Rifiuti sempre più …in fumo. E noi respiriamo

Non bastavano gli inceneritori, che oggi, grazie all’interpretazione delle linee guida europee, possono essere “promossi” a “impianti a efficienza energetica” se riescono a produrre un po’ di energia elettrica o teleriscaldamento. Ora si avvicina sempre di più la possibilità di bruciare i rifiuti anche nei cementifici che, a fronte di una diminuzione della richiesta di cemento, potranno avere da governo e Parlamento l’opportunità di…riconvertirsi. “A spese della salute e dell’ambiente” dicono i medici di Isde.cementifici

Dopo che nel 2012 l’allora ministro Clini aveva lanciato l’idea, oggi si fa sempre più reale la possibilità che i rifiuti possano venire bruciati anche nei cementifici, semplicemente in quegli impianti verranno soprannominati CSS, combustibili solidi secondari. Una prima mozione presentata dall’attuale maggioranza è passata alla Camera in ottobre e ha dato un primo via libera, benchè condizionato. Il Movimento 5 Stelle si era opposto ma senza successo e ora sono sempre più ampi i fronti di opposizione al provvedimento che apre la strada a un impegno del governo per dare il via libera. I medici dell’associazione ISDE Italia hanno ribadito la loro “netta contrarietà a provvedimenti legislativi che semplifichino le procedure per la combustione di rifiuti (in particolare CSS, combustibile solido secondario), nei cementifici del nostro Paese”. ISDE sottolinea come una simile decisione vada in direzione completamente opposta rispetto alle direttive europee “che chiedono invece agli Stati membri il completo abbandono del ricorso all’incenerimento nel prossimo decennio, favorendo il recupero spinto di materia. L’Italia, che è il Paese Europeo con il maggior numero di cementifici, diventerebbe lo Stato europeo con la maggiore capacità di incenerimento, potendo contare su circa 120 impianti (tra inceneritori e cementifici) da utilizzare per la combustione di rifiuti, con tutte le conseguenze sanitarie e ambientali che questo comporterebbe”. C’è però chi dice che chi si oppone lo fa per ignoranza e superstizione e che se i cementifici bruceranno rifiuti eviteranno di bruciare gasolio, più inquinante. Anche a questi parlamentari risponde ISDE: “La modesta riduzione di inquinanti che si otterrebbe mediante sostituzione dei combustibili fossili con rifiuti, sarebbe abbondantemente compensata da incrementi importanti delle emissioni di microinquinanti persistenti nell’ambiente, bioaccumulabili e tossici per la salute umana,quali metalli pesanti e diossine. Il cemento prodotto, inoltre, ingloberebbe le ceneri tossiche prodotte dalla combustione dei rifiuti, incrementando il rischio professionale e sanitario legato al suo utilizzo. Sarebbe molto più utile, in termini di sostenibilità, se il Governo prendesse in considerazione per i cementifici il divieto di utilizzo di alcuni combustibili altamente inquinanti (ad es. ilpet-coke) e l’imposizione di miglioramenti tecnologici e di limiti produttivi ed emissivi in grado di garantire la tutela dell’ambiente e della salute pubblica ai residenti nelle vicinanze di questi impianti, molto spesso inseriti in pieno contesto urbano con gravi conseguenze sanitarie”. L’alternativa? Percorrere la strada dei Rifiuti Zero agendo a monte sulla produzione e a valle con il riciclo e il riuso. Per questo sono state presentate di recente oltre 80mila firme perché in Parlamento si discuta il disegno di legge di iniziativa popolare Rifiuti Zero. Le lobby, le multiutility e le grandi industrie perderebbero denaro e business, ma la popolazione guadagnerebbe in salute.

Fonte: il cambiamento

Si bruciano rifiuti nei cementifici e il decreto piace a Legambiente

La Commissione ambiente alla Camera non era d’accordo e ha pure espresso parere negativo, ma dal 29 marzo è legale bruciare rifiuti nei cementifici.rifiuti1-586x389

Il decreto porta la data del 14 febbraio, pubblicato in gazzetta Ufficiale, è entrato in vigore il 29 marzo e stabilisce in pratica cosa potranno bruciare i cementifici, ovvero viene data un identità al CSS ossia i combustibili solidi secondari. Avete presente cosa bruciano gli inceneritori? Ossia tutti quei rifiuti che dovrebbero essere inviati alle discariche (che sono fuorilegge) e dunque ecco che la soluzione il buon Corrado Clini, ministro per l’Ambiente, l’ha trovata in men che non si dica coinvolgendo in un solo decreto i 59 cementifici presenti sul nostro territorio: come dire? meglio degli inceneritori che fanno storcere il naso agli ambientalisti e scatenano le proteste dei cittadini. Ma la notizia che non ti aspetti è che Legambiente è d’accordo. Infatti qualche settimana prima dell’approvazione del decreto dalla direzione di Legambiente è stata inviata una mail a tutti i circoli in cui si legge:

In queste ultime settimane stanno circolando su internet richieste di adesione a petizioni e a mail bombing da indirizzare ai parlamentari uscenti per fermare l’approvazione di un decreto che faciliterebbe l’uso del CSS (combustibile solido secondario: è un’evoluzione del vecchio CDR) nei cementifici in parziale sostituzione (in genere il 20%-30% dei combustibili tradizionali).Questi appelli sono purtroppo inesatti e fuorvianti su questa opzione di uso energetico, a cui abbiamo sempre guardato con attenzione per contrastare la realizzazione di nuovi inceneritori.

I motivi per cui è preferibile, secondo Legambiente, bruciare i rifiuti nei cementifici è presto detto: i cementifici sono più controllabili; rispetto alle emissioni di CO2 è meglio bruciare in un cementificio piuttosto che in un inceneritore (Sic!); si possono evitare nuovi inceneritori. A me di tutto il discorso di Legambiente non tornano un paio di cose: bruciare rifiuti non è mai una soluzione tant’è che tra meno di 10 giorni partirà la raccolta di firme per la Legge Rifiuti zero che mira appunto a ridurre drasticamente la produzione di rifiuti; e l’altra è: come mai questa passione per i cementifici che sono comunque strutture altamente inquinanti? In ogni caso i cementifici vivono una stagione di crisi a causa del calo della domanda in edilizia e dunque bruciare rifiuti servirà a portare nelle loro casse un po’ di moneta e nell’atmosfera un po’ di polveri inquinanti (Legambiente: sarà pur vero che le emissioni di CO2 saranno controllate, ma i PM10 dove li mettiamo?).

Fonte: ecoblog

INQUINAMENTO DA MERCURIO: anche le lampadine a basso consumo!!!

Inquinamento da mercurio: in arrivo la convenzione internazionale di Minamata.

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Sono 147 le Nazioni che hanno approvato a Ginevra il primo trattato internazionale vincolante sulla riduzione dell’uso e delle emissioni di mercurio. Lo annuncia il Programma delle Nazioni unite per l’ambiente, dopo lunghi negoziati in Svizzera. Il trattato sarà firmato a ottobre prossimo alla conferenza di Minamata, (in Giappone). Toccherà poi agli Stati ratificare entro tre anni il trattato per farlo entrare pienamente in vigore. La convenzione porterà così il nome di Minamata, città in cui negli anni ’50 del secolo scorso gli abitanti furono avvelenati da inquinamento da mercurio causato da un’industria chimica locale.

Il nuovo accordo ONU mira a ridurre la produzione e l’utilizzo del mercurio, soprattutto nella fabbricazione di prodotti e nei processi industriali. Disciplina la questione dello stoccaggio e del trattamento dei rifiuti contenenti mercurio. Punta anche ad aumentare i controlli sulle emissioni e a limitare l’uso di mercurio in un numero elevato di prodotti, dal bando globale dei termometri (in Italia già in vigore), alle amalgama dentali usate per le otturazioni, alluso nelle lampadine a basso consumo. Entreranno poi in vigore rigidi controlli nelle miniere, cementifici ed anche nelle centrali termoelettriche a carbone. Insomma, la Convenzione stabilisce limiti concreti alle emissioni di mercurio.

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“Trovare un accordo su obiettivi globali non è semplice, – ha commentato il direttore esecutivo del Programma ONU  Achim Steiner- ma nessuna delegazione voleva lasciare Ginevra senza una bozza di trattato”. Definendo la convenzione come “fondamenta per una risposta globale”, Steiner ha detto di sperare che venga “applicata il più presto possibile”. C’è, tuttavia, chi è scontento delle misure concordate dalle nazioni. Joe DiGangi, scienziato consigliere del gruppo Ipen, ritiene che l’accordo rappresenti “un primo passo” ma non sia non abbastanza per ridurre le emissioni globali. Tra le carenze del documento ha citato l’assenza della richiesta che ogni Paese dichiari come ridurrà le emissioni di mercurio. Infatti, alcuni paesi sviluppati hanno espresso la loro opposizione alla Convenzione col fine di limitare il proprio contributo finanziario per l’implementazione di progetti volti all’eliminazione delle emissioni di mercurio. Anche diversi paesi emergenti hanno reso note le loro opposizioni al progetto: in questi Paesi è alquanto elevato infatti il numero di centrali a carbone, che emettono una ingente quantità di mercurio. Ostilità anche da parte della lobby delle miniere d’oro, che negli ultimi anni hanno visto crescere il giro di affari e, di conseguenza, le emissioni. Secondo uno studio dell’UNEP del 2012 il settore estrattivo aureo rappresenta il 35% totale delle emissioni di mercurio.

Il mercurio è un metallo pesante, estremamente tossico per gli esseri umani. Si accumula nell’organismo e può provocare danni al sistema nervoso, a quello immunitario e, in particolare, a quello riproduttivo. Essendo molto volatile si trasmette attraverso l’atmosfera. È così che ogni anno 200 tonnellate di mercurio giungono nell’Artico e contaminano i pesci di cui si nutrono gli esseri umani. Il mercurio trova principale impiego nella preparazione di prodotti chimici industriali e in campo elettrico ed elettronico. Viene usato nei termometri, barometri, sfigmomanometri, coulombometri, pompe a diffusione e molti altri strumenti da laboratorio, scelto perché liquido, opaco e di alta densità. Tra i suoi impieghi in campo elettrico ed elettronico rientrano la realizzazione di interruttori, elettrodi, pile. In campo medico, l’amalgama di mercurio con altri metalli è usato per realizzare le otturazioni dentali. Nelle “celle a mercurio” viene utilizzato un elettrodo di mercurio liquido per condurre l’elettrolisi del cloruro di sodio in acqua, per produrre cloro gassoso e idrossido di sodio. Il mercurio è stato usato anche come liquido di raffreddamento in alcuni tipi di centrale elettronucleare e per realizzare telescopi a specchio liquido. Ha trovato impiego anche nella purificazione dei minerali di oro e argento, attraverso la formazione di amalgama. Questo utilizzo, altamente inquinante e nocivo per l’ambiente e i minatori, è ancora diffuso nelle miniere d’oro del bacino del Rio delle Amazzoni, in Brasile. I vapori di mercurio sono usati in alcuni tipi di lampade a fluorescenza. Grazie alla elevata tensione superficiale è un liquido che non penetra nelle porosità aperte dei comuni materiali da costruzione. Questo permette di misurare la distribuzione della porosità aperta dei materiali mediante porosimetria ad intrusione di mercurio. Ancora più vasti sono gli utilizzi dei composti chimici del mercurio: catalizzatori, coloranti, insetticidi. Molti degli usi comuni in passato, compresi erbicidi e farmaci, sono stati abbandonati per la tossicità del mercurio.

Fonte: QuotidianoLegale