD FARM DI CORNIGLIA

«Ci abbiamo messo un anno a capire cosa volevamo fare qui», spiegano Lorenzo e Gianpaolo durante la nostra chiacchierata, che potete vedere e ascoltare nel video qui sotto. I due sottolineano anche che «quando andiamo a mettere le mani nella terra sentiamo tutta l’influenza delle nostre radici». Ed è proprio da qui è nata la voglia di attivarsi per riportare agli antichi splendori questi terreni abbandonati.

Così, a partire da ottobre 2020, dopo aver ottenuto in comodato gratuito alcuni terreni agricoli, i due ragazzi hanno iniziato a rimboccarsi le maniche. «Lo scorso anno, a giugno 2021, abbiamo avviato una campagna di crowdfunding attraverso la quale siamo riusciti ad aprire la nostra azienda agricola e ad avviare il lavoro».

Oggi nei vari appezzamenti vengono coltivati diversi ortaggi locali e sono stati ripristinati antichi uliveti dimenticati. Proprio questo slancio ha dato il nome al progetto: lawild farming, “l’agricoltura selvaggia”, è un’alternativa all’agricoltura industriale, di massa, e si occupa di ripristino di terreni incolti. In questo tipo di agricoltura vengono piantate colture autoctone in consociazione e di supporto all’ecosistema naturale, sostenendo allo stesso tempo le catene alimentari locali.

Quando andiamo a mettere le mani nella terra sentiamo tutta l’influenza delle nostre radici

«Solo due anni fa abbiamo iniziato a ripristinare questo territorio, che era completamente abbandonato, senza competenze, ma con tanta voglia di fare e di imparare». Lorenzo e Gianpaolo ci spiegano che, nonostante le resistenze iniziali degli abitanti, tutti gli appezzamenti di terra che ora fanno parte della Wild Farm sono stati offerti da anziani del paese che glieli hanno affidati gratuitamente. E al contempo sono stati anche ripristinati 300 metri quadri di muretti a secco, il tutto in circa 6/7 mesi di lavoro. Il bello della Wild Farm è che i ragazzi si sono mossi su tutte le Cinque Terre, creando anche quello che loro chiamano un “orto dispensa”, dove i prodotti in stagione vengono raccolti e trasformati per prendere nuove forme: dalla marmellata di peperoncini al mix per pasta aglio, olio e peperoncino. «Abbiamo anche deciso di prendere qualche animale per farci compagnia e per aiutarci nel mantenimento dei terreni: ora a tenere pulite le nostre piane ci sono galline, anatre e oche e due caprette».

Le caprette della Wild Farm

«La gente di qui è diventata consapevole del nostro lavoro. All’inizio chiedevamo i terreni e, in linea con la mentalità locale, venivamo guardati con sospetto: a distanza di sei mesi, vedendoci lavorare tutti i giorni e con qualunque condizione climatica, sono proprio le persone che ora ci fermano per strada per proporci i propri terreni incolti. La mentalità delle Cinque Terre è forte, ma col tempo siamo riusciti a farci conoscere e ad apprezzare da tutti».

IL TURISMO ESPERIENZIALE

«Abbiamo in testa molti progetti e ci siamo muovendo in tante direzioni, perché non vogliamo occuparci di un unico settore», racconta Lorenzo. In questo senso la Wild Farm è 2.0, perché vuole abbinare l’agricoltura all’esperienza diretta. «Le Cinque Terre registrano tre milioni di visitatori ogni anno, per questo abbiamo pensato a un’azienda agricola differente, che combinasse la produzione al turismo. Qui è tutto compartimentato: comprendere invece la potenzialità di questo territorio significa sviluppare la capacità di toccare più ambiti contemporaneamente».

Per creare diversi pacchetti di esperienze, Lorenzo e Gianpaolo hanno selezionato alcuni professionisti del territorio, come guide escursionistiche e insegnanti di yoga, con cui condividono la stessa visione, per instaurare delle collaborazioni. «Vogliamo dare vita a un turismo nuovo, che metta il visitatore e il territorio al centro dell’esperienza».

L’obiettivo a lungo termine dei ragazzi della Wild Farm però è diventare attori rilevanti all’interno del territorio, per poter collaborare anche con il Parco Nazionale della Cinque Terre e i vari Comuni. Le loro attività vogliono anche favorire lo sviluppo sociale, portando avanti progetti educativi all’interno dell’orto didattico che hanno realizzato, per insegnare ai più piccoli il valore della stagionalità e, allo stesso tempo, della pazienza. Una dote che va coltivata e che Lorenzo e Gianpaolo hanno da vendere. Fonte: https://www.italiachecambia.org/2022/03/wild-farm-curnigia-restanza/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Cinque Terre, quando il sentiero vale il prezzo del biglietto

Da Corniglia a Vernazza un’ora e mezzo di cammino su uno dei litorali più belli del mondo: cinque euro il costo del biglietto. Ma noi di Ecoblog vi assicuriamo che li vale tuttiP6091990-586x355

Uno dei sentieri più belli del mondo. Un’iperbole? Per niente. Con un minimo di allenamento, dai sei anni in su, i 3,5 km che uniscono corniglia,vernazza,Corniglia e Vernazza sono una gioia per il corpo e per lo spirito, tanto per gli amanti della montagna che per quelli del mare. La costa è avara di spiagge e, allora, in questa parte che è il cuore delle Cinque Terre, l’attrattiva si sposta sul lato escursionistico-contemplativo. Fra Corniglia e Vernazza, logicamente, ci si può bagnare, ma la priorità e nell’ammirazione di panorami mozzafiato che il sentiero 2 del Parco Naturale delle Cinque Terre istituzionalizza tanto da richiedere un ticket giornaliero a chi lo percorre da Corniglia a Vernazza. Questo segmento fa parte del sentiero numero 2 di 12 km che parte (a nord) da Monterosso, per proseguire (verso sud) a Vernazza, Corniglia,Manarola e Riomaggiore. Tante sono le agevolazioni e le facilitazioni che si possono ottenere con l’acquisto della Cinque Terre Card: con la tariffa standard si ha accesso al sentiero Corniglia-Vernazza e ai musei locali e tre ore di noleggio gratuito di una mountain bike. Dagli 80 metri di Corniglia, piccolo dedalo di carrugi adagiati su uno sperone di roccia, ci si addentra nella vegetazione attraversando uno lo splendido Ponte del Canale (nella foto) che sovrasta il Rio della Groppa. Da qui si inizia a salire su di un percorso abbastanza impegnativo che richiede buon allenamento e calzature adatte all’escursionismo.P6091975-586x373

Camminando fra gli ulivi si raggiunge un punto panoramico a strapiombo sulla spiaggia di Guvano: il punto ideale per immortalare in una foto Corniglia e Manarola. Il sentiero è un via vai di stranieri, inglese, tedesco e francese sono le lingue più parlate di questa babele escursionistica. Raggiunti i 208 metri della quota più alta s’inizia a scendere fra gli ulivi e facili rampe di gradini e gradoni. Chi non fosse abituato a camminare nei sentieri sappia che il sentiero rispetta tutti i criteri di sicurezza e ha numerosi mancorrenti per affrontare le discese più impegnative per le articolazioni. Dopo aver attraversato gli uliveti e alcuni vigneti ci si trova al cospetto di Vernazza, con la Torre del Castello Doria che domina sulle colorate abitazioni di questa splendida baia. L’epilogo in scalinata è verso il borgo più noto delle Cinque Terre che, dopo la terribile alluvione del 25 ottobre 2011, ha saputo rimboccarsi le maniche e ripartire. Per chi voglia muoversi in treno saltando fra i vari borghi delle Cinque Terre esiste un ticket da 10 euro che permette di usufruire di tutti i treni locali che transitano sulla costa. Se poi ci aggiungete le specialità di una cucina capace di coniugare la forza dei sapori con la leggerezza degli ingredienti il quadro è completo e il week end assicurato. Una raccomandazione: non dimenticate gli scarponcini e, se ci siete abituati, i bastoncini. Il divertimento è assicurato.

Per ulteriori informazioni Cinque Terre Card

Fonte: ecoblog