La storia di Sara, giovane birraia artigianale con la passione per l’agricoltura

Poco più che ventenne, Sara ha già avviato un suo birrificio nato dall’amore per la Terra, per la coltivazione del luppolo e per i processi di birrificazione. Questa passione le ha consentito di scoprire un mondo incentrato sul saper fare, sulla tradizione, ma anche sulla creatività. Vi raccontiamo la sua storia. Sulle pendici del Gran Sasso, nell’antico borgo medievale di Castel del Monte, c’è una giovane ragazza che ha unito l’amore per la sua terra all’interesse nella coltivazione del luppolo, dando vita a un’azienda agricola che si è già distinta fra le Eccellenze Italiane 2020: l’azienda agricola Mappavel’s. La ragazza in questione si chiama Sara Aromatario. Ventunenne, titolare dell’azienda già dai diciannove anni, ci ha raccontato un po’ di com’è nato e cresciuto il suo interesse per il luppolo e il suo progetto.

«Ho aperto l’azienda agricola tre anni fa, quando ancora andavo a scuola – frequentavo il liceo scientifico. Durante la gita del quarto anno eravamo andati a Praga e lì ho visto delle piante di luppolo. Avendo sempre avuto una passione per l’agricoltura mi sono incuriosita e tornata a casa ho messo su le prime quattro piante». Raccolte le prime quattro piante di luppolo, Sara ha contattato il CREA, ente governativo che curava il progetto luppolo.it. «Hanno analizzato le mie piante e mi hanno raccomandato di metterne di più così da poter far parte dei loro campi sperimentali. Quindi, con il loro supporto e monitoraggio, ho messo su settanta piante». Da lì, il passo verso la nascita dell’azienda agricola è stato breve. «Quello che riesco lo faccio io, con l’aiuto di mio padre e del mio fidanzato. Altre cose, invece, le facciamo ancora per conto terzi e anche per la produzione della birra ci appoggiamo a un birrificio di Pescara – comprare un impianto sarebbe costosissimo».

La coltivazione delle piante necessarie alla produzione della birra e la sperimentazione di nuove ricette, realizzate con grani antichi, ricopre un ruolo centrale nell’attività avviata da Sara. «La prima birra che ho fatto è stata al farro. Poi c’è stata una seconda, al grano di sorrina – un grano antico che cresce solo sopra ai 1300 metri. Castel del Monte si trova a 1346 metri, quindi riusciamo a coltivarlo senza problemi. C’è stata poi una Red Ale, una rossa tradizionale che ho voluto dedicare a una manifestazione importante qui in paese, la Notte delle Streghe, che ogni 17 e 18 agosto rianima le antiche credenze popolari nel centro storico attraverso spettacoli itineranti».

Da un incidente di percorso, infine, è nata anche un’altra attività importante di Mappavel’s: la tintura della lana con il luppolo, che ben intreccia l’innovazione alla tradizione agropastorale presente sul territorio. «Qualche tempo fa abbiamo avuto dei problemi nella procedura di essiccamento del luppolo, che ha reso un lotto non birrificabile. Mi dispiaceva buttarlo, anche se noi destiniamo gli scarti alla zootecnia, e siccome qui ci sono delle ragazze che tingono la lana con dei prodotti vegetali mi sono chiesta se fosse possibile tingere la lana con il luppolo. Il risultato è stato buono: un filato di un color giallo ocra molto particolare».

Negli anni passati Sara e la sua azienda agricola hanno avuto modo di farsi conoscersi e apprezzare in varie fiere e, con l’intenzione di rendere disponibili le proprie birre con più continuità a Mappavel’s, si era perfino pensato di aprire una birreria in centro. L’emergenza sanitaria di quest’anno, tuttavia, ha messo in discussione il progetto e portato all’annullamento delle fiere a cui Sara era solita partecipare. Anche in questo caso la risposta di Sara è stata creativa. «Abbiamo avviato una collaborazione con un’altra azienda agricola di Castel del Monte, specializzata nella trasformazione di salumi e formaggi. Loro propongono dei taglieri, mentre io somministro la birra: sta andando molto bene».

Guardando al futuro, oggi particolarmente difficile da prevedere, Sara procede passo per passo, portando avanti l’attività e studiando Scienze e Tecnologie Agroalimentari presso l’Università di Perugia.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/08/sara-giovane-birraia-artigianale-passione-agricoltura/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Festival della Ruralità: 5 giorni per scoprire il Parco nazionale dell’Alta Murgia

Dibattiti, degustazioni, visite guidate, escursioni in mountain bike, concerti, escursioni a piedi e laboratori didattici nel più grande parco rurale d’ItaliaNecropoli-di-San-Magno-Ph.-Cosmo-Mario-Andriani-586x266

Dibattiti, degustazioni, visite guidate, escursioni in mountain bike, concerti, escursioni a piedi e laboratori didattici nel più grande parco rurale d’Italia. Scatta domani, mercoledì 8 maggio, la prima edizione del Festival della Ruralità che si terrà nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, vale a dire nel più grande parco rurale d’Italia e uno fra i più grandi d’Europa. L’idea alla base della manifestazione è quella di una convivenza non conflittuale fra l’attività umana e l’ambiente:

Diversi anni fa siamo partiti dall’idea di un Parco come corpo vivente e non un sarcofago che contiene la natura mummificata, intangibile. I nemici del Parco sollevavano il problema che fosse un freno allo sviluppo economico, mentre scopriamo che nella pancia del Parco c’è la campagna e quel tipo di agricoltura, intesa come antropizzazione della natura che può diventare ricchezza. Questo festival è l’esibizione di un’idea moderna ed evoluta del Parco ed è un’intuizione destinata a diventare una scuola e molto più di una sperimentazione. I 13 Comuni dovranno predisporsi ad essere i protagonisti e non più i convocati. Il Parco ha un potenziale economico, civile, rurale, ancora tutto da esplorare,

ha spiegato il governatore della Regione Puglia Nichi Vendola nella conferenza stampa della manifestazione. L’agricoltura, insomma, non dev’essere un museo, né essere declinata al passato: l’agricoltura è presente e futuro. Da mercoledì 8 a domenica 12 maggio i comuni di Andria (apertura ufficiale mercoledì 8 maggio alle 17 a Castel del Monte), Cassano delle Murge, Gravina in Puglia, Corato e Altamura saranno animati da dibattiti, degustazioni, visite guidate, escursioni in mountain bike, concerti, escursioni a piedi, laboratori didattici. L’evento consentirà di scoprire le antiche masserie che contraddistinguono l’altopiano delle Murge e lo splendore di un monumento inconfondibile come Castel del Monte. Divulgare la cultura della ruralità è fondamentale per riallacciare il dialogo fra centri urbani e agricoli, per far comprendere che il parco non è solamente un ente di tutela del paesaggio e della biodiversità, ma è presupposto per creare sviluppo nei settori dell’agricoltura, dei beni culturali e del turismo. Nell’ambito della manifestazione verrà presentato un bando pubblico per 1,8 milioni di euro da destinare alle aziende del Parco per finanziare la protezione e la salvaguardia. L’obiettivo è fare del Parco nazionale dell’Alta Murgia un vero e proprio modello di ecoturismo legato a natura e cultura. Per tutte le informazioni sul programma della manifestazioni è possibile consultare il sito del Parco Alta Murgia, nel quale fino alle 20 di sabato 11 maggio è possibile giocare a Pacman e vincere un soggiorno per due persone in una struttura ricettiva della zona.JAZZO-DEL-DEMONIO-ph.-Mariano-Fracchiolla-586x439

Fonte:  Parco Nazionale dell’Alta Murgia