Spreco di cibo, Fondazione Barilla: ‘in Italia buttiamo 145kg di cibo pro-capite anno, come 1.500 piatti di pasta o 1.000 mele’

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A livello globale, il cibo sprecato ogni anno vale 750 miliardi euro, quasi due volte il PIL italiano. Secondo il Food Sustainability Index, Francia, Germania e Spagna sono i Paesi in cui si spreca meno cibo.

750 miliardi di euro l’anno, ovvero la metà del PIL italiano nel 2017. A tanto ammonta il valore economico del cibo buttato e sprecato ogni anno nel mondo. Parliamo di circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che vengono gettate prima di arrivare sulla nostra tavola. Eppure, basterebbe un quarto di quello stesso cibo per sfamare gli oltre 815 milioni di persone che soffrono la fame. Ma lo spreco di cibo non è solo un problema sociale: non tutti sanno che il gas metano prodotto dal cibo che finisce in discarica è 21 volte più dannoso della CO2. Tuttavia, riducendo lo spreco di cibo nei soli Stati Uniti del 20% in 10 anni si otterrebbe una riduzione delle emissioni di gas serra annuali di 18 milioni di tonnellate. Nella battaglia globale contro lo spreco alimentare, Francia, Germania e Spagna sono i Paesi che, con le loro politiche responsabili, rappresentano delle best practice. Indonesia, Libano ed Emirati Arabi sono quelli che, invece, devono compiere i passi più importanti. Questa la fotografia scattata, in occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione allo Spreco Alimentare, che ricorre il prossimo 5 febbraio, dal Food Sustainability Index, indice creato da Fondazione Barilla e The Economist Intelligence Unit, che analizza 34 Paesi in base alla sostenibilità del loro sistema alimentare.

Fsi, Italia quarta nella lotta allo spreco. ogni anno gettiamo 145kg di cibo pro-capite

Secondo il Food Sustainability Index, l’Italia – col suo 4° posto – sta ottenendo importanti riscontri nella lotta allo spreco alimentare. Il merito è delle politiche messe in campo per ridurre gli sprechi a livello industriale, come avvenuto con la Legge Gadda che, semplificando le procedure per le donazioni degli alimenti invenduti e puntando al recupero di cibo da donare alle persone più povere del nostro Paese, ha fatto da volano per il miglioramento generale del nostro Paese. I dati dell’Index evidenziano che in Italia è stata la filiera alimentare a compiere i maggiori passi in avanti in questa battaglia: confrontando l’indice del 2016 con quello del 2017, infatti, alla voce “Cibo sprecato (% della produzione alimentare totale del Paese)” – riferito alla filiera alimentare e non al consumo domestico – si è passati dal 3,58% del cibo gettato rispetto a quello prodotto, al 2,3% del 2017. Performance che ha permesso di superare Paesi come Germania e Giappone sul fronte dello spreco. Eppure, molto c’è ancora da fare nella lotta allo “spreco domestico”: sono circa 145 i kg di cibo pro capite che gli italiani gettano ogni anno nella spazzatura. Una vera e propria enormità, un po’ come dire 1.000 mele piccole (da 150g ognuna) o 1.500 piatti di pasta (da 1hg circa) o poco meno di 750 confezioni di legumi in barattolo (considerando quelli da 200g), molto più di quanto potrebbe consumare in media in 1 anno una famiglia di 3 persone. “Il Food Sustainability Index si conferma strumento utile per stimolare il dibattito e aiutare studiosi e decisori politici a capire dove intervenire per risolvere i paradossi del sistema alimentare”, ha dichiarato Luca Virginio, Vice Presidente di BCFN. “Pensando all’Italia, se gli interventi messi in atto hanno permesso a industria e grande distribuzione di compiere passi importanti per migliorare la situazione dello spreco alimentare, a noi cittadini resta ancora un ruolo cruciale. Se pensiamo che oggi in Europa circa il 42% di quello che compriamo finisce nella spazzatura perché andato a male o scaduto prima di essere consumato, è facile capire che serva un cambiamento culturale. La Fondazione BCFN mette in campo molteplici iniziative che vanno in questa direzione, non ultima una dedicata ai più piccoli: con Gunter Pauli, padre della blue economy, abbiamo creato un libro didattico di fiabe4 che possa far capire come per fare del bene al Pianeta sia necessario partire dalle nostre scelte quotidiane”, ha concluso Virginio.

I consigli di Bcfn per una spesa a “zero spreco”

Secondo la FAO, nel mondo, il 45% di frutta e verdura viene sprecato. Lo spreco avviene sia a livello industriale, a causa di fattori climatici e ambientali non favorevoli e di surplus produttivi; sia a livello domestico, perché – spesso – compriamo troppo o non conserviamo bene i cibi. In Italia la frutta e gli ortaggi gettati via nei punti vendita comportano lo spreco di più di 73 milioni di metri cubi d’acqua (quella usata per produrli), ovvero 36,5 miliardi di bottiglie da 2 litri. Ecco quindi che per ridurre gli sprechi domestici, la Fondazione BCFN lancia una serie di suggerimenti utili:

  1. Fai una spesa ragionata: prima di comprare, controlla cosa serve davvero, fai una lista – e attieniti ad essa – e ricorda che sprecare cibo vuol dire buttare via dei soldi
  2. Quando cucini, fai attenzione alle quantità e cucina solo ciò che puoi consumare
  3. Fai attenzione all’etichetta: guarda sempre quando scadono i cibi
  4. Quando riponi i prodotti in frigorifero, metti i cibi a breve scadenza davanti e riponi in freezer i cibi che non puoi mangiare a breve
  5. Ricette contro lo spreco: non buttare via avanzi e scarti alimentari, possono dare vita a nuovi piatti creativi
  6. Prodotti freschi e di stagione: privilegia l’acquisto dal produttore
  7. Hai comprato troppo cibo? Condividilo con i tuoi vicini di casa o invita degli amici per mangiare insieme
  8. Al ristorante: se ti avanza del cibo chiedi di portare a casa gli avanzi in un pacchetto
  9. “Da consumare preferibilmente entro il…” vuol dire che gli alimenti risultano ancora idonei al consumo anche successivamente al giorno indicato. Verifica bene prima di buttarli
  10. Fidati del tuo naso: prima di buttare un alimento annusa, guarda e, se l’aspetto è buono, assaggia

Bcfn yes!: il concorso che premia i giovani ricercatori

Il 5 febbraio è anche la data scelta da Fondazione BCFN per lanciare “BCFN YES!” (Young Earth Solutions) la competizione internazionale per ricercatori under 35, lanciata con l’obiettivo di premiare i migliori progetti su “cibo e sostenibilità”. Giovani dottorandi e ricercatori post-doc potranno presentare i loro progetti di ricerca che trovano soluzioni per rendere maggiormente sostenibile uno o più temi del sistema agro-alimentare, in termini di aspetti ambientali, sociali, sanitari e/o economici. In palio fino a tre borse di ricerca del valore di 20.000 euro per i migliori progetti. BCFN vuole sostenere studi che sono innovativi, hanno una promessa di grande impatto, e sono in grado di soddisfare le esigenze di ricerca globali. Le aree di particolare interesse sono: sistemi alimentari sostenibili e salutari, agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare. Può partecipare chi ha concluso o ha un dottorato in corso, con una età massima di 35 anni al 28 novembre 2018. Le proposte devono essere presentate online attraverso il sito web BCFN entro il 14 giugno 2018 alle 11:59 CEST.

Food Sustainability Media Award: un premio per raccontare i paradossi del cibo

Ma la sfida ai paradossi del sistema alimentare (fame vs obesitàcibo vs carburantespreco vs fame) si gioca su più livelli. Al FSI si affianca il Food Sustainability Media Award, iniziativa di BCFN e Fondazione Thomson Reuters che premia chi propone soluzioni concrete per rendere più sostenibili le nostre scelte in fatto di cibo. Il premio, rivolto a giornalisti, blogger, freelance e talenti emergenti, si divide in due categorie: giornalismo scritto e multimedia (video – corti e animazioni – audio e foto). Per ogni categoria, verranno premiati un lavoro inedito e uno già pubblicato che vinceranno rispettivamente 10.000 euro un corso di media training sulla sostenibilità alimentare organizzato dalla Fondazione Thomson Reuters. I lavori inediti vincitori verranno anche pubblicati sui siti della TRF e di BCFN, oltre a essere distribuiti attraverso l’agenzia di stampa Reuters che conta circa 1 miliardo di lettori. Tutti i lavori finalisti saranno candidati al “Best of the web” e scelti direttamente dal pubblico. Si possono presentare i lavori dal 15 gennaio al 31 maggio 2018 iscrivendosi al contest sul sito del Food Sustainability Media Award.

Foto via The Gleaners

Fonte: Barilla Center for Food & Nutrition

 

Cibo buttato nei ristoranti: parte a Milano il progetto Ristorante Solidale

“Ristorante Solidale” nasce per destinare ai bisognosi le eccedenze alimentari provenienti dai ristoranti. Un’iniziativa del Comune di Milano, con Caritas Ambrosiana, i ristoranti affiliati a Just Eat e Pony Zero

E’ partita da Milano mercoledì la prima consegna di “Ristorante Solidale”, l’iniziativa patrocinata dal Comune di Milano, nata grazie alla collaborazione tra Just Eat, Caritas Ambrosiana e Pony Zero, per la consegna a domicilio di pasti caldi alle persone in difficoltà. Hanno presentato l’iniziativa a Palazzo Marino l’assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani, con Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, Daniele Contini, Country Manager di Just eat in Italia e Marco Actis fondatore di Pony Zero.

“Grazie a iniziative come questa, che vedono coinvolti i principali soggetti impegnati nel settore della somministrazione, Milano conferma la sua volontà di proseguire, dopo la positiva esperienza di Expo, nel percorso di incentivazione e promozione della lotta allo spreco alimentare con un occhio sempre attento alle persone in difficoltà”. Così l’assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani.

Il progetto “Ristorante Solidale” nasce dalla volontà di fare qualcosa di concreto nell’ambito delle necessità alimentari e di nutrizione per chi è in difficoltà e di mettere in connessione chi cucina con chi ne ha più bisogno, valorizzando il cibo e le eccedenze provenienti dai ristoranti. Sono stati 38 i pasti preparati mercoledì dai primi 10 ristoranti aderenti all’iniziativa e destinati a ciascun ospite delle 3 comunità di accoglienza scelte a Milano: “Pani e Peschi”, una casa per gli adolescenti milanesi che soffrono di disagi psichici – “Casa alloggio Centro Teresa Gabrieli”, casa accoglienza per pazienti affetti da HIV – “La Locomotiva”, comunità a dimensione familiare per minori. Immagine

Siamo ben lieti di accogliere questa iniziativa che ci consente di implementare ulteriormente la filiera per il recupero del cibo a fini di solidarietà, che abbiamo cominciato a realizzare in occasione di Expo Milano 2015, sollecitati dalla riflessione sull’ecologia integrale contenuta nella Laudato si’ di Papa Francesco. Da quell’esperienza era nato, da un’idea di Massimo Bottura e Davide Rampello, il Refettorio Ambrosiano e collegato ad esso una rete di mense, luoghi di accoglienza, empori che ridistribuiscono direttamente a chi ne ha bisogno le eccedenze alimentari prodotte nel territorio della diocesi milanese”, ha dichiarato Luciano Gualzetti, Direttore di Caritas ambrosiana. La tappa di Milano è la prima di un percorso che dovrebbe coinvolgere altre città, come Torino e Roma. Partner del progetto è la catena di consegna pasti a domicilio Just Eat, rappresentata mercoledì da Daniele Contini, Country Manager in Italia, che raggruppa numerosi ristoranti. Da una loro indagine, condotta su un campione di 500 ristoranti affilati a Just eat, è emerso che l’83% dei ristoranti ritiene lo spreco alimentare un tema importante e che il 77% dichiara di poter contribuire attivamente. Dai dati emerge inoltre che il 24% dei ristoranti butta via cibo ogni giorno, il 26% più di una volta alla settimana e il 50% una volta alla settimana; un trend negativo che evidenzia la necessità di sviluppare progetti e azioni concrete a supporto di una nuova cultura a contrasto dello spreco alimentare. Ancora scarsa, secondo il sondaggio di Just Eat, l’introduzione di misure per ridurre il fenomeno; la family bag è stata adottata solo dal 10% dei ristoranti oggetti dell’indagine, nonostante il 53% dei clienti la richieda; l’ottimizzazione della spesa dal 68% e la promozione di donazioni di pasti ai bisognosi dal 20%. In questo scenario l’iniziativa Ristorante Solidale è stata già positivamente accolta dai ristoranti, il 55% avrebbe infatti piacere ad aderire per contribuire a limitare gli sprechi e beneficiare delle agevolazioni previste dalla nuova normativa antispreco. L’87% dichiara di non sapere dell’esistenza di agevolazioni fiscali per chi è attivo nel limitare gli sprechi alimentari, infine il 35% degli intervistati si dichiara disponibile a ricevere maggiori informazioni sull’argomento; segno di una nuova sensibilità alla lotta agli sprechi. Tutte le informazioni sull’iniziativa, le modalità di adesione e le città attive, sono disponibili sul sito www.ristorantesolidale.it.

Fonte: ecodallecitta.it