Francia, dopo il video di L214 chiuso il macello di Vigan

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venerdì 26 febbraio –Il macello “certificato biologico” a Le Vigan, nel sud della Francia, le cui pratiche crudeli sono state denunciate negli scorsi giorni con un video dall’associazione animalista francese L214 , è stato chiuso. Roland Canayer, presidente dell’associazione dei comuni locale, si è detto scioccato dalle immagini circolate in internet: “La decisione è stata di chiudere il macello il giorno seguente e il personale è stato sospeso fino all’avanzamento dell’inchiesta”. Il gruppo animalista aveva già denunciato nell’ottobre del 2015 un “mattatoio degli orrori” ad Alès. Anche se la maggior parte degli allevatori ha espresso la propria riprovazione per quanto documentato dal video, non mancano le voci che dissentono, come quella dell’allevatore Remi Leenhard: “All’inizio è stato Ales. Ora Vigan. E dopo questo ci saranno altri macelli. Questa organizzazione ha un obiettivo preciso: far chiudere i macelli”.

martedì 23 febbraio – L’associazione animalista francese L214 ha diffuso quest’oggi un video che mostra i maltrattamenti inflitti agli animali nel macello certificato come biologico a Vigan e ha annunciato di avere sporto denuncia. Le immagini mostrano agnelli lanciati violentemente, maiali appesi vivi e altri animali da allevamento colpiti ripetutamente con scariche elettriche. Nel video che dura circa quattro minuti e mezzo si vede un operaio del macello divertirsi a infliggere scariche elettriche e in un altro frangente si sentono delle risate che accompagnano le sevizie inflitte agli animali ancora vivi. L214 ha denunciato “scene intollerabili che violano le regole e causano ingenti sofferenze agli animali”. Una denuncia è stata presentata al Procuratore della Repubblica di Alès. Il macello di Vigan è certificato “bio” e lavora a filiera corta. Sulla scia di questo video L214 ha chiesto una commissione d’inchiesta parlamentare sui metodi di abbattimento nei macelli francesi.

A presentare il video è Nili Hadida, cantante del gruppo Lilly Wood and the Prick.

Fonte:  L’Est éclair

Amianto: chiuso Palazzo Nuovo a Torino

Nonostante le bonifiche degli ultimi quindici anni un controllo dell’Asl ha constatato la persistenza dell’amianto nella struttura universitaria. Il rettore Gianmaria Ajani è indagato dalla Procura di Torino per omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Palazzo Nuovo è chiuso. La storica sede delle facoltà umanistiche torinesi chiude i battenti per dieci giorni, dalle 15 di quest’oggi alle ore 8 del 27 aprile. Niente lezioni, niente convegni, colloqui o esami, stavolta si fa sul serio. Palazzo Nuovo chiude e il rettore Gianmaria Ajani è indagato dalla procura di Torino dopo l’ultimo sopralluogo effettuato dall’Asl nel quale è stato constatata ancora una volta la presenza di amianto all’interno della struttura. L’accusa che pende sul rettore è di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Chi scrive ha pubblicato il primo articolo sull’argomento nell’autunno 1999. Fu allora, oltre quindici anni fa, che gli studenti dell’ateneo inscenarono le prime proteste per la presenza dell’asbesto negli ambienti universitari. Il pm Raffaele Guariniellolo stesso del processo Eternit, aprì un fascicolo sulla questione proprio nell’autunno del 1999. Da allora tre persone sono decedute per mesotelioma pleuricoGianni Mombello, professore di francese, Andrea Brero, un ricercatore di economia a Scienze Politiche, e un bibliotecario di 54 anni. Si tratta di tre soggetti esposti alla sostanza tossica per lunghi periodi. Va inoltre ricordato che la malattia ha un periodo di latenza che può essere di quarant’anni dal momento dell’esposizione alle fibre. Nonostante le proteste degli studenti e l’indagine di Guariniello, la presenza di amianto è stata accertata solamente nel 2003: non solo crisotilo, ma anche amianto blu. A dodici anni da quegli accertamenti, l’amianto continua a essere presente a Palazzo Nuovo. Lavoratori e sindacati sono scettici: possibile che si possa rimediare in soli cinque giorni effettivi, visto che di mezzo ci sono due week end e il ponte del 25 aprile? Le criticità sono parecchie, dai linoleum sbrecciati agli impianti di condizionamento da ripulire o sostituire. Secondo gli esperti servirebbero alcune settimane, non cinque giorni e nemmeno dieci, qualora la ditta a cui è stata affidata la bonifica decida di lavorare anche al sabato e nei festivi. Mercoledì pomeriggio, in seguito al sopralluogo disposto dal pm Raffaele Guariniello, gli ispettori dell’Asl To1 hanno imposto la chiusura delle scale, degli uffici amministrativi, di magazzini e depositi adiacenti alle aule. Nel 2012 Guariniello aveva aperto un’indagine sulle morti di Mombello e Brero a causa di mesotelioma pleurico. In questi tre anni sono state effettuate numerose verifiche alle quali sono seguite prescrizioni da adottare per la messa in sicurezza dell’edificio e il provvedimento di questi giorni è, secondo gli investigatori, la dimostrazione che l’ateneo non ha fatto abbastanza. Anche ieri Guariniello ha dovuto inviare gli ispettori perché l’inagibilità delle scale era stata comunicata con un cartello e un nastro, con studenti e lavoratori che continuavano a utilizzarle come sempre. Nel pomeriggio sono arrivate le transenne e i varchi sono stati sbarrati. Per evitare ulteriori sottovalutazioni del problema, Palazzo Nuovo (sede nella quale transitano 16mila persone fra studenti, professori e lavoratori) è stato chiuso. Ora l’Università dovrà sistemare studenti, professori e lavoratori fra il Campus Einaudi, la vicina Cavallerizza e altri spazi ancora da individuare.

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Fonte:  La Stampa

Foto | Google Earth

Parco del Lambro chiuso ai motori: si entra solo più a piedi o in bicicletta!

Chiuso definitivamente 24 ore su 24, l’accesso da cui potevano entrare le auto nel parco Lambro. Una scelta condivisa con il Consiglio di Zona 3 e le attività presenti all’interno, con l’obiettivo di salvaguardare il verde e la sicurezza delle tante famiglie che lo frequentano, a piedi o in bicicletta375317

Chiuso definitivamente tutti i giorni della settimana, 24 ore su 24, l’accesso da cui potevano entrare le auto nel parco Lambro. Una scelta condivisa con il Consiglio di Zona 3 e le attività presenti all’interno, con l’obiettivo di salvaguardare il verde e la sicurezza delle tante famiglie che lo frequentano, a piedi o in bicicletta. “Un provvedimento importante per la nostra città, a tutela delle famiglie, delle bambine e dei bambini, dell’ambiente e del verde – hanno dichiarato gli assessori Chiara Bisconti (Qualità della vita e Verde) e Pierfrancesco Maran (Mobilità e Ambiente) -. Il parco Lambro è uno dei più grandi del nostro Comune, una risorsa ambientale irrinunciabile per Milano, e non aveva senso fosse raggiungibile con mezzi a motore. Adesso finalmente tutti potranno viverlo in sicurezza e serenità”. “Accogliamo con soddisfazione questa notizia, richiesta dalla Zona diverso tempo fa, e che ha richiesto un po’ di tempo per necessità di organizzazione e di tutela dei diritti di chi ha attività di interesse pubblico all’interno del Parco”, ha dichiarato il presidente della Commissione Qualità dell’Ambiente urbano e Mobilità del Consiglio di Zona 3, Dario Monzio Compagnoni. “Ci auguriamo che ora, in un ambiente più protetto, il parco venga fruito al meglio da bambini e famiglie con attività sportive e ricreative anche nel periodo invernale, durante il quale ora era aperto alle auto”. Dal divieto di transito sono derogati biciclette, mezzi di soccorso, di emergenza e di polizia, veicoli per manutenzione stradale, del verde, dei sottoservizi e dell’Amsa, gli aventi diritto in quanto proprietari o locatari di attività interne al parco, Guardie ecologiche di zona e operatori dell’Ente Parco Agricolo Sud, i veicoli delle associazioni con finalità socio-sanitarie o assistenziali interne al parco (e i loro operatori o utenti dei servizi con documentazione rilasciata dall’associazione), auto-negozi con autorizzazione, veicoli per la predisposizione di eventi autorizzati dalla Polizia locale, trasporto cose per carico/scarico destinati alle attività interne (da lunedì a sabato).

Fonte: eco dalle città