Illuminazione a led

Illuminazione a Led permette di risparmiare circa il 70% dei consumi elettrici riducendo drasticamente anche i costi di manutenzione, elimina anche l’inquinamento luminoso e funziona a 24 Volt risolvendo così anche il problema della sicurezza sugli impianti di illuminazione pubblica.

Sistemi di illuminazione efficiente: più luce e più risparmio per la casa e l’ufficio.

Un sistema d’illuminazione artificiale si compone di diversi elementi: sorgenti luminose, convertitori, starter, driver, apparecchi di illuminazione e controlli. Le sorgenti luminose (le cosiddette lampadine) sono la fonte di luce. Il campo dell’illuminazione efficiente ha registrato negli ultimi anni un notevole sviluppo tecnologico e di mercato, anche grazie alle Direttive Europee che hanno messo al bando le tipologie di lampade tradizionali a incandescenza entro il 2012 e alle campagne condotte dal Gruppo Enel per la promozione delle Lampade Fluorescenti Compatte. L’evoluzione nel settore dell’illuminazione coinvolge anche i dispositivi utilizzati per controllare e guidare il funzionamento del sistema d’illuminazione con ricadute nei risparmi di energia conseguibili. Sono sempre più presenti sul mercato e commercializzati nei Punto Enel Green Power i sensori di presenza/prossimità, che permettono l’accensione automatica in presenza di oggetti in movimento nel campo di copertura, e i sensori di luminosità, che permettono di adattare il flusso luminoso della lampada in funzione delle condizioni d’illuminazione dell’ambiente circostante. Nel campo dell’illuminazione artificiale, le principali alternative tecnologiche oggi disponibili o in fase avanzata di sviluppo sono:

1. le lampade a incandescenza, tradizionali o alogene. In merito alle prime, l’Unione Europea ha introdotto l’obbligo di togliere dal commercio progressivamente le lampade a incandescenza tradizionali a partire dal 2009, per terminare nel 2012 (Regolamento n. 244/2009);

2. le lampade a scarica, a gas o a fluorescenza costituiscono oggi la parte più importante dell’offerta di mercato; in particolare nelle case e negli uffici, sono presenti lampade a fluorescenza compatte (CFL, Compact Fluorescent Lamp) o tubi fluorescenti lineari.

I principali svantaggi di queste lampade sono sintetizzabili in:

• costo di acquisto maggiore rispetto alla lampade a incandescenza, anche se ultimamente i prezzi di queste tecnologie si stanno decisamente riducendo;

• discreta sensibilità alla temperatura (calo nelle performance al crescere della temperatura di esercizio);
• controllo ottico limitato;

• possibilità di dimming (ossia di controllo e regolazione dell’intensità luminosa) limitate, al contrario dei LED;
• presenza di mercurio nella lampada. Tali lampade devono, infatti, essere smaltite come RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).
3.  le lampade a stato solido LED (light Emitting diode), nelle quali il dispositivo sfrutta le proprietà ottiche di alcuni materiali semiconduttori per produrre fotoni che generano luce. La tecnologia a LED rappresenta una delle maggiori innovazioni nella storia dell’illuminazione, offrendo la possibilità di generare luce di vari colori in base al tipo di costruzione, ai valori di tensione e alla corrente di alimentazione. L’efficienza luminosa di una lampada a LED è molto elevata (50/100 lm/W), con una durata intorno alle 50.000 ore.

Tali lampade presentano i seguenti vantaggi:

• dimensioni ridotte;

• buona robustezza fisica;

• lunga durata;

• cicli accensione/spegnimento che non hanno alcun effetto sulla durata della lampada;

• non contengono Mercurio;

• elevata efficienza luminosa;

• nuove possibilità di illuminazione di design;

• possibilità di cambiare i colori della luce emessa;

• facilità di utilizzo in modalità dimming.SCHEMA_LED

fonte: greenpower

Ecolamp-AMSA, “porta a porta” scuole-supermercati per le lampade a basso consumo esauste

Da febbraio 2013 a marzo 2014 prima “alleanza” tra il Consorzio per la raccolta delle lampadine a basso consumo ed una Municipalizzata dei servizi ambientali, con il progetto “Nuova luce al recupero”. Le lampade fluorescenti compatte (CFL) sono incluse nei RAEE e contengono mercurio che, se introdotto nei rifiuti normali, può essere pericoloso per l’uomo e l’ambiente. +40% la raccolta AMSA di sorgenti luminose inizio 2013, rispetto al 2012

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E’ stato illustrato a Palazzo Marino, alla presenza dell’assessore Maran e dei vertici di Ecolamp ed AMSA,il progetto sperimentale “Nuova luce al recupero”,che da febbraio 2013 fino a marzo 2014 offre un servizio di raccolta straordinaria di lampade esauste a Milano, con un veicolo opportunamente attrezzato posizionato su strada, presso diversi punti strategici della città, come scuole (16 istituti coinvolti) e punti vendita della Distribuzione (supermercati e negozi elettronica), con un preciso calendario dei passaggi (vedi allegato). Anche grazie al progetto con ECOLAMP, la raccolta rifiuti AMSA delle sorgenti luminose è aumentata del 40%, nei primi 5 mesi del 2013, rispetto allo stesso periodo del 2012. Oltre 6 le tonnellate milanesi raccolte e oltre la metà proviene dal progetto sperimentale “Nuova luce al recupero”.
ECOLAMP è il Consorzio senza scopo di lucro dedito al recupero e al riciclo delle sorgenti luminose esauste che provvede alla raccolta dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), iniziato in Italia nel 2008. Tutto il comparto dei RAEE ha avuto in questi anni una progressiva crescita e la specifica categoria delle lampade nel 2012 ha registrato un ulteriore miglioramento della raccolta differenziata. Le lampade a basso consumo, lampade fluorescenti compatte (CFL), conosciute anche come lampade o tubi al neon, sono le sole a potere essere vendute dal settembre 2012, con quelle a raggruppamento di LED e quelle alogene tuttovetro, quando l’Unione europea ha bandito la produzione di tutte le lampadine ad incandescenza per illuminazione domestica.  Le CFL – Compact Fluorescent Lamp – non possono però essere trattate come un normale rifiuto domestico, ma devono essere portate in appositi punti di raccolta, secondo quanto stabilito dalle norme ambientali locali sullo smaltimento dei rifiuti. Contengono infatti mercurio che, se introdotto nel flusso dei rifiuti normali, può essere pericoloso per l’uomo e l’ambiente. Ecco perché i recenti obiettivi europei richiedono di incrementare ulteriormente le quantità raccolte in modo separato, innovando le modalità di intercettazione dei rifiuti elettronici prodotti nelle nostre città e incentivando la partecipazione di tutti i cittadini. La sperimentazione Ecolamp-Amsa è volta ad incrementare le possibilità di conferimento delle lampade a basso consumo esauste, che attualmente si basa sulla consegna presso le 5 riciclerie, il Centro Ambientale Mobile (CAM) o i punti vendita, dove è in vigore la raccolta con la modalità dell’“uno contro uno” (consegna del RAEE al momento dell’acquisto di un nuovo prodotto della stessa tipologia).
La raccolta presso le scuole
Ogni Istituto scolastico aderente è interessato dal servizio per una giornata al mese (nella fascia oraria 7.45 – 8.45) da febbraio 2013 a marzo 2014, ad esclusione di luglio e agosto. E’ possibile conferire le lampade a basso consumo e i neon in appositi contenitori in presenza di un addetto Amsa, a disposizione degli utenti per rispondere a domande relative alla raccolta e al trattamento dei rifiuti e per distribuire flyer informativi.
Presso i punti vendita
Nella fascia oraria 9.30-13.30, dal martedì al venerdì è possibile trovare il veicolo Ecolamp-AMSA appositamente attrezzato, nelle vicinanze di alcuni punti vendita della Distribuzione, per il conferimento delle lampade a basso consumo esauste da parte dei cittadini. Una volta a settimana il veicolo è inoltre dedicato al ritiro delle lampade esauste raccolte presso i grossisti/distributori associati ad FME (Federazione nazionale grossisti materiale elettrico), con il sistema dell’uno contro uno.

In allegato il calendario della raccolta nel mese di giugno.

Ecolamp-AMSA, “porta a porta” scuole-supermercati, calendario giugno 2013 [0,25 MB]

Fonte: eco dalle città

ACCENDI LA LUCE GIUSTA!!!

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I GRANDI PERICOLI DELLE LAMPADE A RISPARMIO ENERGETICO “CFL” (Lampadine Fluorescenti Compatte)

“La retorica della lampadina fluorescente continua. Da più di un decennio continuiamo ad attribuirle un ruolo importante nella lotta ai cambiamenti climatici, senza renderci conto delle innumerevoli problematiche sotto il profilo della salute e dello stesso ambiente”

Ci siamo già occupati del tema su Terra Nuova di gennaio, scatenando non poche perplessità. Adesso l’argomento viene affrontato anche da ADUC e riportato su il “Consapevole”, attraverso la diffusione di ulteriori pubblicazioni scientifiche e di un appello lanciato da David Price, coordinatore della Spectrum Alliance, nell’ambito della più vasta campagna di sensibilizzazione in Europa sulle conseguenze alla salute originate dall’uso di questo genere di illuminazione. Da settembre 2012 sono state messe al bando in tutta l’Unione Europea le lampadine ad incandescenza, per fare spazio a quelle a minor consumo energetico. Ma a quale costo?

Immagine comparazioni

Le lampadine fluorescenti compatte -CFL- (note come lampadine a basso consumo energetico) possono di fatto provocare ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus, forme di dermatite o eczema, elettrosensitività, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria e molte altre ancora, che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all’illuminazione a basso consumo. Queste lampadine CFL, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elettrica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche, il mercurio e le radiazioni UV. Riportiamo uno stralcio dell’articolo pubblicato su il “Consapevole” e la rivista “Icaro”.

Radiazioni elettromagnetiche.

Misurazioni eseguite dimostrano che le CFL generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro di distanza (1). Il centro indipendente di ricerche francese CRIIREM (Centre de recherche et d’information sur les rayonnements electromagnetiques) sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie (2). La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche. Inoltre esistono che il campo elettromagnetico generato dalle CFL può viaggiare all’interno dei cavi elettrici esponendo le persone alla così detta “elettricità sporca” in tutta l’abitazione. Uno studio pubblicato nel giugno del 2008 dall’American Journal of Industrial Medicine, segnalava che questa elettricità sporca aumenta di 5 volte il rischio di contrarre il cancro (3). L’effetto dannoso dell’elettricità sporca è stato evidenziato anche dalle ricerche condotte dalla ricercatrice canadese Marta Havas (4). Le lampade alogene a basso voltaggio (12V) possono anch’esse essere dannose a causa del campo elettromagnetico generato dal trasformatore. Ciò succede in particolare con le radiazioni emesse dai “trasformatori elettronici” che possono contaminare anche le condutture generando elettricità sporca. Le lampade alogene a 220V non hanno invece questo effetto.

Mercurio.

Le CFL contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che le CFL hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo è più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poiché il mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato. Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe, i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura (5). Le lampadine che non vengono smaltite correttamente potrebbero rompersi nel camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città, o finire nelle discariche dove, il mercurio, può contaminare aria, acqua e suolo. Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell’utilizzo delle CFL, porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.

Radiazioni UV.

Le CFL senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. E’ ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). Diversi studi,infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle (6). La British Association of Dermatologists sostiene che le persone che soffrono di alcune malattie della pelle o che sono sensibili alla luce, accusano un aggravamento dei loro sintomi in conseguenza dell’uso di lampadine a basso consumo energetico (7). Perfino individui senza problemi cutanei preesistenti, possono sviluppare sul viso sintomi allergici e/o lesioni simili alle ustioni da sole (8). La protezione supplementare del doppio guscio sulle CFL può circoscrivere il problema delle radiazioni UV, ma finché saranno vendute CFL senza doppia protezione, le radiazioni UV continueranno ad essere un alto fattore di rischio.

Ulteriori problemi

Altri problemi correlati all’uso delle CFL comprendono il tremolio della luce che può provocare mal di testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione (9) e l’alta percentuale della componente blu della luce che, come è risaputo, diminuisce la produzione di melatonina, che a sua volta può causare disturbi del sonno, tumori, attacchi di cuore.

Casa fare?

Ricordiamo altresì che si stanno diffondendo altre tecnologie, sicuramente più efficienti, come l’illuminazione a LED, che risolvono in parte tutti questi problemi. Dobbiamo anche ricordare che la luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all’interno delle nostre abitazioni. Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltire in modo corretto.

Rischio cancro delle lampadine a risparmio energetico

Le lampadine a risparmio energetico (CFL), emettono una quantità superiore alla media di raggi ultravioletti e quindi potrebbero aumentare il rischio di cancro alla pelle soprattutto per chi lavora ore e ore vicino alle fonti di luce. L’allarme arriva dal quotidiano britannico Guardian, la Health Protection Agency (HPA) ha condotto uno studio sui vari modelli di lampadine a risparmio energetico disponibili sul mercato ed ha verificato che il modello non incapsulato, emette livelli troppo elevati di radiazioni UV-C in 9 casi su 53. a2 centimetri di distanza dalla lampadina, ci si trova esposti a un livello di emissione ultravioletta paragonabile a quello della luce solare diretta in un giorno d’estate. “ Una esposizione ai raggi UV-C, anche limitata, causa danni al DNA”, spiega Anthony Carr della Sussex University, “il rischio più immediato, soprattutto per le categorie professionali che lavorano sotto la luce ravvicinata e continua di queste lampade, come gli orafi, è un arrossamento della pelle simile a una scottatura, ma è presente anche un limitato rischio di cancro della pelle”. Tutte le autorità internazionali però, stanno spingendo per la diffusione globale delle lampadine a risparmio energetico per motivi ecologici e economici. La soluzione? Utilizzare solo i modelli incapsulati o cambiare tecnologia con il LED.

Fonte: Sample I, Vidal J. Radiation warning over ecofriendly lightbulbs. The Guardian 09/10/2008

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Lampade a basso consumo, la Svizzera invita a stare lontani

Non avvicinatevi a meno di trenta centimetri delle lampade a risparmio energetico. E’ il suggerimento diffuso dall’Ufficio federale della sanità pubblica svizzera in seguito ad un’indagine condotta dalla “It’ls Foundation” (Fondazione di ricerca sulle tecnologie dell’informazione nella società) di Zurigo diretta dal professor Niels Kuster del locale Politecnico. La ricerca voleva determinare con precisione, grazie ad un nuovo metodo di misura, i campi elettromagnetici generati dalle nuove lampade a risparmio, ora utilizzate in seguito alla decisione dell’Unione Europea di mettere al bando le tradizionali lampade ad incandescenza entro il 2012. in particolare interessava stabilire gli effetti generati sul corpo umano e, a tal proposito, si precisa che i valori di intensità rilevati a 30 centimetri dalle lampade considerate, sono inferiori (10%) alla soglia raccomandata dalla International Commission for Nonionizing Radiation Protection. Se però ci si avvicina al di sotto dei 30 centimetri, i valori misurati crescono rapidamente fino a superare in alcuni casi i limiti stabiliti. Per questo, a titolo prudenziale, l’ufficio della sanità pubblica di Berna, invita a mantenere l’opportuna distanza soprattutto se le lampade restano a lungo accese, come nel caso di quelle poste sulla scrivania. La ricerca è stata condotta utilizzando quattro manichini che rappresentavano un uomo, una donna, un bambino di 6 anni e una bambina di 11 anni, scandagliati in posizioni diverse e a varie distanze. Le lampade a risparmio energetico sono dotate di un trasformatore ed emettono campi elettrici a bassa e media frequenza che possono generare nell’organismo correnti elettriche, le quali, a partire da una certa intensità, sono in grado di provocare infiammazione dei nervi e dei muscoli. In passato era stato sollevato anche il problema dell’inquinamento perché, al loro interno contengono pure una quantità esigua di mercurio (inferiore a 5 milligrammi) che in caso di rottura del bulbo, può disperdersi nell’aria  Inoltre le lampade a basso consumo con bulbo fluorescente, in certe condizioni, lasciano filtrare una piccola parte dei raggi ultravioletti per cui, ad una certa distanza, inferiore a 20 centimetri e dopo una lunga esposizione, non si possono escludere eritemi cutanei. La decisione Svizzera è un buon provvedimento che dovremmo seguire, precisa Settimio Grimaldi, biofisico dell’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Cnr. E non solo per le lampade ma anche per frigoriferi e lavatrici. Anch’essi emettono campi elettromagnetici e l’unico modo di difendere la nostra salute, eliminando gli effetti negativi, è quello di mantenere le distanze suggerite dall’indagine di Zurigo.

Fonte:corriere.it

Una soluzione?Lampade a LED. Go LED!!!

Fonte : coscienze in rete magazine