Terra Madre 2014: un’Arca per salvare la biodiversità

Mabel Redaelli di Slow Food ci racconta quali sono gli obiettivi dell’arca situata al cento del padiglione dell’evento torinese. Il cuore dell’Oval è anche il cuore della sesta edizione di Terra Madre. Un’arca per custodire i tesori della biodiversità alimentare che le pressioni dell’agricoltura massificata e delle monocolture minacciano. Un progetto nato da lontano e che quest’anno ha trovato terreno fertile nell’anno dedicato dalla Fao all’agricoltura familiare. Curiosando nelle teche si scopre che a essere minacciate non sono solamente i prodotti di Asia, Africa e Sud America dove l’occidente ha imposto le monocolture. A essere minacciate sono numerose qualità di mele nostrane e tanti prodotti tipici che dall’orizzonte locale non sono riusciti a imporsi e a mettersi in sicurezza da un mercato che tende all’omologazione.

L’Arca del Gusto è un progetto che è nato nel 1996 e che si occupa di raccogliere segnalazioni da tutto il mondo di prodotti che sono a rischio di estinzione. Puòà trattarsi di un rischio potenziale o reale di un prodotto che sta scomparendo e noi dell’arca raccogliamo queste segnalazioni, insieme al comitato scientifico valutiamo se questi prodotti siano effettivamente a rischio, dopodiché li segnaliamo sulla nostra piattaforma per rendere noto a tutti che questi prodotti stanno scomparendo e invitiamo tutti a fare qualcosa per preservarli. A volte significa mangiarli, a volte significa non mangiarli, nel caso di alcuni pesci per esempio. Ci sono diverse iniziative che possono essere realizzate per salvare e tutelare questi prodotti,

spiega Mabel Redaelli che coordina insieme ad altri membri di Slow Food lo spazio dell’Arca del Gusto che in questa edizione di Terra Madre ha dato corpo e “fisicità” a un’idea portata avanti dall’organizzazione di Carlo Petrini sin dalla prima edizione del Salone del Gusto.

Quest’anno al Salone del Gusto l’Arca è uno dei temi principali e infatti abbiamo realizzato questa vera e propria grande arca all’interno dell’Oval, nel Padiglione Internazionale, dove raccogliamo sia prodotti che appartengono al nostro catalogo, sia prodotti che chiunque può segnalare e portare in questi giorni. I prodotti vengono esposti all’entrata dello stand per far vedere a tutti il patrimonio di biodiversità che stiamo rischiando di perdere,

conclude Redaelli.

I prodotti coltivati e i piatti a rischio di scomparsa segnalati prima di Terra Madre erano oltre 2000 e ben 595 sono italiani. Il nostro Paese è campione assoluto della eterogeneità enogastronomica, ma, nonostante ciò, ci sono ben 595 prodotti e ricette a rischio scomparsa: dal Capocollo di Martinafranca alla Bottarga di Orbetello, dal Fagiolone di Vallepietra alla Farinella di Putignano, dalle Lenticchie di Altamura all’Oliva infornata di Ferrandina. Sapori e saperi che trovano in eventi come Terra Madre una visibilità senza paragoni. E la conoscenza è una delle strade principali per garantirne la sopravvivenza.

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Foto e video | Davide Mazzocco

Fonte: ecoblog.it

In 30 mila a Berlino manifestano contro allevamenti intensivi, OGM e agricoltura industriale: c’era anche Carlin Petrini

Da Potsdamer Platz fino alla Cancelleria una lunga fila di manifestanti, circa 30 mila, ha chiesto al governo tedesco che l’agricoltura torni a essere più naturale tenendo fuori i prodotti industriali proprio mentre si tiene la Fiera agricola Grüne Woche. Per l’Italia c’era Carlo Petrini il fondatore di SlowFoodmacellazione-nel-mondo

In 30 mila a Berlino hanno manifestato oggi contro gli allevamenti intensivi, gli OGM e l’agricoltura industriale chiedendo al governo tedesco un maggiore impegno per avere cibo e prodotti agricoli sani. La manifestazione è stata organizzata come risposta alla Internationale Grüne Woche Berlin 2014, la Settimana Verde internazionale, ovvero la Fiera dedicata all’agricoltura più importante a livello mondiale e che si chiude il prossimo 26 gennaio. Ha partecipato alla manifestazione anche Carlo Petrini che al termine del corteo ha preso la parola sul palco dicendo:

Il nostro messaggio oggi è chiaro: se l’Europa perde i piccoli agricoltori e le sue famiglie di agricoltori perde la sua storia, la sua cultura e la sua identità e nulla esisterà più.

In 30 mila a Berlino contro l’agrobusiness

Alla manifestazione vi hanno preso parte assieme alle associazioni ambientaliste anche gli agricoltori che hanno portato 70 trattori spiegando che sono i primi a essere stanti dell’agrobusiness. Tra le richieste anche l’accordo di libero scambio tra UE e USA conosciuto anche come TTIP ovvero Transatlantic Trade and Investment Partnership. Praticamente gli Usa piuttosto che combattere le esportazioni provenienti dall’Europa hanno pensato di inglobarle rendendo più conveniente delocalizzare le produzioni negli Stati Uniti. La porta del libero accesso porterebbe dai noi anche una serie di prodotti fino a oggi rimasti fuori come il pollo al cloro o gli OGM. Ovviamente anche l’Italia è molto coinvolta in questa trattativa che però si sta svolgendo sotto silenzio sebbene molto sostenuta dal nostro Paese e gestita dal ministero per lo Sviluppo economico. In Germania l’associazione BUND ha pubblicato il dossier FleishAtlas 2014 in cui analizza la produzione e il consumo di carne. I numeri sono impressionanti: nella sola Germania si macellano ogni anni 58 milioni di suini, 630 milioni di polli e 3,2 milioni di bovini numeri che li portano a conquistare il triste primato di “campioni europei”. Globalmente, però, i tedeschi non sono i primi: negli Stati Uniti la società “Tyson Foods” macella più di 42 milioni di animali in una sola settimana, in Cina sono macellati più di 660 milioni di suini all’anno. Il prezzo per la crescente domanda di carne include tutti gli effetti collaterali indesiderati, quali scandali alimentari, abuso di antibiotici o residui di ormoni nella carne.

Fonte:  Attac,Greenpeace De, Süddeutsche, BUND