Torino, la città del cinema che parla di ambiente

Gaetano Capizzi, fondatore e presidente di CinemAmbiente, ripercorre la storia del festival nato a Torino oltre vent’anni fa, riflettendo sulla crescita della coscienza ambientale ed il suo influsso sulle produzioni cinematografiche.

Dai fratelli Lumière ad oggi l’ambiente ha sempre fatto parte del cinema assumendo una rilevanza e connotati diversi in accordo con la coscienza ambientale che si è andata via via sviluppando nell’opinione pubblica. La questione ambientale, oggi, non è rappresentata soltanto nei documentari ambientalisti ma è presente anche nel cinema mainstream, in linea con quella sorta di “egemonia culturale” dell’ambiente che oggi domina l’arte e l’immaginario. E questo non può che essere positivo.  Il cinema ambientalista, in particolare, ha adottato negli anni vari linguaggi e oggi mostra come suo fine evidente un forte richiamo all’azione di tutti, andando così oltre la denuncia e l’allarmismo. Di cinema e ambiente, della crescita della coscienza ambientale e del suo influsso sulle produzioni cinematografiche ha parlato il fondatore e direttore di CinemAmbiente Gaetano Capizzi, intervenuto ad un seminario su “Ambiente, cultura e spettacolo” organizzato dalla Federazione Italiana Media Ambientali (FIMA) presso l’auditorium del ministero dell’Ambiente di Roma.

Capizzi ha ripercorso la storia del festival cinematografico CinemAmbiente nato alla fine degli anni ’90 a Torino e giunto oggi alla sua 22esima edizione, che si terrà dal 31 maggio al 5 giugno nel capoluogo piemontese. Di anno in anno crescono le proposte ed il pubblico, che diviene sempre più giovane e variegato.

“Il festival CinemAmbiente è nato in un periodo di riflessione e sperimentazione sulla comunicazione, l’informazione e l’educazione ambientale. L’intento era quello di trovare la chiave per comunicare al grande pubblico in modo corretto i temi ambientali, che sono scientifici e complessi. Torino per un fortunato connubio era la città del cinema e la città dove le associazioni ambientaliste erano ben radicate: dall’unione tra persone che come me si occupavano di cinema ed attivisti ambientali è nato CinemAmbiente”.

La prima edizione ha avuto luogo nel 1998 ma il processo che ha portato alla nascita del festival era stato avviato due anni prima. “Nel 1996, decennale di Chernobyl, tutto il mondo cercava di ricordare quel momento con tante iniziative. Torino quell’anno ha presentato una rassegna cinematografica dedicata al disastro nucleare. Abbiamo scoperto infatti l’esistenza di vari filmati e siamo riusciti a trovare e presentare delle immagini impressionanti dei momenti dell’esplosione.  Era anche un periodo in cui era stata tolta la segregazione sugli esperimenti nucleari americani. Con la rassegna, dunque, abbiamo avviato una riflessione sul nucleare ed il risultato è stato un evento che ha riscosso molto successo di pubblico e critica. Abbiamo quindi pensato di estendere il racconto ad altre tematiche connesse all’ambiente e da lì è iniziata la nostra avventura”, ricorda Capizzi.

“Ci siamo trovati nel momento giusto: era il momento in cui esplodevano i problemi e iniziava a svilupparsi una certa consapevolezza. Negli ultimi 20 anni la crisi ambientale è divenuta evidente e ha iniziato ad influenzare anche l’arte. Oggi, ad esempio, ci sono scrittori che scrivono solo di tematiche ambientali e a Torino c’è un corso universitario di ecocritica, che consiste nella rilettura della letteratura dal punto di vista dell’ambiente. È un filone che attira molti studiosi e io spero che questa linea interpretativa venga estesa anche al cinema, perché anche i film possono essere riletti dal punto di vista della visione della natura”.

Il fondatore di CinemAmbiente fa notare che la natura ha sempre fatto parte del cinema, sin dai suoi albori. “Una delle prime immagini cinematografiche dei fratelli Lumière ritrae l’esplosione di un pozzo di petrolio. Poi ci sono stati grandi documentaristi come Robert Flaherty, pioniere e maestro del documentario, o l’italiano Vittorio De Seta che nella sua produzione riflette il cambiamento della Sicilia degli anni ’60. Il grande documentarismo, insomma, ha sempre guardato alla natura. Se prima però questa era lo scenario in cui si svolgevano fatti e drammi umani, ad un certo punto è divenuta protagonista. Poi, ancora, c’è stato un secondo momento coinciso con gli ultimi 20 anni in cui non si è più rappresentata la natura nella sua bellezza ma si è cominciato a puntare l’attenzione sui disastri ambientali”.

Gaetano Capizzi ricorda quindi che i primi documentari di questo genere erano realizzati e prodotti prevalentemente dalle associazioni ambientaliste e in particolare da Greenpeace che ha sempre focalizzato le proprie attività sulla comunicazione delle sue azioni a forte impatto simbolico o dimostrativo. In seguito le cose sono cambiate con l’avvio del filone del cinema ambientalista militante con alle spalle importanti firme e grandi case di produzione. “Si arriva così ad ‘Una scomoda verità’ di Al Gore, che a livello mediatico è stato una bomba, ha fatto scoprire i cambiamenti climatici al grande pubblico ed è uno dei documentari che ha incassato di più nell’intera storia del cinema. Un altro grandissimo successo è stato ‘The Cove‘, film sulla mattanza dei delfini che ha vinto l’Oscar”.

In Italia CinemAmbiente è divenuto il principale catalizzatore di questo genere che oggi più che mai è vivo e ha una produzione enorme. “L’anno scorso abbiamo ricevuto 3200 proposte di film per il nostro concorso”, dice Capizzi. “Più generale – continua – è evidente che l’ambiente in questi anni abbia sviluppato una sorta di egemonia culturale nell’immagine e nell’immaginario, e ciò a mio avviso è positivo. Si pensi alla pubblicità (non si può più vendere niente che non sia ‘green’, o perlomeno che sia spacciato come tale.) o allo star system che si è schierato dalla parte dell’ambiente (Leonardo DiCaprio, Madonna e tanti altri).

“Tutto il mondo del cinema è investito da questa egemonia culturale ambientale. Vedo un avanzare della sensibilità, un accoglimento della causa da parte degli artisti e del cinema mainstream, non solo ambientalista. Ormai è comune trovare il tema ambientale in molti film e film d’animazione ed è proprio così che alcuni ragazzi del movimento Fridays for Future hanno iniziato ad interessarsi ai temi ambientali, come hanno dichiarato loro stessi nelle interviste. Sarebbe interessante peraltro – aggiunge Capizzi – capire come una quindicenne, Greta, sia riuscita a smuovere milioni di giovani in tutto il mondo. C’è chi dice che si tratti di una moda, ma io non credo. Penso piuttosto che le nuove generazioni temano per il loro futuro e vogliano prendere in mano la situazione”.

“Di certo – afferma Capizzi – non si può dire che il cinema non abbia dato l’allarme sui cambiamenti climatici e sui problemi ambientali. Per molto tempo il cinema ambientalista è stato definito catastrofista e per questo accusato di allontanare il pubblico da questi temi. Con la nostra esperienza di CinemAmbiente vedo che i film degli ultimi periodi sono sì di denuncia ma non allarmisti e, soprattutto, danno informazioni pratiche su come fare a risolvere il problema di cui il film parla. Spesso alla fine del film c’è un decalogo delle azioni possibili da intraprendere nel concreto. Si tratta dunque di film che cercano di far uscire lo spettatore fuori dalla sala cinematografica con la speranza di poter far qualcosa in prima persona. Noi come utenti possiamo fare tanto, non tutto, ma molto sì. E il cinema oggi punta proprio a questo”.

Foto copertina
Didascalia: Environmental Film Festival
Autore: Cinemambiente
Licenza: Sito Ufficiale Cinemambiente
Fonte: http://piemonte.checambia.org/articolo/torino-citta-cinema-parla-ambiente/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Cinemambiente 2014: criminalità e ambiente, due documentari contro le ecomafie

Nella manifestazione torinese due documentari che puntano il dito contro le conseguenze ecologiche dei business della criminalità organizzata

Due documentari contro le ecomafie che le ecomafie le lasciano sullo sfondo sono stati presentati al festival CinemambienteNella Terra dei Fuochi di Marco La Gala entra nelle vite di alcune persone toccate dal dramma degli sversamenti illegali nelle campagne ai piedi del Vesuvio. In quella stessa terra che i Romani chiamavano “terra felix” sono state stimate 2500 discariche illegali di rifiuti. Da decenni a questa parte, in particolare nelle provincie di Napoli e Caserta, sono infatti centinaia i terreni abbandonati dagli agricoltori che sono diventati aree gestite dai clan camorristici per smaltire scarti industriali spesso tossici. Ed è proprio qui che la cooperativa sociale Ottavia di Marigliano ha deciso di recuperare un campo inutilizzato da più di vent’anni, riportandolo alla sua funzione originaria: la produzione agricola. Riscoprendo così una cultura, come quella contadina, che è sempre più a rischio estinzione. Alle voci dei coraggiosi contadini e abitanti del luogo che raccontano i “fuochi” si alternano in uno straniante controcanto quelle dei festeggiamenti, con altri fuochi, della festa di Sant’Antonio. Tematiche affini a quelle toccate dal documentario di La Gala si ritrovano anche in Patti sacri del collettivo artistico Dott. Porka P-Proj formato da tre fratelli che, a partire dal 2002, si sono distinti per performance e interventi in zone rosse, aree sequestrate e vietate al pubblico. In Patti Sacri la loro attenzione si concentra sulla cementificazione sulle Alpi e sull’intreccio fra politica, malavita organizzata ed edilizia.Immagine29-620x395

Foto | Nella Terra dei Fuochi

Fonte: ecoblog.it

Legambiente e CinemAmbiente presentano Ecokids 2014

Cinema e cultura ambientale per ragazzi dal 29 maggio al 5 giugno a Torino, nelle sale 1 e 2 del Cinema Massimo. Le proiezioni sono gratuite previa ma vanno prenotate378961

Anche quest’anno Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta collabora con CinemAmbiente per Ecokids, la sezione del Festival dedicata ai ragazzi. Il festival internazionale di cinema e cultura ambientale, organizzato dal Museo Nazionale del Cinema ed in programma dal 29 maggio al 5 giugno a Torino, propone una serie di film a tematica ambientale selezionati appositamente per gli studenti delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, adatti a stimolare la sensibilità dei ragazzi nei confronti delle tematiche ambientali e a promuovere comportamenti ecosostenibili.
Le proiezioni di Ecokids -gratuite previa prenotazione– si svolgeranno nelle mattinate di giovedì 29 maggio, venerdì 30 maggio, martedì 3 giugno, mercoledì 4 giugno, giovedì 5 giugno alle ore 9:30 nelle sale 1 e 2 del Cinema Massimo di via Verdi 18. Ogni proiezione sarà seguita da un dibattito sui temi del film e, a questo proposito, importante è la collaborazione con Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e con i suoi educatori ambientali, che favoriranno la discussione rafforzando il significato dell’iniziativa. Quest’anno per le scuole che aderiscono a Ecokids sarà inoltre possibile usufruire di una visita per i ragazzi al Museo del Cinema con un biglietto al costo di 2,50 euro ed abbinare dei laboratori per le classi presso il Museo.

Fonte: ecodallecitta.it

I vincitori di Cinemambiente 2013

Premio come miglior documentario internazionale a DER LETZE FANG di Markus CM Schmidt. Due Menzioni Speciali a LOST RIVERS di Caroline Bacle e al film TRASHED di Candida Brady. On line il comunicato stampa di chiusura con il Palmares della 16° edizione di Cinemambiente che si è chiusa a Torino mercoledì 5 giugno375215

La sedicesima edizione del Festival CinemAmbiente è stata straordinariamente ricca di contenuti: 60 ospiti internazionali, 80 film presentati e l’alta attenzione dei media, confermano questa analisi. Nonostante la crisi e i tagli alla cultura, che hanno messo in discussione l’esistenza stessa del festival, la manifestazione ha comunque mantenuto il suo successo consolidato negli anni. Il pubblico è rimasto costante rispetto all’anno scorso attestandosi su un numero di circa 15.000 presenze. Tutte le proiezioni in sala hanno avuto un buon successo con picchi di pubblico nelle fasce serali. Le iniziative gratuite, tra cui gli Ecotalk, Ecokids e il pranzo contro gli sprechi, hanno avuto un’affluenza sopra ogni aspettativa, confermando l’interesse sempre crescente della cittadinanza verso queste tematiche. Riteniamo che il prestigio di CinemAmbiente sia in crescita per diverse ragioni. Le case di produzione e di distribuzione lo scelgono come “trampolino di lancio”, le Associazioni ambientali e la cittadinanza lo riconoscono come territorio di confronto e di tollerante ascolto reciproco, mentre il pubblico conferma la sua sempre affettuosa presenza. La visita del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando è stata per noi di conforto in un momento particolarmente difficile, un riconoscimento che ci spinge ad andare avanti su questa strada – dichiara Gaetano Capizzi, direttore di CinemAmbiente.

PALMARES

CONCORSO INTERNAZIONALE DOCUMENTARI
La Giuria del CONCORSO INTERNAZIONALE DOCUMENTARI composta da Maurizio Nichetti, Claudia Apostolo, Cristina Gabetti, Daniele Incalcaterra e Chris Paine assegna il premio di 5.000 euro offerto da Asja al miglior documentario internazionale a:

DER LETZE FANG
di Markus CM Schmidt

Per l’abilità narrativa e cinematografica, un’efficace colonna sonora, bravi protagonisti naturali di storie vissute che abbracciano tre generazioni diverse per raccontare il dramma della speculazione alimentare che impoverisce i nostri mari riducendo ai minimi termini la riproduzione di alcune specie. Montato con ritmo è riuscito a sposare un tema ambientale con storie diverse che sanno catturare l’attenzione del pubblico.

La giuria assegna inoltre due Menzioni Speciali a:

LOST RIVERS
di Caroline Bacle
Film indipendente che ci fa riflettere sui corsi d’acqua che scorrono sotto i nostri piedi. Un film che con poche parole e chiare immagini ci accompagna alla scoperta di nuove ipotesi urbanistiche.

e al film:

TRASHED
di Candida Brady

Un’importante produzione inglese con un testimonial d’eccezione per parlare di un tema planetario che riguarda ogni essere vivente: tra noncuranza, ignoranza e malafede la mancata gestione di un corretto smaltimento dei rifiuti. Con un Jeremy Irons generoso e umile al servizio del film.

PREMIO CONSULTA PROVINCIALE DEGLI STUDENTI DI TORINO
La Giuria, coordinata dalla professoressa Stefania Lupo e composta da Giulia Beverino, Davide Cappitella, Ivan Cuzzi, Isabella Gallo, Anass Hanafi, Fabio Nicola, Margherita Peila, Carola Porporato, Veronica Rosazza Prin, Edoardo Salviato, Jasmine Shojaei assegna il premio di 1500 Euro offerto da CPS al film:

CHAR…THE NO MAN’S ISLAND
di Sourav Sarangi

Questo film mostra efficacemente come decisioni di carattere economico e politico possano ricadere tragicamente sull’ambiente e di conseguenza sugli individui. Inoltre induce al confronto tra le condizioni di vita dei protagonisti così misere e sacrificate e il nostro stato di civiltà occidentale, portandoci ad apprezzare il valore di cose troppo spesso date per scontate. Infine colpiscono l’ottima fotografia e la tecnica narrativa.

CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI
La Giuria CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI composta da Antonio Bellia, Roberto Cavallo, Adonella Marena assegna il premio CIAL 3.000 Euro al miglior documentario italiano al film:

TEOREMA VENEZIA
di Andreas Pichler

Con una regia sobria e attenta, con un linguaggio poetico e insieme diretto, i personaggi raccontano una Venezia inaspettata. Le immagini e i suoni svelano una realtà drammatica sul futuro della città.

MENZIONE SPECIALE LEGAMBIENTE
La Giuria LEGAMBIENTE composta da Alessandra Bonfanti, Daniele Di Stefano, Salvatore Venezia assegna la Menzione Speciale Legambiente al film :

IL GIORNO CHE VERRA’
di Simone Salvemini

Per aver dato voce a quattro belle storie di impegno ambientalista, duro atto di denuncia contro una centrale a carbone altamente inquinante, che incarna la contrapposizione tra interessi economici di pochi, diritti e benessere di tanti. Per aver raccontato un territorio dove gli insediamenti industriali hanno fatto esplodere le contraddizioni del nostro tempo. Un tempo in cui troppo spesso – in modo inaccettabile – lavoro, salute e ambiente diventano valori contrapposti.

PREMIO SPECIALE GUIDO BOCCACCINI
La Giuria composta da Roberta Di Mattia, Stefano Murgia, Brunella Rosso, Emanuele Tealdi e Ambra Zambernardi in collaborazione con Associazione Nazionale Museo del Cinema, assegna il Premio Speciale Guido Boccaccini al film

MATERIA OSCURA
di Massimo D’Anolfi, Martina Parenti

Per la responsabilità e la competenza dimostrati nell’impiego sapiente e dialettico del materiale di repertorio. Per come l’utilizzo del dispositivo cinematografico concorra, nelle sue componenti sonore e visive, a toccare l’emotività dello spettatore mantenendo pregnanza argomentativa su una questione attuale e rilevante. Per la dimensione politica del film che oltre ad investire il territorio sardo ci coinvolge direttamente a livello nazionale e sovranazionale.

CONCORSO INTERNAZIONALE DOCUMENTARI ONE HOUR
La Giuria, composta da Enrica Capra, Gianluca e Massimiliano De Serio, Rossano Ercolini assegna il premio di 2000 Euro offerto da SMAT al film

BLACK OUT
di Eva Weber

Partendo dal problema quotidiano della mancanza di luce nei quartieri di Conkary, Guinea, il film si apre con eleganza formale e sensibilità alla visione di una comunità in cerca del proprio futuro. Nonostante la paradossale situazione in un vive il paese a causa della corruzione politica ed economica, il film riesce a comporre un ritratto poetico della quotidiana lotta per la speranza.

PREMIO SPECIALE SUB-TI
Il premio speciale Sub-Ti attribuito dalla giuria ufficile del Concorso Internazionale Documentari One Hour, consiste nella fornitura di sottotitoli per la nuova opera del regista vincitore. Il premio è assegnato a

ORANGE WITNESS
di Andrew Nisker

Con la lucidità e il rigore del filologo e dell’artista, il regista porta una riflessione etica ed estetica alle sue estreme conseguenze di bellezza e spietatezza, commozione e denuncia.

CONCORSO “LA CASA DI DOMANI”
La Giuria, composta da Lucia Bucci, Rosa Capozzola, Cecile Gueben, Sandra Lena, Luca Pereno, Emanuele Rossi e Giovanni Valentini assegna il premio di 3000 euro offerti da Leroy Merlin al film

ULTIMA CHIAMATA
di Enrico Cerasuolo

Per l’efficacia con la quale ci manifesta l’urgenza di agire insieme, collettività, aziende e istituzioni. Per lo sviluppo di una cultura sostenibile vissuta e non solo teorizzata.

PREMIO SPECIALE EATING CITY
La Giuria assegna il premio del valore di 3000 euro offerto da Risteco al film

FOOD SAVERS
di Valentin Thurn

Fonte: eco dalle città

 

 

Un mondo in pericolo, nell’opera delle api il segreto della vita

Cinque anni di lavorazione per un documentario che descrive la vita e l’organizzazione delle api, insostituibili operai fondamentali per la vita sulla Terramorethanhoney-wallpaper03-586x366

Un bozzolo accudito da api operaie che si dischiude e un’ape regina che ne emerge pronta a “governare” e rendere fecondo un intero alveare. Questo è lo sfolgorante inizio di Un mondo in pericolo, il documentario che ha chiuso la sedicesima edizione di Cinemambiente. Come spesso capita la traduzione del titolo dall’inglese all’italiano è stata peggiorativa: More than honey spiega bene come le api siano utili ai nostri ecosistemi per qualcosa in più del semplice miele. Dalla loro esistenza consacrata al lavoro dipende l’impollinazione e, dunque, la proliferazione delle piante che danno nutrimenti a uomini e animali. Come aveva predetto in una celeberrima frase Albert Einstein, la vita sulla Terra dipende dalle api. Un terzo di ciò che mangiamo viene impollinato dalle api che vengono attratte dai colori e dai profumi. Una delle prime sequenze mostra un’immensa distesa di mandorli che non potrebbe esistere senza il lavoro delle api. Il film di Markus Imhoof spazia dalla California alla Svizzera, per addentrarsi in alcune regioni della Cina dove le api sono scomparse e l’impollinazione viene fatta a mano (!) da contadini e braccianti. Il documentario mostra le gerarchie dell’alveare, i ruoli delle api regine, delle api operaie e dei fuchi, mostra la costruzione di un fuco, gli accoppiamenti in volo, la costruzione dei favi, le dinamiche del volo, la comunicazione e l’organizzazione del lavoro all’interno di queste società perfette. Anche le cifre, sbalorditive, raccontano storie: quella dei 120mila chilometri(tre volte la circonferenza della Terra) necessari per produrre un chilo di miele, le 2000 uova prodotte ogni giorno dall’ape regina, i 4 miliardi di api necessarie per rendere produttivo il suddetto campo di mandorle. Dal 2006, nel Nord America, è scattato l’allarme per la moria delle api, recentemente l’Unione Europea ha vietato alcuni pesticidi che negli ultimi anni erano stati fra le principali cause della moria di intere colonie. Il lavoro di ricerca di Imhoof è durato cinque anni e, grazie all’impegno di Officine Ubu verrà distribuito in Italia. Chi pensasse che questo è un documentario di nicchia per patiti di apicoltura sappia che la vita di queste instancabili operaie riguarda il nostro quotidiano e il futuro che vogliamo costruire.

Fonte: ecoblog

The Fruit Hunters, Bill Pullman apre Cinemambiente 2013 con l’elogio della frutta

Un viaggio intorno al mondo alla ricerca dei frutti più esotici,da Los Angeles a Bali, dalle Hawaii all’Umbria, dal Mango Festival di Miami alle piantagioni di banane dell’Honduras 

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Si è aperta con The Fruit Hunters la sedicesima edizione del festival Cinemambiente di Torino. La proiezione del documentario sui “cacciatori di frutti esotici” è stata introdotta dall’attore Bill Pullman, dal regista Yung Chang e da Isabella Della Ragione, unica partecipante di questo viaggio da Los Angeles a Bali, dalle Hawaii all’Umbria, dal Mango Festival di Miami alle piantagioni di banane dell’Honduras, a caccia di frutti esotici, perduti, frutti di una bellezza e con un sapore impensabili. Il lungometraggio parte da un assunto: la storia dell’uomo è contraddistinta dalla “maturazione” del rapporto con la frutta che ne segna le tappe evolutive. La prima fase, quella degli ominidi raccoglitori, è quella in cui l’uomo inizia a riconoscere (dalla forma, dal colore e dall’odore) i frutti e inizia a raccoglierli e a cibarsene. La seconda è quella agricola, in cui l’uomo inizia coltivare i frutti, a rendere sistematico il proprio rapporto con essi. La terza fase è quella della loro industrializzazione, della loro globalizzazione che crea una sorta di “estate globale permanente”, in cui, potenzialmente, ogni frutto è disponibile ovunque e sempre. È un’idea di paradiso terrestre che si collega a un legame ancestrale fra l’uomo e la frutta: Adamo fu cacciato dall’Eden per aver assaggiato una mela, il Buddha ebbe la sua illuminazione all’ombra di un fico. La globalizzazione, però, favorisce la monocultura e così se, per esempio, si impone un solo tipo di banana come è accaduto per la Cavendish, il rischio – altissimo – è che una malattia si porti via un’intera qualità di frutta, privandone i consumatori di tutto il mondo. Ecco perché in Honduras si sta tentando di creare una nuova generazione di banani ibridi.

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Il documentario di Chang è una ricerca dei frutti più esotici, ma anche dei suoi difensori, come David Fairchild che un secolo fa portò nell’America del Nord ben 20mila specie diverse di frutta. Anche Bill Pullman si fa paladino della biodiversità con il suo immenso giardino sulle colline di Hollywood. E nel film c’è anche un’italiana, Isabella Della Ragione che, perpetuando un’antica tradizione famigliare, esplora i frutteti umbri a caccia dei fichi rinascimentali oramai scomparsi e rintracciabili solamente bei dipinti del Rinascimento. Un documentario davvero sorprendente, per la qualità delle immagini e per l’originalità del tema, così a portata di mano e così incredibilmente inesplorato.

Fonte:  Cinemambiente | The Fruit Hunters

Sovrappopolazione, i limiti dello sviluppo demografico nel documentario Critical Mass

A Cinemambiente il documentario che fa il punto su sovrappopolazione è scarsità delle risorseavatars-000022990785-ytz6xr-original-586x441

La riflessione sui limiti dello sviluppo è uno dei temi fondamentali del festival Cinemambiente di quest’anno. A dare un prezioso contributo alla questione arriva Critical Mass, il documentario di Mike Freedman che parte dal lavoro dello scienziato John Calhoun, il quale, nel 1962, decise di tentare un esperimento sociologico legato all’aumento forzato della popolazione in una comunità di topi per valutare le conseguenze del  sovraffollamento in un gruppo sociale.

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I risultati furono sorprendenti: dalla rapida creazione di un’élite maschile dominante che sviluppò un comportamento sessuale aberrante alla crescita della mortalità infantile al 90%, fino alla nascita di una generazione di esemplari apatici asociali e disadattati. Da questo spunto, con il contributo di Desmond Morris e Jeffrey McKee, Freedman racconta i danni, anche psicologici di un mondo che nell’ultimo secolo è passato da una popolazione di 1,6 miliardi a 7 miliardi di persone, con una curva che si è alzata sempre più negli ultimi decenni (il quinto miliardo è stato raggiunto nel 1987, il sesto nel 1999, il settimo nel 2011). Da tempo avevo voglia di lavorare sul tema della sovrappopolazione, ma non volevo che il documentario fosse  soltanto uno slideshow di statistiche, volevo che una storia e un filo conduttore che stabilisse una metafora con la situazione attuale. Il film ha avuto una “vita” di tre anni: nel primo Freedman ha raccolto i dati e le immagini di repertorio, fatto le ricerche, girato le interviste, nel secondo ha lavorato sulla post produzione, nel terzo ha girato il mondo per presentare il film che si è avvalso della collaborazione della Global Footprint, l’associazione senese che si occupa di impronta ecologica ovverosia dello strumento di contabilità ambientale che misura quante risorse abbiamo quante ne usiamo e quali sono gli equilibri e i disequilibri fra popolazione e sfruttamento delle risorse su scala globale. Perché il nocciolo della questione di Critical Mass e di tanti altri documentari presentati a Cinemambiente è proprio nella forbice sempre più larga fra la popolazione e le risorse che ha ormai superato la soglia critica: per reintegrare le risorse (alimentari, energetiche e idriche) consumate in un anno occorre quasi un anno e mezzo e i debiti contratti con la natura non c’è nessuna trojka che possa appianarli…

Fonte: Cinemambiente

Pesca sostenibile, Il limite di Rossella Schillaci in concorso Cinemambiente

La crisi della pesca, l’immigrazione dal Nord Africa e un mondo che cambia. Il racconto di Mazara del Vallo vista dal mare 

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Rossella Schillaci è fra le documentariste più attive nella descrizione dei mutamenti sociali in atto nel Vecchio Continente e il suo sguardo acuto che si era concentrato con efficacia sull’Altra Europa dei profughi sudanesi e somali accolti a Torino, si sposta ora verso sud, su di un peschereccio d’altura che prende il mare fra la Sicilia e l’Africa, una barca che diventa la proiezione galleggiante dei cambiamenti che stanno avvenendo a terra. L’immigrazione dei tunisini che costituiscono, ormai, la spina dorsale di un’economia che si sta progressivamente impoverendo viene descritta con grande sensibilità e profondità di sguardo. Ne Il limite documentario in concorso a Cinemambiente, l’esercizio della pesca è depurato di ogni romanticismo e di qualsiasi retorica. Un vecchio pescatore di Mazara del Vallo ripara le reti e racconta di come questo antico mestiere non dia più un guadagno. Uno degli elementi ricorrenti è proprio quello dei numeri: la pesca costa sempre di più e rende sempre di meno. Ottimo il lavoro di Irma Vecchio sulla fotografia e quello di Vincenzo Gangi sulle musiche, due elementi che conferiscono al documentario di Rossella Schillaci un fascino particolare. Il nucleo forte di questo documentario, prodotto da Azul e Clac con il sostegno di Sicilia Film Commission e Piemonte Doc Film Found, è nella descrizione della convivenza a bordo fra i pescatori siciliani e gli immigrati tunisini, nel confronto fra due culture che, per esempio, emerge nel periodo del Ramadan. Il limite, si aggira in un territorio di confine, sfiora la cronaca, portando il proprio sguardo anche verso le motovedette che traggono in salvo chi, dall’Africa, tenta la traversata verso un futuro migliore. A Mazara del Vallo è presente una delle marinerie più grandi del Mediterraneo, tanto che una settimana fa, la cittadina del trapanese ha ospitato la riunione plenaria dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, per fare il punto della situazione, si sono incontrati i rappresentanti istituzionali e del mondo scientifico e accademico di Italia, Tunisia, Libia, Libano, Siria, Egitto, Algeria, Turchia e Malta. Fra i punti in agenda c’è il rinnovamento del parco-pescherecci: quelli attivi attualmente a Mazara del Vallo consumano il triplo di quelli utilizzati in altri paesi dell’UE e questo elemento incide pesantemente sui guadagni dei pescatori. Ecco perché il film di Rossella Schillaci è un contributo importante per portare a galla una questione troppo spesso ingiustamente sommersa.

Fonte:  Cinemambiente

Cinemambiente: il programma, gli ospiti e la sigla dell’edizione 2013

Due nuove sezioni legate alle buone pratiche e ai doc di un’ora. Fra gli ospiti Pierre Rabhi e Bill Pullmandownload

Due balene e un iceberg, una mongolfiera, rondini in volo, un cielo e un mare che si scambiano la prospettiva, quest’anno Dunter e Housedada si sono superati nella realizzazione della sigla di Cinemambiente che vi proponiamo in apertura. In trentuno secondi sono racchiuse tutte le anime del festival torinese giunto alla sedicesima edizione: le riflessioni stimolate dalla manifestazione diretta da Gaetano Capizzi spaziano dalla sociologia alla fisica, dalla religione all’economia, dalla filosofia alla biologia. Ambiente, dunque, è un termine che sta stretto per chi della manifestazione sia un assiduo spettatore. Quest’anno il programma si arricchisce di nuove sezioni. I concorsi diventano quattro e accanto ai “tradizionali” Concorso Internazionale Documentari e  Concorso Documentari Italiani nascono il Concorso Internazionale Documentari One Hour, con produzioni dalla lunghezza televisiva, e il Concorso La Casa di Domani che affrontano in modo costruttivo le problematiche della contemporaneità e suggeriscono buone pratiche per la società di domani. Ad eccezione di alcune proiezioni mattutine dedicate alle scuole, Cinemambiente non propone film di finzione, ma solamente documentari, con parecchi titoli di medio e cortometraggio nella sezione Panorama. Il festival Cinemambiente, inserito nell’articolato programma degli Smart City Days, comincerà venerdì 31 maggio per chiudersi mercoledì 5 giugno in concomitanza con il World Environment Day promossa dall’Onu. L’ospite d’onore di questa edizione sarà Pierre Rabhi, il contadino-filosofo che guida, in Francia, il movimento dei Colibris, e che sabato sera, alle ore 20:30 incontrerà il pubblico nella sala 1 del Cinema Massimo. Ventiquattr’ore prima, nella stessa sala, sarà l’attore americano Bill Pullman a tenere a battesimo la serata d’apertura con il documentario che lo vede protagonista, The Fruit Hunters. Il festival accoglierà Helena Norberg-HodgeMaurizio PallanteAndrea SegreGianluca e Massimiliano De SerioMaurizio Nichetti e molti altri ospiti che vivono l’impegno per l’ambiente in prima fila.

Il programma giorno per giorno.

Fonte:  Cinemambiente

Smart City Days, eco-scintille per le strade di Torino: dal 24 maggio al 9 giugno

Il Festival Cinemambiente, un grande pranzo contro lo spreco che porterà in piazza 5.000 persone, parcheggi ricoperti d’erba, una mostra vivaistica lungo tutta Via Carlo Alberto: sono solo alcune delle iniziative a cui si prepara Torino per gli Smart City Days: un collage di eventi green per una città in movimento374841

Il Direttore di Cinemambiente Gaetano Capizzi è stato ospite della Commissione Ambiente del Comune di Torino, per presentare gli Smart City Days assieme all’Assessore Lavolta. In un momento politico così difficile, di tagli ai finanziamenti e poca volontà di investire sulla cultura, Smart City Festival e Cinemambiente si uniscono per dare vita alla rassegna Smart City Days: tre settimane di appuntamenti originali e dall’anima green, con un programma meno fitto di quello della prima edizione ma molto più facile da godersi. Insomma, Smart City sarà una grande cornice per mettere in risalto i punti di forza del mondo eco di Torino e far conoscere le attività della Fondazione, che hanno già portato in cassa oltre 180 milioni di euro di finanziamenti e avviato decine di progetti di ricerca che meritano spazio. Il programma definitivo sarà pubblicato a breve. Nel frattempo, fari puntati sugli eventi più interessanti: il pranzo contro lo spreco, domenica 2 giugno, che porterà in Piazza Vittorio cinquemila persone per gustare (gratis!) piatti da chef realizzati con prodotti in scadenza – e quindi destinati alla pattumiera per esigenze di mercato – ma ancora perfettamente commestibili. E’ Eating City, la città che mangia: e soprattutto per l’Italia è un record, che supera anche il pranzo di Bologna di Last Minute Market. Buon segno: vuol dire che l’idea di recuperare il cibo piace sempre di più! La cucina sarà a cura di Risteco, mentre l’acqua verrà fornita gratuitamente da Smat. (“Avevamo ricevuto una proposta da una famosa azienda che produce acqua minerale – ha spiegato Capizzi, che segue in prima linea la preparazione dell’evento – che ci avrebbe offerto 10.000 bottiglie. Ma lo spirito dell’iniziativa è un altro: consumare un pranzo tutti assieme in una giornata importante come quella del 2 giugno facendo una scelta democratica e sostenibile in ogni passaggio della filiera: quindi niente imballaggi e niente bottiglie di plastica”. E dove non è stato possibile evitare gli usa e getta, si è scelto il compostabile. Piatti, bicchieri e posate saranno in Mater Bi e verranno raccolte da Amiat assieme alla frazione organica. A riempire la città di verde ci penseranno invece Flor, la mostra vivaio che riempirà di fiori e piante Via Carlo Alberto, e Park(ing) day che coprirà gli spazi destinati alle auto in zona blu con tappeti di prato adottati dagli oltre 200 commercianti che hanno già aderito all’iniziativa: prati veri, fatti di erba e zolle, che poi saranno ripiantati altrove. (Un campetto da calcio? I consiglieri comunali sono al lavoro…). E poi c’è il Bike Pride (26 maggio), la Baby Run – dedicata a tutti i bambini, compresi quelli ancora nel pancione – la maratona all’alba, un contest di app a tema ambientale, gli orti urbani, i Tram Verdi, e poi… E poi c’è Cinemambiente!

Fonte: eco dalle città